sabato 27 febbraio 2016

Stasera piove....

In loving memory of Renata Rossi Pini

di Claudio Montini
  
Questa sera che piove, starai seduta in poltrona a guardare giù che cosa combiniamo...Che dirti? L'anno vecchio è finito e qui tutto ancora non va, però siamo allegri: la televisione ha detto che c'è pronta una grossa novità, per coloro che avranno pazienza. A dicembre l'anno invecchierà tanto che a gennaio uno nuovo di zecca arriverà! Sai mica dirci come andrà? Che bello sarebbe se ti lasciassero venire giù un minuto a farci un saluto, proprio quella sera lì che ci troveremo davanti a un altare a ricordardi nelle nostre preghiere: e in soffio sparirebbe il dolore, la paura, il rancore dai quattro angoli del cuore da dove non sei uscita mai.

(c) 2016 Testo di Claudio Montini
(c) 2015 Immagine di Orazio Nullo "Pidgeon and Partridge

venerdì 26 febbraio 2016

A Marzo Lomello s'impegna a non dimenticare

Libera nos a malo...

di Claudio Montini

La chiesa sconsacrata di San Rocco in Lomello, che già di per sè meriterebbe un libro d'avventura per narrarne le vicissitudini, a Lomello (PV) sabato 5 marzo ospiterà una serata dedicata alla legalità antimafiosa attraverso il ricordo di un più che valido e onesto servitore dello Stato, il vice questore di Polizia Giorgio Pedone, e il ricordo della conquista di Vigevano e dell'Italia nord-occidentale da parte della malavita organizzata di stampo mafioso, di origine prettamente calabrese.
Negli anni della Milano da bere, c'era parecchia gente che anche tirava su con il naso tonnellate di polveri sottili ma distese su una superficie rigida, spesso uno specchietto o un tavolo; c'era anche chi si indebitava fino sopra i capelli per stare al passo coi tempi e col mercato, finendo dritta tra le braccia degli strozzini; infine c'era chi credeva di fare fortuna giocando alle carte e pigliava la stessa via.
Casualmente o forse no, perchè in Italia e nella vita e nel mondo certe cose mai accadono per caso, c'era anche chi poteva sopperire a tutte queste "esigenze", contando su appoggi, distrazioni, connivenze lucrative per tutti; poi, sul lato opposto della barricata, c'erano i poliziotti dalla testa fina e la schiena dritta, forse troppo, come il dottor Giorgio Pedone vice questore della Polizia di Stato in servizio a Vigevano che aveva annusato l'aria e avvisato della disgrazia imminente, ma sostanzialmente non creduto proprio da quel Palazzo di Giustizia che, a corto di successi e coi processi falcidiati dalla prescrizione, vent'anni dopo si ricorderà del suo lavoro e lo additerà come l'uomo che scoprì la mafia al Nord.
Infatti, PIZZA SANGUE E VIDEOPOKER edizioni Barriera 2013 è uscito ad oltre vent'anni dalla misteriosa morte di Giorgio Pedone, presunto suicida in una chiesetta diroccata in mezzo alle campagne a sud di Vigevano, zona Sforzesca poco distante da una grossa cascina, proprio in quelle campagne con le marcite studiate e regolate anche da Leonardo da Vinci e ora frequentate da prostitute caucasiche e africane a qualsiasi ora del giorno e della notte (ma secondo voi, uno si suicida sparandosi alle spalle e lasciando la macchina aperta la vigilia di Ferragosto?).
Andrea Ballone, Simone Satta e Carlo E. Gariboldi (giornalisti professionisti) hanno potuto raccontare l'epopea criminale della 'ndrangheta vigevanese e lombarda grazie al lavoro delle squadre investigative coordinate dal dottor Pedone e ai documenti che esso ha prodotto, ricostruendone la figura e la dignità professionale.
Dunque, se ne discuterà a Lomello sabato 5 Marzo 2016, alle ore 21 circa, nella ex chiesa oratorio di San Rocco grazie all'iniziativa della ASSOCIAZIONE CULTURALE BIBLIOTECA GIOVANNINI - MAGENTA  di via Castrovecchio, Lomello (PV), la quale con il patrocinio del Comune di Lomello ha invitato a parlare di PIZZA SANGUE E VIDEOPOKER ed. Barriera (2013) due degli autori (Simone Satta e Andrea Ballone, giornalisti) e una volontaria rappresentante l'associazione Libera Vigevano (Alice Del Giudice) affinchè, come scrisse Primo Levi, ricordate che questo è stato e come disse John Fitzgerald Kennedy, ripetendo l'insegnamento del suo vecchio, nella campagna elettorale del 1960, non domandarti cosa può fare l'America (lo Stato o l'Italia se volete) per te, ma cosa puoi fare TU per l'America (l'Italia o lo Stato, se preferite).


