martedì 28 luglio 2015

Letti&Piaciuti - LA CLIENTE SCONOSCIUTA di Elda Lanza (Salani, 2015)

L' ELISIR DI LUNGA VITA DELLA DOTTORESSA LANZA

 

 Elda Lanza
LA CLIENTE SCONOSCIUTA
Salani    2015

 

di Claudio Montini

 



Invecchiare bene è il sogno di tutti quelli della mia generazione: mente lucida, eleganza di modi, proprietà di eloquio, tanti bei ricordi e un passatempo di successo.
Elda Lanza è un bell'esempio di questa felice combinazione di condizioni e la prova ne sono i quattro episodi della saga che vede protagonista Massimo Gilardi, Max per gli amici, prima commissario di Polizia a Milano e poi avvocato penalista nel natìo foro di Napoli; quest'ultimo gioiello confezionato dalla novantenne giornalista, laureata alla Cattolica di Milano e alla Sorbona di Parigi (allieva, tra l'altro, di Jean Paul Sartre), esperta nel campo della comunicazione, docente di Storia del Costume e autrice di saggi in materia, è un'indagine sui menadri e i contorcimenti della natura umana in cui la verità viene alla luce solo grazie a un lungo e minuzioso lavoro di squadra dello Studio Gilardi, il cui titolare si trova involontariamente coinvolto in un caso di omicidio.
LA CLIENTE SCONOSCIUTA di Elda Lanza, pubblicato per i tipi di Salani in questo 2015, è un'opera corale e ricca di sfaccettature, elegante e curata in ogni dettaglio dove l'ambiente cittadin partenopeo è soltanto una comoda scenografia nella quale far agire i personaggi che, pagina dopo pagina, svelano la propria essenza con il debito e peculiare corollario di debolezza, immaturità, forza e dignità, sfrontatezza e paura verso le avversità e il dolore unite al desiderio di fare qualcosa di bello e di buono per gli altri, non foss'altro per tacitare la coscienza e per risarcire il mondo del cinismo profuso in gioventù.
Max Gilardi rimane un passo indietro, a fare il regista, e schiera altri solisti in campo a caccia della verità, limitandosi a un ruolo di coordinatore, perchè una vittima d'omicidio lo ha cercato, ha chiesto il suo aiuto chiamandolo col nome e col numero di cellulare che egli riserva e, dei quali, ne consente l'uso solo agli amici personali; com'è suo costume, non si negherà e andrà fino in fondo scoprendo che le apparenze ingannano, che fortuna e bellezza non sempre vanno a braccetto, che la generosità qualche volta prende la strada sbagliata e incrocia quella di un coltello da cucina: spesso, chi varca la soglia dell'inferno o non sa come uscirne o preferisce rimanere dove si trova stimando d'evitare guai peggiori.
Non c'è compassione, non c'è giudizio, non c'è critica sociologica o intenzione pedagogica: c'è solo l'attenta e puntuale e serrata cronaca di fatti e atteggiamenti e vicende umane che potrebbero essere vere, come l'autrice stessa chiosa accomiatandosi dal romanzo e dai lettori in sede di ringraziamenti finali, come un saluto al pubblico sui titoli di coda prima di sfumare al nero e cedere la linea alla rete ( Elda Lanza vanta un passato televisivo come annunciatrice e conduttrice di rubriche nella Rai degli esordi del servizio radiotelevisivo italiano).
Dotata di un italiano fluente ed elegante, mai pedante o eccessivamente sofisticato, merito della passione per la lettura instillatole dalla nonna, l'autrice de LA CLIENTE SCONOSCIUTA riesce a far vibrare tutte le corde dell'immaginazione del lettore attraverso una sapiente distillazione dell'essenza del periodare, del punteggiare e del tabulare lo scritto che ricorda UOMINI E NO di Elio Vittorini o NOTTURNO di Gabriele d'Annunzio, congegnando e combinando magistralmente i dialoghi e i silenzi e le rapide occhiate a cose, persone e costumi.
C'è solo quello che serve, un filo d'Arianna per uscire dal labirinto delle ipotesi e delle congetture: e lo si segue volentieri perchè non mancano mai le sorprese e i retroscena, scoperti come se svanisse la nebbia dell'omertà per l'urgente bisogno della coscienza di sgravarsi, ma non si perde mai la bussola dispiegandosi sapori, colori, emozioni in un nitido disegno sotto i nostri occhi.
Dopo NIENTE LACRIME PER LA SIGNORINA OLGA (2012), IL MATTO AFFOGATO (2013), IL VENDITORE DI CAPPELLI (2014), tutti editi da Salani il quale,saggiamente e opportunamente a mio parere, riporta in coda al romanzo una breve silloge di questi precedenti (quasi un'operazione di marketing a beneficio dei neofiti: allora perchè non indicarne anche l'anno di pubblicazione?), Elda Lanza con LA CLIENTE SCONOSCIUTA centra nuovamente l'obbiettivo di divertire e divertirsi all'alba dei novant'anni con il garbo, l'intelligenza e il buon gusto insoliti ed eccezionali solo per uomini distratti e superficiali: alle compagne che li sopportano, li amano e li accudiscono basterà un'occhiata per capirsi e per apprezzare certi dettagli spesso impalpabili ma non effimeri.
Del resto, buon senso pratico, raziocinio e rispetto di sè e degli altri sono, da sempre, gli ingredienti fondamentali di ogni elisir di lunga vita: vero dottoressa Elda Lanza?


