domenica 26 ottobre 2014

Ospite a Radio Patela Magazine: una lettrice appassionata

   Una appassionata lettrice scrive a Radio Patela Magazine

 La Jena Sabauda



 e…

Il venditore di cappelli

di Elda Lanza  
Ed. Salani  2014







Gentile signora Elda Lanza,
Quando ho terminato la lettura di un SIGNOR ROMANZO come Il venditore di cappelli da lei editato presso Salani, mi sono detta che chiamarlo solo romanzo è troppo riduttivo: questa è una storia umanamente bella, intensa, romantica, intrigante che ti fa rimanere sulle spine fino all’ultima pagina.
E’ coinvolgente e travolgente senza troppi scossoni con il colpevole che viene scoperto solo alla fine, come nei film di Hitchcock: complimenti a lei perché  in queste pagine ha superato sé stessa tanto che, leggendo questo romanzo giallo, anzi questo signor romanzo, ti stacchi felicemente dalla realtà quotidiana.
Noi lettori assetati di svago intelligente e di bellezza, siamo stanchi di parole tutte uguali, gonfiate col botox anche se appartengono ai più vari colori “politici”, che ci vengono propinate in video e sui quotidiani: evviva l’individualità e la maestria artistica e artigianale (nel senso migliore del termine), diciamo basta alle fotocopie rimasticate e truccate pesantemente, oltre il limite del buon gusto.
Leggere è un piacere intimo di ogni persona e leggere Il venditore di cappelli è proprio questo: un vero piacere sano, genuino e ripetibile ogni volta che si vada a capo d’una riga e ogni volta che si volti pagina.
Ecco, io mi sono immaginata Max Gilardi come un novello Clark Gable che fa perdere la testa, mentre Paola, come Vivien Leigh/Rossella, ti aspetti che dica alla fine delle pagine: << … domani è un altro giorno e si vedrà. >>.
Già, si vedrà nel prossimo romanzo … perché ce ne sarà un altro, vero signora Lanza?
Inoltre, ho trovato molto interessante, acuto e notevole il lavoro fatto sulla natura interiore dei personaggi, dai protagonisti fino ai comprimari: nessuno escluso.
Credo che, in questo aspetto, lei abbia superato sé stessa nel descriverli.
Ho avuto il piacere di conoscerla nel corso di varie presentazioni dei suoi precedenti libri (Niente lacrime per la signorina Olga, Il matto affogato editi sempre da Salani); purtroppo a Settembre, in quel di Ferrera Erbognone durante “Lomellina In Giallo”, non era ancora uscita la sua ultima fatica letteraria, ma lei ci ha omaggiato di un estratto da essa: avrei fatto volentieri qualche domanda, sarà per una prossima volta. Non smetta di scrivere, mi raccomando: non si fermi al quarto romanzo, come lei stessa ha dichiarato tempo fa.
Le parole scritte sulla carta da tempo ci distinguono dagli animali e ci aiutano nella vita di tutti i giorni; personalmente aborro i libri di plastica e quelli immateriali: sono un po’ all’antica perché la tecnologia ci aiuta ma non è tutto, non ci deve sostituire.
Cordiali saluti dalla Jena Sabauda.

 Maria Angela Margaria


 Lomello, 26 ottobre 2014




P.s.: All’editore Salani vorrei rivolgere i miei complimenti per le copertine: una meglio dell’altra.
I libri ti colpiscono subito dalla copertina, se non conosci l’autore.
Quando poi conosci Elda Lanza ne resti piacevolmente rapito: una vera e bella signora con spirito giovanile che mette nel sacco tutti noi giovanotti.


Maria Angela

giovedì 16 ottobre 2014

Radio Patela Magazine e "La variabile Costante": da non perdere!!!

