giovedì 26 giugno 2014

Se vuoi vivere bene, prendi il mondo come viene!

Dovrei fare mio questo antico proverbio, ma non riesco a cedere al ricatto della realtà: vorrei poter scavare là, dove ho nascosto la moneta che mi è stata data prima di scendere in questa valle di lacrime, per impegnarla o spenderla o anche perderla prima che finiscano i giorni stabiliti per il mio cammino.
Non ho paura di chi, a suo tempo, mi chiederà conto dei frutti che ho ricavato da quanto mi è stato donato pesandoli con le lacrime, le pene e le piaghe e i sorrisi e i batticuore.
Temo piuttosto che nessuno, se dovessi cadere, si preoccupi di venirmi a sollevare per ricominciare ad andare, lasciandomi a marcire nello sgomento e nella disperazione di chi non ha più nulla, nemmeno una via d'uscita onorevole dalla vita.
Il coraggio, uno da sè, non se lo può dare anche se sognare non costa nulla.

Foto: Michele Pini per gentile concessione  2011

venerdì 20 giugno 2014

Una risposta per Motta Visconti

Ti devo una risposta che non riesco a immaginare

riflessioni sulla strage familiare di Motta Visconti

I bambini ci guardano e pensano, assorbono i nostri comportamenti e ci ragionano sopra: poi ci spiazzano con domande semplici, nella formulazione, ma dalla logica tagliente come un rasoio.
Siamo impreparati, nella maggior parte dei casi, così come lo siamo di fronte ad orribili fatti di cronaca: quale quello di un padre che stermina la famiglia a colpi di coltello e tua figlia che ti chiede se un'uomo, quando ammazza, vuole davvero uccidere.
É possibile che egli possa decidere di terminare la vita di coloro che diceva di amare?
Cosa posso risponderti? Non lo so: ti devo una risposta che non riesco nemmeno a immaginare.
Potrei cominciare col dirti che l'essere umano è una bestia molto complicata: ne incontrerai di sperticatamente buoni e generosi fino ad essere degli ingenui sprovveduti, così come ne troverai di spregiudicatamente meschini e cattivi e maligni al punto da sembrare tizzoni venefici vomitati dal peggiore degli inferni in cui il dio dell'amore e del bene, qualunque sia il nome che gli venga attribuito, avrebbe precipitato persino gli angeli ribelli che si sono sostituiti a lui.
Potei davvero cominciare così, ma finirei per raccontarti una favoletta consolatoria senza avere il coraggio di superare lo sgomento e l'orrore dei fatti.
Invece, la realtà di questo mondo è che l'uomo uccide perchè vuole farlo e non per proseguire il cerchio della vita, non per la necessità di sopravvivere: poi si affanna a cercare colpevoli e moventi oppure a dimenticare tutto il più in fretta possibile.
Ma in quel momento, Dio, che ha un nome diverso in ogni angolo del mondo eppure è sempre lui, scompare dall'orizzonte dell'anima e della mente dell'essere umano: l'egoismo pietrifica e ghiaccia il cuore, la superbia soffoca la ragione e scatena il delirio di onnipotenza mentre il cielo, in apparenza muto e vuoto, accoglie altre anime innocenti e il Male se la ride indisturbato.
Alcuni piangeranno rabbia e vergogna: fra loro troverai chi, come me, si rassegna al destino imperscrutabile e ineluttabile.
Altri invocheranno giustizia e castighi esemplari: attenta a chi grida più forte di tutti perchè, se cambia il vento, è sempre pronto a fare buoni affari per sistemarsi.
Molti, invece, staranno zitti con gli occhi asciutti e dei lumini accesi, pronti ad attendere la sentenza, eterna e inappellabile, che il disegnatore delle linee del destino di tutto e di tutti eseguirà a tempo debito.
Tuttavia, tutti quanti saranno pronti a dimenticare perchè è peggio per chi se ne va, tanto chi resta si arrangia comunque: l'essere umano può diventare un'animale assai furbo, cattivo, egoista e ingordo nel momento in cui smette di ascoltare quel che dicono testa e cuore.
È più facile soddisfare gli istinti personali piuttosto che interrogare la coscienza riguardo al confine tra il bene e il male: perciò, ti esorto a non smettere mai di cercare risposte e ad avere sempre il coraggio e l'orgoglio di chieder conto e ragione del mondo che ti circonda.
Questo è il solo modo per far sì che quel confine, quello tra il Bene e il Male, sia sempre meno immaginario e la sua sentinella principale, la coscienza tua e della gente che popola questo pianeta, sia sempre più vigile e solerte.
Mi auguro e ti auguro, altresì, che la tua generazione possa vedere l'alba e vivere il giorno dell'epifania di un mondo migliore, se non altro come dovuto risarcimento al fatto che abbiate dovuto calpestare le macerie di quello attuale.    

