giovedì 31 dicembre 2015

Editoriale di fine anno: grazie a tutti i lettori!

Brain teaser (2015) by Orazio Nullo
E' stato un anno difficile sul piano personale, forse uno dei peggiori che abbia mai vissuto; l'eta che avanza dovrebbe essre uno scudo e una corazza sufficienti a non scalfire la speranza di uscire dal tunnel nero e vischioso della malasorte: il problema, invece, è proprio l'età che avanzando assottiglia le probabilità di rimettersi in carreggiata, riducendo la distanza tra il vivere e l'uscita di scena.
Per mia fortuna, non ho mai smesso di scrivere e di immaginare reinventandomi commentatore del mondo e di quel che vi accade dentro, riversando il prodotto delle mie elucubrazioni nei post di questo blog che state leggendo.
Posso solo dirvi grazie per il bene che mi avete fatto, gettando anche solo un'occhiata distratta.
Da Dicembre 2014, in cui mi rallegravo per le oltre tremila visualizzazioni, a Dicembre 2015 il blog ne ha totalizzate oltre 13700 crescendo di mese in mese, in particolare nell'ultimo trimestre in cui le visite mensili sono state superiori alle 1700 unità.
Sono triplicati i post, è vero, ma è anche vero che devono essere stati anche apprezzati: e questa è una soddisfazione che ripaga delle amarezze dell'anno che si va concludendo.
Sopratutto, mi conforta sul piano personale perchè è il segnale che la strada intrapresa, quella della scrittura, è giusta e darà i suoi frutti; per quanto riguarda il blog, probabilmente proveremo a dargli una veste grafica diversa: di sicuro aggiungeremo una pagina dedicata a Orazio Nullo e alle sue illustrazioni e assisterete alla nascita di un romanzo in diretta, sulla pagina di ULTIMA MISSIONE, SOPRAVVIVERE.
Leggere per credere: restate sintonizzati anche nel 2016!   
Buon anno a tutti da Claudio Montini, Orazio Nullo, La Jena Sabauda e la redazione di Radio Patela Magazine

(c) 2015 testo di Claudio Montini
(c) 2015 immagine di Orazio Nullo

Una vecchia canzone l'aveva detto già

Pensieri sull'anno che verrà


 di Claudio Montini

Finalmente ci siamo arrivati; certo, qualcuno ce lo siamo perso per strada e la cosa ha reso amari molti giorni trascorsi ad aspettare questi momenti, oppure pochi e pochissimi perchè il fatto è ancora recente e bruciante; certo, si dice che sia una ruota che gira, ma sembra sempre più facile accettarlo quando è la ruota altrui a girare; certo, ora ci spremeremo le meningi per formulare i migliori propositi e i più calorosi auguri per il nuovo anno che, tra pochi giri di lancette o orbite del globo terracqueo intorno alla sua nana gialla, ci avviamo a misurare e a vivere nell'attesa che termini a sua volta.
In fondo, Lucio Dalla mica si sbagliava cantando che la vera novità dell'anno che verrà fosse quella per cui, tempo dodici mesi, sarebbe passato anche lui senza sciogliere i nodi e le controversie che aveva incontrato alla sua nascita.
Suggeriva, il piccolo grande bolognese, di ricorrere alla lucida follia dei poeti per sconfiggere la malinconia elencando una serie di assurdità e di banalità elevate a miracoli quotidiani, ovvero a inventarsi sogni di libertà e di rock and roll per riderci sopra, per continuare a sperare, fossero anche solo slogan dettati dalla televisione in nome e per conto della trasformazione a lungo attesa.
Eravamo alla fine degli anni '70 del secolo breve, il XX; doveva essere solo una canzonetta confinata in un disco di vinile: invece, no! L'abbiamo presa sul serio, l'hanno presa sul serio e noi che amiamo riascoltarla, oggi con gli occhi velati di nostalgia per la gioventù, non abbiamo capito proprio nulla stupendoci della sua attualità.
Chi si è succeduto al potere non ha fatto altro che ripetere e dare corpo al contenuto de L'ANNO CHE VERRA'  usando proprio la televisione per ammansirci, anestetizzarci, uniformarci e distoglierci dall'uso del buonsenso, del raziocinio, dell'intelletto e del cuore in genere.
Quel che è ancora peggio, è il fatto che la medesima azione è stata pervicacemente e proditoriamente portata avanti anche da coloro che al potere non ci sono arrivati, ergendosi comnunque a difensori di diritti e a paladini del dissenso organizzato; perchè la tavola, o la greppia o il trogolo, cui approvigionarsi non viene accaparrata totalmente da chi sta nella stanza dei bottoni e qualche bocconcino mica male arriva anche all'opposizione, oltre alle briciole che giammai cadranno a chi sta sotto alla tavola stessa.
Infatti ci accontenteremo anche nel 2016 di promesse, di dichiarazioni vive e vibranti, di solenni impegni buoni a imbrattare d'inchiostro la carta che, per risparmiare i pochi soldi che saremo riusciti a non farci rubare, useremo per andare in bagno a esprimere il nostro parere sull'anno trascorso e sui potenti attuali.
Metteremo altri sacchetti di sabbia e inferriate alle finestre e allarmi elettronici, aspettando asserragliati che qualcosa cambi ma astenendoci dal prendere iniziative.