(c) 2016 Testo di Claudio Montini
(c) 2016 Foto dal diario facebook di Tina Magenta

mercoledì 24 febbraio 2016

Sabato sera a Valle Lomellina (PV), il giro del mondo in una sala

Vieni a Valle Lomellina: c'è la musica e la poesia che girano intorno al mondo

 di Claudio Montini
Se vi fermassero per strada domandandovi cosa si intende con la parola "cultura", se non fuggite atterriti udendo il suono di quest'ultima e rivolgendo corpose contumelie allo sconosciuto importuno, probabilmente potreste rispondere evocando polverosi volumi di romanzi ottocenteschi e sillogi di arzigogolate composizioni di rime baciate e alternate, condite da arie e sinfonie prodotte da strumenti a corda o legni iimracciati da attempati esecutori in frac o in abito da sera.
Del resto, la televisione ci ha abituato a questo opponendogli stuoli di scamiciati, mal pettinati e peggio sbarbati urlatori o di lacrimevoli vittime dei più abietti delitti, alla cui veglia funebre a favore di telecamera berciano sguaiatamente improvvisati avvocati delle cause perse pronti, però, a cavarsi gli occhi per sostenere accusa e difesa in nome di un punto di gradimento televisivo e, magari, un gettone di presenza più cospicuo.
Ebbene, io vi invito a spegnere l'elettrodomestico tiranno per una sera, chiudere il gas e la luce e la porta, prendere i piedi e tutto il resto del corpo (testa compresa) per uscire e andare a vedere come è il mondo che vi circonda; per coloro che poi non fossero troppo distante da Valle Lomellina (PV), nella parte sud occidentale della regione Lombardia a poca distanza dal confine con il Piemonte, nell'Italia del nord che resiste alla Milano da bere ancora ubriaca dagli anni Ottanta del secolo breve, varrebbe a maggior ragione la pena di recarsi presso la Sala Polifunzionale Alessandro Savini - Corte Granda di Valle Lomellina dove la Biblioteca Comunale ha organizzato per Venerdì 26 febbraio, inizio alle ore 21,15 minuto più minuto meno, il concerto del Duo FliTar MUSICA DAL MONDO cui faranno da contorno letture di poemi scritti da autori locali, tra i quali Roberta Ramella e Davide Zardo.
Introdurranno e condurranno la serata Anna Albertario e Gianluca Chiesa; in compagnia di Veronica Arlenghi, alla chitarra, e Ilaria Carlini, flauto e fiati vari, voleremo tra le note della musica folk di varie tradizioni europea e intercontinentale mentre Anna Albertario stessa e i suoi colleghi lettori ci condurrano per mano nei territori sconfinati della fantasia degli artigiani delle parole in rima.
Dunque, dato che l'ingresso è libero, per una sera saremo tutti liberi di volare via dai nostri corpi, dalle nostre pene e dai tentacoli di sua Emittenza che mamma Rai non sa più contrastare, ma solo imitare.


