giovedì 28 dicembre 2017

Tutto il resto è noia: finalmente si vota...il 4 marzo!

La legislatura è finita, andate in pace...
di Claudio Montini

Dopo tanto tempo, una legislatura giunge alla sua naturale scadenza: questa dovrebbe essere già una grossa notizia, anzi, uno strillo di stampa da fare urlare al miracolo in questa Italia diroccata, presuntuosa, sbruffona e ignorante persino il più recente passato. Ho passato il mezzo secolo di età e posso dire di ricordare vagamente un'era craxiana, forse la prima, in cui accadde una cosa simile subito smentita dalla successiva legislatura, quella per cui si vagheggiò una lunga era di stabilità e di benessere poiché circolarono voci di una staffetta Craxi -De Mita che, di fatto, non ebbe mai luogo per ragioni che tuttora sfuggono alla mia limitata capacità di comprensione delle oscure trame della politica; quella stagione della storia nazionale, vista con gli occhi di oggi era la degustazione delle dissennate manfrine, veroniche, minuetti e sombreri cui avremmo assistito, noi cittadini impotenti e anche distratti ma pure rassegnati come servi della gleba, non già sui campi di gioco o in sale da ballo, ma nelle auguste aule parlamentari e nei salotti catodici e radiofonici. Finalmente il 4 marzo smetteremo di celebrare il compleanno di Lucio Dalla e proveremo a disegnare l'Italia del futuro con l'unico sistema valido in ogni democrazia degna di questo nome: una matita copiativa con cui tracciare una croce su un foglio di carta colorato, su cui avranno già stampato dei disegni e dei nomi o delle righe per concederci, bontà loro (di quelli che comandano sui seggioloni romani: e chi sennò??), la facoltà di scegliere quale pupazzo spedire a scaldare gli scranni di Montecitorio. Tutto il resto è noia, è già stato deciso, già previsto e predisposto: è inutile protestare a favore della libertà quando si soffoca la verità nella culla e si chiudono giornali e biblioteche ed edicole perchè non si trova o non si è capaci di trovare chi sia in grado di gestirle oppure, peggio ancora, chi sarebbe in grado di gestirle pretende di farlo in piena autonomia forte della propria esperienza, sensibilità e cultura. Piaccia o non piaccia, Paolo Gentiloni ha dimostrato come si possa ancora fare il politico di professione senza fare fare il buffone, lo smargiasso, il trapanante (come si usa dire in questa fetta di nord-ovest italiano stremato dalla recessione) o l'incantatore di serpenti (come si direbbe nel resto dello Stivale); di aria fritta ne abbiamo trangugiata abbastanza e sarebbe ora di affollare i seggi elettorali piuttosto che gli outlet o i centri commerciali, se non vogliamo che tutto cambi affinché tutto rimanga uguale. Altrimenti, tutto il resto sarà noia: non ho detto gioia, ma noia come quella che portò i nostri nonni sotto un balcone o davanti una radio a sentire sbraitare in italiano limpido un maestro elementare che dalla bandiera rossa era passato alla camicia nera.
©2017 Testo di Claudio Montini
©2016 Immagine di Orazio Nullo "Plastic Lies" -Atelier des Pixels collection

sabato 23 dicembre 2017

Per la notte santa che verrà...


Notte santa di stelle e pastori e cori angelici
di cuori innocenti in attesa di doni e di pace,
ispiraci un sogno dolce come il compleanno
del Dio fatto uomo per dire una parola nuova,
ma vecchia quanto il mondo e ancora dimenticata.
Lavaci dalla bocca il sapore amaro della sconfitta,
delle preghiere inascoltate, fraintese, vituperate.
Amplifica la nostra voce affinché solchi il cielo
tanto che l'alba, cui cederai il passo, possa così 
a filo d'orizzonte balenarci un miraggio di paradiso.

Buon Natale Buon 2018
da 
Claudio Montini
Orazio Nullo
Jena Sabauda

©2017 testo di Claudio Montini (inedito)
©2016 immagine di Orazio Nullo "Miracle's and desires's night"

venerdì 22 dicembre 2017

Non solo per Natale: un libro è buono per tutto l'anno!...e fa fare bella figura!

