Le ricette della Jena Sabauda

 Dal forno di Zia Mari      Crostata di mele
Pane    e  torte   senza pari!
Biscuton



Foto Orazio Nullo per VideoKlaut66







MARTEDÌ 21 GIUGNO 2016

21 giugno 2016

Una crostata per l'estate! In cucina con la Jena Sabauda - Radio Patela Magazine

UNA CROSTATA PER L'ESTATE... MA NON E' QUELLA DELLA FOTOGRAFIA: E' MOLTO PIU' BUONA!

di Jena Sabauda

Solstizio d'estate per l'emisfero boreale che la vostra Jena Sabauda di fiducia festeggia proponendo una crostata con le pesche, assai prelibata.
Ecco la lista della spesa:
  • 500 grammi di farina bianca di grano tenero
  • 250 grammi di burro morbido (se lo lasciate fuori dal frigorifero si ammorbidisce da sè, altrimenti una trentina di secondi nel forno a microonde...et voìla!)
  • 250 grammi zucchero semolato bianco
  • 2 uova intere di gallina (al solito, i gusci non servono)
  • 1 bustina di lievito per dolci (16 grammi circa)
  • 1 pizzico di sale
  • La scorza grattugiata di un limone
  • 4 pesche mature (quelle che avete in casa o quelle che più vi piacciono)
  • 3 o 4 cucchiai da tavola di zucchero di canna
  • 2 o 3 cucchiai da tavola di marmellata di pesche
  • 100 grammi di amaretti secchi
Per prima cosa, preparate un panetto di pastafrolla impastando con vivo entusiasmo la farina, le uova, il burro, lo zucchero, sale, lievito, scorza di limone; quindi lo metterete a riposare per un'ora almeno in una ciotola ricoperta con la pellicola per uso alimentare.
Intanto, sbucciate le pesche, tagliatele a grossi tocchetti, spolveratele con tre o quattro cucchiai da tavola di zucchero di canna e cuocetele, nel forno a microonde o in un tegamino, per 5 minuti come se dovessero caramellare ma senza perdere consistenza. Nel frattempo, sbriciolate gli amaretti secchi e aggiungeteli alle pesche già cotte proseguendo la cottura per altri 5 minuti; al termine, aggiungete al composto 2 o 3 cucchiai da tavola di marmellata di pesche, amalgamate e lasciate raffreddare il tutto: otterrete una super marmellata rinforzata! Siete giunti al momento di occuparvi della stesura della pastafrolla: prendete tre quarti del panetto e spianatelo con il mattarello in maniera sufficiente a foderare le pareti e il fondo della teglia che avrete scelto, imburrato e infarinato; ora il contenitore di pasta frolla è pronto ad accogliere le pesche cotte e ad occupare uniformemente la superficie a disposizione.
Con l'ultimo quarto di pastafrolla, opportunamente steso, realizzerete dei dischi aiutandovi con un bicchiere e poi li deporrete a decorazione della torta (sia chiaro che se preferite fare delle strisce o delle altre figure geometriche, la Jena Sabauda non pone limiti alla vostra personale fantasia!).
Ecco: una spolverata di zucchero bianco semolato e infilate la torta nel forno a 180°C per 25 o 30 minuti, a seconda anche di cosa vi suggerisce il vostro occhio e la prova stecchino.
Questo è un dolce adatto a tutti, da offrire con un buon caffè o dell'ottimo the; per i più piccoli andrebbe accompagnato da un bel bicchiere di latte di mucca prchè le bevande con le bollicine, a loro tanto familiari e gradite, di zucchero e coloranti ne hanno già fin troppi. Buon appetito dalla Jena Sabauda!

© 2016 Testo e ricetta di La Jena Sabauda
© 2012 Foto di Orazio Nullo

GIOVEDÌ 9 GIUGNO 2016


9 giugno 2016
Le zucchine con il pancino ripieno - In cucina con La Jena Sabauda
LE ZUCCHINE CON IL PANCINO RIPIENO


di Jena Sabauda

Da più parti si sente ripetere che bisogna mettere più verdura nei nostri piatti, se vogliamo rallentare l'invecchiamento e sconfiggere quelle malattie che ci fanno accapponare la pelle solo a nominarle; la vostra Jena Sabauda di fiducia capisce e si adegua proponendo una ricetta in cui, volutamente, ci sarà ampio spazio alla discrezionalità del cuoco riguardo alle quantità degli ingredienti.
Dunque, procuratevi:
  • Zucchine (verdi) sode e di media grandezza in numero a piacere (da sei in su, a seconda della fame e dei commensali)
  • Tonno in scatola sotto olio (150 grammi circa)
  • Prosciutto cotto (una fetta spessa almeno un centimetro)
  • 2 uova di gallina intere (i gusci non servono)
  • Formaggio grana grattugiato (parmigiano reggiano, grana padano, pecorino sardo o romano, una miscela di formaggi a pasta dura: come più vi piace)
  • Mezza bottiglia di passata di pomodoro (di solito sono da un litro, perciò...che ve lo dico a fare? Ah già: se poi avete solo quello nel tetrapack o in lattina...ma ci siamo capiti, no?)
  • Sale e pepe quanto basta
  • Un paio di spicchi di aglio
  • Qualche foglia di basilico ( ma non è indispensabile)
Per prima cosa, accendete il forno e portatelo tra i 150 e i 180 °C; nel frattempo prendete le zucchine intere e privatele delle estremità, come se doveste trovare il modo di farle stare in piedi:quindi sdraitele su una teglia e infilatele nel forno per 5 o 8 minuti al massimo e, trascorso questo tempo, lasciate che intiepidiscano lì. Vi domanderete certamente il motivo di questa operazione: abbiamo bisogno che si ammorbidiscano ma non si sfaldino; in alternativa potete passarle in acqua bollente per qualche minuto, ma temo che perdano molto del loro sapore e dei benefici contenuti, oltre a diventare troppo molli: a me piace che si senta, sotto ai denti, la fibra del vegetale.  Comunque sia, una volta tiepide, quindi maneggiabili senza rischiare ustioni (vi ricordate che stavano in forno? O che erano in acqua bollente?), tagliate le zucchine a metà per la larghezza e non per la lunghezza: altrimenti come fareste ad ottenere dei cilindri da scavare con un levatorsoli da mela? Con questo simpatico aggeggio, caverete la polpa che metterete da parte e resterete con dei buchi con la zucchina intorno: il pancino che avete svuotatato sarà pronto per essere riempito con il composto che andiamo ora a preparare. 
Nella ciotola in cui avrete raccolto la polpa estratta e tritata (o schiacciata con la forchetta) metterete anche il tonno sgocciolato, due o tre cucchiai da tavola di formaggio grattugiato, il prosciutto cotto che avrete tritato (anche grossolanamente va bene) e le due uova, esclusi i gusci; amalgamate tutti questi ingrdienti fino ad ottenere una massa omogenea che, aiutandovi con un cucchiaino da the magari, userete per riempire il pancino della vostre zucchine fino ad esaurimento dell'uno o delle altre. Fatto questo, prendete un tegame dai bordi alti e con coperchio, mettete un filo d'olio sul fondo, un paio di spicchi d'aglio, versate la mezza bottiglia di passata di pomomodoro in compagnia di qualche fogliolina di basilico e sistemate, su tanto tappeto, le zucchine ripiene affinchè cuociano a fuoco basso, protette dal coperchio, per 10 o 15 minuti al massimo. Non vi ho dato indicazioni quantitative perchè esse dipendono molto dal numero di zucchine che avrete a disposizione e questo, a sua volta, dipenderà dal numero di famelici commensali che vi troverete a soddisfare: perciò vi dovrete sapere regolare a occhio; il fondo di cottura, se dovessere avanzarsi, potrebbe essere riciclato come sugo da pasta; poiche si tratta di mangiare e non di gareggiare, lascio al vostro gusto e alla vostra fantasia immaginare come potranno mai essere le zucchine con il pancino ripieno. 
Quindi scordatevi foto dei piatti e buon appetito da La Jena Sabauda.


© 2016 Testo e ricetta La Jena Sabauda
© 2016 Orazio Nullo "Springtime"

MARTEDÌ 7 GIUGNO 2016

Ricetta postata il 7 giugno


Datemi un vasetto da yogurt e vi sfamerò! - in cucina con la Jena Sabauda
UNITA' DI MISURA...
UN VASETTO (DA YOGURT, VUOTO)

di Jena Sabauda

I contenitori monodose dello yogurt attualmente in commercio sono tutti di plastica e, più o meno, sono anche tutti uguali per aspetto e capacità; il loro successo è dovuto in parte al materiale con cui sono costruiti e in parte alla predisposizione alla serialità loro congenita, ovvero si prestano molto alla lavorazione di tipo meccanico. Per i consumatori, una volta svuotati e sciacquati, sono utili anche per essere riadattati ad altri scopi e quindi vivono una seconda vita evitando lo smaltimento. Essendo nata in una terra un tempo ricca di mucche da latte e di stalle da loro abitate, nonostante Giovannino Lamiera (il dottor avvocato Gianni Agnelli, il signor Fiat) ne attirasse sotto la Mole antonelliana parecchi tra coloro che le accudivano senza riuscire a rescindere il cordone ombelicale con la terra e la cultura dei padri, la vostra Jena Sabauda di fiducia è ghiotta di latte e i suoi derivati così come dei frutti dell'orto e di quelle prelibatezze che, grazie anche all'Avvocato di cui sopra, gli italiani della Bassa Italia hanno potuto far conoscere anche ai piedi delle Alpi. Insomma, dopo essersi gustata un bel vasetto di yogurt bianco da 125 grammi, invece di sbarazzarsi del contenitore, si è inventata una ricetta in cui l'unità di misura base fosse proprio il vasetto! 
Ecco la lista della spesa (per i maniaci della precisione ha scelto di indicare, bontà sua, anche le quantità in grammi: così se negli USA lo yogurt lo vendono solo in barili...beh, non sarà difficile fare le dosi, basta una pesa!):
  • 3 vasetti di farina bianca di grano tenero (grammi 125 x 3 = 375)
  • 1 vasetto di olio di semi vari (grammi o millilitri 125)
  • 1 vasetto di formaggio parmigiano reggiano o grana padano o pecorino romano grattugiato (o tutti e tre purchè la quantità sia 125 grammi)
  • 1 vasetto di panna di latte di mucca liquida (millilitri 125 e/o grammi)
  • 1 vasetto di latte intero di mucca (corna, zoccoli e mammelle in 125 grammi ditemi un po' dove li mettereste???)
  • 3 uova intere (ma i gusci no! Mi raccomando!!)
  • 1 bustina di lievito per torte salate (16 grammi circa)
  • Sale e pepe quanto basta (ma non servirebbero affatto...)
  • 2 o 3 zucchine sode
  • Salame piccante tipo calabrese tagliato a pezzetti grossolani in quantità a piacere (quattro o cinque fette di un centimetro di spessore ridotte a cubetti); in alternativa, si può ripiegare sul prosciutto cotto o sulla mortadella (una cinquantina di grammi, vedete voi) sempre a cubetti.
  • 80 o 100 grammi di formaggio Asiago d.o.p. o Fontina d.o.p. tagliata a cubetti
Setacciate la farina bianca (ovvio che il vasetto non ci passi dal setaccio...) in una ciotola capiente; aggiungete l'olio di semi vari, il formaggio grattugiato, la panna liquida, il latte, le uova e cominciate ad amalgamare con un cucchiaio di legno; aggiungete il lievito e un pizzico di sale, non si sa mai, seguitando a mescolare fino ad ottene re un bel composto fluido e omogeneo. A questo punto potete scegliere di saltare in padella o cuocere al forno per qualche minuto le zucchine che avrete ridotto a pezzettoni o a rondelle di un discreto spessore: in ogni caso, le dovreste lasciare raffreddare prima di unirle all'impasto che avete preparato in precedenza. Se non amate i tempi morti, allora munitevi di mixer tritatutto e sminuzzate grossolanamente le zucchine crude, buttandole il trito nell'amalgama: altrettanto fate con il salame piccante una volta ottenute rondelle di un centimetro, oppure con il prosciutto cotto o la mortadella a cubetti, addirittura con una miscela di salame e prosciutto ma sminuzzata un pochino più fine: dentro tutto e incorporate per bene fino a vedere la superficie, chiara, dell'impasto punteggiata di verde e di rosso. Riducete in cubetti, ma con il coltello quindi che si sentano in bocca, il formaggio Asiago o la fontina o altro formaggio a pasta pressata, semidura e sapida come certe tome piemontesi: incorporate anche questa dadolata di cacio e accendete il forno che dovrà scaldarsi fino a 180° C: imburrate una tortiera (fissa o a cerniera non importa: va bene quella che avete sotto mano) e cospargetela di pane grattugiato; buttate quello in eccesso nell'impasto e mescolate ancora un momento: poi versate il tutto nella tortiera e mettetela in forno (alla temperatura che vi ho detto) per 30 o 35 minuti, controllando a vista e con apposito stuzzicadenti come se fosse una torta. L'ideale è servirla il giorno dopo averla fatta, avendo cura di riscaldarla leggermente con due fiocchetti di burro in superficie.
Anche se non ne vedrete fotografie, perchè secondo me un piatto deve essere buono da mangiare e non necessariamente anche bello da vedere (a me vengono tutti così: mai uguali alle foto dei ricettari...), credetemi sulla parola se vi dico che vi sembrerà un piatto unico tricolore: il verde delle zucchine, il rosso del salame e il bianco della farina appena ingiallito dalle uova e dal formaggio... Ah, se il conte di Cavour avesse indetto "La Prova Del Cuoco" invece delle guerre d'indipendenza... L'Italia e gli italiani si sarebbero uniti e fatti senza tanti mal di pancia, con molti meno morti, con molte forchette a centropiatto e gambe sotto ai tavoli col bicchiere in mano, le baionette sarebbero arrugginite e staremmo meglio della Svizzera e della Germania: la terra promessa o l'America in cui fare fortuna non ci sarebbe costata una traversata di mare.
Viva l'Italia e buon appetito da La Jena Sabauda.