(c) 2015 testo di Claudio Montini    (c) 2015 foto di Orazio Nullo

venerdì 24 luglio 2015

Letti&Piaciuti: Enrico Pandiani PIU' SPORCO DELLA NEVE - Rizzoli


 BENTORNATO, ENRICO!

 

 

di Claudio Montini



La neve, stupore e incanto di bimbi ma impaccio e timore d'adulti, può sporcarsi scendendo dal cielo imperterrita e imperturbabile a ricoprire le trame oscure, i maneggi subdoli e perversi e cinici, l'avidità e l'ingordigia, la disperazione e la solitudine impotente di fronte alle storture della così detta civiltà occidentale.
Tutto quello che ammanta col suo candido sudario, impossibile da sciogliere per il sole invernale e per il sale della sete di verità, la contaminano ma contemporaneamente la rendono, anzi, la elevano a quinta, fondale e teatro ideale e protagonista muta della seconda avventura di Zara Bosdaves, investigatrice privata ideata da Enrico Pandiani già artefice della saga de Les Italiens (che, già edita da Instar e Rizzoli, sta facendo fortuna anche in terra di Francia grazie alla traduzione curata dall'autore stesso per le Editions Telèmàque): in PIU' SPORCO DELLA NEVE (Rizzoli, 2015) l'autore torinese prosegue nella metamorfosi stilistica intravista ne LA DONNA DI TROPPO (Rizzoli, 2013).
C'è chi cerca, nei libri che legge o scrive, stabilità e serenità o riscatto oppure conforto e svago; invece, c'è anche chi non si accontenta di tutto ciò ma cerca anche il volto dell'autore, la scansione della sua anima, l'evoluzione della sua sensibilità: in altre parole, alcuni come me cercano le tracce e gli indizi della sua maturazione artistica, linguistica e drammaturgica, non essendo quest'ultima affatto disgiunta da quella squisitamente umana.
Questa maturazione coinvolge anche i personaggi che ruotano intorno a Zara e si muovono in una Torino invernale che rivela molte più criticità e malaffare di quanto la neve possa nascondere o farne rimandare la soluzione; il risultato è il tentativo, riuscitissimo, di dare vita a uno sceneggiato televisivo ma riprodotto su carta, quindi letterario e immaginario, in cui realtà e finzione e critica sociale e tensione drammatica tipica del noir si amalgamino, si fondano e si mescolino senza rinunciare alla poesia della parola, al periodare elegiaco quanto basta, all'elegante semplicità per cui immagini e concetti si stagliano netti nella mente del lettore: siamo di fronte a un romanzo nel senso più ampio e primigenio del termine, vale a dire quel senso che la letteratura europea del Novecento ha saputo esprimere.
PIU' SPORCO DELLA NEVE parla di immigrati e di clandestinità e di emarginazione; delle indagini per ritrovare un'antiquario scomparso nel nulla; dell'inchiesta di due giustizieri irregolari delle banlieu parigine (di cui uno ora in Italia e rispettabile proprietario di un locale alla moda e compagno di vita dell'investigatrice) sulla morte di una paladina degli immigrati e di un giro di permessi di soggiorno falsi pronti a inondare il mercato dei clandestini e a ingrassare coloro che prosperano con la loro disperata necessità, oltre a relegarli in quelle parti dismesse della città così come si fa con la polvere sotto il tappeto (e la mente corre subito a Mafia Capitale con annessi e connessi); si parla di usura, truffa, traffico di opere d'antiquariato ed evasione fiscale scoprendo Bosdaves, nel corso delle sue ricerche, una piccola banda di criminali che non esita ad usare l'esplosivo per eliminare ostacoli, ficcanaso e anelli deboli della propria catena operativa pur di avere meno soci con cui dividere.
C'è un doppio binario, una doppia elica che, come nel DNA degli esseri viventi, genera contatti e contaminazioni tra le due sequenze di eventi che provocano silenzi, reticenze, smottamenti nelle certezze della vita privata dei due protagonisti umani: una crisi, forse, salutare perchè si intuisce che porterà a una maggiore consapevolezza, a una maturazione, a una crescita e una evoluzione del rapporto tra Zara e François verso qualcosa di meno evanescente dell'attrazione fisica.