Fiorella Carcereri
DIARI DI DONNE IN PANCHINA
Arpeggio libero editore
2017
di Claudio Montini

Le vediamo tutti i giorni, ma è difficile distinguerle dalle altre; abbiamo incrociato le loro rotte ma non siamo mai riusciti a superare la loro soglia di cortese pudore; qualcuna, forse più di una, ha cercato di inviarci messaggi o richieste di aiuto ma non abbiamo sentito, non abbiamo capito, abbiamo male interpretato o, peggio, frainteso. In questi tempi balordi, in cui ogni cosa va consumata in fretta prima che si freddi e sia scalzata da un'altra, tanto che non c'è quasi più spazio né tempo per lacrime, rammarichi e civili addii; ora che si inneggia alla tracciabilità totale mentre si fa di tutto per non lasciarne alcuna; adesso che l'estetica ha soffocato nella culla, contemporaneamente, l'etica e la morale agevolando il ruolo della rivisitazione del passato come comodo alibi per chi non ha idee nuove da proporre (ma non è in grado di riprodurre neppure lontanamente quelle vecchie), meno male che c'è ancora qualcuno che ha il coraggio di guardare in faccia alla realtà e di chiamarla col nome più appropriato. Chi, se non una donna, poteva riuscire in questa titanica impresa? Con che cosa, se non con quello straordinario endoscopio d'anime che è il diario personale? Costei è Fiorella Carcereri, traduttrice e poetessa e narratrice, che con DIARI DI DONNE IN PANCHINA (Arpeggio libero, 2017) registra il flusso di pensieri, impressioni, delusioni, illusioni che cinque donne accumulano e vagliano e ricordano e annotano in merito alla ricerca dell'amore, del corrispondente d'amorosi sensi adatto a celebrare insieme a loro i fasti del sentimento che, secondo il padre putativo della lingua italiana, Dante Alighieri, move 'l sole e l'altre stelle. Detesto il neologismo femminicidio e continuo a pensare che si tratti di omicidio volontario e come tale andrebbe punito, ma con la vecchia norma del codice penale, ovvero quella che prevede il "fine pena: mai", non con una condanna (ipotetica, considerati sconti e indulti e benefici vari) a trent'anni; preferisco lasciarmi avvolgere dai flussi emotivi e narrativi di una scrittrice che rappresenta cinque aspetti della duale natura umana, cinque come le dita di una mano o come i sensi che ci consentono di prendere coscienza della realtà fisica; il problema è che i dati raccolti con questi ultimi vengono elaborati dall'istinto e dai differenti percorsi razionali della natura femminile e maschile: da qui nascono malintesi, sentimenti e sensibilità calpestate, odio che queste cinque donne battute dai pessimi risultati della loro ricerca e ritiratesi dal campo (cioè temporaneamente, si spera, in panchina, come nel basket o nel volley o nella pallamano) per ritrovare lucidità e serenità, affidano a un diario, magari solo interiore e comunque un posto dove nessuno, nemmeno un'uomo, potrà mai avere accesso. DIARI DI DONNE IN PANCHINA è la dimostrazione plastica che le donne non smettono mai di pensare perchè, come ha scritto Enrico Pandiani in PESSIME SCUSE PER UN MASSACRO (Rizzoli, 2012), le donne hanno una certa quantità di sangue in più, che perdono mensilmente ma che le mantiene lucide in ogni momento: e, a differenza di noi maschietti, ricordano a lungo ogni centimetro di cicatrice di ferita così come il momento in cui è stata loro inferta e, se si fermano un turno in panchina, lo fanno solamente per trovare il modo migliore per farcela pagare o cercare un'altro posto dove ricominciare.

©2017 Testo di Claudio Montini
©2017 Immagine di Fiorella Carcereri dal suo profilo facebook

sabato 16 dicembre 2017

Capriccio lirico di benvenuto al mondo

Cercatori di verità
di Claudio Montini


Tempo e spazio sono inconoscibili
Oppure difficilmente misurabili.
Magnitudini opposte si bilanciano,
Mescolando l'equilibrio delle formule
Apparecchiate per descriverle e riprodurle.
Sfruttando trappole logiche e ricatti sottili,
Ondivaghiamo in cerca di nostri simili.