(c) 2016 Testo e ricetta di La Jena Sabauda
(c) 2015 Orazio Nullo "Harlequin's kitchen"

30 giugno 2016 
Questo è il link per visualizzare la pagina dedicata al primo libro della Jena Sabauda, dove troverete le ricette che in questi anni sono apparse sul blog; è un ebook in vendita su StreetLib.com e su molti altri store elettronici: vi farete del bene e lo farete a me e alla vostra Jena Sabauda di fiducia!
Il titolo del libro è "Paciughi in cucina": buona lettura e buon appetito!
Copiate e incollate numerosi ma, sopratutto, ordinatelo e regalatelo a più non posso!
Paciughi in cucina




venerdì 3 giugno 2016


Torta campagnola per una festa civile - In cucina con La Jena Sabauda a festeggiare la repubblica italiana

LA TORTA DI CAMPAGNA CON IL PANE GRATTUGIATO
di Jena Sabauda


Ci sono giorni di festa legati a fatti storici in cui potrebbe venirvi voglia, come è successo a me, di celebrarli con qualcosa di dolce, gustoso ma nemmeno troppo sofisticato perchè nelle tasche e nelle dispense si rischia di sentire l'eco.

Perciò eccovi una ricetta per una torta che in tempi recenti, quando ci illudevamo di essere tutti ricchi senza far troppa fatica, avremmo definito "povera" che io, invece, mi ostino a chiamare ruspante e campagnola come una torta del latte alla moda della Jena Sabauda.
Duma c'anduma (andiamo a cominciare, in piemontese...)! 
Ecco la lista della spesa:
  • 1 litro di latte intero di mucca (se quest'ultima è di montagna, il latte ci guadagna!)
  • 100 grammi di burro sciolto (nel microonde, a bagnomaria, come vi riesce meglio)
  • 200grammi di zucchero (a piacere va bene anche quello di canna)
  • 200 grammi di pane grattugiato
  • 100 grammi di mandorle tritate grossolanamente
  • 200 grammi di amaretti secchi sbriciolati
  • 3 uova di gallina intere (i gusci buttateli pure...)
  • 1 bustina di lievito per dolci (sono circa 16 grammi di lievito in polvere)
  • 100 grammi di cacao dolce in polvere
  • 50 grammi di gocce di cioccolato fondente
  • la buccia grattugiata di un limone
  • un pizzico di sale
  • uno o due cucchiai da tavola di marsala secco o rum (facoltativo)

Sbriciolate con le mani gli amaretti secchi e bagnateli con il marsala secco o il rum; tritate con l'aiuto del mixer le mandorle (ah, io ho adoperato quelle non pelate: voi fate come volete) ma non riducetele in polvere, lasciatele grossolane; in una ciotola ampia rompete le uova, versate il latte, il burro sciolto, lo zucchero, il pane grattugiato e il cacao: ora potete anche cominciare a mescolare e ad amalgamare con un cucchiaio, meglio se di legno; quando il fluido ha preso un bell'aspetto uniforme, incorporate ad esso gli amaretti sbriciolati e bagnati (non annegati nel rum o nel marsala, mi raccomando!), il lievito per dolci, un pizzico di sale e le gocce di cioccolato e seguitate a rimestare: per riposarvi grattugiateci dentro la buccia del limone e riprendete a mescolare fino a farla sparire (è questione di manciata di minuti, lo vedrete anche da voi...). Accendete il forno e, mentre si porta a 180° C, imburrate la teglia che avete scelto (meglio se a cerniera: così la torta è facile da togliere e da presentare ai famelici commensali...) e spolveratela con altro pane grattugiato; quello in eccesso incorporatelo all'amalgama che verserete nella teglia e metterete in forno per 30, o al massimo, 35 minuti: valgono tanto la prova stecchino che l'occhio del cuoco, poiché le caratteristiche del vostro forno le conoscete solo voi. Lasciatela raffreddare prima di servirla e, anche se si formano crepe sulla superficie, non fa nulla: è il suo bello!
Buon appetito dalla vostra Jena Sabauda!

© 2016 La Jena Sabauda testo e ricetta
© 2016 Orazio Nullo per la fotografia della torta

giovedì 26 maggio 2016


La pastafrolla con le mele più buona del mondo! Parola di Jena Sabauda

TORTA DI MELE ALLA CANNELLA
di Jena Sabauda



Pastafrolla e mele: una passione che non passa mai di moda dalle parti della cucina della Jena Sabauda tanto che, rimuginando sulle modifiche a una ricetta che aveva visto in televisione, ha finito per inventarne una nuova di zecca che è quella che vi illustra di seguito. Al consueto grido di "Duma c'anduma!" ("Andiamo che andiamo" letteralmente in piemontese), ecco la lista della spesa:
  • 4 mele gialle
  • 1 bicchiere da tavola d'acqua (di rubinetto a temperatura ambiente va benissimo)
  • mezzo cucchiaino da the di cannella in polvere (non dico di fargliela solo vedere, ma se è di più rischia di rendere il dolce...meno dolce!)
  • Due o tre cucchiai di zucchero semolato bianco
  • 400 grammi di farina di grano tenero (quella bianca)
  • 100 grammi di farina di riso (ovviamente è bianca pure questa...)
  • 250 grammi di zucchero semolato (oltre a cucchiai di cui sopra)
  • 250 grammi di burro morbido (basta lasciarlo fuori dal frigorifero
  • 2 uova di gallina intere (il guscio non serve: buttatelo pure...)
  • Una bustina di lievito per dolci
  • Un limone cui grattugiare la buccia
  • Un pizzico di sale

Tagliate a pezzettoni grossolani le mele togliete quel che resta del torsolo (se non le avete detorsolate con l'apposito attrezzo) ma lasciate loro la buccia; mettetele in un contenitore per la cottura in forno a microonde, bagnandole con una miscela composta dall'acqua contenuta in un bicchiere da tavola e tanta cannella in polvere quanta ce n'è in mezzo cucchiaino da the, poi cospargendole con due o tre cucchiai da tavola di zucchero semolato; quindi cuocetele per una quindicina di minuti, come quando si fanno le melecotte purchè non si spappolino: poi, lasciatele raffreddare nel loro brodo di cottura. 
Setacciate la farina di grano tenero e quella di riso per apprestarvi a fare la pastafrolla; via via, unite alle farine il resto dello zucchero, il burro, le uova (tuorlo e albume sì, gusci no!), bustina di lievito, la buccia grattugiata del limone e un pizzico di sale: e via che si impasta fino ad ottenere una palla omogenea che lascerete poi riposare in una ciotola in frigorifero per almeno un'ora. Quando le mele saranno freddate, le togliete dal contenitore e le scolate avendo cura di non buttare il brodo o succo (di frutta) ottenuto: lo potete recuperare come bevanda energetica, tonoficante e rigenerante perche adesso dovete stendere la pastafrolla e preparare la torta per l'ultimo passaggio. 
Due terzi della palla che avete tolto dal riposo in frigorifero la stenderete nella teglia imburrata e infarinata che avrete scelto per la cottura; sopra questa base disporrete i pezzettoni di mela con la buccia rivolta verso l'alto, in cerchi concentrici ( il più possibile), coprendo tutta la superficie disponibile; con il retante terzo di frolla, farete dei dischi aiutandovi con un bicchiere e con questi ultimi ricoprirete lo strato di mele a titolo di decorazione della torta; una spolverata di zucchero semolato e siete pronti per mettere il tutto in forno ventilato a 180 °C per 25 o 30 minuti, a seconda delle caratteristiche del vostro forno, anche se vale sempre la prova stecchino e anche l'occhio del fornaio che vuole sempre la sua parte. Lasciate la raffreddare, non siate golosi perchè il giorno dopo, se ci arriva, è ancora più buona!

Buon appetito dalla vostra Jena Sabauda di fiducia!

© 2016 Ricetta e testo di La Jena Sabauda
© 2014 Foto di Orazio Nullo 


venerdì 20 maggio 2016


Sposa la terra con il mare, la Jena Sabauda in cucina - Radio Patela Magazine

BIMBI, OGGI PESCE IN POLPETTE:
VI VA' ?
di Jena Sabauda
Lo sposalizio della terra e del mare che vi propongo di portare in tavola, farà felici i grandi e i piccini; con gli ingredienti e le dosi, che di seguito vi dirò, si ricaveranno circa 20 polpettine:

  • 4 o 5 patate
  • 5 o 6 filetti di merluzzo o sogliola surgelati
  • 3 (meglio 4) uova di gallina
  • Pane secco grattugiato q.b.
  • Formaggio grana grattugiato (quello che più vi piace) qualche cucchiaio da tavola
  • Prezzemolo tritato (ma non è indispensabile: se ne può fare anche a meno)
  • Farina bianca di grano tenero q.b.
  • Sale fino q.b.
  • Olio di semi per friggere

Pelate le patate e mettele in un contenitore con coperchio insieme a un dito d'acqua; chiuso il coperchio, le mettete a cuocere nel forno a microonde per 10 o 12 minuti: quindi, lasciatele intiepidire e poi schiacciatele con l'apposito attrezzo da purè (o anche con una forchetta e tanto olio di gomito, come una volta...). Mentre vi date da fare con le patate, non lasciate inoperoso il microonde: infatti potete cuocere per 5 minuti 5 (o 6) filetti di merluzzo (o di sogliola) che avrete precedentemente scongelato; una volta che anche questi si siano raffreddati, con una forchetta, li ridurrete in briciole e li unirete alle patate. Ma non resteranno soli a lungo perchè incorporerete ad essi due uova intere (i gusci no, mi raccomando...), pane grattugiato (a occhio: per dare consistenza all'impasto), qualche cucchiaio di formaggio grana grattugiato e un pizzico di sale (magari due...). Raggiunta una bella consistenza dell'amalgama, potrete procedere a formare le polpettine da passare nell' uovo sbattuto (se ne avete uno solo, allungate con un goccio di latte), da rotolare in una miscela di farina bianca e pane secco grattugiato, quindi da mettere a rassodare in frigorifero per almeno un'ora o anche più, a piacere; trascorso quel tempo lì, sarete pronti per friggerle in olio di semi e servirle calde e croccanti.