Però, PIU' SPORCO DELLA NEVE è lontano dalle vette stilistiche drammaturgiche raggiunte da PESSIME SCUSE PER UN MASSACRO (Rizzoli, 2012) ma è comunque un'ottimo prodotto, elegante, affascinante, dotato di buon ritmo, in cui anche la parola ritrova la sua essenza musicale e poetica rivelando una ricerca di raffinatezza e una gradevole cura nella composizione del testo e della trama: forse sarà dovuto all'esperienza come traduttore in francese delle opere dei suoi esordi, tuttavia quest'ultima è decisamente migliore de LA DONNA DI TROPPO, che aveva spiazzato più d'un estimatore de Les Italiens, anche sotto l'aspetto della costruzione di tutti i personaggi a cui Enrico Pandiani, alla terza "fatica" per i tipi di Rizzoli, dona una netta definizione con uno spessore umano e letterario, persino una peculiare dignità, che rimane a lungo nella memoria di chi legge.
Questa è la forza del romanzo e la bravura dell'autore che, come un'ottimo e abile regista, regola le inquadrature e dirige i propri personaggi con grande perizia e attenzione rigorosa nel far emergere la loro terza dimensione: quella morale, spirituale, umana con tutte le implicazioni e le domande che essa comporta e suscita.
Bentornato Enrico Pandiani, per la cura con cui hai confezionato questa storia, a partire dalla copertina (le tue per la Instar Libri non le batte nessuno, nemmeno i francesi....); per la scelta di un registro linguistico sofisticato ed elegante e, al tempo stesso, diretto e poetico sempre più scevro da invenzioni, guasconerie e tecnicismi ma tanto più efficace; infine, bentornato per aver accettato la sfida di evolvere da intrattenitore letterario a osservatore letterato e pensante: cioè narratore che osserva e giudica la realtà che lo circonda, la porta nelle storie che inventa non solo come scenografia ma anche come invito alla riflessione critica del lettore.
Fate attenzione, però, signore e signori lettori: PIU' SPORCO DELLA NEVE di Enrico Pandiani (Rizzoli, 2015) non è un romanzo militante su temi d'attualità e mali della società contemporanea!
E' un buon poliziesco, o noir che dir si voglia, senza troppi poliziotti e pochissimi proiettili ma con tanta umanità in tutte le sue declinazioni e coniugazioni; non annoia perchè si legge così bene che finisce subito ( e poi tocca aspettare un'altro anno...) e fa meno male di scatola di iniezioni ricostituenti....e scusate se è poco!!

(c)  2015 testo di Claudio Montini    Foto: Google Images Database/Orazio Nullo

martedì 21 luglio 2015

Sono arrivate le prime dieci copie!

di Claudio Montini

Oggi pomeriggio, il corriere BRT (Bartolini, agenzia di Pavia/Casei Gerola) mi ha consegnato le dieci copie del mio terzo libro di racconti.
Grazie a Youcanprint, che nonostante le piccole tensioni createsi tra noi ha svolto un lavoro impeccabile, ma grazie anche al fratello africano, nero come la pece e forte come un tronco di baobab, che al volante di un mezzo Bartolini, in divisa ordinatissima nonostante il gran caldo, col sorriso e con grande simpatia ed umanità e professionalità (ha parcheggiato in modo da non dare fastidio a nessuno, preoccupato di aver violato un divieto per mezzi pesanti per infilare correttamente la via dove abito, discreto e con un pacco in ottime condizioni e titolare di un'italiano migliore del mio), mi ha riconciliato col mondo dei corrieri.
Mi è costato un euro in più il trasporto rispetto a SDA, ma la qualità decisamente superiore del servizio ha ampiamente cancellato il misero sforzo economico: il servizio tracking sviluppato in sinergia tra Youcanprint e Bartolini segnalava il collo a Casei stamane e ritenevo che sarebbe stato inserito nei giri di domani...e invece alle 17:40 potevo aprire la mia scatola, ottimamente trattata, tracciata, documentata e trovare i miei libri.
Ancora non ho deciso quanti ne regalerò e quanti ne venderò, confido sempre nel mercato elettronico: ma se doveste vedere un tavolino con un'ombrellone e qualche libro sopra in vendita....può darsi che ho deciso di darmi al commercio ambulante: per l'ippica non si può fare nulla perchè, a portarmi in groppa, ci vorrebbe un roano da tiro o da soma!
E poi, s'è mai visto un somaro sopra un cavallo?