(c) 2016 testo di Claudio Montini
(c) 2016 foto di Marco Feccia dal diario facebook  

lunedì 22 febbraio 2016

Il vino si fa anche con l'uva...

https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/hphotos-xtp1/v/t1.0-9/12745595_562986833877155_6489416000056239201_n.jpg?oh=980a5d5bf744d04196227bfe92bfe8ad&oe=5763AD34
...così mi disse un vignaiolo, nella sua cantina...

di Claudio Montini 

Un giorno, un vecchio vignaiolo mi volle a tutti i costi mostrare la sua cantina e, siccome eravamo sotto Natale, mi regalò una bottiglia di vino bianco e una di vino rosso che curava personalmente, dalla vigna al tappo di sughero.
Fu lui che mi disse: "Ricordi una cosa, bevendo questo e ogni altro bicchiere: il vino si fa anche con l'uva".
Sono tornato molte volte su quelle strade e ho attraversato quelle contrade ammantate di vigne e fazzoletti di terra per il grano tenero o il fieno e soltanto oggi ho capito cosa volesse dire.
Invece, Valerio Bergamini ne Il Signor Barbacarlo edito da Nuova Tipografia Popolare nel 2015, dimostra di averlo capito molto prima di me perchè ha scelto di raccontare la vita che il viticoltore Lino Maga ha dedicato alla cura e alla crescita, non solo commerciale, del vino rosso denominato appunto Barbacarlo.
Grazie al Comune di Zinasco (PV) e al Lions Club LOMELLINA RIVA DEL PO, nella sala consiliare del comune ai confini della Lomellina, venerdì 26 febbraio dalle ore 21, racconterà in un intervista con il critico letterario Andrea Borghi questo e altri concetti con cui ha "assemblato" e imbottigliato il suo libro.
La presenza di Lino Maga e del sommelier AIS Carlo Aguzzi (è prevista la degustazione del Barbacarlo e di altri prodotti tipici locali), renderanno più gustosa e ricca di sentori tipici della roba buona per bocca, del lavoro fatto come si deve, dell'amore per il proprio lavoro proprio di una terra contigua a quella lomellina ma totalmente diversa, perchè messa su un piano inclinato che costringe a ripensare il lavoro antico quanto la civiltà mondiale: l'agricoltura e l'arte di ottenere frutti dalla terra che non serve solo a fare mattoni per costruire case e palazzi.
Perchè il vino si fa anche con l'uva: infatti ci vogliono la terra, il cielo e la mano dell'uomo che si prende cura della pianta, il vitigno, e lo fa crescere sano e prega che il cielo sia generoso ma anche clemente e amico; poi il torchio e la botte e ancora la mano dell'uomo che assembla la spremitura dell'uva e fa nascere il vino per metterlo nella bottiglia che porteremo sulla nostra tavola: alla fine del bicchiere che avremo vuotato per fare festa, per consolarci o per accompagnare il pane che ci siamo sudati potremo dire, se è stato fatto come Lino Maga sa e Dio e Natura comandano, che ne è valsa pena perchè è vino sincero come una volta.
In accordo, poi, con lo spirito fondante dei Lions Club, il LOMELLINA RIVA DEL PO offrirà 200 kg di generi alimentari da distribuire alle famiglie in disagio economico residenti nel comune di Zinasco.


(c) 2016 Testo di Claudio Montini
(c) 2016 Foto di Paolo Calvi dal diario facebook

mercoledì 17 febbraio 2016

Ribellarsi in rima - inedito 2016: Casa di bambola.

CASA DI BAMBOLA


 di Claudio Montini



 inedito 2016




 
"Qui di umano non c'è più niente!
Avete inquinato anche i sentimenti
usate le persone come cose,
senza presentare loro delle scuse!
Roba da matti, toglietevi da dietro
che mene vado a marcia indietro!!"
Per non saper nè leggere nè scrivere,
sul marciapiede mi metto a camminare;
certo che ti do strada e ti lascio uscire:
ma una cosa per favore lasciamela dire.
Per male che mi vada,
a quel paese tu mi puoi mandare:
c'ho mandato tanta gente
conosco il sindaco, non per niente!
Però, in retromarcia non mi investire 
non ho affatto voglia di morire! 
Ho ascoltato il tuo discorso 
e ti dirò che anch'io sono stato morso, 
raggirato e vilipeso, 
bastonato, osannato ed offeso.
Ma ho leccato sangue e ferite, 
giocato tutte carte e le vite, 
succhiato e poi sputato via veleno 
per non essere da meno 
di chi gli amici li conta con le dita 
e lotta per godere in questa vita.
Se la ruota gira, la corsa non è finita:
tocca a tutti vincere una partita.