(c) 2015 Testo di Claudio Montini
(c) 2014 Foto di Orazio Nullo "Time sentinels"

martedì 29 dicembre 2015

La premiata Forneria Sabauda presenta...

Pan croccante della Jena Sabauda  


di Jena Sabauda



Avendo voglia di grissini casalinghi, rustici e abbondanti ma anche gustosi e soddisfacenti, potreste provare a mettere in cantiere (e in forno) questa ricetta per un pane a forma di bastone simile ai corti e tozzi ciocchetti che si usano per avviare il camino o la stufa.
La dose che ho pensato dovrebbe darvi quindici "bastoncini" belli cicciotti; dunque, ecco la lista della spesa:
  • 500 grammi di farina di semola rimacinata di grano duro
  • 15 grammi di lievito di birra; in altenativa, se ne l'avete pronto, potete usare 150 grammi di lievito madre
  • 200 millilitri (ml) di acqua a temperatura ambiente
  • 100 millilitri (ml) di olio di oliva extra vergine
  • 2 cucchiai da caffè (o da the: insomma, piccoli) di sale fino
  • 2 cucchiai da the (o caffè: vale a dire piccoli) di zucchero
  • 2 uova di gallina
  • Semi di sesamo o origano quanto basta a piacere
In una ciotola capiente, setacciate la farina quindi unite l'acqua, il sale, lo zucchero, l'olio e infine il lievito: ora cominciate ad amalgamare gli ingredienti impastandoli fino ad ottenere una palla omogenea e compatta che lascerete a lievitare per mezza giornata.
Trascorso questo tempo, essa si sarà espansa fino al doppio del volume originario: siete pronti per staccarne dei pezzetti che stitrerete con le mani facendoli rotolare sul tagliere, o sul tavolo, ben infarinato finchè non otterrete dei piccoli bastoni di pasta (approssimativamente quindici centimetri di lunghezza per due/tre di larghezza: quasi dei sigaroni di pasta); ne otterrete circa una quindicina, come ho già scritto, e li lascerete lievitare per altri quindici minuti.
Nel frattempo, rompete le uova in una ciotolina o in un piatto fondo e sbattetele con una forchetta; il risultato lo spennellerete sui bastoncini che cospargerete, poi, di origano o di semi di sesamo a seconda del gusto e della disponibilità (potete anche farne ameno: vengono buoni ugualmente!).
Siete, dunque pronti per metterli in forno a 200 °C per 20 minuti; dopodichè abbassate la temperatura a 150°C e proseguite per altri 15 minuti controllandone la doratura e, se vi pare, fermandovi o un po' prima o un po' dopo.
Una fragrante alternativa al pane, in cassetta o in michetta: ma anche un sano spuntino fuori pasto quando si è assaliti da un languorino garibaldino.
Buon appetito da La Jena Sabauda.