Buon appetito dalla vostra Jena Sabauda di fiducia!
© 2016 Ricetta e testo di Jena Sabauda
© 2015 Foto di Orazio Nullo a un dipinto di Rita Mangano 



In cucina con la Jena Sabauda - Radio Patela Magazine- mercoledì 11 maggio 2016

IL PESTO...DIVERSAMENTE PESTO!

di Jena Sabauda



Quando il basilico non c'è, anche i pinoli dan forfait: ma la Jena Sabauda fa da sè, care casalinghe telematiche e curiose! 
Infatti, in questa ricettina veloce veloce, da fare mentre l'acqua salata per la pasta bolle, ci vuole :
  • un certo languorino, quella voglia di buono ma insolito fatto con cose facili da trovare
  • pasta nel formato a piacere
  • qualche spicchio d'aglio (direi da due a tre...sennò ogni sbadiglio è una strage!)
  • qualche acciuga sott'olio
  • 1 ettogrammo di mandorle pelate
  • Olio extravergine di oliva q.b. (acronimo che vale sia per quanto basta che per quello buono)
  • Pecorino Romano o Parmigiano Reggiano in abbondanza
  • Sale grosso
  • Importantissima: l'insalata rucola (sì, la rucola che si trova già imbustata e pronta da condire anche dai verdurai...una busta è più che sufficiente)

Armatevi di mixer tritatutto e cominciate a tritare l'aglio, le acciughe, le mandorle lubrificando a poco a poco con l'olio d'oliva extra vergine; poi, all'abbozzo di salsa ottenuta, unite la rucola e il formaggio (pecorino sarebbe ideale, ma anche il parmigiano va bene: vale il gusto personale), seguitando a tritare e a incorporare olio d'oliva fino a raggiungere una certa densa omgeneità: dovrebbe uscirne una crema verde brillante, cosi simpatico e invitante da assaggiarlo col pane...!

Ora, se di pesto diversamente pesto ne avete fatto in più potete metterlo in un barattolo on frigorifero, meglio se coperto d'olio per evitare un'eventuale ossidazione: ma ricordate che è un preparato che va consumato entro pochi giorni.

Alla quantità che avete preso per condire la vostra pasta, quasi a cottura, aggiungete qualche cucchiaio di acqua di cottura, appunto, per ottenere la salsa che sposerà maccheroni, penne, fusilli, spaghetti, trenette, mafaldine, farfalle....chi più ne ha, più ne metta e buon appetito!



© 2016 Ricetta e testo La Jena Sabauda
© 2014 Foto di Orazio Nullo 

sabato 7 maggio 2016


Torta super buona della Jena (Sabauda)! - Radio Patela Magazine

SUPER TORTA ALLA MANDORLA CON FARINA BIANCA LATITANTE
di Jena Sabauda



Se vi venisse a mancare la farina bianca, quella di grano tenero per intenderci, dopo aver letto questa ricetta non avrete più scuse per rinunciare a prepararvi e gustarvi una torta super buona! 
Allora, ecco la lista della spesa:
  • 300 grammi di zucchero semolato (bianco o di canna o una miscela delle due tipologie: vannotutte ugualmente bene e poi capirete il motivo...)
  • 250 grammi di burro morbido (basta lasciarlo fuori dal frigorifero per un'ora o fargli fare un giro da dieci secondi in microonde: che ve lo dico a fare?)
  • 250 grammi di farina di mandorle (meglio ancora mandorle sgusciate non pelate)
  • 200 grammi di fecola di patate
  • 8 uova di gallina intere (no, il guscio no!)
  • 1 pizzico di sale
  • la scorza grattugiata di un limone
  • 1 bustina di lievito per dolci
  • zucchero a velo q.b. giusto per una spolverata alla fine
  • 2 mele
Se, facendo la spesa, avete trovato la farina di mandorle nella corsia dei preparati per dolci....bene, buon per voi; altrimenti potete prendere delle mandorle sgusciate, ma non pelate, infilarle in un mixer tritatutto e sminuzzarle fino ad ottenere una farina anche grossolana, come ha fatto la vostra Jena Sabauda, ugualmente adatta alla bisogna. Il medesimo passaggio nel mixer tritatutto lo fate fare anche allo zucchero per 1 o 2 minuti, per sottoporlo a una sorta di ulteriore semolatura: a maggior ragione necessaria se usate la miscela di zucchero bianco e di canna (150+150 grammi). Ora potete aprire le uova in una ciotola (i gusci li buttate, tanto sono vuoti e rotti: che ve ne fate?) e unite ad esse lo zucchero e il burro ammorbidito (non sciolto e non chiarificato) e cominciate a mescolare aiutandovi anche con le fruste; quando si comincia a vedere una certa omogeneità, aggiungete la fecola di patate, la farina di mandorle, il lievito per dolci, un pizzico di sale e la scorza di limone grattugiata seguitando a mescolare, con costanza, fino ad ottenere una bella miscela fluida ma ragionevolmente densa e senza grossi grumi.
Imburrate una teglia dai bordi alti, versate il composto ottenuto e, sbucciate e detorsolate le mele, disponete sulla superficie rondelle di mele spesse come più vi piace: se affondano tanto meglio! Mettete il tutto in forno freddo che imposterete a 180 °C per una cottura che durerà tra i 30 e i 35 minuti, a seconda delle sue caratteristiche e della "prova stuzzicadenti". Lasciate raffeddare e poi ribaltate sul piatto di portata, dove renderete la vostra torta super buona con una bella nevicata di zucchero a velo; se volete prolungare la goduria, potete accompagnarla con panna montata o del gelato alla crema...
Buon appetito dalla Jena Sabauda.

© 2016 Ricetta e testo di Jena Sabauda
© 2016 Foto di Orazio Nullo



TORTA DI BUDINO COTTO 
AL CIOCCOLATO E UVETTA


di Jena Sabauda


Se il buon giorno si vedesse solo dal mattino, staremmo freschi! Per chi non va al solito baretto, per il solito cappuccino o caffè con il solito cornetto, ma vuole una coccola all'alba che lo sproni ad affrontare la giornata, propongo questa personale versione della classica torta del latte in voga nelle case dell'Italia del Nord nei tempi andati del secolo breve, cioè il ventesimo.

Bando alle ciance, anduma c'anduma! (tranquilli, vuol dire: "suvvia, andiamo!")

Procuratevi:

  • 1 litro di latte di mucca mucca (intero o parzialmente scremato...no problem!)
  • 250 grammi di semolino di farina di riso (sissignori: esiste la farina di riso ed esiste anche il semolino di riso)
  • 40 grammi di burro (fatto col latte di mucca mucca, no surrogati!)
  • La scorza grattugiata di 1 limone
  • 1 bustina di lievito per dolci
  • 4 uova di gallina ( no, il guscio non serve: bastano tuorli e albume)
  • 250 grammi di zucchero semolato bianco
  • 100 grammi di uvetta sultanina
  • 150 grammi di gocce di cioccolato

Mettete sul fuoco il latte unite il semolino, il burro e la scorza grattugiata del limone e fatelo cuocere dolcemente, rimestando di tanto in tanto; quando è cotto il semolino, ovvero ha raggianto una cremosa fluidità, lo togliete dal fuoco e lo lasciate intiepidire.

Nel frattempo, in una ciotola sbattete a crema le uova intere con lo zucchero; unite l'uvetta sultanina e amalgamate ancora per benino; dulcis in fundo, incorporate le gocce di cioccolato e il lievito per dolci e mescolate bene, con amore e passione.

Ottenuto un composto omogeneo, aggiungetegli il semolino fino a incorporarlo del tutto ovvero mescolando e amalgamando (ma guarda un po'!)

Beh, però, non è una maionese ne panna da montare: sicchè, quando vi sembra aver assunto una bella faccia lo versate in una teglia o anche in una tortiera e lo mettete in forno a 180°C circa per 40 o 50 minuti circa, a seconda delle prestazioni del vostro forno.

Controllatelo a vista e fate anche un sondaggio con lo stuzzicadenti, verso il termine della cottura.

Una volta pronto, lasciatelo raffreddare prima di servirlo perchè si gusta meglio a temperatura ambiente e, naturalmente, il giorno dopo a colazione sarà ancora più buono: farete una buona colazione, come vi auguro, e sarete anche più buoni e ben disposti!

Buon appetito dalla vostra Jena Sabauda di fiducia!





© 2016 testo e ricetta di La Jena Sabauda - redazione Claudio Montini 
Immagine : Umberto Boccioni Studio di volto di donna  1910 
(taken from Google Images Database) 
  


18 marzo 2016
Paste di meliga...alla moda mia!
di Jena Sabauda


Nella tradizione biscottiera e dolciaria piemontese, le paste di meliga sono biscotti di pastafrolla nel cui impasto trova posto anche la farina di mais gialla, ma quella di una particolare e rara qualità di mais, l'"otto file", che fa in modo che questi siano biscotti da giorno di festa.
Pertanto, se all'approssimarsi della festa dei papà (19 marzo, San Giuseppe artigiano e castissimo sposo della Beata Vergine Maria, padre putativo di Nostro Signore Gesù Cristo et laudas et glorias et preces via cantando...amen!) doveste trovarvi senza idee per un dolce intermezzo alle fatiche del viver quotidiano, procuratevi quanto segue:
  • 350 grammi di farina bianca di grano tenero 00
  • 150 grammi di farina gialla di mais (o grano turco o meliga detta alla moda piemontese)
  • 250 grammi di burro morbido (basta che lo lasciate fuori dal frigorifero, neh?)
  • 250 grammi di zucchero semolato bianco ( ma anche quello integrale o di canna va bene, anzi benone: a piacere...è volontà, come spingere la giostra!)
  • 1 bustina di lievito per dolci
  • La scorza grattugiata di un limone
  • 2 uova intere (...il guscio, no! Si lega male con gli altri ingredienti....buttateli pure.)
  • 1 pizzico di sale
Setacciate la farina bianca e unitela a quella gialla; poi, con il burro, le uova, lo zucchero armatevi di santa pazienza e tanto olio di gomito e impastate il tutto per ottenere la pastafrolla, tenendo presente che la farina gialla tenderà a opporre un po' più di resistenza di quella bianca: sarà, insomma, un po' più biricchina ma alla fine si adatterà e conferirà all'amalgama un bel colore.
Una volta ottenuta la vostra pallotta di pasta, la lasciate riposare in frigorifero per una bella ora, in modo che acquisti consistenza; trascorso questo tempo, utile anche a ritemprare le vostre stanche membra, procuratevi un bicchiereda tavola di misura media (da acqua o da vino come vi piace, basta che sia tondo) e, stesa la pastafrolla con uno spessore a vostro parere congeniale all'idea di biscotto, passate alla produzione incidendo la distesa con il bicchiere.
I tondi ottenuti li disponete in una teglia, con apposita carta da forno, che spedirete a cuocere per 14 o 15 minuti circa a 180° C ; naturalmente anche l'occhio vuole la sua parte e ognuno ha il suo forno cui sa cosa chiedere.
Quando saranno pronti li lasciate raffreddare e, quindi, li spolvererete con abbondante zucchero a velo: perchè questi sono i BISCOTTI PER LA FESTA DEI PAPA' e DEI "GIUSEPPE"DI TUTTO IL MONDO!
Parola di Jena Sabauda!
Buon appetito!

(c) 2016 Testo e ricetta di Jena Sabauda
(c) 2015 Immagine Orazio Nullo " Harlequin's Kitchen"




05 febbraio 2016

Per quest'anno niente frittelle a carnevale! Torta sabbiosa della Jena che non riposa!