(c) 2015 Claudio Montini      Foto: Orazio Nullo  

Lomello, se ci sei, batti un colpo...

Il castello di Lomello è in vendita: è la volta buona per riscattarci dall'ignavia!

di Claudio Montini

 

Il castello Crivelli, sede del municipio di Lomello (PV) è da tempo stato posto in vendita da parte dei curatori fallimentari del Gerontocomio Lomellino, altra istituzione nata e morta nel paese che vide le nozze di Teodolinda, regina dei Longobardi, e il suo battesimo nella fede cattolica romana che portò i sudditi ad abbandonare l'arianesimo.
Stiamo parlando, anzi, sto parlando di quello che rappresenta il nucleo storico di un paese, di un villaggio, di una località che altrimenti non sarebbe che un puntino su di una qualsiasi carta geografica le cui vicende, al massimo, potrebbero essere ospitate dalle colonne di qualche quotidiano o settimanale locale; così è stato anche per questa vicenda, quella della vendita di questo immobile vetusto e onusto di gloria e di storia ben lontana e alle spalle di coloro che ora vivono in quelle contrade.
A molti potrebbe un'atto di scellerato coraggio quello portato avanti dall'attuale amministrazione locale, cioè di acquistare il castello per renderlo a titolo definitivo sede del municipio e quindi casa dei lomellesi, così come dovrebbero esserlo tutte le sedi del governo e delle istituzioni per gli italiani e per coloro che intendono vivere in questa repubblica rispettandone le leggi, gli usi e i costumi.
Nel mio piccolo, di cittadino di Lomello in provincia di Pavia, sono orgoglioso e felice che la signora sindaco Silvia Ruggia e tutta la sua giunta abbiano optato per questa soluzione di questa annosa faccenda; anzi: sono qui a spronare i miei e suoi concittadini a non voltare le spalle, a non chiudere gli occhi e le orecchie, non nascondersi nell'ombra a borbottare come hanno fatto innumerevoli altre volte.
Questo atteggiamento ha provocato e agevolato il crac del Gerontocomio Lomellino, che è proprietario del castello stesso e dal 1948 ha concesso i locali all'amministrazione comunale con una convenzione tuttora valida (secondo il municipio, ma non secondo i curatori fallimentari che, dovendo realizzare liquidità, devono mandare all'incanto i beni posseduti dal fallito: l'asta si svolgerà nelle prossime settimane e stasera il consiglio comunale voterà per la partecipazione); non è stata soltanto cattiva o distratta o fantasiosa o dilettantesca o fraudolenta amministrazione di un'ente preposto a donare un sereno congedo dalla vita ai cittadini di Lomello: il tracollo economico, la perdita di posti di lavoro e di denaro spettante a chi lavorato lì dentro è stato anche colpa delle chiacchiere da bar, dei pettegolezzi all'ombra dei portoni e delle persiane, dei salamelecchi e dei sorrisi quando si sarebbe dovuto fare domande, avanzare richieste, pretendere chiarezza da chi manovrava soldi e salute e benessere dei nostri cari.
Certo, io sono un oriundo, uno capitato per caso a Lomello, un forestiero che dovrebbe avere il buon gusto di non mettersi in cattedra a dare lezioni ignorando i retroscena; anche io, avendo magari un parente lì ricoverato, avrei taciuto per non subire ritorsioni quali l'allontanamento...ma tutti gli altri?
Ora abbiamo una nuova opportunità di riscatto.
Il Gerontocomio è fallito e, con gli attuali chiari di luna, non si può pretendere che rinasca dalle sue ceneri; il castello, invece, può e deve essere salvato, può e deve diventare di tutti noi lomellesi, può e deve essere l'emblema del rinascimento lomellino così come lo è il Teatro Besostri a Mede, che ospiterà addirittura un concorso lirico oltre a una intelligente e gradevole stagione teatrale, per molti versi migliore di quella del Cagnoni a Vigevano o del Fraschini a Pavia.
Allora, SVEGLIA GENTE DI LOMELLO!! Lo stato centrale è sordo e distante ma il municipio, la giunta, il sindaco sono vivi e vegeti e pronti alla bisogna: non possono fare molto, ma ciò che possono lo fanno col cuore e con la testa; le cifre riportate dagli organi di stampa parlano di una stima dell'immobile vicina al milione di euro, la base d'asta sarebbe 780 mila ma un'accordo extragiudiziale potrebbe assegnarlo al Comune per 480 mila: il possesso consentirebbe di accedere a fondi previsti e stanziati per le ristrutturazioni di immobili pubblici e/o storici ma di interesse pubblico.
Forza gente, ci siamo fatti sentire e vedere per cause perse in partenza, è giunto il momento di farci vedere compatti e decisi e vivi per un progetto che può essere vincente e benefico per le generazioni a venire.
Così Lomello non sarà mai un dormitorio, una pattumiera di fanghi, un'albergo per clandestini o profughi: sarà, finalmente, il paese più bello del mondo!