(c)2015 ricetta rielaborata da La Jena Sabauda – collaborazione al testo: Claudio Montini
 

giovedì 24 dicembre 2015

Da "Camere ammobiliate per viaggiatori immaginari" di Claudio Montini Ed.Youcanprint

  
LETTERA DI NATALE
 di Claudio Montini

Caro Babbo Natale,
sono passati tanti anni dall'ultima volta che ti ho scritto, perciò capisco lo stupore che ti si è dipinto sul viso; non che avessi mai creduto che potesse arrivarti alcunchè, dal momento che nessuno sapeva l'indirizzo completo oppure era tanto vago da parere inverosimile.
Finlandia o Circolo Polare Artico, con tutta quella neve e quel ghiaccio, era un posto impossibile anche per il postino più temerario come il signor Pietro che, in bicicletta con ogni tempo, non fece mai mancare a me una copia di TOPOLINO, a mio padre IL SOLE-24ORE e a mia madre le bollette.
Però, a quell'epoca le elementari erano ancora una scuola seria, con il loro crocifisso appeso al muro, il grembiulino uguale per tutti e una maestra cui si poteva dare solo del lei: la "letterina a Babbo Natale (o a Gesù Bambino)" era un'attività scolastica come le altre, sebbene il voto sarebbe confluito in quella voce indefinita detta condotta.
Ad essere sincero, non abbiamo mai avuto bisogno di mandarti messaggi perchè abbiamo avuto la fortuna ( Dio solo sa quanto duri poco quella degli uomini ) di avere una mamma e un papà che sapevano leggerci dentro come fossimo libri aperti: non ci è mai mancato nulla e, spesso a sorpresa, ricevevamo anche un ... "giontino"!
Ma sì, il "giontino" quel guizzo di genio aggiunto al dono che lo rendeva indimenticabile.
Bastava che facessimo il nostro dovere con coraggio e con entusiasmo, come facevano loro, e andare bene a scuola tanto quanto non cacciarci nei guai nel tempo libero era il nostro lavoro e la nostra missione.
Quando dico "noi" non lo faccio per darmi delle arie con il plurale majestatis, come certi scellerati buffoni catodici: è più semplice di così: siamo tanti fratelli e, siccome io sono il poeta di famiglia, tocca a me prendere i loro reconditi moti dell'anima e forgiarli in parole da affidare al vento, affinchè volino lassù da te e poi oltre le stelle.
Quest'anno portaci pure un bel niente, ma portati via questa malinconia che è peggio della malattia che vinse, troppi anni fa, la sua battaglia e li riconsegnò al cielo; quando arrivano questi giorni, da queste parti fa freddo perchè siamo d'inverno: ma in casa nostra e nei nostri cuori fa un po' più freddo e la lacrimuccia è sempre dietro l'angolo delle ciglia, pronta a tuffarsi giù.
Ecco, allora, dovresti dirgli, a loro e a Colui che lassù risiede, che, se il destino ha vino una battaglia, la guerra l'abbiamo vinta noi: perchè non se ne sono più andati dai nostri cuori, dai nostri pensieri, dai nostri passi in questo piccolo e pazzo mondo.
Hanno solo cambiato casa: prima, c'erano per tutti e ora sono dappertutto; apparecchieremo la tavola e la imbandiremo, arricchendola di cose buone da bere e da mangiare: o a Natale o a Santo Stefano, troveremo il modo di esserci tutti e saremo tanti, proprio come una volta; coi bicchieri pieni e levati faremo festa e parleremo e guarderemo le vecchie fotografie.
Non ci saranno sedie vuote perchè l'amore, capace di dilatarsi oltre i confini del tempo e vincere la morte, con i nostri ricordi occuperà anche quelle vuote.
Quando sarai tornato dal giro, quando avrai vuotato i sacchi di regali e staccato le renne, prima di andare a riposare, ecco, ci piacerebbe che portassi loro un nostro
messaggio, perchè siamo convinti che ci veglino ancora .
Ciascuno suo tempo e ognuno a suo modo ritroveremo la strada per la casa del Padre: non abbiamo dubbi che sarete sulla soglia pronti ad accoglierci, sereni , belli e sorridenti come non mai.
Allora, basterà un'occhiata a capire se abbiamo speso bene i nostri talenti, grazie ai vostri insegnamenti.
L'avevo scritto su un biglietto a parte, ma non ti devi affannare a consegnarlo: penso che lo abbiano già sentito mentre noi dobbiamo ancora scrivere i pensieri per riuscire a ricordare.
Però, facci questo piacere perchèil regalo vero non è mai nell'oggetto che si dona, ma nel pensiero e nell'affetto di cui esso è testimone.
Grazie, Babbo Natale!