(c) 2016 testo di Claudio Montini
(c) 2015 immagine di Orazio Nullo "Doll's house"  
                                      Atelier des pixels Gallery  

martedì 16 febbraio 2016

Puff, puff...pant, pant...abbiate pazienza mi sto documentando!

Ho pubblicato le locandine di tre avvenimenti che si terranno tra Pavia e la Lomellina; mi sto documentando per spiegarvi tutto e fare in modo che anche gli amici del blog che leggono dall'estero, avvalendosi della funzione traduttore agevolata da Google Translator il cui bottone è tra il tra il totalizzatore e la classifica dei migliori post del mese, possano capirci qualcosa di più grazie a alle notizie che scriverò e trascriverò. 
Intanto, grazie a tutti per l'attenzione!
Tenete d'occhio i post già pubblicati perchè gli aggiornamenti saranno caricati lì.
Claudio Montini

Notizia ghiotta per il fine settimana!

 Ghiotto fine settimana a Pavia!!

 di Claudio Montini

La campagna e la collina scendono in città per mostrare le proprie bontà e raccontarle attraverso un bel libro di ricette abbinate ai vini giusti. Lo fanno dandosi appuntamento e dandolo anche a tutti i buongustai, curiosi e appassionati di cose buone per bocca presso la sede storica della Premiata Pasticceria Vigoni Enrico, come si usava scrivere negli esordi del secolo breve, di fronte all'Università di Pavia in corso Strada Nuova 110 a Pavia, appunto,
all'ora del the (le 17 ora locale GMT+1) del giorno 20 nel mese di febbraio 2016.
Infatti, nei locali della casa storica della Torta Paradiso Vigoni verà presentato un volume di cui ho già parlato nei suggerimenti per i regali di Natale su questo stesso blog: si tratta del RICETTARIO TRADIZIONALE DELLA LOMELLINA E DEL PAVESE edito da LIBRERIA TICINUM EDITORE, scritto e compilato e provato da Elisabetta Balduzzi e Guido Conti, seconda "fatica" della coppia di scrittori/lettori/editori/librai dedicata alla buona tavola del territorio pavese che completa il discorso iniziato due anni fa con l'omologo ricettario però dedicato alla cucina dell'Oltrepò Pavese.
Qualcuno storcerà il naso leggendo di una presentazione fatta in una pasticceria: e si sbaglia di grosso! Il locale è stato aperto nel 1878 dal fondatore, Enrico Vigoni, e ha attraversato due guerre mondiali e una guerra civile (la lotta partigiana di liberazione dal nazifascismo), gli anni di piombo e la contestazione giovanile, Tangentopoli e il berlusconismo riuscendo anche a sopravvivere al renzismo: pertanto è inserito nel novero ristetto dei locali storici d'Italia perchè ha mantenuto l'arredamento in stile liberty volutodal proprietario all'indomani del premio vinto nel 1906, ad una esposizione internazionale, con il suo prodotto di punta: la Vera Torta Paradiso.
Sinonimo di pasticceria di alta classe, di eleganza anche nel mangiare affatto disgiunta da genuinità e freschezza di ingredienti, combinati con sapienza artigianale inconfondibile, Vigoni a Pavia non poteva essere migliore sede per la presentazione di un libro che vuole raccontare la genuinità nella semplicità, la salubrità e la sobrietà nel gusto ma anche la ricchezza di una cucina popolare che soddisfa ogni palato, sazia e riappacifica con la vita e con l'universo creato sopratutto se innaffiato dal giusto nettare di Bacco, scelto da Mario Maffi che ha collaborato alla stesura dell'opera.
Allora, se un pasto di  un giorno di festa è chiuso degnamente da un dolce e un calice di bollicine, anche la presentazione di RICETTARIO TRADIZIONALE DELLA LOMELLINA E DEL PAVESE edito da LIBRERIA TICINUM EDITORE si concludera con la degustazione di una fetta di Vera Torta Paradiso e un calice di Moscato di Volpara (paese dell'oltrepò pavese vocatissimo per il vitigno in questione) fornito dall'AZIENDA VITIVINICOLA MONTEROSSO. Perciò, ricordate che sabato 20 febbraio 2016 Vigoni (i pronipoti di Enrico, ovviamente), Elisabetta Balduzzi e Guido Conti vi aspettano numerosi a Pavia, in corso Strada Nuova 110.
Prosit! 