TORTA DI MELE SABBIOSA
di Jena Sabauda

Come dolce conclusione di un pasto o come merenda golosa e genuina oppure a colazione, una fetta di torta ci sta sempre bene perchè è, quanto meno, un premio che diamo a noi stessi e che ci tira su il morale, anche alla faccia dei salutisti ad ogni costo e ai maniaci del controllo delle calorie.
Fatevi del bene e procuratevi quanto segue:
  • 300 grammi di burro morbido (poi vi spiego...)
  • 200 grammi di zucchero semolato bianco
  • 100 grammi di zucchero a velo
  • 4 uova di gallina
  • 150 grammi di fecola di patate
  • 150 grammi di farina bianca di grano tenero 00
  • 1 bustina di lievito per dolci
  • 1 pizzico di sale (andate a occhio, suvvia...)
  • 2 o 3 mele dolci (quelle gialle per intenderci, vanno bene)
  • 1 limone con una bella scorza da grattugiare
Il burro morbido non si trova al supermercato nè in una fattoria guatemalteca: si tratta del comune burro di latte di mucca mucca che avrete tirato fuori molte ore prima dal frigorifero, per portarlo alla temperatura ambiente, o al limite fategli fare un giro da qualche decina di secondi nel microonde da renderlo simile a pomata.
Nel mentre, rompete le uova separando tuorli e albumi in distinte ciotole; setacciate la farina con il lievito; quindi montate a neve gli albumi.
Ora, con le fruste (elettriche o manuali a vostro piacimento) lavorate il burro e la miscela di zucchero (a velo e semolato insieme) fino ad ottenere una crema cui unirete i tuorli e la scorza di limone grattugiata; seguitando a mescolare aggiungete la farina di grano tenero e la fecola di patate: ottenuto un composto omogeneo, incorporatevi gli albumi montati a neve cui avrete aggiunto un pizzico di sale e amalgamate con gioiosa perseveranza.
Quando il composto vi sembra aver raggiunto un bell'aspetto, vi riposate sbucciando e tagliando le mele a pezzetti molto piccoli: non state a dannarvi l'anima sulla geometria di questi ultimi, sappiate che più son piccoli e meglio è, ma che non siano poltiglia invisibile affinchè che facciano bella mostra di sè nella fetta; a questo punto li aggiungete al composto ottenuto con gli altri ingredienti e versate tutto in una tortiera imburrata (o foderata di carta forno) e infornate a 170° C per 40 minuti circa: vale sempre la regola per cui ognuno conosce le caratteristiche del proprio forno e si regola di conseguenza, così come quella del controllo a vista e il sondaggio con uno stuzzicadenti.
Tolta dal forno, lasciate che si raffreddi e poi spolveratela di zucchero a velo.

A merenda o a colazione

La sabbiosa della Jena con le mele

Fa più che bene: fa benone!

Assaggiala e riparti a gonfie vele.

Parola di Jena Sabauda. Prosit!

© 2016 Testo di Jena Sabauda

© 2015 Immagine di Orazio Nullo   (revisione testo Claudio Montini)

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mercoledì 20 gennaio 2016


Un idea per la cena dalla Jena Sabauda - Radio Patela Magazine

Le zucchine strapazzate

ricetta originale
 della Jena Sabauda
di Jena Sabauda

Questo è un pasticcio con zucchine e uova strapazzate, ideale per quei giorni in cui non si sa cosa mettere in tavola all'ora di cena.
Gli ingredienti sono molto semplici e facilmente reperibili, anzi, potrebbe pure accadere che siano lì nel frigorifero che vi guardano domandandovi se vi siete dimenticati di loro....
  • 5 o 6 zucchine verdi di medio calibro
  • 2 uova di gallina intere
  • Formaggio grana (padano o parmigiano reggiano per me pari son...) grattugiato q.b.
  • Sale e pepe a pizzicate quanto basta
  • Olio di oliva extravergine
  • Burro

Tagliate le zucchine a rondelle di spessore massimo 5 millimetri (scherzavo...non serve il calibro da ingegnere: le trovate, già affettate, anche nel banco delle verdure surgelate) e fatele saltare in una padella con poco olio extravergine di oliva, salando e pepando a piacere, ma non devono sfaldarsi: devono prendere un bel colore e perdere un po' d'acqua; in alternativa, le stesse rondelle di zucchina le potete disporresu una teglia e cuocerle in forno sempre senza lasciarcele troppo tempo: il perchè lo capirete nella seconda parte della ricetta.
Infatti, in una ciotola a parte sbattete le due uova salando e pepando; ora prendete la padella che avete adoperato per le zucchine (che, ovviamente, avrete depositato in un piatto a riposare), la sporcate d'olio e versate il contenuto della ciotola: e via sul fuoco ad ottenere una simpatica frittatina che, deposta su un piatto piano, romperete grossolanamente con un cucchiaio di legno.
Una volta ottenuta la frittatina rotta e le zucchine cotte siete pronti per preparare il pasticcio di zucchine strapazzate!
Procuratevi una teglia che possa, indifferentemente, andare in forno normale o in forno a microonde: disponete sul fondo, magari imburrato a piacere, uno strato di sole zucchine che ricoprirete di frittatina rotta la quale, a sua volta, sarà coperta da un'altro strato di zucchine fino ad esaurimento scorte di entrambe le cose; a questo punto, cospargete il contenuto della teglia con il formaggio grattugiato e fiocchetti di burro qua e la: poi, scaldate il tutto in forno per 5 o 10 minuti a una temperatura sufficiente scigliere il burro e a trasformare il fomaggio in un velo ricamato, gustoso e profumato.
Ecco qua: la cena è risolta, la dieta è salva e buon appetito dalla Jena Sabauda!


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giovedì 21 gennaio 2016


Peperoni con salsa Marta: antivampiro piemontese d.o.c. - Radio Patela Magazine

Peperoni con salsa Marta
(salsa all'aglio piemontese... 
che più piemontese non si può)

di Jena Sabauda

Con questa salsa, Marta non avrebbe dovuto scomodare Gesù per richiamare Lazzaro dall'aldilà e Lui, il Cristo, avrebbe steso Giuda Iscariota e tutto il Sinedrio con uno sbadiglio.
Scherzi a parte, questo è un contorno freddo e perciò va preparato molte ore prima di essere consumato...no, beh, non tre giorni...suvvia, non è sempre Pasqua.
Ecco gli ingredienti:
  • 4 peperoni ben sodi
  • 1/2 bicchiere da tavola di olio extra vergine di oliva
  • 4 filetti di acciuga sott'olio
  • 4 o cinque spicchi di aglio pelato
Dividete i peperoni in quattro parti, privateli di "torsolo", semi e costole biancastre che sono quelle che li rendono pesanti da digerire e tagliateli a falde larghe che griglierete o cuocerete in forno con la funzione grill per una decina di minuti.
Intanto preparate la salsa Marta, frullando l'aglio e i filetti di acciuga in mezzo bicchiere da tavola di olio extravergine di oliva fino a ottenere un composto fluido e omogeneo; chi lo volesse, è autorizzato ad incorporare anche del prezzemolo...ma se ne può fare tranquillamente a meno.
Quando i peperoni sono tiepidi, cospargeteli con la salsa all'aglio: il tutto va gustato a temperatura ambiente perchè accompagnano felicemente hamburgher o salsiccia alla piastra.
Tuttavia, se mangiate questo abbiate l'accortezza di non baciare nessuno: il soggetto interessato potrebbe avere un mancamento, ma non per amore!
Buon appetito da la Jena Sabauda.

29 dicembre 2015

PAN CROCCANTE 
DELLA 
JENA SABAUDA





Avendo voglia di grissini casalinghi, rustici e abbondanti ma anche gustosi e soddisfacenti, potreste provare a mettere in cantiere (e in forno) questa ricetta di pane a forma di bastone, simile ai corti e tozzi ciocchetti che si usano per avviare il camino o la stufa.
La dose che ho pensato dovrebbe darvi quindici "bastoncini"belli cicciotti; dunque, ecco la lista della spesa:
  • 500 grammi di farina di semola rimacinata di grano duro
  • 15 grammi di lievito di birra; in altenativa, se ne l'avete pronto, potete usare 150 grammi di lievito madre
  • 200 millilitri (ml) di acqua a temperatura ambiente
  • 100 millilitri (ml) di olio di oliva extra vergine
  • 2 cucchiai da caffè (o da the: insomma, piccoli) di sale fino
  • 2 cucchiai da the (o caffè: vale a dire piccoli) di zucchero
  • 2 uova di gallina
  • Semi di sesamo o origano quanto basta a piacere
In una ciotola capiente, setacciate la farina quindi unite l'acqua, il sale, lo zucchero, l'olio e infine il lievito: ora cominciate ad amalgamare gli ingredienti impastandoli fino ad ottenere una palla omogenea e compatta che lascerete a lievitare per mezza giornata.
Trascorso questo tempo, essa si sarà espansa fino al doppio del volume originario: siete pronti per staccarne dei pezzetti che stitrerete con le mani facendoli rotolare sul tagliere, o sul tavolo, ben infarinato finchè non otterrete dei piccoli bastoni di pasta (approssimativamente quindici centimetri di lunghezza per due/tre di larghezza: quasi dei sigaroni di pasta); ne otterrete circa una quindicina, come ho già scritto, e li lascerete lievitare per altri quindici minuti.
Nel frattempo, rompete le uova in una ciotolina o in un piatto fondo e sbattetele con una forchetta; il risultato lo spennellerete sui bastoncini che cospargerete, poi, di origano o di semi di sesamo a seconda del gusto e della disponibilità (potete anche farne ameno: vengono buoni ugualmente!).
Siete, dunque pronti per metterli in forno a 200 °C per 20 minuti; dopodichè abbassate la temperatura a 150°C e proseguite per altri 15 minuti controllandone la doratura e, se vi pare, fermandovi o un po' prima o un po' dopo.
Una alternativa al pane, in cassetta o in michetta: ma anche un sano spuntino fuori pasto quando si è assaliti da un languorino garibaldino.
Buon appetito da La Jena Sabauda

(c)2015 ricetta rielaborata da La Jena Sabauda – collaborazione al testo: Claudio Montini


18 dicembre 2015 

Quando le uova abbracciano il pomodoro...
(se il frigo langue, studiate questa strategia)



di Jena Sabauda


Quando il frigo langue e non sapete quale menù del giorno inventare, studiate una strategia come quella che vi vado ad illustrare.

Dosi:

  • due uova ad personam (di gallina, per ciascun commensale)
  • passata di pomodoro
  • foglie di basilico
  • 1 spicchio di aglio
  • 1 cipolla
  • sale e pepe q.b.
  • Olio di oliva extravergine q.b.

Procedimento:

In un tegame scaldate olio e poco burro, insaporiti dallo spicchio d'aglio che toglierete prima che si bruci; quindi fateci appassire la cipolla sminuzzata o affettata se preferite.
Siccome questo accade nel giro di pochi minuti, state pronti con la passata di pomodoro che verserete nel tegame a coprire la cipolla e a formare un bel tappeto rosso, cui unirete anche le foglie di basilico.
Scaldate il tutto per 6/8 minuti, poi fate spazio nella passata con un cucchiaio di legno (sennò mi rovinate il tegame: che ve lo dico a fà?) perchè lì ci dovete mettere le uova, due per ciascun commensale,(il guscio va buttato, il contenuto va cotto); aggiustate di sale e pepe, così anche la passata prende sapidità, e dopo un minuto girate le uova affinchè si rapprendano un poco di più: un altro minuto e andate in tavola, se non volete cospargerli di scaglie di formaggio (provolone o scamorza o parmigiano a piacere: dovete solo aspettare un'altro minuto che il prescelto si ammorbidisca...).
Se gustate queste uova dopo un buon risotto con salciccia, avrete assunto carboidrati e verdure e proteine; per le fibre basterà una mela perchè...una mela al giorno leva il medico di torno!
Poca spesa ma tanta resa: buon appetito dalla vostra La Jena Sabauda.