Orazio insieme a Isabella, Giulio e Nicola



(c) 2015 testo di Claudio Montini estratto da "Camere ammobiliate per viaggiatori immaginari"
      ed. youcanprint 2015
(c) 2013 - 2015 foto di Orazio Nullo e Claudio Montini

mercoledì 23 dicembre 2015

La poesia è donna: Roberta Preda e le sue raccolte del 2015 - Radio Patela Magazine

 Una voce nuova in libreria...


   di Claudio Montini e Massimo Pistoja

E' uscito ieri per i tipi di Intermedia Edizioni, una nuova raccolta di poesie di una promettente poetessa pavese la cui prefazione è stata scritta da un'altro poeta pavese, altrettanto promettente, Massimo Pistoja i cui componimenti il blog ha già ospitato in passato.
  
"Questa di Roberta Preda è, come quella di Saba, una poesia onesta, concreta e tutt'altro che disimpegnata, intessuta com'è di sofferenza esistenziale e dolore metafisico, mitigati entrambi da esplicite invocazioni a Dio, che, trascendendo l'immanenza, aspirano a rendere almeno perfettibile l'altrimenti irredimibile agire umano. Slanci di purità che riflettono il movimento ondoso dell'anima, e che si polarizzano a volte in tutte quelle immagini terragne che prendono, ad esempio, la forma e l'essenza delle foglie, non più verdi e già lontane dalle proprie radici, e perciò 'disperse', come «dispersa foglia tra le foglie» si descrive, per l'appunto, Roberta Preda nella poesia “Ti donerò”.
Una poetessa che nei suoi versi, spesso autobiografici – intimisti e sentimentali – esprime una poetica definibile della 'lontananza', decisa a rifiutare ogni più facile suggestione del cuore ed ogni neo-galateo sensuale e ostentato, giocato tutto al femminile."   (di Massimo Pistoja, dalla prefazione)

 ORMA D'INCONTRO ed. Intermedia segue di qualche mese il volume che vedete a lato e che è uscito in selfpublishing alla fine dell'estate di quest'anno che volge al termine, LA COSCIENZA DELLE TERRE ed. youcanprint.
Un anno prolifico per la poetessa pavese che, tra l'altro, ha vinto il primo premio per componimenti inediti in italiano in un concorso nazionale, POESIA NEL BORGO a Montingnano di Senigallia (AN), con la poesia Di un divenire che ha meritato la seguente motivazione:
La lirica è carica di sottili emozioni che evidenziano, anche in pochi versi, l'inclinazione a scoprire i misteri dell'animo umano e della vita esaminando fotogrammi del quotidiano. Eloquio elegante.



 (c) 2015 testi di Claudio Montini e Massimo Pistoja
(c) 2015 foto di Youcanprint edizioni in selfpublishing / Intermedia Edizioni / Google Images Database

martedì 22 dicembre 2015

Il confine dell'amicizia


C'è un confine che non passo mai,
un limite di fronte al quale mi fermo muto, 
una porta che non posso aprire
e una soglia che non mi è permesso varcare. 
Sono lì, impotente e attonito, 
non posso fare altro che pensare e immaginare;
ma sento che non è abbastanza: 
allora faccio posto nei quattro angoli del cuore
e ti lascio entrare, se vorrai riposare gli occhi stanchi, 
proverò ad ascoltare i tuoi ricordi 
ti abbraccerò se avrai bisogno anche delle mie spalle
per portare insieme anche questa croce. 
Non temere: chiedi e ti dirò di sì.
Chiama senza scrupoli il mio nome,
attraverserò il confine correndo,
mi ritirerò tacendo alla fine del tormento 
con un sorriso in tasca come risarcimento.


(c) 2015 Testo di Claudio Montini
(c) 2015 foto di Orazio Nullo
 

domenica 20 dicembre 2015

Dopo tutto, sarebbe Natale...