(c) 2016 testo di Claudio Montini
(c) 2016 foto dal profilo facebook di E. Balduzzi

Lomellina in fermento culturale, alcolico e musicale...










Due appuntamenti culturali in due angoli suggestivi, a modo loro, della Lomellina che vuole dimostrarsi meno piatta e calma di quanto non appaia a tutti i viaggiatori distratti... peccato che si svolgano nello stesso giorno: tireremo una monetina!
 

lunedì 15 febbraio 2016

Un bacio da Pavia....grazie ad Augusta Belloni e Carlo Danese

Un bacio da Augusta, Carlo e...Pavia!
 di Claudio Montini
Gustoso, vero? E' una fotocomposizione di Augusta Belloni, pittrice e poetessa dotata di una fantasia e di un senso estetico non comuni che fanno sì che si ribelli, giorno dopo giorno, al destino cinico e baro che la tormenta con una malattia neurologica degenerativa; il materiale fotografico che Augusta ha adoperato è di Carlo Danese, maestro della fotografia pavese e poeta a sua volta: Carlo spesso e volentieri ritrae la città con la sua reflex e la condivide su facebook e Augusta, con il gusto e la sensibilità e l'intelligenza che le sono propri, ha preso il meglio di quelle foto ritagliando e giustapponendo quello che rappresentava un simbolo della città.
Ha "creato" la sua Pavia che, poi, è quella che rimane negli occhi e nella memoria di chi viene a visitarla.
E l'ha fatta anche più dolce, ricreando la cupola bramantesca del Duomo come bacio perugina, a sinistra si vedono tre torri civiche superstiti che si ergono nella zona dell'Università mentre a destra si intravede il torrione nord occidentale del Castello Visconteo, con i palazzi e le case fanno da contorno a questi tre fari sul Ticino.
A Maggio e a Settembre, ogni giorno è buono per venire a visitare Pavia perchè da il meglio di sè come colori, come afrori, e come luce che veste i suoi vetusti mattoni.

(c) 2016 fotografia di Augusta Belloni e Carlo Danese dai rispettivi profili facebook
(c) 2016 testo di Claudio Montini

Training autogeno


Variazione sul tema di Orazio Nullo

 

venerdì 12 febbraio 2016

Venere - da LA COSCIENZA DELLE TERRE di Roberta Preda ed. youcanprint 2015

VENERE







Venere, riflesso di sole,
tumida artefice d’amore!
Le tue forme perdute a occidente
ho visto impietose risplendere
nella notte nera
pesta di stelle navigate
come anime disperse
nella nebulosa fine delle vite.
Nel giorno che proclama il tramonto
tu alba della notte ambasci
il mio ardore di tiepida donna
e mi insapori di altri tramonti non miei,
di albe afflitte in notti di buio
dai crespi raggi rubati
al tuo volto di tempo sospeso
in burrasche di cuore.


(c) testo di Roberta Preda da LA COSCIENZA DELLE TERRE - 2015 - youcanprint selfpublishing
(c) foto di Orazio Nullo 2016