Foto: Orazio Nullo (c) 2013


giovedì 19 giugno 2014

Prefazione ad un libro mai scritto


Il principio di azione e reazione, codificato scientificamente da Newton nel XVII secolo, era noto all'animale chiamato uomo sin dagli esordi sull'inquieta crosta crosta del terzo pianeta di un sistema planetario tenuta insieme da una nana gialla, ai confini di una anonima galassia sperduta nell'universo.
Altrimenti non si spiegherebbe la determinazione ossessiva nell'identificare gli opposti che si attraggono come il giorno e la notte, il freddo e il caldo, il dolce e il salato, l'andata e il ritorno, l'amore e l'odio se non con l'invenzione del prima e del dopo che, con l'inizio e la fine, apre la porta del successo alla concezione del tempo lineare frutto di una concatenazione di eventi apparentemente casuali che si susseguono, come i passi alternati uno davanti all'altro che i bipedi senzienti fanno sulla terra per andare da un posto all'altro.
La civiltà umanoide di questo terzo pianeta, che con scarsa fantasia chiama Terra come quell'agglomerato di minerali che si ritrova sotto ai piedi, odia il caos, l'imprevisto, l'imponderabile: ha bisogno continuamente di fissare punti di riferimento, come traguardi e partenze, per sfidare l'ignoto e scoprire cosa si cela dietro gli angoli e le curve cieche dell'universo, tanto quello che la circonda che l'altro racchiuso tra le volute della massa cerebrale e gli anfratti del muscolo cardiaco.
Quest'ansia di classificazione e inquadramento in parametri e categorie è figlia della paura di essere eliminati, cancellati, scalzati dal proprio posto nell'universo presumendo, con arroganza siderale, di esserne un ingranaggio indispensabile.
Questa continua ricerca di significato e di ragioni ad ogni livello, cioè dal più basso o terra terra fino a quello cosmico che coglie taluni intenti ad osservare la miriade di stelle che trapunta la notte, si concretizza nel camminare, appunto un piede messo avanti all'altro, nel calpestare terra da lasciare dietro di sè insieme alla natura che la circonda le quali non saranno più le stesse, nella percezione di chi lo fa perchè costretto a fare appello a tutto sè stesso.
L'entusiasmo lascia il posto alla fatica e al dubbio che viene, poi, soppiantato e sostituito dall'euforia per la vista della meta agognata e dalla soddisfazione per il traguardo raggiunto; ma già durante il ritorno, o nello svolgimento della tappa successiva, si condensano i pilastri del ricordo e della consapevolezza della propria forza e dei propri limiti, fondamenta su cui poggerà il castello teorico di parametri che genereranno la sensazione di essersi elevati dalla massa indistinta del consorzio umano.
La vittoria sul prima e sul dopo, l'esorcizzazione della paura della fine attraverso la scoperta di limiti e qualità latenti non risolve l'enigma e non risponde a tutte le domande: spesso alimenta la superbia; tuttavia aiuta a crescere, aumenta la resistenza agli strali del destino, porta a rompere gli schemi che bollano come follia o, tutt'al più, come trasgressione non socialmente pericolosa buona per far spettacolo, ogni manifestazione di pensiero autonomo e spontaneo.

mercoledì 18 giugno 2014

Il sindaco è un mio coscritto: buon lavoro Massimo Nascimbene!

La tua elezione certifica la nostra maturazione: siamo diventati grandi e non siamo più solo compagni di scuola o coscritti della medesima leva.
Siamo uomini e donne assolutamente in grado di occuparci di noi stessi, dei nostri affari, delle nostre famiglie ( perchè qualcuno, causa accidenti vari del destino, ne ha più di una...) assumendoci coscientemente delle responsabilità.
Noi, figli degli ultimi bagliori del boom economico, venuti su tra i miasmi degli anni di piombo e quelli della Milano da bere, sniffare e rubare mentre crollavano muri e certezze, siamo quelli costretti dalla Storia a raccogliere i cocci del sogno dei nostri padri e dei nostri nonni perchè questo è il tempo in cui possiamo e dobbiamo costruire, partendo anche da un piccolo municipio, un mondo forse non del tutto nuovo ma certamente migliore.
Loro hanno creduto nelle idee giuste distorcendole o applicandole male, perchè la fame e le ristrettezze e le privazioni patite in tempi di guerra e successiva ricostruzione hanno severamente accentuato il naturale egoismo dell'istinto di conservazione, proprio dell'essere umano.
Noi siamo consapevoli della bontà di quelle idee così come lo siamo del superamento della dicotomia, spesso antagonista, tra popolo e Stato poichè siamo altresì consapevoli di essere noi stessi cellule vive dell'organismo statale: la tua scelta di impegnarti nel difficile compito di amministrare i tuoi concittadini è dimostrazione eloquente quant'altre mai.
Le opposizioni ti hanno già chiesto di farti carico anche delle istanze di quella cospicua percentuale di votanti che hanno fatto una scelta diversa, attraverso la loro voce: già nel tuo discorso d'insediamento, riferendoti alle metafore composte molti secoli addietro dall'imperatore Marco Aurelio sulla necessità naturale e imprescindibile della collaborazione tra le parti, hai dato ampie rassicurazioni in merito.
Viviamo una congiuntura economica e politica difficile e delicata: nessuno al mondo è in grado di garantire tutto dalla culla alla tomba.
Tuttavia, sono certo che noi, voglio dire la nostra generazione, siamo dotati di una enorme potenzialità, di agilità mentale e d'intelligenza necessaria e sufficiente a svolgere un buon lavoro, per chi c'è già e per chi verrà dopo di noi.
Buon lavoro, signor sindaco!

lunedì 9 giugno 2014

Regalo di compleanno

Questo è un regalo che mi ha lasciato Orazio Nullo sulla scrivania virtuale che condividiamo, il 6 giugno 2014 per i miei primi quarantotto anni.....