Costretti ad essere ottimisti

 

di Claudio Montini

 

Volenti o nolenti, siamo giunti all'ultimo scorcio dell'anno e sembra diventato un dovere imprescindibile per chiunque redigere un bilancio dell'anno, ovveromettere diligentmente in colonna azioni, tentativi, obbiettivi raggiunti, risultati ottenuti e tante promesse imminenti per il nuovo anno.
Fioriscono gli oroscopi e le proiezioni statistiche per irempire palinsesti radiotelevisivi e pagine di rotocalchi e giornali, si affannano le votazioni nelle sedi istituzionali affinchè si arrivi alla viglia del compleanno più importante della cristianità occidentale con la coscienza di aver fatto e disfatto tutto il possibile, cioè di aver rispettato i programmi e le scadenze imposte da questi ultimi, figli anche loro spurii di una notte insonne per una cena troppo pesante.
Persino facebook ti costringe a scegliere dieci fotografie per caratterizzare il tuo percorso lungo questi dodici mesi: ma non ti lascia mettere un commento a ciascuna per dire chiaramente cosa ti passi per la testa, forse vuole solo costringerti ad essere ottimista e rallegrarti per i "like"  che potresti suscitare tra i presunti amici; ieri, durante una trasmissione televisiva del pomeriggio, Vincenzo Salemme (commediografo e attore e regista napoletano) si domandava come mai fosse passato di moda il guardarsi negli occhi, il toccarsi, l'annusarsi, il riconoscersi sensorialmente tra le persone: quella fisicità del rapporto umano era la sola definizione di amicizia possibile e non quella di avere un elenco di nomi, veri o presunti tali o del tutto fantasiosi, cui non corrisponde nulla se non una frase o un disegno generata da un elaboratore elettronico.
Eppure, a me, questo genere di amici hanno fatto altrettanto bene quanto quelli in carne e ossa: da loro ho imparato qualcosa, ho insegnato io qualcosa, ho ricevuto e dato conforto almeno spirituale, mi sono sfogato e se sono stato giudicato uno sciocco o un poveraccio, per lo meno, hanno avuto il buon gusto di non scriverlo, di non perdere tempo e sonno e fatica nel formulare contumelie....Sicuramente avevano di meglio da fare! 
Per questo motivo, nonostante tutto, mi vedo costretto a sperare in un nuovo giorno per vedere come andrà a finire: d'altra parte tra pochi giorni è Natale e bisogna essere tutti più buoni....
Non c'è scampo, per quel giorno saremo tutti costretti ad essere ottimisti! A Santo stefano smaltiremo la sbornia giusto per esser pronti per quella di San Silvestro.

(c) 2015  testo di Claudio Montini
(c) 2015 foto Google Images Database "L'albero della vita a EXPO 2015" 

venerdì 18 dicembre 2015

La Jena Sabauda è tornata in cucina!

Quando le uova abbracciano il pomodoro
(se il frigo langue, studiate questa strategia)



di Jena Sabauda


Quando il frigo langue e non sapete quale menù del giorno inventare, studiate una strategia come quella che vi vado ad illustrare.

Dosi:
  • due uova ad personam (di gallina, per ciascun commensale)
  • passata di pomodoro
  • foglie di basilico
  • 1 spicchio di aglio
  • 1 cipolla
  • sale e pepe q.b.
  • Olio di oliva extravergine q.b.
Procedimento:

In un tegame scaldate olio e poco burro, insaporiti dallo spicchio d'aglio che toglierete prima che si bruci; quindi fateci appassire la cipolla sminuzzata o affettata se preferite.
Siccome questo accade nel giro di pochi minuti, state pronti con la passata di pomodoro che verserete nel tegame a coprire la cipolla e a formare un bel tappeto rosso, cui unirete anche le foglie di basilico.
Scaldate il tutto per 6/8 minuti, poi fate spazio nella passata con un cucchiaio di legno (sennò mi rovinate il tegame: che ve lo dico a fà?) perchè lì ci dovete mettere le uova, due per ciascun commensale,(il guscio va buttato, il contenuto va cotto); aggiustate di sale e pepe, così anche la passata prende sapidità, e dopo un minuto girate le uova affinchè si rapprendano un poco di più: un altro minuto e andate in tavola, se non volete cospargerli di scaglie di formaggio (provolone o scamorza o parmigiano a piacere: dovete solo aspettare un'altro minuto che il prescelto si ammorbidisca...).
Se gustate queste uova dopo un buon risotto con salciccia, avrete assunto carboidrati e verdure e proteine; per le fibre basterà una mela perchè...una mela al giorno leva il medico di torno!
Poca spesa ma tanta resa: buon appetito dalla vostra La Jena Sabauda.