giovedì 11 febbraio 2016

Undici Febbraio: Vico e Orwell avevano capito tutto

 Una giornata particolare
di Claudio Montini

Oggi era la giornata del malato, secondo Frate Indovino, ma anche quella in cui nel 1929 (se non erro) vennero firmati i Patti Lateranensi che chiudevano la cosidetta Questione Romana; casualmente, per chi si ostina a non credere, è anche la giornata dedicata alla Beata Vergine Maria apparsa a Lourdes a Bernadette Soubirous (nel 1876?) qualificandosi come l'Immacolata Concezione: quando la ragazza disse ciò che aveva visto non venne creduta e la tormentarono anche dopo che entrò in convento; la medesima cosa che fece Mussolini coi cattolici italiani: dopo aver messo fuori legge il Partito Popolare, azzerato l'Azione Cattolica e messo, di fatto, la museruola alla Fuci offrì al Vaticano la pace con lo stato laico e lo scudo dello stesso contro eventuali derive bolsceviche del popolo affamato. Se tengono le mani giunte a pregare, qualcuno aveva pensato, possiamo frugare nelle loro tasche e non fanno in tempo a pigliare e maneggiare bastoni o moschetti per l'assalto alle ceste delle elemosine o ai granai, garantendoci elementi sprezzanti della morte più degli arditi perchè preparati fin dalla culla alla vita eterna dopo di essa.
Ai nostri giorni oltre ad essersi persa la memoria di quei tempi difficili, basta uno spot televisivo e uno show di oltre tre ore pagato anche coi nostri soldi a tenerci le mani occupate con gli smartphone e il cervello annacquato pronto da bere, anzi, già bevuto: nemmeno i tre morti per disperazione da disoccupazione di Palermo o Catania (non ricordo bene) e Guastalla con la donna di Viterbo pure lei desaparecida per il medesimo motivo scuotono i nostri rappresentanti, impegnati a perdere tempo dietro a questioni da ricchi.
Perchè il povero vende anche il culo pur di mangiare un giorno, uno che non ha quel problema lì allora ha il tempo di essere omosessuale, sbandierarlo ai quattro venti e pretendere di tirare su un figlio magari non suo.


(c) 2016 Testo di Claudio Montini
(c) 2015 Immagine di Orazio Nullo  "Mind Games" 

mercoledì 10 febbraio 2016

Mercoledì delle Ceneri: arrivederci, Giulio Regeni (1988-2016)

ABBATTERE MURI, COSTRUIRE PONTI

di Claudio Montini 

Ciao Giulio.
quando tu venivi al mondo io partivo soldato; ho svolto il servizio alla difesa dei confini della patria, del tricolore italiano, della democrazia e della repubblica italiana, in quella regione che ti ha dato i natali e che ora dovrà prendersi cura delle tue spoglie mortali.
In Friuli Venezia Giulia, a Gorizia in particolare, ho imparato cosa voglia dire avre nella testa un maledetto muro e convivere con le ferite della storia che tutti, a cominciare da chi ci comanda, sono stati obbligati a dimenticare.
Soltanto le persone dotate di un intelletto sopra la media e decise a ragionare sui fatti per comprendere, per comunicare, per creare ponti che sconfiggano l'ignoranza madre primaria della violenza, del sopruso, della tirannia hanno il coraggio di studiare, di ascoltare, di trasmettere sapienza con la forza della parola e del pensiero: proprio come hai fatto tu.
Tuttavia, hai commesso l'errore di concedere all'avversario il beneficio del dubbio, ovvero hai immaginato che il mondo si fosse evoluto dai tempi delle tirannie sanguinarie che pure hanno inzuppato le sabbie africane per molti secoli: dunque, che l'intelligenza e il dialogo, strumenti indispensabili in ambito accademico, potessero avere una qualche valenza anche sul campo di battaglia dove contano i muscoli, la scaltrezza, la ferocia priva di scrupoli tanto nel perseguire gli obbiettivi quanto nell'annientare gli avversari.
Tu volevi studiare, indagare per far conoscere al mondo come stanno davvero le cose; tu volevi giustizia e progresso anche per gli altri popoli non solo per quelli che si definiscono civili e occidentali, ma poi ammettono Guantanamo e i barconi che affondano nell'Egeo o nel Mediterraneo carichi di disperati alla ricerca della terra promessa dove ricominciare a vivere o, addirittura, i nuovi improvvisati campi di concentramento di richiedenti asilo; tu eri lì per capire e per applicare ciò che avevi studiato e loro, i professionisti del terrore e della paura, scherani preposti a mantenere il pugno di ferro e a incatenare anche il pensiero, ti hanno individuato come anello debole della catena e ti hanno usato per colpire e per reprimere la libertà di pensare e parlare secondo coscienza.
Un giorno lontano da oggi, se in futuro ci sarà ancora vita su questo pianeta, la tempesta di sabbia con cui si sta cercando di nascondere la verità (anche il clamore mediatico italiano è parte di essa) che Orazio Nullo ha rappresentato nell'immagine che accompagna queste mie riflessioni, si placherà e forse la Storia emetterà il suo verdetto su tutta questa vicenda dicendo a tutti noi, che saremo ormai cenere come te, quanto il tuo sacrificio e il dolore e il sangue e le lacrime versate siano state come il seme che cade nella terra buona, muore per germogliare dando vita a una pianta robusta e finalmente sana.   