(c) 2015 La Jena Sabauda (impaginazione Claudio Montini; grafica Orazio Nullo)

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domenica 18 ottobre 2015


Il budino piemontese secondo la Jena Sabauda

QUANDO TI SENTI GIU', PREPARATI IL FLAN DI AMARETTI E CACAO: VEDRAI CHE TI TIRA SU'
(Budino alla piemontese)

di Jena Sabauda

Sarà capitato a tutti di attraversare un momento di calo delle energie, di fiacca, di malinconia: niente paura! La vostra Jena Sabauda di fiducia vi propone un rimedio gustoso: il budino alla piemontese a la moda sua. ( trad: fatto a modo suo).
Ci sono due fasi ben distinte nella preparazione: il caramello e il budino; poi dovete procurarvi uno o più stampi da budino o da plum cake, sia che lo vogliate fare come una mattonella porzionare sezionandola, sia che vogliate fare delle porzioni uniche per ciascuno; tassativamente, dovete avere una teglia a bordo alto per metterci l'acqua in cui metterete a cuocere a bagnomaria gli stampi colmi della miscela che vi spiegherò; ah dimenticavo: vi serve anche un tegamino antiaderente per fare il caramello da versare sul fondo degli stampi.
State tranquilli è meno complicato di quel che appaia.....e più buono di quel che immaginate!
Facciamo il caramello. Servono:
  • 7 o 8 cucchiai da tavola di zucchero semolato bianco (o di canna a piacere)
  • 3 cucchiai da tavola di rhum (anche marsala secco va bene)
Versate lo zucchero nel tegamino e bagnatelo con il rhum; quindi andate sul fuoco e fate sciogliere, senza mescolare ma muovendo il tegame stesso, lo zucchero fino a caramellarlo; quando è bello liquido, lo versate senza pietà negli stampi che avete scelto e lo lasciate riposare.
Ora passiamo alla miscela per il budino. Servono:
  • 8 uova di gallina intere (no, i gusci vanno nella pattumiera!)
  • 8 cucchiai da tavola colmi di zucchero semolato bianco (anche di canna a piacere)
  • 60 grammi di cacao amaro in polvere
  • 1 litro di latte di mucca (meglio intero)
  • 100 grammi di amaretti sbriciolati
In una ciotola dai bordi alti, aiutandovi con le fruste o con un frullino elettrico opportuno, mescolate tutti questi ingredienti che vi ho appena elencato avendo cura di unire il latte nello stesso momento in cui state amalgamando gli altri componenti.
Quando avete ottenuto un fluido omogeneo (ci vuole poco: mica deve montare a neve), versatelo negli stampi dove già c'è il caramello; i contenitori dovete ora metterli in una teglia dai bordi alti più grande che riempirete con acqua perchè la cottura, in forno a 180°C per 30 minuti circa, dovrà essere rigorosamente a bagnomaria: altrimenti nemmeno il Padre Eterno staccherà il caramello e il budino dagli stampi stessi....
Una volta cotto e raffreddato, va a riposare in frigorifero per almeno un'ora: va servito freddo, perciò tolto cinque minuti prima di portarlo in tavola, accompagnato da una tazzina di caffè e panna montata a parte.
Dessert o merenda che sia, la vostra giornata, dopo, sarà senza dubbio migliore!



La Jena Sabauda



(c) 2015 Testo La Jena Sabauda

(c) 2015 Immagine Orazio Nullo "Harlequin's Kitchen" 
 
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martedì 17 febbraio 2015


Buccellati lomellini alla moda della Jena Sabauda: con foto!!!


Buccellati lomellini 

alla moda della Jena Sabauda










Ingredienti per la pasta frolla alla Jena Sabauda
250 grammi di burro
150 grammi di zucchero semolato
100 grammi di zucchero a velo
2 uova intere ( tuorlo + albume )
1 pizzico di sale fino
1 bustina di lievito per dolci
1 limone grattugiato

Ingredienti per il ripieno



500 grammi di fichi secchi
3 cucchiai da tavola di uva passa
3 cucchiai da tavola di marsala
3 cucchiai da tavoladi marmellata di arance
50 grammi di cioccolato fondente
Noci tritate q. b.  ( ingrediente opzionale)



Ecco come si fa: 

Il burro deve essere a temperatura ambiente: quindi non tiratelo fuori dal frigorifero all'ultimo minuto! Più è morbido, non sciolto, meno fatica si fa ad amalgamare con le mani.Infatti per prima cosa preparate l'impasto della pastafrolla, lavorando gli ingredienti descritti fino ad ottenere una pagnotta omogenea che lascerete riposare in frigorifero perchè, nel frattempo, scotterete i fichi secchi in acqua bollente per un minuto; dopodichè li scolerete e li farete riposare e raffreddare su un canovaccio, poi li priverete di picciolo perchè non ci siano cose dure nel ripieno.L'uva passa si ammolla col marsala e si spezzetta il cioccolato fondente; quindi insieme ai fichi e alla marmellata si mette il tutto nel mixer o nel robot tritatutto e si da una frullata che vi renderà un composto omogeneo, malleabile e facile da stendere.Le noci, opzionali secondo la Jena Sabauda, posso essere incorporate al ripieno in fase di triturazione o dopo, intere in fase di confezione vera e propria.
Pasta stesa e ripieno per il lungo
Munitevi di mattarello e tagliate a fette di almeno quattro centimetri la "palla" di pastafrolla; prendete la prima fetta e stendetela fino ad ottenere una striscia di 10/15 cm alta  meno di uno.
Al centro, in senso longitudinale, disporrete la purea di fichi e cioccolato e uvetta; quindi prenderete i lembi longitudinali e li chiuderete uno sull'altro, arrotolando il tutto come se fosse un salamotto.
Ora con un coltello taglierete il salamotto in tanti bocconcini di circa 4 centimetri che disporrete su una teglia ricoperta di carta da forno, avendo cura di distanziare ciascun bocconcino di almeno 2 centimetri perchè in fase di cottura essi lieviteranno.
Potete anche decorarli con incisioni sulla pasta, con zucchero colorato o bianco in granella, spennellarli con del miele o preparare una semplice glassa con zucchero a velo: vedete voi.
non vi resta che arrotolare...

Procedete come sopra, fino ad esaurimento della pastafrolla o del ripieno.
Buccellati in teglia
Pronte le teglie? 
Allora potete infilarle nel forno, preriscaldato, a 180° per 25/30 minuti; occhio che saranno pronti quando diventeranno dorati in superficie: perciò curateli, dato che sicuramente ne farete più di una teglia e quelle successive alla prima troveranno già il forno molto caldo (quindi magari cuociono prima).
Lasciateli raffreddare in luogo fresco e asciutto e, ovviamente, lontano dai golosastri: credetemi, il giorno dopo sono ancora più buoni. 
Buccellati pronti da gustare
La versione che offriamo in quest'articolo, è quella dei buccellati con cioccolato fondente fuso e spennellato caldo sopra i biscotti appena estratti dal forno, con guarnizione finale di zucchero bianco in granella...
Prendete un padellino e mettetelo a bagnomaria sul fuoco: fate fondere il cioccolato fondente avendo cura che non si bruci, caso mai abbassate la fiamma, con un pennello applicatelo sui biscotti appunto appena usciti dal forno.
Sembrerà che ci avete messo sopra la nutella...
Ultimo dato: da un chilogrammo di pasta frolla la Jena Sabauda ha ottenuto 80 biscotti: li ha fatti sabato e oggi sono quasi finiti....!!!
la 4° teglia stava per uscire...








(c) 2015  Claudio Montini e La Jena Sabauda
(c) 2015  Fotografie  di Orazio Nullo 

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domenica 15 marzo 2015


Le ricette della Jena Sabauda: focaccia pugliese -Radio Patela Magazine


La Jena Sabauda e la focaccia pugliese

Quella che vedete è la focaccia pugliese secondo la Jena Sabauda, che ama i pomodori e le olive per dare maggiore sapidità.
La presenta in una tortiera, ma vi assicuro che l'ha già fatta anche in una teglia rettangolare e il risultato è stato comunque eccellente, la sofficità e il gusto si sono mantenuti anche se è risultato uno spessore più basso: infatti, i più golosi potrebbero tagliarla longitudinalmente, come si fa col pan di spagna, e farcirla a piacere (formaggio, prosciutto, acciughe....) avendo l'accortezza di farla rinvenire una manciata di secondi, al massimo un minuto, nel forno a microonde.
Bando alle ciance, ecco gli ingredienti per 6 persone:
per la base:
  • 250 grammi di farina di grano tenero 00
  • 250 grammi di semola di grano duro
(in alternativa: 500 grammi di farina di grano tenero per pizza, tipo 0)
  • 300 millilitri di acqua
  • 150 grammi di patate lessate (1 patata media va bene)
  • mezzo cucchiaio da tavola di sale (1 cucchiaio da the è meglio )
  • 4 cucchiai da tavola di olio extravergine di oliva
  • 15 grammi di lievito di birra (o lievito madre essiccato)
per la guarnizione:
  • 250 grammi di pomodorini ciliegini
  • olive denocciolate a piacere (100 grammi circa, anche meno)
  • origano 
  • sale quanto basta
  • olio quanto basta 
In una ciotola amalgamate le due farine (se ne adoperate una sola basta che versiate la farina nella ciotola), unite le patate lessate passate nello schiaccia patate, unite l'acqua e il lievito sciolto in acqua tiepida, una parte del sale e iniziate a impastare; aggiungete il resto dell'acqua, del sale e l'olio extravergine e seguitate a ipastare fino a ottenere una palla morbida e un tantinello appiccicosa: niente paura, va bene così!
A questo punto, lasciatela riposare nella ciotola per 2 ore coprendo con un canovaccio umido: l'impasto lieviterà e aumenterà il suo volume...un po' come fare la pizza in casa!
Trascorso questo tempo, ungete una teglia con olio d'oliva extravergine e fateci accomodare la pasta, stendendola e distribuendola in maniera omogenea; adesso tagliate i pomodorini a metà e, già che ci siete, sminuzzate le olive verdi grossolanamente: quindi posateli sulla superficie della focaccia premendoli per farli aderire alla pasta, spolverate con le olive sminuzzate fino a occupare gli spazi tra un pomodorino e l'altro, condite con origano come se piovesse e sale e olio.
Aspettate ancora 30 minuti per una ulteriore lievitazione, quindi infilate la vostra teglia in forno già caldo, a 200 °C circa, per 25 minuti circa.
Prima di servirla, lasciatela intiepidire per una manciata di minuti e....  
BUON APPETITO!!
 

 

Testo: Claudio Montini    Foto: Orazio Nullo   (c) 2015
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domenica 22 marzo 2015


La focaccia pugliese si veste da pizza - Radio Patela Magazine

Jena Sabauda  2      Routine              0

ovvero....la focaccia si traveste da pizza!

 

Testo di Claudio Montini

 Foto di Orazio Nullo 

 

 

 

 

Avete provato a fare la focaccia pugliese, secondo la ricetta che la Jena Sabauda ci ha dato il 15 marzo scorso? No? Peggio per voi: non sapete che bontà vi siete persi!
Comunque sia, oggi la Jena suggerisce una variante alla guarnizione della base della focaccia per regalarvi ancora una soluzione per il diuturno ed endemico problema del "cosa metto di buono in tavola, tanto per cambiare" .
Si tratta di travesformare la focaccia pugliese in una pizza...alla Jena Sabauda! 
Gli ingredienti sono tutti quelli della ricetta del 15 marzo (tranquilli, poi ve li riporto pari pari così non fate confusione), cui vanno aggiunti passato di pomodoro, mozzarella e gorgonzola stagionato (non quello cremoso, ma quello forte e bello verde, dal sapore sapido e deciso); la procedura e i tempi di cottura sono, più o meno i medesimi: se non che, si divide in due parti l'impasto e si adopera una teglia bassa (come vedete nella foto, teglia da 40 centimetri) e non una tortiera a nastro (quella a fascia laterale con la leva di chiusura e il fondo metallico separabile) .

per la base:

  • 250 grammi di farina di grano tenero 00
  • 250 grammi di semola di grano duro

(in alternativa: 500 grammi di farina di grano tenero per pizza, tipo 0)

  • 300 millilitri di acqua
  • 150 grammi di patate lessate (1 patata media va bene)
  • mezzo cucchiaio da tavola di sale (1 cucchiaio da the è meglio )
  • 4 cucchiai da tavola di olio extravergine di oliva
  • 15 grammi di lievito di birra (o lievito madre essiccato)



per la guarnizione:

  • 250 grammi di pomodorini ciliegini
  • olive denocciolate a piacere (100 grammi circa, anche meno)
  • origano 
  • sale quanto basta
  • olio quanto basta
  • 4 cucchiai da tavola di passata di pomodoro
  • una mozzarella sminuzzata a mano  (60 grammi circa)  q.b.
  •  gorgonzola stagionato forte in tocchetti  (60 gr circa)  q.b

In una ciotola amalgamate le due farine (se ne adoperate una sola basta che versiate la farina nella ciotola), unite le patate lessate passate nello schiaccia patate, unite l'acqua e il lievito sciolto in acqua tiepida, una parte del sale e iniziate a impastare; aggiungete il resto dell'acqua, del sale e l'olio extravergine e seguitate a impastare fino a ottenere una palla morbida e un tantinello appiccicosa: niente paura, va bene così!