(c) 2015 La Jena Sabauda (impaginazione Claudio Montini; grafica Orazio Nullo)

giovedì 17 dicembre 2015

Auguri da un poeta di gran classe: Patrizio Ventura da Pavia


E Buon Natale mia brava gente,
che per sentirsi tanto speciale
gli basta poco, basta un niente,
ignorando forse, che sul giornale
ci son persone che sono morte,
o che ad Essa son condannate,
chi vuol decidere la loro sorte,
o ad una spina sono attaccate.
Ma è Natale, mia brava gente
anche per chi, sopra ai barconi
affronta il mare, non quello di sabbia
che ne son pieni i loro polmoni,
spinti da fame, terrore e rabbia,
di veder sempre nelle televisioni,
le nostre città dai mille colori,
le nostre tavole, con tutti i sapori
perchè lor si nutrono di illusioni,

d’aver giorni futuri in toni migliori.
E Buon Natale mia brava gente,
anche per chi lo passa in corsia,
a combatter la guerra, quella silente
contro i mali che li portano via
e siccome sono signor...nessuno,
ho il forte dubbio ch’interessi qualcuno.
Ma è Natale mia brava gente
dicono le figlie del prior Vaticano,
ignorando chi crede diversamente
in un altro Dio a noi troppo lontano,
che al posto di sentite preghiere,
poi ci si trova con armi in mano,
ma...in nome di chi?
Vorrei tanto sapere! 

Tanto è Natale mia brava gente,
anche per chi è rimasto da solo,
solo perchè forse è diverso,
solo perchè...è finito il suo volo,
fatto d’amore al compagno perso
divenuto polvere...dell'universo,
fatto di rabbia per questa vita

che scivola lenta tra le sue dita.
Ma non pensiamo a queste cose,
dobbiamo sorridere, essere buoni,
dimenticar le giornate schifose
rompendo carte c'avvolgono i doni.
Se poi quell'uomo, sporco e invadente,
con tal sfrontatezza allunga la mano,
con un soldino lo mandiamo lontano,
la nostra coscienza? A posto...evidente.
Anche questo è Natale...mia brava gente!


(c) 2015 Testo Patrizio Ventura dal diario facebook
(c) 2015 Foto Patrizio Ventura ("Sole di gennaio")
(c) 2012 Foto Orazio Nullo ("Santa Claus came to me")
(c)2015 Google Image database/Police Nationale de France ("Diesel")

mercoledì 16 dicembre 2015

Quando ho voglia di parlare d'amore...

 

 Un sogno povero


Ti regalo un sogno povero,
non voglio nulla in cambio.
Lascialo volare nel tuo cielo
E ti solleverà dall’inferno
Riempiendo il cuore di fuoco
Che scalda senza bruciare,
Acqua che disseta senza bere,
Cibo che sazia senza mangiare.
Vorrebbe prometterti mari e monti,
Orizzonti sempre sereni,
Giorni senza più lacrime:
Ma, stanne certa, non lo farà
Perchè mentire non sa.
Ti darà mani ruvide
Per afferrarti se scivoli,
Braccia stanche di lavoro
Per sentire più vicino il cuore,
Labbra da baciare e ascoltare
In quegli attimi fuggenti
Che avvicinano al cielo.
Se lo vorrai con te per sempre,
lui smetterà d’esser sogno
e diventerà umana realtà:
Così in un istante scriverà,
Sui muri della tua anima,
In mille brillanti colori
Una poesia di tre parole.


(c) 1991  Testo di Claudio Montini
(c) 2000 Martin Meier  "Coppia"


martedì 15 dicembre 2015

Questa sera si recita a soggetto!

