LE HARLEY-DAVIDSON
NON HANNO LA
RETROMARCIA
di Claudio Montini
Sara Goria
DIARIO DI UNA 883
Casa editrice Elmi's world - 2016
Contro il logorio della vita moderna, se non vi piace il Cynar, se
non fermano il mondo per lasciarvi scendere, prendete il coraggio a
due mani e varcate con fiducia la soglia della copertina di DIARIO
DI UNA 883 scritto con mano lievissima e felicissima da Sara
Goria e pubblicato dalla valdostana casa editrice Elmi's World di
Elettra Groppo nel mese di luglio 2016. Vi troverete di fronte a una favola scritta a macchina, come quelle
di Gianni Rodari, in cui a parlare saranno tanto gli esseri umani
quanto oggetti apparentemente inanimati che, entrati nella vita dei
primi, ne scrutano o ne governano la vita assorbendone umori e
abitudini e sentimenti; sarà facile oltre ogni immaginazione
mettersi dalla parte della protagonista narrante, una motocicletta
Harley-Davidson 883, e fare il tifo per lei che anela un esito felice
per il circo umano che le evoluisce intorno, sperando per sè in
un finale di carriera ancora rombante e su strada.
Essa costituisce l'eredità che tocca a Giulia accettare o cedere al
concessionario veronese di moto a stelle e strisce: è stata la
fedele compagna del padre defunto da solo per un male incurabile,
cullato dall'illusione di poter pagare così gli errori commessi in
passato e sanare i dolori che essi hanno provocato, su tutti avere
abbandonato la sola cosa bella che gli fosse riuscito di fare ovvero
una figlia, frutto di un rapporto che lui aveva archiviato come
occasionale, cui però aveva dato il nome di una fidanzata morta in
un incidente stradale del quale si sentiva indirettamente
responsabile. La giovane donna accetterà l'eredità e la porterà a casa, in Valle
d'Aosta, perchè vuole conoscere il più possibile questo padre che
si è reso irreperibile tra l'infanzia e l'adolescenza e verso cui
sua madre nutre ancora un risentimento irrisolto e senza spiegazione;
ma lo farà anche perchè si imbatterà nel capo officina, un vero e
proprio medico delle moto e harleysta convinto ma gentile e garbato
come un cavaliere d'altri tempi, che le offrirà un giro di prova su
quella vecchia moto per provare a capire le sensazioni che essa può
trasmettere e, quindi, fare una scelta consapevole. Un ragazzo incontra una ragazza con una moto che lui ama, perchè ha
amato chi l'ha posseduta come si ama una figura di riferimento, un
fratello maggiore, un amico, ma lei si affaccia su quel mondo fatto
di marmitte e carburatori e piegate in curva e frenate e
accelerazioni, gente comune con lavori e vite ordinari ma che in
sella ai bolidi d'oltreoceano vivono una seconda vita e vibrazioni
che riportano a galla tutta l'umanità più genuina e bella, al netto
di atteggiamenti e posizioni sociali, solo per capire cosa l'attragga
verso quella figura ombrosa rimasta sullo sfondo della sua vita come
l'eco di una canzone di Gianni Togni (GIULIA) che l'accompagna
dall'infanzia e a cui crede di dovere il suo nome.
Stanno bene
insieme i due ragazzi e la 883 ne è testimone e fa il tifo per loro
perchè capisce che entrambi sono a un bivio delle loro vite, proprio
quello in cui si intuisce che un capitolo si è definitivamente
chiuso, sono stati tracciati i bilanci necessari e si impone una
coraggiosa sterzata verso un'altra rotta; la motocicletta non è
soltanto una voce fuori campo, è la protagonista e lo strumento per
il quale avverrà la svolta consapevole, sentita, voluta di tutti i
personaggi di questa bella e tonificante per lo spirito e
garbatissima favola moderna, siano essi umani che meccanici. Le
Harley di serie la retromarcia non ce l'hanno: questo porterà in
luce l'ultimo atto d'amore di un padre autoesiliato dalla vita della
figlia, perchè un'uomo difficilmente si confessa o parla con il
cuore in mano a chicchessia. Così
i ragazzi capiranno di essere loro il nuovo capitolo nella storia
della 883, che se pur datata, si comporta ancora egregiamente e non
ha affatto voglia di essere rottamata: se vivranno felici e
contenti...beh, lo scopriranno solo vivendo, lei ha ancora una gran
voglia di mettere su numeri al contachilometri e cantare la sua
potato song lungo
nastri d'asfalto degni di questo nome.
DIARIO
DI UNA 883 di
Sara Goria (Elmi's World 2016) è il romanzo più fresco dell'estate
2016, ideale per disintossicarsi dalle brutture della vita
quotidiana, adatto a tutte le età perchè privo di scabrosità di
alcun genere pur essendo perfettamente calato nella realtà dei
nostri giorni; ottimo anche e sopratutto per chi non capisce nulla di
motociclette, raduni e scampagnate intabarrati nel cuoio e nel kevlar
dei caschi integrali anche con parecchi gradi di temperatura
all'ombra: infatti di tutto ciò vi è solo un'accenno per dare le
coordinate adatte a inquadrare la storia, l'obbiettivo di Sara è
raccontare la realtà umana che si cela dietro le apparenze e la
magia che gli oggetti e i manufatti della vita quotidiana recano in
sé; lei ci riesce con affascinante facilità dando voce, ovviamente
femminile, a una motocicletta rendendo le reazioni e le
manifestazioni di stati d'animo come si trattasse di un personaggio
in carne e ossa. I
tecnicismi sono ridotti all'essenziale così come i termini derivati
da altre lingue sono usati nella loro accezione onomatopeica, ma
l'italiano che troverete in DIARIO
DI UNA 883
sarà di una grazia, di una semplicità, di una scorrevolezza e di
una delicatezza uniche: proprio come si addice ad una favola
contemporanea, che alla lievità e alla freschezza e alla facilità
di fruizione unisce lo spessore non indifferente dei messaggi che
deposita nell'animo del lettore. L'amore e l'amicizia non muoiono mai, semmai si trasformano e aiutano
nella crescita verso la piena consapevolezza degli esseri umani:
dunque, bisogna credere nel destino oltre che in sé stessi e non
bisogna restare legati al passato e ai suoi fantasmi o ai suoi
rimorsi; c'è sempre una possibilità di riscatto, di ripartenza, di
rialzarsi dopo una caduta e di andare oltre una paura: le Harley, di
serie, non hanno la retromarcia, su di esse ci si viaggia bene anche
in due e il domani è una manciata di numeri in più sul
contachilometri.
©
2016 Testo di Claudio Montini
©
2016 Google Images/ Elmi's World editore in Saint Vincent (AO) -Italy
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