A questo punto, lasciatela riposare nella ciotola per 2 ore coprendo con un canovaccio umido; l'impasto lieviterà e aumenterà il suo volume, quindi lavoratelo ancora una volta con le mani e poi dividete in due la pagnotta ottenuta: così ne avrete una da usare subito e una di scorta per un'altra volta.
Spianate e allargate sul tagliere la pasta che adoperate, ungete una teglia con olio d'oliva extravergine e fatecela accomodare, stendendola e distribuendola in maniera omogenea: più la teglia è larga e meglio è perchè si assottiglia la pasta.
Stendete sulla superficie la passata di pomodoro; poi, tagliate i pomodorini a metà e, già che ci siete, sminuzzate le olive verdi grossolanamente: quindi posateli sulla superficie della focaccia premendoli per farli aderire, spolverate con le olive sminuzzate, condite con origano come se piovesse e aspettate ancora 30 minuti per una ulteriore lievitazione, anche di più va bene.
Trascorso questo tempo, distribuite, tra pomodorini e olive, i tocchetti di mozzarella e di gorgonzola; aggiustate di sale (solo una lieve spolverata: la sapidità la darà il gorgonzola stagionato) e fate un giro d'olio d'oliva quindi infilate la vostra teglia in forno già caldo, a 200 °C circa, per 20 minuti circa (è più sottile, ricordate?)
Date un'occhiata e se vi par pronta (non carbonizzata, mi raccomando) servite in tavola.
Buon appetito dalla redazione di Radio Patela Magazine, da Claudio, Orazio e La Jena Sabauda
Testo: (c) 2015 Claudio Montini  Foto:(c) 2015 Orazio Nullo
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domenica 29 marzo 2015


Inventata, impastata, infornata...e mangiata!

FROLLINI ALLE MANDORLE
della Jena Sabauda




Ricetta originale inedita


La Jena Sabauda ha inventato per i lettori di Digito ciò che penso, i frollini alle mandorle che allieteranno i vostri palati ogni volta che avrete voglia di un dolce non impegnativo, facile da preparare e gustoso quanto mai!
Buon divertimento e buon appetito!
Ingredienti:

  • 100 grammi mandorle sgusciate
  • 400 grammi farina bianca di grano tenero 00
  • 250 grammi burro a temperatura ambiente
  • 100 grammi zucchero a velo
  • 150 grammi zucchero di canna oppure bianco semolato
  • 1 bustina di lievito per dolci
  • 2 uova intere ( tuorlo+albume )
  • Scorza di 1 limone grattugiata
Procedimento:

Tritare grossolanamente le mandorle sgusciate e unirla alla farina setacciata e disposta a fontana sul tagliere; unire, al centro, entrambi i tipi di zucchero, le uova e la scorza di limone grattugiata con il burro. Ora potete procedere ad impastare, con entusiasmo ed energia, fino ad ottenere un composto omogeneno e consistente che, in forma di palla, metterete in frigorifero per 30 minuti o in freezer per soli 10 minuti.
Trascorso questo tempo, utile a rassodare la pastafrolla, lavorate ancora una volta l'impasto prima di iniziare a porzionarlo per stenderlo con il mattarello: lo spessore non deve essere troppo sottile ma neanche superiore al centimetro, sono biscotti del resto....
Tagliate le strisce di pasta con il coltello in quadrotti di due dita per lato e stendeteli nelle teglie ricoperte di carta da forno.
Nel forno già caldo, proseguite la cottura a 180°C per circa 10 o12 minuti, a secondo del forno.
Una volta raffreddati, spolverateli con zucchero a velo...e mettete sul fuoco un bollitore per un buon the, se siete astemi: sennò anche un moscato spumante farà loro ottima compagnia.
Ricetta originale di Jena Sabauda

Fotografie di Orazio Nullo

Testo di Claudio Montini
© 2015

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lunedì 13 aprile 2015


Risotto per due persone + il cane Leone: La Jena Sabauda per Radio Patela Magazine

Mole tricolore di Enrico Pandiani 2011

LA JENA SABAUDA PRESENTA:


RISOTTO AL RAMARINO

DI TORINO

per due persone + il cane Leone
Leone in attesa del risotto di Orazio Nullo 2013











La Jena Sabauda inventa una nuova ricetta e la prova su chi ha sottomano, oltre a se stessa: vale a dire l'estensore di queste righe e il cane Leone che non dice mai di no alle alternative ai croccantini o alle zuppe ad hoc per i quattro zampe, studiate da fior di veterinari, specialmente se si tratta di risotto.
Bando alle ciance, parluma pa e fuma andà i man parei e parei (traduco dal piemontese: non parliamo più e muoviamo le mani così e così )!
Procuratevi:
  • Un rametto di rosmarino
  • Foglioline tenere di salvia
  • Uno scalogno
  • Burro
  • Olio di oliva extravergine
  • 250 grammi di riso Arborio o Carnaroli ( ma la Jena Sabauda preferisce l'Arborio)
  • un bicchiere di vino bianco secco
  • Pecorino romano da grattugiare al momento della mantecatura finale
  • 800 ml (millilitri) di brodo di carne (più o meno 9 mestoli)
 Staccate gli aghi di rosmarino dal rametto, ovvero spiumatelo delle sue sottili foglie, posandole su un tagliere dove le triterete, manualmente al coltello, insieme alle foglioline di salvia e allo scalogno.
Scaldate sul fuoco una pentola in cui avrete messo olio extravergine di oliva, una noce di burro e il trito che avete appena finito di preparare e lasciatelo andare per un minuto circa: dopodichè spegnete il fuoco e lasciate riposare il tutto almeno per un'ora.
Trascorso questo tempo, si aprono le danze con la tostatura del riso: infatti si rimette sul fuoco la pentola e si lascia soffriggere per un poco il contenuto; quindi si unisce il riso (Arborio o Carnaroli, a piacere anche se la Jena Sabauda predilige il primo che va bene anche per minestre e minestroni) e lo si tosta sfumandolo con il vino bianco, avendo cura che non attacchi sul fondo della pentola.
Si aggiunge il brodo di carne, via via, a coprire il riso e si procede con la cottura per 14 o 15 minuti, allorquando lo si mantecherà con un'altra noce di burro e il pecorino romano grattugiato avendo cura di mantenere il risotto all'onda.
Lasciatelo riposare un'attimo, il tempo di accomodarsi e di avvisare Leone del menù giornaliero approntando la sua ciotola: quindi....BUON APPETITO!
Va da sè che, se siete più di due e non avete il cane, dovete adattare le dosi indicate: comunque sia, il processo produttivo è il medesimo. 


Ricetta originale di La Jena Sabauda (c) 2015
Foto di Enrico Pandiani e Orazio Nullo
Testo: Claudio Montini  (c) 2015 

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mercoledì 22 aprile 2015


Lady Jena Sabauda e sir Aglietto: incontri prelibati del III° tipo

Sir Aglietto

Con sir Aglietto, il maiale è perfetto!

 

 

 

 

di Jena Sabauda



Dopo aver suggerito dolci e proposto un primo piatto, mi è venuta l'ispirazione per un secondo di carne che, tanto in un giorno di festa che in uno feriale, vi darà grande soddisfazione.

Va da sè che chi non amasse l'aglio o nutrisse pregiudizi contro il maiale non è tenuto a fare questo arrosto....ma non sa cosa si perde: parola di Jena Sabauda!!



Duma c'anduma!

( in italiano suonerebbe: andiamo a cominciare!)



  1. Preparate un trito a coltello con rosmarino, salvia (di questi, chi più ne ha più ne metta), sale grosso, pepe, curry, chiodi di garofano e metterli in un piatto fondo con olio extra vergine di oliva; miscelare per bene il tutto perchè servirà per massaggiare (e quasi marinare) la carne di cui dirò al prossimo punto
  2. Serve arrosto di maiale o lonza di maiale (una è un po' più nervosa, è detta anche coppa, mentre l'altra è più magra e compatta: sempre dal dorso del suino vengono, ma la lonza è più facile da lavorare): ed ora entra in scena sir Aglietto...
  3. Servono anche alcuni spicchi di aglio, interi e puliti dalla pellicine esterne: quanti? Dipende dalle dimensioni della testa che avrete scelto...
    Ora vi dico come li sposate al maiale
  4. Create delle fessure, profonde ma non troppo, nella carne e riempitele con il trito speciale che avete preparato all'inizio e uno spicchio d'aglio per fessura; fate molte fessure o almeno tanti quanti sono gli spicchi: poi, se ci sono più delle prime che dei secondi, non c'è problema: basta che siano distribuite, le prime, su tutta la superficie della carne e il motivo lo scoprite al punto successivo.
  5. Massaggiate tutta la carne con la miscela di trito in olio extravergine di oliva preparata all'inizio, prima di arrivare fino a qui...massaggiate, gente, massaggiate perchè poi si va in padella
  6. Rosolare, su tutti i lati, la carne in una padella o in una teglia cui non dia fastidio finire in forno il resto della cottura.
    Fatto questo, si sfuma con un bicchiere di vino bianco (e uno per il cuoco, magari) e si aggiunge po' di brodo per creare un fondo di cottura che userete al momento di servire.
  7. Accendete il forno e portatelo a 180° circa e poi infilateci la padella o la teglia con la carne; se il peso di quest'ultima si aggira intorno al chilogrammo, per completare la cottura occorreranno dai 35 ai 40 minuti: miglior giudice del vostro occhio non c'è, sicchè non abbiate timore ad aprire lo sportello e controllare (non può afflosciarsi: mica è un soufflè...boja fauss! [ in italiano equivale a: per Bacco!])
  8. Servite a fette di buon spessore, condite e coperte con il fondo di cottura.
  9. Le fette in questione si accompagnano a meraviglia con una montagna di patatine, magari al forno visto che già caldo e di solito spazioso (un filo d'olio, sale grosso, rosmarino in una teglia o padella che faccia compagnia a quella della carne); i malati della dieta, nemici giurati di grassi e carboidrati, scelgano una bella insalata mista e la loro coscienza non verra turbata da alcun rimorso
  10. Per tutti, GNAM GNAM...MMHMM...GNAM, GNAM da una piemontese d.o.c.g.!

La vostra Jena Sabauda 


Ricetta originale e testo: © 2015 La Jena Sabauda
Fotografie e impaginazione: © 2015 Orazio Nullo

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domenica 26 aprile 2015


Riso veloce dell'ultimo minuto: successo garantito!

Riso all'inglese 

e

porro all'italiana!

 

 

 

di Jena Sabauda

  

All'improvviso vi assale una voglia di riso, che non sia né minestra né risotto? Et voilà: la Jena Sabauda ha pensato a questa ricetta qua, ovviamente, per due persone più Leone super cagnone tenerone.
Se non avete il cane, ma qualche commensale in più....beh, adattatevi e adattate le dosi con buonsenso.

Dunque, procuratevi:
  • 250 gr. Riso Arborio
  • 750 ml. Brodo di carne
  • 1/2 porro a rondelle
  • burro
  • olio extravergine di oliva
  • foglioline tenere di salvia
  • parmigiano grattugiato
  • sale & pepe

C'è tutto? Allora, fornelli accesi e mano alle pentole!

Si parte con lo scaldare 750 ml di brodo di carne in un tegame o pentola a parte, avendo cura di mantenerlo caldo ma non in ebollizione.
Non è necessario che lo faccia prima di incontrare il riso: lo farà in sua compagnia durante la cottura.
Quindi, si soffrigge, in poco olio extravergine di oliva e un poco di burro, il porro tagliato a rondelle e le foglie di salvia, senza farli appassire
Poi si unisce tutto il brodo già caldo e si butta dentro il riso: si gira e si mescola il tutto con un cucchiaio di legno, giusto per non rovinare il fondo della pentola.
Si lascia su fuoco medio a cuocere per 14/15 minuti senza mescolare troppo (mica è polenta!) ma neanche dimenticandosene: il riso potrebbe attaccarsi al fondo della pentola.
A cottura terminata, vi sembrerà un tantinello brodoso: si dice che è all'onda e, pertanto, voi cavalcatela mantecando con parmigiano grattugiato a go go.
Buon appetito con il riso veloce dell'ultimo minuto e dal successo garantito!