(c) 2016 Testo di Claudio Montini
(c) 2016 Immagine di Orazio Nullo  "During desert sand storm"

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sabato 6 febbraio 2016

Ticino, il treno e il vecchio assente - Racconto inedito e brevissimo!

Ticino, il treno e il vecchio assente






 di Claudio Montini 
Il treno passò ma lui non c'era; forse sarebbe venuto il giorno dopo o quello appresso, se il tempo si fosse mantenuto, se il cielo o chi per esso si fosse dimenticato dell'inverno per un'altro giorno. 
Già, ma quanti inverni e primavere e treni e barcè avevano visto quei vecchi occhi? 
Era lì da sempre, secondo me; l'unica volta che mi ero portato la macchina fotografica per fare lo scatto della vita, la foto che fa il giro del mondo e mi avrebbe proiettato nell'olimpo dei daguerrotipisti con Henri Cartier-Bresson ad accogliermi...invece, lui non c'era! Oh bella: c'era la sedia vuota e il treno che passava: basta, punto, fine.
Avevano mica cominciato uno scavo al Ticinello e, allora, era andato a vedere il buco fatto con la ruspa, con tutti gli altri della bocciofila del Borgo, anziani Neca o Necchi o badilografi che avevano tirato su la città delle cento torri con secchio e cazzuola, voltando col badile montagne di sabbia e cemento, dopo le bombe degli americani? 
La risposta la trovai una volta ritornato sull'argine, quando mi imbattei in un pannello per le pubblicità e per gli annunci dei funerali; adesso non mettevano più soltanto nome e cognome e l'età: no, siamo diventati moderni, ci mettiamo anche una foto! 
Magari segnaletica come quella che aveva messo sul libretto della pensione o sulla carta d'identità che teneva nel portafolgio di cuoio, tanto per metterci dentro qualcosa. 
La buca stavolta l'avevano fatta quelli del Comune, ma a San Giovannino: dove si prende l'ultimo treno col vestito della festa e il soprabito di legno e di zinco! 
Il cielo o chi per Lui gli avevano portato, forse prima di colazione o la notte nel primo sonno, il resto degli anni spesi in questa valle di lacrime, tutto in una volta, mandandolo a riscuotere direttamente a casa di Dio e senza passare da canale a ritirare la sua sedia.
Volevo portargliela là, al camposanto, per lasciarci sopra la fotografia perchè la vedesse anche lui; mi ero segnato il nome, caso mai non riconoscessi la foto sulla lapide: ma non l'ho più trovata, giù a Ticino, drera canal come avrebbe detto lui, e a momenti non trovavo nemmeno la tomba...muore tanta gente a Pavia che lei manco se ne accorge più perchè, se non li bruciano e i parenti si tengono le ceneri dove gli pare, i morti li mettono sotto terra vicini vicini e magari uno sopra l'altro: così ci stanno più lapidi e si fanno sentieri più facili da tenere in ordine.
Il marmista aveva appena finito la posa, mi disse che in cinque minuti il mastice avrebbe fatto presa e avrei potuto anche camminarci sopra senza far danni: pensava che fossi un parente...No, grazie...cioè, sono un conoscente...di passaggio...come tutti, del resto.
Aspettai che se ne andasse e poi poggiai il vasetto di peonie preso per beneficienza fuori dalla Coop, facendo in modo che tenesse ferma la fotografia che avevo plastificato; sulla lapide definitiva c'era anche la foto in ceramica, con la stessa grimula cioè con la stessa faccia che avevo visto sul manifesto del funerale.
Però, quando la guardai l'ultima volta prima di andarmene a casa, mi parve che il vecchio sorridesse: ma doveva esserci in giro qualche polvere sottile cui ero allergico a mia insaputa, perchè avevo gli occhi bagnati.