Da grande volevo fare il giornalista...

 di Claudio Montini

Mi sono seduto comodo, alla scrivania, allungando le gambe e sfidando la cefalea montante; sarà il freddo o sarà l'età? Non dovrebbe farmi male qualcosa che, notoriamente, non possiedo...eppure, è così!
Ho sempre davanti agli occhi una foto che vidi, da ragazzino su un allegato del Corriere della sera prodotto per il centenario del giornale, che ritraeva un signore attempato accovacciato in un corridoio con una macchina per scrivere sulle gambe, assorto e intento a dattilografare il proprio articolo come se il mondo non esistesse e la posa fosse la più normale al mondo. Mi ispirò subito simpatia quel tipo tanto informale e tanto appassionato di ciò che faceva per vivere: lessi la didascalia e fissai a lungo quella foto, come rapito o folgorato sulla via di Damasco.
Mi ero già fatto l'idea che i giornalisti fossero, comunque, un po' pazzi e un po' eroi votati a raccontare quello che accadeva lontano da noi gente normale perchè non rimanessimo ignoranti del mondo, come la mia maestra di allora che con santa pazienza riusciva a farci esprimere in un corretto italiano, senza perderci nei meandri dell'aritmetica e della geografia, riuscendo persino a spiegarci le asprezze della vita senza spaventarci.
Eravamo agli inizi degli anni di piombo, delle bombe nelle piazze e sui treni, del terrorismo politico, della prima crisi petrolifera: erano gli anni a cavallo tra i settanta e gli ottanta del secolo breve, il Ventesimo, e quel signore attempato era Indro Montanelli che nei decenni successivi avrei apprezzato e rimpianto come lettore e come giornalista mancato.
Infatti quando vidi quella fotografia, io che sin da bimbo scalpitavo per capire cosa fossero quei segni neri, così regolari e ripetitivi, ma di misure diverse e sparsi così ordinatamente su quegli enormi fogli di carta sottile che nascondevano la faccia del mio papà, quando lo studiava per un ora almeno seduto sul divano e guai a disturbarlo, allora sognai e decisi dentro di me che da grande avrei fatto il giornalista o tutt'al più lo scrittore: se poi fossi stato tanto bravo da andare a farlo anche in televisione, avrei toccato il cielo con un dito.
Poter portare il mondo che stava fuori dal paese dentro le case della gente e spiegare, con parole semplici e comprensibili a tutti, quello che stava succedendo affinchè tutti sapessero dove sta il bene e dove stava il male per schierarsi liberamente da una parte o dall'altra: quella sarebbe stata la mia missione che riassunsi in una massima che avevo ascoltato in un documentario storico, ovvero "la mia libertà finisce dove inizia quella del prossimo e, sebbene io non la pensi come lui, mi batterò perchè egli possa esprimere la sua idea".
Sebbene non me ne sia mai discostato più di tanto, ero già oltre il primo comandamento ribadito dal falegname nazareno di cui tra pochi giorni si celebra il compleanno. 


(c) 2015 Testo Claudio Montini
(c) 1968 Foto Anna Mazzocchi Callegari "Claudio a Celle Ligure (SV)"
 

Nuovo arrivo in Bottega del Parolaio

Appena pubblicato con  amazonKDP e disponibile alla vendita su amazon.com

disponibile per Kindle e anche per pc

disponibile alla lettura per clienti amazon iscritti a KOLL 

tradotto in inglese, dal racconto originale italiano "Un coniglio gentile" di Claudio Montini, dall'autore stesso.

B U O N A   L E T T U R A !!!

  

lunedì 14 dicembre 2015

Meno dieci giorni a Natale...

Prove tecniche di  auguri...!!  

da Claudio, Orazio, Jena Sabauda, RadioPatela Magazine!!!


domenica 13 dicembre 2015

Giustizia è fatta? Forse sì, forse no...