© 2015 La Jena Sabauda
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martedì 28 aprile 2015


Veste croccante per il carburante di Popeye (Braccio di Ferro)

Se ai bimbi gli spinaci vuoi far mangiare, questo rotolo devi preparare


di Jena Sabauda

Pare che, nell'epoca contemporanea, verdure e bimbi facciano di tutto per evitarsi reciprocamente, quando non si arriva a una dichiarata ostilità, tra le parti e rispettivi alleati, che turba la quiete dei commensali.
Da brava Jena, nonchè Sabauda, propongo questo armistizio che si potrebbe anche presentare come un gioco goloso alla scoperta di tutti i sapori che fanno compagnia alla terribile verdura nel fagotto del forzuto marinaio, Braccio di ferro o Popeye che dir si voglia.
Il giorno precedente preparate un impasto per focaccia pugliese; se non vi ricordate come si fa (e non avete voglia di scorrere il blog per ritrovare il giorno in cui vi ho spiegato come farla), niente paura: vi rinfresco la memoria.
Procuratevi:

  • 500 gr di farina di grano tenero 00
  • 300 ml di acqua (del rubinetto è OK)
  • un pizzico di sale fino da cucina
  • 2 cucchiaini (da the o caffè...è uguale, non stiamo a sottilizzare!) di zucchero bianco
  • 1 bustina di lievito per pizza
  • 2 cucchiai (da brodo, da risotto, da...ah, ma allora è un vizio!) di olio di oliva extravergine
  • 1 patata media bollita e schiacciata, una volta fredda, con relativo schiacciapatate
Unite tutti gli ingredienti in una ciotola e impastate fino a ottenere una palla omogenea che lascierete lievitare fino al giorno dopo, quando avrete da fare con forno e fornelli oltre a procurarvi altri ingredienti.
Eccoli:
  • 6 uova di gallina
  • Un po' di latte
  • formaggio grana grattugiato (padano o reggiano per me pari son...)
  • Spinaci
  • Burro
  • Olio extravergine di oliva ( ma anche quello normale va bene)
  • Scamorza affumicata
  • Mozzarella
  • Prosciutto cotto
Preparate la frittata sbattendo le sei uova e amalgamandole al formaggio grattugiato e un gccio di latte, salando e pepando a piacere; quindi lasciatela raffreddare.
Se gli spinaci li avete presi freschi (o imbustati già mondati), dal verduraio e non dal banco dei surgelati, li dovete lessare e scolare; nel secondo caso (leggi freezer), potete passare direttamente alla padella in cui li farete saltare con burro, olio di oliva (anche extravergine) e uno spicchio d'aglio.
Una cottura veloce, giusto perchè si insaporiscano, e poi li lascerete raffreddare perchè stenderete su carta da forno la pasta da focaccia che avevate preparato ieri; successivamente, ridurrete a cubetti la scamorza affumicata e la mozzarella, il prosciutto lasciatelo così com'è ma a portata di mano.
Allora, all'assemblaggio miei cuochi!
Sulla pasta distesa, disponete uniformemente gli spinaci cotti su cui pioveranno cubetti di scamorza affumicata e mozzarella; ricoprite con la frittata che si nasconde sotto fette di prosciutto cotto e arrotolate il tutto fino a formare un bel salamone che chiuderete ai lati, sigillando con le dita la pasta di focaccia.
Stendete sulla superficie, con le dita o con un pennello, un poco d'olio d'oliva extravergine e praticate due tagli nel senso della larghezza, come vedete in fotografia, o come se fossero feritoie fatte per evitare che in forno gonfi troppo e scoppi.

Fate ancora lievitare per un breve periodo (non più di mezz'ora, mi raccomando...) e poi mettetelo in forno a 180° C (statico, per chi ha il forno elettrico; chi ce l'ha a gas....beh, vada a occhio, con buon senso) per 35 o 40 minuti circa.
 
Buon appetito da Olivia e Popeye, Jena Sabauda e Orazio Nullo con il carburante croccante di Braccio di Ferro!
 
 Ricetta originale e testo: (c) 2015  La Jena Sabauda
Foto: Google Images/Wikipedia (2015) per Popeye in colour
(c) 2015 Orazio Nullo per tutte le altre immagini
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domenica 3 maggio 2015


Se il Trentino inventa le mele, il Piemonte fa le torte! Ci pensa La Jena Sabauda.

Oggi, la Jena Sabauda è allegra...

Antica torta di mele piemontese...alla moda della Jena Sabauda!

 

 

di Jena Sabauda 




Ingredienti:
  • 1 kg di mele oppure 4 o 5 a seconda del calibro delle stesse
  • 200 gr di zucchero (semolato o integrale di canna non importa)
  • 1 bicchiere da tavola di marsala o vino bianco dolce
  • 200gr di burro a temperatura ambiente
  • 200gr di farina bianca 00
  • 1 bustina di lievito per dolci
  • 4 uova di gallina
  • 1 cucchiaio da tavola di miele d'api
  • la buccia grattugiata di un limone
  • un pizzico di sale

Abbiamo tutto?
Bene: allora, avanti miei cuochi!
Duma c'anduma! (in piemontese: forza, andiamo a cominciare!)

Sbucciate le mele e privatele del torsolo con l'apposito attrezzo: dovreste ottenere un buco con la mela intorno...
Quindi affettatele ricavandone dei dischi che metterete a marinare in un ampia ciotola con una miscela composta da 100 grammi di zucchero (bianco, marrone o a strisce non importa) e il contenuto di un bicchiere di vino Marsala o altro vino dolce; fate in modo, girandole con le mani, che le fette si bagnino per bene e lasciatele tranquille per 30 minuti (che potrebbe essere il tempo necessario a fare quello che leggerete dopo; se doveste metterci di più, pazienza: state facendo una torta, non certo la maratona di New York!)
Setacciate la farina intanto che il burro si ammorbidisce, per una manciata di secondi nel forno a microoonde o a bagnomaria, a piacere: basta che non si sciolga; rompete le uova e separate l'albume di ciascuna dai relativi tuorli: un pizzico di sale e montate a neve gli albumi fino a raggiungere una spumosa consistenza, quindi metteteli in frigorifero a riposare.
Ora dovete vedervela coi tuorli: ad essi aggiungete 100 gr di zucchero e montateli fino ad ottenere una crema cui unirete il cucchiaio di miele, il burro ammorbidito, la buccia grattugiata del limone e la farina mescolata al contenuto della bustina di lievito per dolci.
La cosa prende una certa consistenza e, allora, voi unite all'impasto il liquido di marinatura della fette di mele, di fatto scolandole; ora tocca agli albumi montati a neve: vi ricordate che li avevate messi in frigo? 
Bene, toglieteli di là e incorporateli delicatamente all'impasto, fino ad amalgamarli e vederli scomparire nel morbido composto.
Imburrate la tortiera a nastro, o la teglia che avete scelto, e cospargete uniformemente di farina; versate il composto di cui sopra: esso sarà il fondo su cui adagerete le fette di mele fino ad esaurirle, avendo cura di schiacciarle delicatamente affinchè possano anche penetrarvi.
Siete pronti per metterla in forno a 180° C per 35 minuti, massimo 40, a seconda del forno che avete e del fatto che, anche se spento e chiuso il gas o tolta la corrente, il forno ci mette un po' a raffreddarsi e perciò prosegue la cottura... 
Dunque, sondaggio con lo stuzzicadenti e...occhio a non fare dei "bruciatini".
Buon appetito dalla vostra Jena Sabauda.
© 2015 La Jena Sabauda per la ricetta e il testo
 © 2014  foto di Orazio Nullo: Dolce sorriso



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giovedì 7 maggio 2015


Speciale Festa Della Mamma - Pastafrolla abbronzata dal cuore tenero

CON UN PO' DI CACAO, LA RICOTTA PIACE DI PIU' AI GOLOSI DI TUTTO L'UNIVERSO

di Jena Sabauda
Intervengo nuovamente, rompendo gli schemi editoriali del blog (mi auguro solo quelli e null'altro a voi cari lettori...e se alcuni, in redazione, detenessero ammennicoli di cristallo o porcellana di Capodimonte, notoriamente fragili, beh, sono affari suoi), in occasione della festa della mamma che, nel 2015, cadrà domenica 10 Maggio.

Vi propongo una pastafrolla abbronzata con cuore di ricotta e, di seguito, ecco la prima lista della spesa per la pastafrolla, al cuore ci pensiamo dopo:



  • 500 grammi farina bianca 00
  • 250 grammi burro
  • 100 grammi zucchero a velo
  • 150 grammi zucchero di canna o integrale
  • un pizzico di sale
  • una bustina di lievito per dolci
  • un cucchiaio da tavola di cacao amaro in polvere
  • la scorza di un limone grattugiata
  • 2 uova di gallina intere



Fate ammorbidire il burro (non va sciolto nè chiarificato), in forno a microonde per 10/15 secondi o a bagno maria come volete; alla farina unite gli zuccheri, a velo e in granella (magari tenetevi una piccola quantità di quello a velo per guarnire la torta, una volta cotta, spolverizzandola), il sale e la scorza grattugiata del limone, il lievito per dolci e il cacao in polvere, le due uova e il burro che, nel frattempo si sarà ammorbidito: alè, forza e coraggio, cominciate a impastare tutti gli ingredienti amalgamandoli insieme fino a ottenere un composto omogeneo e consistente che, avvolto in pellicola alimentare, lascerete riposare in frigorifero per il tempo necessario a fare il resto.

L'ideale per il malloppo abbronzato (c'è il cacao, ricordate?) sarebbe un'oretta, ma voi fate finta di niente e procuratevi quanto segue per confezionare il ripieno:



  • 400 (o anche) 500 grammi di ricotta di latte di mucca o pecora a piacere
  • 3 tuorli di uova di gallina (gli albumi...via, raus!!)
  • 100 grammi di zucchero a velo
  • la scorza di un limone grattugiata
  • 1 lacrima di gin (anche un cucchiaino da the va bene)



Mettete tutti gli ingredienti in una ciotola dai bordi alti e, con un frullino a frusta, montateli fino a ottenere una crema uniforme, densa e molto morbida.

Ora è tempo di scambio di posto: cavate dal frigorifero l'impasto e metteteci la crema: con il mattarello spianate il malloppo fino allo spessore di 1-1,5 centimetri tale, cioè, che non si rompa o si buchi spostandolo: non vi preoccupate se assume le dimensioni di uno spartito di Beethoven...

Piuttosto, imburrate e infarinate la teglia che avete scelto e poi depositatevi lo spartito, pardòn, la pastafrolla abbronzata spianata; fate aderire alle pareti e poi ritagliate la pasta in eccesso, fatene una nuova palla che stenderete col mattarello: vi serviranno anche delle formine o, al limite, un bicchiere se non volete fare strice di pasta da intrecciare...

Adesso scende in campo il cuore di ricotta: o meglio, lo togliete dal frigorifero e lo stendete sulla base di pastafrolla, uniformemente; quindi,tocco finale dell'artista che è in voi: con la pasta avanzata create strisce, dischi, forme a fantasia e discrezione che adagerete sul manto di crema fino a dotare il morbido cuore di una rete di pastafrolla che lo protegga, come la nostra cassa toracica, ma anche lo lasci intravedere.

Fatto ciò, andiamo al forno che scalderete fino a 180° C e cuocerete per 30 o 35 minuti dandoci un'occhiata, di tanto in tanto: ognuno di noi, il suo forno, sa come si comporta....



Auguri di buona festa alle mamme e buon appetito a tutti!

La dieta la si comincia da lunedì...quale lunedì non si sa, ma basta il pensiero!