(c) 2016 Testo di Claudio Montini
(c) 2016 Foto pubblicata nel Gruppo Facebook "Pavia e dintorni" da Cesare Carabba 

venerdì 5 febbraio 2016

Per quest'anno niente frittelle a carnevale! Torta sabbiosa della Jena che non riposa!

TORTA DI MELE SABBIOSA


di Jena Sabauda

Come dolce conclusione di un pasto o come merenda golosa e genuina oppure a colazione, una fetta di torta ci sta sempre bene perchè è, quanto meno, un premio che diamo a noi stessi e che ci tira su il morale, anche alla faccia dei salutisti ad ogni costo e ai maniaci del controllo delle calorie.
Fatevi del bene e procuratevi quanto segue:
  • 300 grammi di burro morbido (poi vi spiego...)
  • 200 grammi di zucchero semolato bianco
  • 100 grammi di zucchero a velo
  • 4 uova di gallina
  • 150 grammi di fecola di patate
  • 150 grammi di farina bianca di grano tenero 00
  • 1 bustina di lievito per dolci
  • 1 pizzico di sale (andate a occhio, suvvia...)
  • 2 o 3 mele dolci (quelle gialle per intenderci, vanno bene)
  • 1 limone con una bella scorza da grattugiare
Il burro morbido non si trova al supermercato nè in una fattoria guatemalteca: si tratta del comune burro di latte di mucca mucca che avrete tirato fuori molte ore prima dal frigorifero, per portarlo alla temperatura ambiente, o al limite fategli fare un giro da qualche decina di secondi nel microonde da renderlo simile a pomata.
Nel mentre, rompete le uova separando tuorli e albumi in distinte ciotole; setacciate la farina con il lievito; quindi montate a neve gli albumi.
Ora, con le fruste (elettriche o manuali a vostro piacimento) lavorate il burro e la miscela di zucchero (a velo e semolato insieme) fino ad ottenere una crema cui unirete i tuorli e la scorza di limone grattugiata; seguitando a mescolare aggiungete la farina di grano tenero e la fecola di patate: ottenuto un composto omogeneo, incorporatevi gli albumi montati a neve cui avrete aggiunto un pizzico di sale e amalgamate con gioiosa perseveranza.
Quando il composto vi sembra aver raggiunto un bell'aspetto, vi riposate sbucciando e tagliando le mele a pezzetti molto piccoli: non state a dannarvi l'anima sulla geometria di questi ultimi, sappiate che più son piccoli e meglio è, ma che non siano poltiglia invisibile affinchè che facciano bella mostra di sè nella fetta; a questo punto li aggiungete al composto ottenuto con gli altri ingredienti e versate tutto in una tortiera imburrata (o foderata di carta forno) e infornate a 170° C per 40 minuti circa: vale sempre la regola per cui ognuno conosce le caratteristiche del proprio forno e si regola di conseguenza, così come quella del controllo a vista e il sondaggio con uno stuzzicadenti.
Tolta dal forno, lasciate che si raffreddi e poi spolveratela di zucchero a velo.

A merenda o a colazione
La sabbiosa della Jena con le mele
Fa più che bene: fa benone!
Assaggiala e riparti a gonfie vele.

Parola di Jena Sabauda. Prosit!

© 2016 Testo di Jena Sabauda
© 2015 Immagine di Orazio Nullo  "Carnival "   (revisione testo Claudio Montini)

mercoledì 3 febbraio 2016

Nostalgia dell'estate...

                                                                                                                                     

(c) 2015 Videoklaut66  
        Riprese e regia di Orazio Nullo e Claudio Montini
         si ringrazia il cane Leone per l'amichevole partecipazione