sabato 31 marzo 2018

Buona Pasqua 2018, in ogni caso!


L'ETERNA STORIA D'AMORE
     di Claudio Montini

E' carso e dolina,
è orrido e forra,
è foiba nascosta
nelle pieghe della storia,
è un pozzo abbandonato
dove la luna non si specchia,
la ferita della terra
che inghiotte il sogno,
di lacrime e sangue,
di carezze e sospiri,
di risate gratuite
e svolte fortuite.
Il custode cui l'ho restituita
mi disse che era già tutto scritto,
era solo una parte da recitare
nel modo più naturale,
per tornare ad essere
ciò che ero e sono e sarò
dall'inizio alla fine del tempo,
quando lo spazio cesserà
d'aver senso e materia.
Ma avevo fatto una promessa
in cambio di una memoria
sempre viva e accesa
come le lampade delle vergini
che aspettano lo sposo,
ignorando il giorno e l'ora,
con la sola certezza che con lui
saranno ammesse al cospetto
del principio e l'origine
delle cose visibili e invisibili.
Sposterò quella pietra
quando avrò smesso di sanguinare,
lascerò il telo a testimoniare,
camminerò nei loro sandali,
spezzerò il pane e berrò il vino
affinchè smettano di dubitare,
non si stanchino di raccontare
l'eterna storia d'amore
tra il creato e il suo creatore.

© 2018 Testo di Claudio Montini - inedito - diritti riservati all'Autore
© 2017 Immagine di Orazio Nullo "Primeval ocean" - Atelier des Pixels collection

giovedì 22 marzo 2018

Letti & Piaciuti: Don Winslow CORRUZIONE - Einaudi - (2017)


DULCIS IN FUNDO
di Claudio Montini
La Grande Mela è assai più bacata di quanto non appaia, nonostante tutti i suoi sforzi per mantenere la buccia intatta e luccicante, grazie al fiume di denaro e cocaina che l'attraversa e ne irrora tutti i gangli vitali senza che nessuno si faccia mai domande sulla provenienza di buste o pacchi. La violenza, la sopraffazione, la scaltrezza priva di scrupoli sono gli strumenti che, ad ogni livello di guardie e di ladri senza distinzione, garantiscono la spartizione di torte e territori in cui i vari satrapi dispensano ordini di vita o di morte; il resto sono solo chiacchiere per parolai a libro paga dei vari mezzi d'informazione, per coloro che credono ancora che New York City sia ancora la porta dell'America, della terra delle opportunità, dei grandi profitti regolati soltanto dalle leggi del libero mercato. Il sistema che tiene in vita e rigenera e fa rinascere anche dalle sue stesse ceneri la città che non dorme mai è perfettamente in grado di generare gli anticorpi necessari a limitare i danni, collaterali e non, di eventuali rigurgiti di onestà o umanità degli elementi o ingranaggi che ancora credono ad ideali di fratellanza o di famiglia o di corporazione. Lo sa bene il protagonista di CORRUZIONE (titolo originale THE FORCE, 2017 Einaudi editore per l'Italia con la traduzione di Alfredo Colitto) e la sa ancora meglio l'autore, Don Winslow, che confeziona una tragedia greca con tanto di sacrificio finale dell'eroe come atto di redenzione dai peccati commessi nelle oltre quattrocento pagine precedenti, a mio parere, non del tutto indispensabili per godersi la ruvida poesia delle sequenze finali, proposte con stile asciutto ma senza sconti o scadimenti nel tecnicismo prolisso o nell'inverosimile. Infatti, è nella terza ed ultima parte (in realtà, il quinto movimento di questa rapsodia in blu, colore principe della divisa del Dipartimento di Polizia di New York) che il romanzo prende il volo: CORRUZIONE si eleva dalla palude di luoghi comuni e richiami a trame già viste o lette, di artifici che fanno la gioia di revisori di bozze e direttori editoriali, di una certa vaghezza nel delineare le psicologie dei personaggi, per librarsi nel cielo della letteratura di genere poliziesco propria degli Stati Uniti di cui Raymond Chandler (citato in sede di dedica, avanti all'introduzione, con uno scambio di battute tratto da Addio mia amata) è uno dei capostipiti e dei capisaldi. L'abilità di Winslow risiede nel riallacciare i nodi con i temi esposti nell'introduzione, ma anche nel resto della storia (cui una decisa dieta dimagrante non avrebbe fatto male: a questo, credo, provvederanno gli sceneggiatori di Hollywood...), adottando una narrazione serrata, una tecnica di montaggio da videoclip in cui si susseguono ricordi e facce perdute con il presente in cui la vita sta scivolando via rendendo più struggente la parabola discendente di Denny Malone, sergente del NYPD Manhattan North, che desiderava essere soltanto un buon poliziotto, dopo tutto, amando la città e la gente che proteggeva e serviva assecondando quella ingenua briciola d'anima da cattolico irlandese nascosta in fondo al cuore. Intendiamoci, CORRUZIONE di Don Winslow (Einaudi, 2017, traduzione di Alfredo Colitto, titolo originale THE FORCE) non è un capolavoro ma un buon prodotto se visto nell'ottica di una futura trasposizione cinematografica; da un punto di vista politico (nel senso più stretto che gli antichi davano al termine) o sociologico non è da assumere come bussola o mappa delle lacerazioni e contraddizioni che allignano nella polpa della Grande Mela e, in generale, della superpotenza nata da tredici colonie ribelli riunite sotto una bandiera a stelle e striscie il cui credo (non ufficiale) è guadagnare e arricchirsi sempre e comunque, anche ingannando e uccidendo il prossimo poichè questi farebbe la stessa cosa alla prima occasione utile.

