Roberto Giardina
IL MARE DEI SOLDATI
E DELLE SPOSE
ed. Bompiani 2010
I PARTICOLARI CHE
DIVERTONO GLI DEI
di Claudio Montini
E' noto che esiste la verità storica, quella desunta dai documenti e
dalle testimonianze raccolte sul campo, così come esiste una verità
dei romanzi, quella che narratori in ogni epoca hanno contribuito a
costruire e codificare mescolando ragione e sentimento coi ricordi
personali e familiari.
Roberto Giardina ne IL MARE DEI SOLDATI E DELLE SPOSE ed.
Bompiani (2010) identifica, senza nominarlo esplicitamente,
quasi dandolo per scontato, il Mare Mediterraneo centrale e il canale
di Sicilia evocando la moltitudine di popoli che si sono affacciati
sulle sue spiagge, in una storia che attraversa tutto il secolo breve
per chiudersi poco dopo la caduta del Muro di Berlino e la
riunificazione della Germania, cioè alla sua spiaggia dove il
secondo millennio doveva terminare il suo viaggio (per dirla con
l'autore stesso). Il giornalista e scrittore siciliano, pardòn
palermitano residente a Berlino (GER), riporta i racconti di cui la madre e gli zii lo hanno
reso partecipe ma di cui non ha saputo o potuto chiedere conto al
nonno, vero protagonista, insieme alla pietas virgiliana che solo i
siciliani e i lampedusani sanno sfoggiare, di un gustoso e magistrale
affresco dell'epopea della Quarta Sponda ovvero dell'illusoria
avventura coloniale italiana in Libia, avviata nel primo decennio del
XX secolo dell'era cristiana. Nonno Antonio è figlio del suo tempo e
si adatta ad esso con la coerenza del giunco che si piega per fare
passare la piena; ma ancor di più è figlio della sua isola,
Lampedusa, in cui il padre è maestro elementare, e del mare che la
circonda perchè in esso cresce, si fa ragazzo e uomo e marito e
padre in cerca della sua spiaggia, consigliato e spesso guidato dalle
donne che incontrerà, spose o figlie o amiche, le quali lo
lasceranno sedere al tavolo da gioco cui il destino lo ha invitato:
non per vincere o rifarsi delle perdite ma per scoprire quale tipo di
partita avesse disputato, gioco serio o da carusi, cui non si
chiede il saldo.
Vivrà l'inutile strage dello sbarco dei bersaglieri italiani a
Tripoli e la guerra con l'Impero Ottomano, prima ancora che Benedetto
XV venga eletto e pensi a quella definizione della Prima Guerra
Mondiale, come funzionario del Banco di Roma; funzionario integerrimo
delle dogane, passerà attraverso il fascismo conoscendo il conte
Volpi, governatore della Libia prima di Italo Balbo e i generali
Badoglio e Graziani; scamperà, andando in pensione e ritornando in
Sicilia con tutta la famiglia, alla disfatta militare italo-tedesca
in Africa settentrionale: ma il richiamo del mare dei soldati e delle
spose che, come la figlia Rina, l'hanno attraversato in cerca di
fortuna lo riporterà sulla sua isola, Lampedusa, creduta un paradiso
mentre era un luogo in cui tutti erano stati condannati a vivere.
Un inferno. Era tornato perchè dall'inferno non si può fuggire. Si
evade, ma non per sempre. Fuggiasco e carceriere insieme, aveva
finito per tornare. Non ci sono prigioni più sicure di quelle che ti
danno l'illusione della libertà. (pag. 377 )
IL MARE DEI SOLDATI E
DELLE SPOSE e
le sue spiagge sono il teatro storico, perduto e dimenticato dove si
muovono e vivono e muoiono, amano e soffrono e si illudono della
propria forza personaggi realmente esistiti con altri immaginati o
soltanto sfiorati dal flusso della Storia e perciò sepolti sotto la
sabbia del deserto che come
il Mediterraneo preserva a lungo, per secoli o millenni. O distrugge
in fretta, a capriccio. [...] Sono i particolari che divertono gli
dei. (pag.
393)
Con
un italiano semplicemente splendido, perchè privo di
autocompiacimento e retorica gratuita e ardite impalcature
perifrastiche, preciso e funzionale come un'orologio svizzero,
gustoso e pieno ma anche lieve fragrante al punto di sentire le scene
addirittura coi cinque sensi, Roberto Giardina racconta quel che
accadde in quella parte trascurata della storia italiana, citando col
rigore storico dovuto fatti e personaggi ma prendendosi la libertà
di umanizzare questi ultimi, ovvero attribuendo loro pensieri e
sensazioni, come può permettersi un narratore, un novelliere, un
romanziere e non uno storico.
Infatti,
come sigla nell'ultima riga della postfazione l'autore siculo
palermitano residente a Berlino e di là corrispondente per alcune
testate nazionali, è tutto vero ma non tutto è autentico in un
romanzo che ha, da un lato, regole e tempi suoi propri ma,
dall'altro, rimane ancora lo strumento didattico più potente per
formare un'idea priva di pregiudizi e per fare luce sul passato senza
stancare o annoiare.
IL MARE DEI SOLDATI E
DELLE SPOSE
di Roberto Giardina edito nel 2010 da Bompiani, una volta avviata la
lettura, sarà in grado di farvi accomodare davanti a un grande
schermo e seguire un film immaginario ma vero, realistico ma non
crudo, in cui ogni dettaglio parla anche senza dire nulla perchè
quel che manca l'aggiunge automaticamente la fantasia, dove anche la
punteggiatura e le frasi e i dialoghi sono carichi di significato ma
hanno un ritmo che lascia a chiunque il tempo di assimilarli e,
persino, viverli. Dopo poche pagine, si perde l'ansia di giungere al
capitolo successivo o di guardare a che punti ci si trovi del volume:
si è dentro la storia di Giardina e nella Storia che i sussidiari o
libri di storia spesso trascurano, si finisce per comprendere anche
meglio molte vicende e molti aspetti della nostra società attuale,
si finisce per amare ancora di più la Sicilia e l'Italia. La
memoria è una nave senza più doghe e senza più chiglia che, prima o
poi, giunge a una spiaggia o torna alla sua spiaggia: questo è il
particolare che diverte gli dei, specialmente quello del mare.
©
2016 Testo di Claudio Montini
© 2016 Foto della copertina
Orazio Nullo
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