Vincenzo Maimone 

La variabile Costante  -  Costante indaga tra Milano e Acireale

La variabile Costante di V.Maimone
Ed. Fratelli Frilli
Se un romanzo cattura la tua attenzione fin dal titolo, affascinandoti con la sua apparente semplicità e stuzzicando la curiosità, razionale e istintiva, di scoprire cosa bolla in quella pentola da cui è promanata una fragranza appetitosa, prelibata e ghiotta, allora non c’è scampo: sei di fronte a un Romanzo, sì, scritto con l’iniziale maiuscola.
Proprio quello che tutti dovrebbero leggere per ricrearsi l’animo dopo le fatiche quotidiane oppure prima di accingersi ad affrontarle; quello che tutti gli scrittori, degni di fregiarsi di questo appellativo, vorrebbero aver avuto la grazia di scrivere.
Vincenzo Maimone l’ha ricevuta in dote e ne ha fatto un’eccellente uso ne La variabile Costante  - Costante indaga tra Milano e Acireale -  pubblicato per i tipi di Edizioni Fratelli Frilli , coraggioso editore di Genova votato al giallo e al noir all'italiana in tutto e per tutto, nella cui scuderia è entrato questo talentuoso cavallo di razza etneo.
La Fratelli Frilli non ha certo bisogno dei consigli dei lettori, sebbene essi siano alla base del successo tanto dell’autore quanto dell’editore; eppure mi sento di invitarli caldamente a non lasciarsi sfuggire Vincenzo Maimone perché, con La variabile Costante - Costante indaga tra Milano e Acireale - , egli dimostra di aver ottimamente assimilato i dettami stilistici del genere noir poliziesco ( per chi ama le etichette e le incasellature ), senza scadimenti di ritmo e di gusto con note truculente o scabrose gratuite e di facile presa.
Ma dimostra anche, padrone dei suoi mezzi, di essere andato oltre il genere corroborando la narrazione con elementi culturali e didattici propri della sua professione ( è un ricercatore in Filosofia Politica presso il dipartimento di Scienze Politiche e Sociali presso l’Università di Catania ), amalgamandoli all'acuto e, a tratti divertito, resoconto delle dinamiche e delle manie della società moderna attraverso l’osservazione delle persone che la compongono.
Ecco dove sta il genio, la felice intuizione che rapisce, il bagliore che rivela la gemma preziosa in mezzo a tante altre:  è un romanzo fatto di persone, di comuni mortali che amano e fanno progetti per il futuro, che hanno ambizioni ma fanno il loro mestiere con coscienza e senza sconti, che scelgono da che parte stare per amicizia o per forza o per amore muovendosi secondo il flusso variabile della vita.
Mai come le caso de La variabile Costante, il sottotitolo è funzionale e imprescindibile: Costante indaga tra Milano e Acireale; Maimone indica, così, un faro da seguire nella rotta che ha tracciato dentro il flusso indeterminato della vita, orientando i passi del lettore con la bussola dell’amicizia e dell’umanità in tutte le sue sfaccettature, sentimentali e temperamentali, sia positive che negative.
Una indagine riguardante un omicidio avvenuto in Sicilia si rivela essere collegata a una esecuzione di stampo mafioso a Milano: i due commissari ( oggi si direbbero vice questori aggiunti ) incaricati delle indagini, Ottavio Restelli e Giacomo Costante, sono amici oltre che colleghi e, dunque, si scambiano informazioni e indagano insieme, mangiano insieme, escono insieme accompagnati dalle rispettive compagne  ( quella di Costante è lì per un corso di aggiornamento ) in una Milano che resta sullo sfondo come un fondale di scena o una quinta; così come accade per Acireale dove Tancredi Serravalle, insegnante di Storia e Filosofia, inizia un nuovo anno scolastico in un nuovo istituto accompagnato da un’insolente “demone socratico”, spassoso quanto schietto censore interiore, un grillo parlante salace e linguacciuto.