©2017 Testo di Claudio Montini
©2014 Immagine di Augusta Belloni

mercoledì 13 dicembre 2017

Letti & Piaciuti: UN GIORNO DI FESTA (Rizzoli, 2017) di Enrico Pandiani

GRAN FINALE COL BOTTO
Enrico Pandiani
UN GIORNO DI FESTA 
Rizzoli (2017)
di Claudio Montini
Ci sono due verbi, apparentemente simili e allo stesso tempo diametralmente opposti, per descrivere UN GIORNO DI FESTA (Rizzoli, 2017) di Enrico Pandiani: divenire e maturare; vanno considerati nella loro forma di sostantivi, il divenire e il maturare, per evidenziare e raccontare dell'ulteriore positiva, gustosa , piacevole evoluzione relativa alla creatività dello scrittore torinese e italiano, per nascita e per residenza, ma anche europeo e francese e parigino per gusto, eleganza, misura e, perchè no?, genio della prosa narrativa. Il divenire è legato ai tempi difficili e malsicuri che il Vecchio Continente si trova a vivere, stretto tra stagnazione economica, popoli in movimento verso una terra promessa inesistente e una guerra non convenzionale tra civiltà e culture superbamente convinte della propria supremazia; una lotta, sia detto per inciso, che fa soltanto il gioco di oscuri consorzi economici e politici decisi a cavar denari e onori dal sangue e dalla carne altrui. Il maturare è legato al carattere, all'anima, alla psicologia dei personaggi di UN GIORNO DI FESTA, maggiori e minori, che Enrico Pandiani smette di manovrare come un burattinaio occulto in una Francia (Parigi compresa) che rende con rapide e vive pennellate di parole tali da suscitare persino la sensazione di umori e sentori, come di fronte a certi quadri impressionisti; lui riprende e dirige e registra come un genio della macchina da presa, in stato di grazia, saprebbe fare con attori in carne e ossa traendo da loro energie e vibrazioni che travalicano il copione, lo schermo, la stessa immaginazione per installarsi in tutti e cinque i sensi dello spettatore: il lettore, anche quello dallo stile più frammentato e distratto, ad ogni ripresa non si trova spaesato e viene avvolto dalla prosa elegante e fluente che lo accompagna, inconsapevolmente e senza affanno, da un capitolo all'altro sino al gran finale che fa sì che quest'opera meriti l'appellativo di romanzo. Il quattordici luglio, la Francia moderna e contemporanea celebra il suo natale con una festa di popolo in piazza ad ammirare parate militari, concerti e giochi pirotecnici: quale migliore occasione per quei gruppi neofascisti e xenofobi di realizzare un'attentato dinamitardo da addebitare, con opportuni depistaggi, alla galassia terroristica di matrice islamica? Se il piano funzionasse, quale migliore cavallo di Troia per espugnare Eliseo e Assemblea Nazionale avrebbero a disposizione quelle forze reazionarie e liberticide? Non dovrebbero nemmeno nascondersi dentro, lo potrebbero cavalcare a suon di voti così come farebbero con la marea montante del malcontento nell'opinione pubblica, in una eventuale campagna elettorale. Tuttavia, il diavolo fa le pentole ma non i coperchi poichè l'omicidio di un poliziotto ufficialmente in vacanza (che sarebbe dovuto apparire come un incidente stradale) e la caccia alla sua compagna di viaggio e di vita, membro effettivo de Les Italiens e ora testimone scomodo, scatena la squadra della Brigata Criminale della Police Nationale capitanata dal commissario Mordenti che, questa volta, non lavorerà da sola ma coordinerà le operazioni con i reparti di intelligence che si occupano di lotta al terrorismo. Invisibile ai più, è in atto una guerra senza quartiere e senza esclusione di colpi dove vigono pochissime regole, dove il rispetto delle consegne e degli ordini determina il confine tra la vita e la morte così come l'attenzione ai dettagli e alla loro collocazione, dove irrompono e chiedono spazio anche gli affetti personali e i sentimenti privati che non sono più trattati come intermezzi tra una salva di fucileria, un inseguimento a rotta di collo o una scazzottata, ma diventano il motore e il propellente utili a gettare il cuore oltre l'ostacolo fino al buon esito della missione. Al pari di tutti gli scrittori italiani della sua generazione, le cui opere siano catalogabili in questo genere letterario erroneamente considerato di seconda fascia o di mero intrattenimento dagli intellettuali benpensanti, Enrico Pandiani anche in UN GIORNO DI FESTA (Rizzoli, 2017) riesce a divertire e a far riflettere trasmettendo messaggi forti e fondamentali per migliorare il mondo in cui tutti viviamo; ci vuole amore, amicizia, senso del dovere, competenza, intelligenza, gioco e lavoro di squadra, generosità e rispetto degli ordini e dei compagni: è finto, morto e sepolto il tempo degli uomini soli al comando e degli eroi, invincibili e fortunati, che con un cacciavite e del filo di ferro ristabiliscono ordine e giustizia disinnescando ordigni micidiali. In una società multiculturale come quella attuale, chi si arrocca e si isola convinto di avere in tasca la verità assoluta e universale, oltre a un bel pacco di soldi e munizioni di vario calibro, potrà forse vincere le prime scaramucce e prendere qualche vantaggio ma, alla lunga, è destinato a perdere tutto se gli esseri umani innamorati della vita apriranno gli occhi e il cuore, ritrovando il senso del primo comandamento e dandosi da fare affinchè ogni giorno sia un giorno di festa il cui gran finale col botto sia solo quello delle bottiglie di vino spumante da bere tra amici.