(c) 2015 Testo di Claudio Montini
(c) 2015 Foto di Orazio Nullo   
dipinto di Mario Maioli c/o Villa Nigra - Sartirana Lomellina (PV)

lunedì 20 luglio 2015

Venti Luglio Millenovecentotrentasei...auguri mamma!

Venti Luglio 2015

Buon Compleanno Mamma!






Estate in riva al fiume azzurro o sul treno per il mare
L'inverno di domeniche in balera o in corriera a sciare
Dopo tanti anni, poche gioie, troppi affanni e quattro figli, 

Alla fine della discesa, riposerai dondolando all'ombra dei tigli.



(c) 2015 Testo di Claudio Montini inedito
Foto Google Images  "June Sunshine" di A. Sisley

Il bacio sulla bocca Ivano Fossati

Vola - Ivano Fossati

giovedì 16 luglio 2015

Tra il compleanno di mamma e papà...

E' una fortuna che di noi rimangano i ricordi, non la polvere da cui siamo stati plasmati da una volontà avulsa e superiore: la polvere è dispersa dal vento del destino, il ricordo, o meglio, la memoria vive nell'anima e nel cuore di chi ci ha voluto bene e si trasmette volentieri regalandoci immortalità. Il prezzo da pagare è una punta di dolore per un'abbraccio o una carezza che non si possono più scambiare: poca cosa, a mio parere, a fronte della speranza di potersi rivedere là dove non si può più invecchiare, dove le strade non hanno nome, dove nulla ci può più turbare.


(c) Testo Claudio Montini 2015
(c) Foto  Orazio Nullo 2015  
         "Sole freddo" di Beppe Pasciutti - 2015 

domenica 12 luglio 2015

Una lettrice soddisfatta: e io sono felice!

 Felicità e gratitudine

 


 Grazia Bavastrelli, oggi 12 luglio 2015, ha scritto sul mio diario di facebook queste parole.....

Ho letto, molto volentieri, le tue novelle raccolte in "Briciole di
sogni nello sguardo". A volte ho riletto le pagine che più mi sono piaciute: così ho imparato a conoscerti. 
Mi piace l' allegria e allo stesso tempo la malinconia con cui tratti fatti di vita vissuta, la satira e la metafora sapientemente usate.... 
Non hai nulla da invidiare ai "grandi" della letteratura, perché "grande" lo diventerai!         


 .......ed io sono felice e mi sento spronato a fare ancora meglio!

(c) 2015 testi di Claudio Montini e
                            Grazia Bavastrelli
(c) 2014 foto di Orazio Nullo

sabato 11 luglio 2015

Viva i coscritti e i loro diciott'anni!

Coscritti fracassoni? 

No, grazie...