Casualmente, il professore si trova ad intervenire in un incidente scolastico che ha le sue radici e le sue ragioni d’essere proprio negli sviluppi dell’indagine di Giacomo Costante che, da Milano, riporta in Sicilia tutti gli elementi per chiudere con successo l’inchiesta oltre alla promessa, fatta alla compagna Carla, di portarla in vacanza una volta terminato il corso milanese e chiusa l’indagine siciliana.
Ma il destino, cinico e baro come non mai, spariglia le carte in mano sul tavolo e in mano ai giocatori lasciando il lettore con l’amarezza di una giustizia dimezzata e l’eco di un brano dei Doors di Jim Morrison, pur troppo profetico per lui.
Più che lettore, sarebbe meglio dire, lo spettatore: è un romanzo che si legge con grande facilità e piacere perché capace di suscitare immagini vivide e nette senza sforzo alcuno; composto in un italiano piano ma non banale, ricco e ben articolato ma non compiaciuto di sé o ridondante, essenziale e funzionale alla caratterizzazione dei personaggi che, con il ricorso anche a regionalismi dialettali (comprensibilissimi a tutte le latitudini) e traslitterazioni di termini slavi (per lo più colorite interiezioni), acquistano spessore e verosimiglianza senza divenire maschere o macchiette.
Inoltre, con sagacia e lievità rare, con frasi ben coordinate e illuminanti crea e traccia immagini tridimensionali dotate persino di qualità olfattive che, una volta preso l’abbrivio la lettura, prendono lo spettatore e lo collocano sul set della storia a seguirne in diretta gli sviluppi tanto che ci si stacca a malincuore dalle pagine.
Addirittura si arriva a benedire la fine del capitolo, perché è come l’irruzione della pausa pubblicitaria durante un film avvincente dato alla televisione: utile e salutare stacco per andare in bagno o riprendere fiato da un momento di tensione; il vantaggio con il libro è che lo posi, fai altro e lo riprendi quando vuoi senza bisogno di registrare o programmare dispositivi elettrici….
Sin dalla prima riga, La variabile Costante - Costante indaga tra Milano e Acireale - si siede accanto a te e racconta la sua storia mettendo in scena protagonisti, antagonisti, comparse mute e parlanti, personaggi minori e camei e scorci di paesaggi utili come tanti piccoli ingranaggi ben allineati e lubrificati che sono il fulcro della forza del meccanismo narrativo intero.
Essi girano tanto bene insieme che danno spessore alla verosimiglianza e all’umanità dei personaggi e delle situazioni, concedono leggerezza ai concetti e ai messaggi etici e filosofici che affiorano tra le righe, rendono struggenti i colpi di scena che rendono giustizia e spiegano un titolo basato su un ossimoro.
Allora, si arriva all’ultima riga sbigottiti e sgomenti perché il Romanzo è finito e, se non si ricomincia da capo, fa capolino l’ipotesi, tutt’altro che peregrina, che non ce ne sia un altro altrettanto capace di coinvolgere testa, pancia e cuore come La variabile Costante - Costante indaga tra Milano e Acireale  ( Fratelli Frilli Editore ).

Claudio Montini    

venerdì 3 ottobre 2014

Impellenza poetica: scritta in dieci minuti!

Impressioni d'autunno

Mi siederò lì ad aspettare che gli altri mi vengano a prendere,
Lascerò vagare lo sguardo sulle sagome indistinte e dolci,
Impasterò i pensieri, gli ultimi, con l'ovatta umida e silenziosa
Per abituarmi all'ignoto che non ha fine, che non ha risposte.
Perfino il suono della tua voce sarà lontanissimo e smorzato
Come la città nervosa che si agita altrove nella nebbia.
Resterò lì ad aspettare come una foglia che non vuole volare,
ma deve andare perchè il suo colore è maturo per la terra
che la vuole incontrare: troverò la tua mano da accarezzare?

Foto di Pietro Zanaletti Testo inedito di Claudio Montini 2014