venerdì 1 luglio 2016

Le lacrime turche sono uguali alle nostre

Oggi sono di Istambul

di Claudio Montini

Ancora proiettili e ancora bombe contro civili disarmati, il cui solo torto era quello di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato; altre madri che piangeranno figli e figlie e nipoti e amori falciati nel fiore degli anni e senza un motivo valido: perchè se indossi una divisa e sei in una trincea o dai l'assalto a una postazione nemica, allora sei un soldato e i soldati fanno la guerra guardandosi negli occhi, fin dalla notte dei tempi.
Ora la notte è scesa sui cuori, sulle coscienze sulle anime, sui cervelli, sul buon senso e sull'istinto di conservazione in nome di un Dio sconosciuto e lontano e sordo e muto, diverso da quello che ha creato quanto di bello e di buono tocchiamo, vediamo, mangiamo e respiriamo su questo sasso lanciato tra le stelle che ci ostiniamo a chiamare Terra, ma è ricco d'acqua e di ricchezze e di posto che potrebbe essere alla portata di tutti gli animali evoluti che si ostinano a chiamarsi uomini.
Bisanzio è perita per mano amica, Costantinopoli è stata spogliata e bruciata da chi se ne era servito per placare le proprie brame, Istambul si è illusa di avere capito la lezione e di essere immune dalla follia di chi si sostituisce a Dio e dispone, disprezzandola, della vita delle persone come se fossero pedine da poco prezzo.
L'attentato suicida all'aeroporto internazionale Ataturk è una spedizione punitiva contro chi ha finalmente aperto gli occhi, rendendosi conto che tutti sono utili ma nessuno è indispensabile.
Indipendentemente da chi la governi, la Turchia moderna voluta da colui cui è intitolato quello scalo aereo è la novità più longeva e più importante del Vicino Oriente, qualcuno direbbe strategica, immaginando l'orografia del paese di quella un tempo si chiamava Asia Minore come una gigantesca piattaforma che unisca l'Occidente atlantico e mediterraneo con il medio e lontano oriente indiano e cinese.
La dura e forzata laicizzazione dello stato voluta da Ataturk è la sola via di salvezza per Istambul e per le sue mire di crescita di importanza politica a livello internazionale, ma per tutti gli altri è la sola arma che possa davvero stroncare ogni velleità del califfato fondamentalista.
Io oggi sono di Istambul, come lo sono stato di Parigi, Bruxelles, New York o Kabul.

(c)2016 Testo di Claudio Montini    (c)2015 Immagine Orazio Nullo "Brain Teaser"

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