 

 

 

di Claudio Montini

Festa dei coscritti classe 1997 a Lomello (PV): posso capire che si debba fare baldoria, ma perchè non siete riusciti a spiegare ai presunti suonatori dal vivo che non si stanno esibendo allo stadio di San Siro ma nel cortile di un pub? 
Noi, che potremmo essere vostri genitori e che ci vedete in questa fotografia fatta per i nosti primi quarant'anni, proprio là dove facemmo quella dei nostri primi 18 dopo una nottata passata a scrivere sull'asfalto ironie gratuite sui compaesani, non abbiamo avuto bisogno di disturbare il resto del mondo o di sballarci o di bere.
Ci è bastato trovarci intorno a un tavolo imbandito a chiacchierare, a ridere e a scherzare e a parlare senza smanettare sul cellullare: e poi via a ballare da soli addirittura in un'altra regione, in una discoteca che non c'è più. 
E l'abbiamo fatto tutto da soli, senza mamma o papà o zii o nonni: a diciott'anni eravamo grandi abbastanza anche per la legge.
Caro vocalist, io ho suonato unplugged trentanni fa per dieci anni, quando ancora non era di moda e la mia orchestra erano Enzo con una vecchia ma gloriosa chitarra acustica e Guido con una pianola di quarta mano della Moog: che avessi 600 persone o solo dieci, ci sentivano tutti e tutti potevano chiacchierare senza essere frastornati dal volume. 
Tu stai alla stazione e sei convinto che debbano sentirti anche gli inquilini del camposanto: ma quelli sono morti e il paese che sta in mezzo a questi due "poli" non gliene frega niente delle bischerate che dici o della musica che mandi. 
Se voleva sentirti veniva lì al locale....o no? 
Viva L'Italia, viva i coscritti e i loro diciott'anni!

(c) 2015 testo di Claudio Montini     
(c) 1996 Foto di Stefano Castoldi

lunedì 6 luglio 2015

Novità! Ebook nuovo di zecca su Kobobooks.com: SAIRANEI IN TAL MOND

Sairanei in tal mond (Sairanesi nel mondo) - Sinfonia Paesana 

https://store.kobobooks.com/it-IT/ebook/i-sairanei-in-tal-mond-sairanesi-nel-mondo
 
Questo è l'indirizzo della prima opera targata la bottega del parolaio. Sono cinque racconti che hanno come scenario Sairano, il paese lombardo, a una quindicina di chilometri da Pavia, dove sono cresciuto e dove mi sono sposato.
Ora non abito più lì, ma i ricordi che mi legano a lui sono molti e alcuni sono diventati dei racconti che ho raccolto in altri libri ed ebooks.
E' un'esperimento, un divertimento che vorrebbe diventare professione, un sogno che forse diverrà realtà...Ora dipende solo da voi!
Buona lettura!


Testo (c) 2015 Claudio Montini
Foto (c) 2015 Orazio Nullo 

venerdì 3 luglio 2015

Terzo fiocco rosa sullo scaffale della bottega del parolaio

Prossima pubblicazione

in carta ed elettroni

 grazie a Youcanprint


Nel corso del mese di Luglio 2015, Youcanprint dovrebbe consegnarmi le prime dieci copie di questa terza antologia di racconti che ho composto negli ultimi due anni, dopo ASSENTARSI PER UNA MANCIATA DI MINUTI e BRICIOLE DI SOGNI NELLO SGUARDO.
Lo renderanno disponibile in tutta Italia in cartaceo e in numerose piattaforme per ebook; lo vedrete anche su amazon, google play e tanti altri: io spero che in voi scocchi la scintilla irrazionale dell'infatuazione per le bellissime immagini di Augusta Belloni che sono nella copertina allestita da Orazio Nullo, tanto da non perdere nemmeno un secondo ad ordinarlo e ad attendere trepidanti il suo arrivo tra le vostre mani o sui vostri terminali elettronici.
Quelle di Augusta Belloni, non sono fotografie o semplici fotoritocchi: sono opere pittoriche a tutto tondo, basate sui pixel certo ma anche ispirate dagli stati d'animo, dal gusto, dalla sensibilità di una pittrice che celebra la sua lotta alla malattia neurologica che l'ha colpita alle spalle, che vorrebbe piegarla in una vita grigia e dolente, che a volte trova idioti alleati persino in chi si fregia del titolo di dottore, ma che lei combatte con i colori dei suoi dipinti e delle composizioni fotografiche che pubblica anche su facebook. 
Ad Orazio Nullo, dico ancora grazie di tutto e dell'amicizia con cui mi sostiene nei momenti bui.
A voi che leggerete, viaggiatori immaginari come me, auguro ogni bene e vi ringrazio per l'attenzione.

Il parolaio lomellino  Claudio Montini

(c) 2015   Testo di Claudio Montini
(c) 2015  Foto copertina e grafica Orazio Nullo
(c) 2014  Augusta Belloni per le opere in copertina