© 2018 Testo e fotografia di Claudio Montini

domenica 18 marzo 2018

Dichiarazione d'intenti...virtuale!

Il parolaio virtuale 
di Claudio Montini

Nei momenti di crisi bisognerebbe avere il coraggio di credere maggiormente in sè e rilanciare le proprie azioni. In linea di principio, è una bella affermazione ma del tutto priva di fondamento pratico: del resto, viviamo in un mondo basato sul capitale da coltivare e fare fruttare, ivi comprese le idee nel senso che sono considerate merce di scambio al pari dei cereali e degli oli minerali. Non fatevi illusioni: anche la vostra visita a questo spazio internet di produzione intellettuale è un bene commerciabile, scambiabile e trafficabile tanto quanto tutto quello che ho pubblicato da sei anni a questa parte, poichè io e voi generiamo una serie notevole di connessioni e implicazioni e potenziali direttrici per la rete mondiale di osservazione e controllo cui Eric Blair, in arte George Orwell, diede nome di Grande Fratello. Il terminale del controllore e formatore occulto di coscienze per lui fu la televisione e la stampa, i mezzi più congeniali allo scrittore inglese nel 1948 in cui chiuse la stesura di 1984 e anche la sua parabola terrena: oggi noi abbiamo il computer, in tutte le forme in cui esso viene declinato dalla frenesia tecnologica, che riassume in sè tutte le forme di trasmissione e manipolazione del pensiero e di descrizione della realtà. Una vera manna dal cielo per artisti e creativi di ogni genere, tra i quali mi colloco anche io nel mio piccolo, dal momento che ho potuto dare corpo al sogno di scrivere libri di racconti e poesie e un romanzo facendo in modo pure che tutto il mondo lo sapesse, che venisse a conoscenza del fatto che ci fosse in circolazione un nuovo racconta storie, che poteva leggere o fare proprio il frutto del mio ingegno senza dovere muoversi da casa. Io non ho mai capito bene la differenza tra blog e sito ma ho scelto la forma del blog poichè non avevo molto materiale originale a disposizione, sei anni fa, e volevo testare la mia capacità di interessare perfetti sconosciuti alle mie idee, alle mie parole, ai miei sogni: l'esperimento ha, tutto sommato, dato buoni risultati sul piano personale ma quasi nessuno sul piano economico, nonostante l'adesione al programma Google AdSense. Tuttavia ho scoperto che mi piace parecchio scrivere perchè mi fa stare meglio con me stesso, mi rilassa e mi solleva dalle pastoie quotidiane quasi quanto la lettura: perciò ho deciso che darò vita a numerosi progetti di editoria elettronica, sotto la specie del sito piuttosto che quella del blog, perchè penso di aver raggiunto una certa consapevolezza dei miei mezzi e anche delle mie potenzialità anche nell'ottica di trarne qualche, seppur scarso, profitto. Pertanto è possibile che vedrete meno articoli da queste parti e, progressivamente, un passaggio in secondo piano e, magari, un'apparente abbandono del blog (ci tengo a dire che, ultimamente, sono stato piuttosto assente a causa di problemi nell'ambito familiare che hanno prosciugato le mie energie al punto tale da non riuscire a mettere insieme nemmeno due parole); in ogni caso, vi terrò informati e vi inviterò a venirmi a trovare là dove ricomincerò a sgomitare per farmi largo tra i parolai virtuali.
© 2018 Testo di Claudio Montini
© 2015 Immagine di Orazio Nullo "Abstract portrait" Atelier des pixels

sabato 17 marzo 2018

Se il basilico e i pinoli latitano, la Jena Sabauda ha la soluzione.