© 2017 testo di Claudio Montini
© 2017 immagine da Google Images Database

venerdì 8 dicembre 2017

Cantare per Natale, a Lomello

CHORUS SANCTI LAURENTII 
CHRISTMAS TOUR
di Claudio Montini
Le associazioni culturali spuntano come i funghi, in silenzio e nei luoghi più impensati: dicono che basti la passione e il desiderio di fare qualcosa di bello per sè e per gli altri. L'Associazione Culturale Sancti Laurentii, fondata nel 2013, ha per casa proprio la sede dove terrà domenica 10 Dicembre 2017 il terzo dei concerti previsti per il tour invernale, che si concluderà a Torreberetti (PV) il 16 Dicembre. Nella Chiesa sconsacrata di San Rocco in Lomello (PV) alle 21, insieme a Comune di Lomello e Pro Loco di Lomello, il Chorus Sancti Laurentii diretto da Yuko Boverio con Yoko Noda, al pianoforte, e Stefano Boverio al sax soprano darà vita al Concerto di Natale 2017 cui seguirà un rinfresco in cui ci si potrà conforntare con gli artisti e scambiarsi gli auguri per le festività natalizie. L'attività dell'associazione è volta alla promozione, alla ricerca, allo studio e alla esecuzione di ogni genere di musica polifonica, corale e strumentale attraverso l'organizzazione di corsi e di seminari, nonchè di concerti in cui trovano spazio tanto la polifonia barocca e rinascimentale, quanto il romanticismo sinfonico del XIX e XX secolo. 

© 2017 testo di Claudio Montini
© 2017 foto di Ass. Cult. Santi Laurentii tratto dalla pagina facebook

mercoledì 6 dicembre 2017

Un uomo, un fiume, una città: un'amore che non si spiega, si vive.

PATRIZIO VENTURA, TICINO, PAVIA
Un amore che non si spiega: si vive e si condivide
di Claudio Montini

Il terzo millennio ha ereditato dal secondo due grandi invenzioni: la macchina fotografica reflex e internet. Comunque la si pensi e comunque si guardi ad esse, si tratta di applicazioni per le sterminate potenzialità dell'animo umano estremamente positive poichè hanno permesso ad anime belle, vive, generose, dotate di istinto artistico e notevole senso estetico, di cogliere e mostrare, di fissare la magica armonia del creato e renderla fruibile ai vicini e ai lontani, alienando la paura della morte e della solitudine col regalo di levare i paraocchi che ci impediscono di vedere quanto il mondo possa essere meraviglioso, proprio come Riccardo Pazzaglia aveva vestito la musica di Domenico Modugno. Anche lì c'è un ponte, dunque c'è un fiume e una città e un uomo che ha perso molto, anche la stima di sè; poi arriva un passante, forse un angelo, che gli apre gli occhi e gli mostra la bellezza che comunque ha tutto intorno a sè e quanto non valga la pena buttare via l'acqua sporca col bambino dentro.Quel passante è, per me, Patrizio Ventura da Pavia, autore di DALLE SPONDE AL CUORE Fotogrammi e parole d'acqua (OCEANO EDIZIONI, 2017)  che risalendo dalle sponde del fiume Ticino, culla atavica della città delle cento torri e capitale del regno longobardo in Italia, con la sua reflex al collo e la testa piena di suggestioni e di riflessioni urgenti d'uscire dal cuore per i gangli della rete virtuale, ha aperto gli occhi e scaldato il cuore di tanta gente sensibile e di buona volontà che ha incrociato i suoi fotogrammi e le sue parole, più d'una volta, acqua fresca per assetati di genuinità, di umanità, di amore in tutte le sue declinazioni. Affinchè non se ne perdesse l'eco, gli è stato suggerito di raccogliere parole e immagini in un volume e, di quest'ultimo, Patrizio Ventura ne parlerà venerdì 15 Dicembre 2017 alle ore 18, presso la sala conferenze di Palazzo Broletto in piazza Vittoria a Pavia, con Maria Teresa Infante (poetessa e scrittrice) e Barbara Agradi (poetessa) grazie all'Associazione Culturale L'OCEANO NELL'ANIMA. A detta di Patrizio stesso, DALLE SPONDE AL CUORE Fotogrammi e parole d'acqua (OCEANO EDIZIONI, 2017) è una raccolta di immagini e note e poesie (circa un centinaio, pubblicate su facebook) che vogliono essere un sunto del suo essere umano, pensante e senziente, ovvero la sua visione delle cose del mondo da lasciare a tutti coloro che gli vogliono bene: un segno tangibile nella memoria degli amici per non morire mai, come sentenziò a suo tempo anche Marco Tullio Cicerone, come il Ticino che da oltre due millenni continua la sua storia d'amore con i figli della città che ha visto nascere e crescere e, purtroppo, invecchiare...ma questa è un'altra storia ed è ancora tutta da scrivere!