La Jena Sabauda


© 2015 Testo e ricetta La Jena Sabauda

© 2015 Foto: Orazio Nullo

correzione bozze Claudio Montini
il volume nella fotografia è VIAGGIO NELLA PAURA 
 di Eric Ambler, edito in Italia da Adelphi Editore


 

 

Dolce rurale dalla Jena Sabauda: come i ricordi dei nonni...    (pubblicato 05/10/2015)

TORTA DEL CONTADINO

( SCARPA LUNGA E
CERVELLO FINO )
di Jena Sabauda
Senza l'agricoltura, non ci sarebbe la nostra civiltà e neppure l'umanità sarebbe sopravvissuta così a lungo: forse ci saremmo estinti come i dinosauri sebbene, dati i pessimi elementi che si sono succeduti nel corso dei secoli, non sarebbe stato una cosa così malvagia.
Comunque sia, il contadino dalla scarpa lunga e il cervello fino, quando ha voglia di dolce, se lo concede sfruttando quel che ha in dispensa.
Eccovi la lista della spesa, mie care tortiere sabaude:
  • 1 litro di latte (intero o parzialmente scremato, anche se io preferisco l'intero)
  • 200 grammi di pane grattugiato
  • 150 grammi di zucchero semolato bianco
  • 100 grammi di burro sciolto
  • 100 grammi di cacao dolce (1 bustina)
  • 200 grammi di noci tritate grossolanamente
  • 200 grammi di amaretti sbriciolati
  • 3 uova intere (tuorlo+albume, ma non il guscio...vale lo stesso per le noci!)
  • 1 bustina di lievito per dolci
  • La scorza di 1 limone grattugiata

In un'ampia ciotola mescolate il pane grattugiato, lo zucchero, il lievito la buccia di limone; quindi unite il cacao, le noci tritate e le uova mescolando e amalgamando per bene.
Ora si possono unire il burro sciolto e gli amaretti, proseguendo l'azione di amalgama; in ultimo, si aggiunge al composto il latte a temperatura ambiente incorporandolo poco alla volta, senza smettere di miscelare per ottenere una massa omogenea.
Siete stanchi di mescolare? Bene, allora prendete una tortiera adatta e che vi piaccia, ungetela con del burro e poi infarinatela (per far sì che non si attacchi al fondo, in fase di cottura); intanto accendete il forno e regolate la temperatura sui 180°C, versate il composto che avete preparato nella tortiera che infilerete ne forno per 40 o 45 minuti: vale la prova stecchino a determinare il tempo effettivo di cottura, oltre alle caratteristiche del vostro forno.
Dunque, la vostra Jena Sabauda di fiducia ha trasmesso una torta povera, sì, ma molto buona!

La Jena Sabauda
© 2015 Testo di Jena Sabauda – revisione Claudio Montini
©2014 Foto di Orazio Nullo "L'ombra di sè" (dx) e "Sane intenzioni" (sx)


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Pubblicato il 17 agosto 2015

Per il popolo che mangia, Jena Sabauda ai fornelli! - Radio Patela Magazine

SFORMATO DI PATATE DEL LUNEDÌ

ovvero

Frittata di patate coi rimasugli

di Jena Sabauda

Questa è una ricetta per quattro persone magre, oppure due obese più il cane Leone (come è nel caso di chi scrive), un forno a microonde e la necessità di liberarsi di rimasugli del dì di festa ma anche di preparare un piatto unico e alternativo per tutti i giorni della settimana, non solo il lunedì.

Ecco la lista degli ingredienti:

  • 2 grosse patate (meglio a pasta gialla)
  • 200 grammi di mortadella
  • 2 cipolle dolci grandi (meglio bianche)
  • 200 grammi di formaggio emmenthaler o fontina
  • mezzo bicchiere di latte (intero o p.s. non c'è problema)
  • 6 uova di gallina intere
  • una manciata di prezzemolo
  • sale e pepe q.b.
  • burro

Le patate, sbucciate e messe in un contenitore con due dita d'acqua, vanno cotte nel forno a microonde per una quindicina di minuti: in tal modo si otterranno patate lesse che saranno poi schiacciate e ridotte in poltiglia come se si dovesse fare un purè.

Nel frattempo che le patate si lessano, vorrete mica restare con le mani in mano e i denti in bocca?

Giammai!

Armatevi di tritatutto (o mixer che dir si voglia) e sminuzzate insieme le cipolle, la mortadella, il formaggio (emmenthaler o fontina per esempio) e il prezzemolo.

Ora in una ciotola rompete le sei uova, una parte di latte e dategli una frustatina con una forchetta; quindi versateci le patate schiacciate, la miscela tritata che avete appena fatto, il resto del latte, salate e pepate con giudizio: bene, siete pronti a mescolare per bene tutti gli ingredienti fino ad ottenere un'amalgama omogeneo da stendere in una pirofila imburrata (oppure unta con un filo d'olio).

Guarnite con qualche fiocchetto di burro la superficie (quattro basteranno) e infilate la pirofila nel forno a microonde a potenza standard (ognuno ha la sua....) per una cottura che si aggirerà tra i dieci e i tredici minuti: non dimenticatevi di dare un'occhiata allo stato dell'arte, di tanto in tanto...

La condizione ideale per gustare questo sformato del lunedì, ovvero frittata da microonde per il recupero dei fondelli di salumi o formaggi, è quella di servirlo tiepido magari il giorno dopo e...

BUON APPETITO!

La Jena Sabauda

P.s.: non ci sono le fotografie perchè era tanto buono che è finito subito.
(c) 2015 Ricetta originale di Jena Sabauda
(c) 2015 Testo raccolto da Claudio Montini
(c) 2014 Foto Google Images Database 
                 Vincent Van Gogh   1890  Natura morta con pipa e cipolle 


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Pubblicato 27 agosto 2015


Con l'agro del peperone,

viene un barbecue
da campione!





di Jena Sabauda







La moda di cucinare e pranzare o cenare in compagnia all'aria aperta è antica quanto il mondo, almeno quanto la scoperta che il fuoco o una brace viva trasformano le sostanze commestibili in cibo succulento, appetitoso e profumato; pertanto gli americani, una volta tanto, non avrebbero inventato nulla di nuovo ma hanno avuto il merito di averlo schematizzato secondo canoni consolidati, ma anche piuttosto elastici: quindi se non siete quelli che si occupano di griglia, carne, bevande o carbonella ma volete fare bella figura, proponete, anzi meglio, portate il risultato di questa ricetta e qualcuno vi chiederà se ne avete da parte qualche vasetto per l'inverno...
Intanto, procuratevi:
  • 3 kg di peperoni misti (rossi, gialli, verdi, arancione: come più vi garbano purchè ben sodi)
  • mezzo litro di aceto di vino bianco
  • 1 bicchiere da tavola di olio di oliva
  • 1 cucchiaio da tavola di sale marino fino
  • 1 bicchiere di zucchero semolato (quello bianco)
  • 3 chiodi di garofano ( un chiodo di garofano per ogni chilo di peperoni)
  • opzionale: (nonna non ce le metteva: ma se vi piacciono...) due cipolle (rosse) dolci

Ora che avete tutto, vi spiego come fare.
Lavate i peperoni e apriteli per togliere loro tutte le parti bianche e i picciuoli; dopo, li tagliate in falde e quindi in pezzettoni grossolani.
In una padella, mettete a bagno nell'olio i chiodi di garofano (anche se non si arrugginirebbero in ogni caso) e i pezzettoni di peperoni che dovranno rosolare, allegramente insieme, per 2 minuti circa; trascorso questo tempo, unite sale e zucchero e aceto di vino bianco rimestando per bene; mettete un coperchio adatto e cuocete il tutto a fiamma alta (per chi ha il fornello a gas, ovvio; chi ha l'induzione elettrica, alta temperatura...che ve lo dico a fà?) per 8 o 10 minuti al massimo: devono restare al dente, non devono perdere di consistenza, non è una peperonata (tanto per intenderci).
Una volta cotti, lasciateli raffreddare e sistemateli in un contenitore per alimenti con coperchio ermetico, affinchè riposino in frigorifero almeno un giorno.
Vanno gustati a temperatura ambiente o, al limite, appena tiepidi: così l'agro del peperone la carne grigliata celebrando un barbecue da campione!
Nel caso in cui doveste avanzarne, dubito che accada, oppure voleste riservarvi una piccola scorta per i mesi invernali o, come ho già detto, qualcuno ve ne chiedesse per sè...basta travasare i peperoni nei vasetti da conserva e far bollire questi ultimi a bagno maria per 30 minuti circa: il contorno per l'inverno è servito e...buon appetito!

LA JENA SABAUDA

Le ricette della Jena Sabauda

 Con questa fotografia della ricetta della torta dei 9 cucchiai, che mi è stata passata da una collega di lavoro, inizio la pubblicazione e la ripubblicazione di ricette che sono apparse sul blog nei mesi scorsi.
Appariranno volutamente alla rinfusa, perchè è importante la ricetta e come uno la interpreta non la data in cui la legge.
Trascrivo, per coloro che non avessero dimestichezza con l'italiano e non riuscissero ad attivare il servizio traduzione di Google, l'elenco degli ingredienti e il procedimento.

Ingredienti
  • 9 cucchiai da tavola di latte
  • 9 cucchiai da tavola di olio di semi vari
  • 9 cucchiai da tavola di farina di grano tenero
  • 9 cucchiai da tavola di zucchero
  • 3 uova di gallina intere
  • 3 mele
  • 1 bustina di lievito per dolci
  • la scorza di un limone grattugiata

Come si procede
Amalgamate gli ingredienti eccetto le mele fino ad ottenere un composto fluido, omogeneo e denso: quindi farina, zucchero, olio, latte, uova intere, lievito e una grattugiatina di limone dentro in una ciototla e dateci dentro di buona lena.
Dopo di che, vi dedicate alle mele; sbucciatele tagliatele in quattro, privatele del torsolo e riducetele in pezzi grossolani, cioè a tocchetti: ora potete anche buttarle dentro alla ciotola dell'impasto e incorporarle ad esso, fino a farle diventare tutt'uno.
Imburrate un'apposita teglia, o foderatela di carta da forno a piacere e comodità, quindi versateci il composto; accendete il forno e fate salire la temperatura a 180°C: ora potete infilarci la teglia e lasciarcela per circa 25 minuti (magari meno a seconda del forno con cui avete a che fare: questo lo sapete voi...).
Trascorso quel tempo lì e basandovi su quel che vedrete, tiratela fuori e lasciatela raffreddare, prima di servirla... 
....e allora 
B U O N   A P P E T I T O !!
      
La Jena Sabauda


Grafica e testi (c) 2015 Orazio Nullo, Jena Sabauda, Claudio Montini


20 agosto 2015  
già pubblicata il 6 maggio 2015

Melenzane...Jena Sabuda come l'Artusi: ai golosi l'ardua sentenza!

MELENZANE IN BARCHETTA CON MORTADELLA



RICETTA & TESTO DI JENA SABAUDA




Prima che i pignoli polemizzino riguardo al titolo, vi dirò che non c'è alcun refuso o errore di battitura che dir si voglia: anche l'Artusi scrive così il nome della verdura protagonista di questa ricetta, sicchè...attenti agli ingredienti e bando alle ciance!



  • Melanzane allungate, non sferoidali sennò la barchetta non esce...Quante? Dipende da quanti siete a tavola e dalle loro dimensioni, lunghezza e larghezza; indicativamente, da una melanzana a testa a due a persona
  • 300 gr di mortadella
  • Pane raffermo (80 gr circa possono bastare)
  • Un bicchiere abbondante di latte
  • 2 uova di gallina
  • Prezzemolo
  • Sale marino fino e pepe macinato
  • Formaggio grattugiato (meglio pecorino romano)
  • Olio di oliva extravergine di oliva



Sciacquate le melanzane, le private della parte di testa col picciolo verde e le tagliate a metà secondo la lunghezza: ora scavate la polpa all'interno e otterrete, appunto, delle “barchette” da salare e riempire, poi, col ripieno che appresso vi spiegherò; va da sé che la polpa appena asportata la mettete da parte perchè torna utile quasi subito.

In una ciotola spezzettate il pane secco e vecchio e bagnatelo con il latte: se un bicchiere non è sufficiente, aumentate la dose: tanto si deve ammollare ma non disfare; a fare quello ci pensa il tritacarne o il mixer tritatutto poiché attraverso l'uno o l'altro marchingegno vanno passati, o per meglio dire, tritati insieme la mortadella, la polpa asportata delle melanzane e il pane ammollato ma lievemente strizzato.

Al risultato di questa operazione, si aggiungono il prezzemolo, il formaggio grattugiato, due uova intere, un pizzico di sale e uno di pepe amalgamando il tutto fino a ottenere un composto omogeneo e di discreta consistenza: ecco fatto il ripieno per le vostre barchette di melanzane.

Cospargete la teglia prescelta di olio extravergine di oliva e adagiatevi le barchette che avrete riempito senza parsimonia, quindi mettete in forno caldo a 180°C per 20 o 25 minuti circa.

Le prestazioni del vostro forno le conoscete bene solo voi, perciò a me non resta che augurarvi, come di consueto, buon appetito!



© 2015 Testo e ricetta di La Jena Sabauda  
                     foto: GoogleImages/Wikipedia

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