 IL PESTO...DIVERSAMENTE PESTO!

di Jena Sabauda


Nel giorno in cui, a Genova, si è celebrata la giornata del pesto ligure in Palazzo Ducale, mi sono ricordato di questa ricetta sprint che trovate anche in PACIUGHI IN CUCINA CON LA JENA SABAUDA (ed. StreetLib.com selfpublishing). Buon San Patrizio a tutti! 
Zio Propano
Quando il basilico non c'è, anche i pinoli danno forfait: ma la Jena Sabauda fa da sè, care casalinghe telematiche e curiose! Infatti, in questa ricettina veloce veloce, da fare mentre l'acqua salata per la pasta bolle, ci vuole :
  • un certo languorino, quella voglia di buono ma insolito fatto con cose facili da trovare
  • pasta nel formato a piacere
  • qualche spicchio d'aglio (direi da due a tre...sennò ogni sbadiglio è una strage!)
  • qualche acciuga sott'olio
  • 1 ettogrammo di mandorle pelate
  • Olio extravergine di oliva q.b. (acronimo che vale sia per quanto basta che per quello buono)
  • Pecorino Romano o Parmigiano Reggiano in abbondanza
  • Sale grosso
  • Importantissima: l'insalata rucola (sì, la rucola che si trova già imbustata e pronta da condire anche dai verdurai...una busta è più che sufficiente)
Armatevi di mixer tritatutto e cominciate a tritare l'aglio, le acciughe, le mandorle lubrificando a poco a poco con l'olio d'oliva extra vergine; poi, all'abbozzo di salsa ottenuta, unite la rucola e il formaggio (pecorino sarebbe ideale, ma anche il parmigiano va bene: vale il gusto personale), seguitando a tritare e a incorporare olio d'oliva fino a raggiungere una certa densa omgeneità: dovrebbe uscirne una crema verde brillante, cosi simpatico e invitante da assaggiarlo col pane...! Ora, se di pesto diversamente pesto ne avete fatto in più potete metterlo in un barattolo on frigorifero, meglio se coperto d'olio per evitare un'eventuale ossidazione: ma ricordate che è un preparato che va consumato entro pochi giorni. Alla quantità che avete preso per condire la vostra pasta, quasi a cottura, aggiungete qualche cucchiaio di acqua di cottura, appunto, per ottenere la salsa che sposerà maccheroni, penne, fusilli, spaghetti, trenette, mafaldine, farfalle....chi più ne ha, più ne metta e buon appetito!

© 2016 Ricetta e testo La Jena Sabauda
© 2016 Foto di Orazio Nullo 

giovedì 8 marzo 2018

Il giorno delle mimose


Otto marzo...
di Claudio Montini
Ne hanno ancora, le donne, voglie e motivi per festeggiare? Forse sì, poiché hanno una dote di folle speranza direttamente proporzionale alla capacità di creare, di generare e proteggere una nuova vita cui attingono, come ad una fonte miracolosa, nei momenti bui nei quali un uomo perderebbe il lume della ragione cedendo al proprio congenito egoismo. Otto marzo festa della donna: una ipocrita tregua laica, unilaterale e non avallata né rispettata, nel processo di sfruttamento e di vessazione di quella che è chiamata, a vario ed opinabile titolo, l'altra metà del cielo oppure, più prosaicamente, l'altra metà del letto o l'altra metà della mela onde aver facile gioco nel rimarcare la sua responsabilità nella cacciata dal giardino dell'Eden. Adamo era un boccalone, un allocco, un bradipo di prima categoria super che non avrebbe trovato il proprio scroto senza navigatore satellitare (faceva un bel niente dalla mattina alla sera e si addormentava a comando: per Dio è stato un giochetto da nulla rubargli un paio di costole per vedere se, al secondo tentativo, il genere umano gli fosse riuscito meglio. Poi, essendo l'essere superiore che anima l'universo, si rese conto dove fosse l'errore e creò la donna ma le regalò troppo amore, un cuore troppo grande di cui tutto il creato si approfittò: neppure mandare suo Figlio a negoziare un nuovo accordo, con un messaggio vecchio e nuovo allo stesso tempo, pareggiò i piani delle due facce della stessa medaglia...); tuttavia, la colpa d'aver accettato la scellerata offerta della mela e di averne fatto partecipe il consorte, dalla notte dei tempi, è ricaduta soltanto su Eva che ha voluto far crescere e avanzare di carriera un compagno incapace di distinguere un melo da un pero. Detto fra noi, se Adamo si fosse dedicato maggiormente e con ardore alle pere di Eva (conoscendola biblicamente, tanto per intenderci...) si sarebbe divertito parecchio di più e ci saremmo risparmiati numerosi inutili olocausti. In questo caso, sono certo che le donne avrebbero più voglie e più motivazioni a festeggiare il giorno delle mimose.


