mercoledì 10 febbraio 2016

Mercoledì delle Ceneri: arrivederci, Giulio Regeni (1988-2016)

ABBATTERE MURI, COSTRUIRE PONTI

di Claudio Montini 

Ciao Giulio.
quando tu venivi al mondo io partivo soldato; ho svolto il servizio alla difesa dei confini della patria, del tricolore italiano, della democrazia e della repubblica italiana, in quella regione che ti ha dato i natali e che ora dovrà prendersi cura delle tue spoglie mortali.
In Friuli Venezia Giulia, a Gorizia in particolare, ho imparato cosa voglia dire avre nella testa un maledetto muro e convivere con le ferite della storia che tutti, a cominciare da chi ci comanda, sono stati obbligati a dimenticare.
Soltanto le persone dotate di un intelletto sopra la media e decise a ragionare sui fatti per comprendere, per comunicare, per creare ponti che sconfiggano l'ignoranza madre primaria della violenza, del sopruso, della tirannia hanno il coraggio di studiare, di ascoltare, di trasmettere sapienza con la forza della parola e del pensiero: proprio come hai fatto tu.
Tuttavia, hai commesso l'errore di concedere all'avversario il beneficio del dubbio, ovvero hai immaginato che il mondo si fosse evoluto dai tempi delle tirannie sanguinarie che pure hanno inzuppato le sabbie africane per molti secoli: dunque, che l'intelligenza e il dialogo, strumenti indispensabili in ambito accademico, potessero avere una qualche valenza anche sul campo di battaglia dove contano i muscoli, la scaltrezza, la ferocia priva di scrupoli tanto nel perseguire gli obbiettivi quanto nell'annientare gli avversari.
Tu volevi studiare, indagare per far conoscere al mondo come stanno davvero le cose; tu volevi giustizia e progresso anche per gli altri popoli non solo per quelli che si definiscono civili e occidentali, ma poi ammettono Guantanamo e i barconi che affondano nell'Egeo o nel Mediterraneo carichi di disperati alla ricerca della terra promessa dove ricominciare a vivere o, addirittura, i nuovi improvvisati campi di concentramento di richiedenti asilo; tu eri lì per capire e per applicare ciò che avevi studiato e loro, i professionisti del terrore e della paura, scherani preposti a mantenere il pugno di ferro e a incatenare anche il pensiero, ti hanno individuato come anello debole della catena e ti hanno usato per colpire e per reprimere la libertà di pensare e parlare secondo coscienza.
Un giorno lontano da oggi, se in futuro ci sarà ancora vita su questo pianeta, la tempesta di sabbia con cui si sta cercando di nascondere la verità (anche il clamore mediatico italiano è parte di essa) che Orazio Nullo ha rappresentato nell'immagine che accompagna queste mie riflessioni, si placherà e forse la Storia emetterà il suo verdetto su tutta questa vicenda dicendo a tutti noi, che saremo ormai cenere come te, quanto il tuo sacrificio e il dolore e il sangue e le lacrime versate siano state come il seme che cade nella terra buona, muore per germogliare dando vita a una pianta robusta e finalmente sana.   

(c) 2016 Testo di Claudio Montini
(c) 2016 Immagine di Orazio Nullo  "During desert sand storm"

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