© 2017 Testo di Claudio Montini
© 2017 Fotografia di Patrizio Ventura dal suo profilo facebook

sabato 2 dicembre 2017

La solidarietà umana è contagiosa.

Abbiamo fatto tutto il possibile?
di Claudio Montini
Dicembre, in fondo al calendario, è sempre stato un mese speciale per me: essendo nato a giugno, un paio di settimane prima della fine della primavera o dell'inizio dell'estate, esso rappresenta un'attrazione irresistibile in omaggio alla legge di attrazione degli elementi antitetici, in primo luogo, mentre più spesso si è rivelato essere un momento di tregua e di bilancio e di programmazione, qualche volta di eventi che hanno sconvolto l'ordine costituito delle cose...ma quelli sono come i contenuti delle cartoline rosse (o verdi, non ricordo bene) di un famoso gioco di società da tavolo, che si sa quando comincia e non quando finisce. Meglio la tombola, sebbene anche lì la dea bendata non mi abbia mai degnato di considerazione alcuna. Dicembre, dicevo, chiude la fila dei dodici capitoli del romanzo che impariamo una pagina al giorno sinchè non troviamo, a volte anzitempo, quella con la parola Fine e dobbiamo lasciare ad altri il compito di riempire di ricordi, battute e aneddoti che ci riguardano le pagine successive. Chi vive nella memoria degli amici, non muore mai pare abbia lasciato scritto Marco Tullio Cicerone forse per farsi coraggio, poiché sono convinto che anche lui fosse conscio del fatto che è peggio per chi va, dal momento che nessuno è mai tornato indietro a dirci com'è e come si sta, mentre chi resta si arrangia e tira avanti come può. Io penso che sia inutile arrovellarci le meningi ad immaginare un universo parallelo, nemmeno i poeti che disegnano scenari irrazionali basati su distorte geometrie sarebbero in grado di fare un quadro verosimile, nemmeno Dante ci è riuscito: ha fatto una copia riveduta e corretta dalle sue simpatie, dalla sua fede, dal suo bagaglio culturale del mondo che lo circondava (che, a voler ben guardare, assai poco è discosto dal nostro: è per questo che il poeta fiorentino è ancora così attuale). Sfruttiamo questo mese per tirare le somme, se non di tutta una vita a durar fatica, almeno dei giorni dal principio di Gennaio in qua e domandiamoci, con tutta l'onestà di cui disponiamo, se abbiamo fatto tutto il possibile (o il nostro dovere, che talvolta è il minimo sindacale) per rendere la vita meno amara a noi stessi e agli altri. La solidarietà umana è anche il rispetto dei nostri limiti e di quelli altrui: il rispetto della dignità di tutti ne è la diretta conseguenza ed è altrettanto contagiosa.

© 2017 Testo di Claudio Montini
© 2017 Immagine di Orazio Nullo "Money never sleeps" - atelier des pixels collection