© 2018 Testo di Claudio Montini
© 2018 Immagine di Orazio Nullo "Supernova blast"

domenica 4 marzo 2018

In questo nuovo medioevo

Dritti e duri verso il sole dell'avvenire
di Claudio Montini
I coriandoli di Nonno Gelo hanno danzato per due giorni o, forse, di più tra le braccia di Burian che, dopo aver pettinato comignoli fumiganti e fronde di alti fusti anche sempreverdi, ha trascinato con sè le nuvole che ora si stanno spremendo sulla terra ancora imbiancata e gelida. La notizia del freddo nella coda dell'inverno ha riempito le bocche, gli schermi e la carta stampata nascondendo le altre urgenze e le preoccupazioni che attanagliano i nostri animi già in ansia di non poter scrutare il cielo e le stelle cui chiedere conto del nostro destino: a malincuore, dovremo fidarci di quanto ci riferiranno meteorologi e astrologi parimenti efficaci quanto puntuali nel blandirci coi loro aggiornamenti che ascolteremo con sufficienza, dimenticandoli con beata incoscienza o vituperandoli per aver mancato il bersaglio. Da vecchio anarchico infantile quel tanto che basta a serbare una briciola di fanciullesca ingenuità in fondo all'anima, mi piace pensare che la bufera nevosa tardiva sia il passo d'addio o l'arrivederci dell'inverno alla terra che aspetta, con ansia, il prorompente risveglio di primavera che vien danzando, per dirla coi poeti dei tempi andati. Una sferzata della coda velenosa da parte di quella che, comunemente, viene detta brutta stagione prima che vada in onda il mito ancestrale della resurrezione:in altre parole, l'ennesimo tiro mancino della sfortuna o l'assalto disperato dell'antagonista che, non essendo disposto alla resa e meno che mai rassegnato alla sconfitta, vuole rendere amara la vittoria al proprio competitore. In questo nuovo medioevo, peggiore del precedente poichè ha perduto la migliore qualità che ha consentito a quello di sopravvivere ed evolversi in uno stadio superiore, la memoria non si è espansa nè articolata come le macchine sofisticatissime cui domandiamo e demandiamo soluzioni a tutti i nostri problemi, in cui depositiamo ricordi e idee non per conservarle ma per manipolarle e dimenticarle, cui affidiamo anche le più intime istanze della nostra vita. Nel secolo breve abbiamo raggiunto l'apice della evoluzione dell'animale chiamato uomo, sopravvissuto all'istinto annichilatorio grazie all'anelito istintivo per la conservazione della specie e per la libertà del pensiero, ma anche alla elaborazione dei riti laici della democrazia e della partecipazione alla gestione del potere: tutto ciò, però costa fatica e sudore e lacrime e sangue da cui ci esentano il pigiare un bottone colorato, applicare una comoda etichetta autoadesiva, un codice a barre alfanumerico o una sequenza di uno e zero in groppa a oceani di elettroni e fasci infiniti di onde elettromagnetiche che attraversano invisibili praterie. In questo nuovo medioevo non abbiamo più bisogno di pensare: basta che ci sia uno, anche uno solo al comando, che ci dica quale bottone premere per marciare come un sol uomo dritti e duri verso il sole dell'avvenire.   

© 2018 Testo di Claudio Montini
© 2016 Immagine di Orazio Nullo "Country snow on winter" - Atelier des pixels collection