Tra dubbi inquietanti e amare certezze


 di Claudio Montini

Io sto dalla parte di una ragazza di ventisei anni, come tante ce n'erano allora e ce ne sono anche adesso, che aveva un sogno di famiglia, a family dream come direbbe Elton John in una sua produzione di qualche anno fa, una ragazza che è morta senza poterlo realizzare. Non sono mai andata a trovarla nella sua ultima dimora, non conosco i suoi genitori e nemmeno posso immaginare cosa provino, giorno dopo giorno; immagino, del resto uno scrittore di narrativa quale mi ritengo altro non può onestamente fare; ascolto il rincorrersi di strilli e lanci d'agenzia con un certo fastidio, in verità, poichè sembra ridursi tutto alla solita commedia all'italiana che dura il tempo necessario a lucrare copie vendute, punti di share, roboanti quanto evanescenti e inutili interventi sui social network; cerco di pensare con la mia testa e con il mio cuore provando a mettermi nei panni degli attori coinvolti in questa triste storia.
Ho una mia teoria sulla dinamica dei fatti, sui moventi, sugli indizi trascurati e su quelli traballanti e, persino, su quelli ridicolmente tirati per i capelli con cui si sono confezionate ore di televisione e impiastrato chilometri di carta: ma me li tengo per me, forse li metterò in un romanzo quando le acque si saranno calmate.
Ho due certezze, due amare certezze che nessuno pare cogliere ma potrebbero addirittura aiutare a migliorare questo incompresibile Paese, se fossero assimilate e comprese suscitando reazioni e proteste: Chiara Poggi è morta da ben otto anni senza un motivo e senza un colpevole colto con le mani ancora lorde del suo sangue, sebbene dopo otto anni e quattro (o cinque che siano, si tratta comunque di una assurdità) gradi di giudizio si sia giunti a una sentenza definitiva (questo fa la Corte di Cassazione esaminando gli atti, non le fasi e non le prove, di ogni processo su cui è chiamata ad esprimersi) che indica un colpevole da mettere dietro le sbarre con buona pace dei colpevolisti del Bar Sport e anche dei parenti della vittima che possono piangere in pace il loro dolore, dopo anni di incertezza e rancore e promesse d'avvocato.
Chiara è morta e sepolta e non può restituirla nessuno all'affetto di tutti quanti le vollero bene; ma è morta anche la giustizia perchè l'inchiesta, sin da luglio 2007, è stata istruita male e condotta peggio persino in sede di autopsia o di interrogatori o di indagini sui personaggi a vario titolo coinvolti, per non dire dei maldestri tentativi di depistare o di aggravare la posizione dell'unico indagato.
Onestamente, non posso dire che la sentenza attuale fosse già stata scritta negli anni scorsi e che sia colpa del clamore mediatico, come ha velatamente fatto capire la difesa di Alberto Stasi; vero è che la manovra a tenaglia del Procuratore Generale di Cassazione, cioè chiedere un annullamento con rinvio lasciando che i mass media tirassero conclusioni affrettate sull'esito finale, è stata una mossa che nemmeno gli sceneggiatori di "Law & Order" avrebbero mai pensato per Jack McCoy procuratore distrettuale di New York City: un'altro sputtanamento della giustizia italiana alla "Sollecito-Knox" i giudici del Palazzaccio non se lo potevano permettere, nemmeno statisticamente, e così si è giunti a questa conclusione.
Resta il fatto, agghiacciante e ignobile, che siano trascorsi otto anni e che non sapremo mai la verità; perchè una cosa è la realtà dei fatti e un'altra quella degli atti giuridici, delle carte bollate: troppo spesso i due percorsi non coincidono o si prestano ad abili e ardite interpretazioni.
Questo dovrebbe suscitare interesse e indignazione: non la certezza o l'incertezza della pena, ma ancora prima la certezza e la solidità della prova del reato e la scrupolosa, efficace, pervicare rapidità dell'inchiesta in modo tale che non ci siano dubbi e possibilità di fumosi ricorsi. 

(c) 2015 Testo di Claudio Montini
(c) 2015 Immagine di Orazio Nullo "Dangerous Hypocrites"

sabato 12 dicembre 2015

La bottega del parolaio: quarta puntata dei consigli per natale (Parte Prima)

ULTIMA MISSIONE: SOPRAVVIVERE! 
di Gabriele Balzano e Claudio Montini
e-book  Kindle amazonKDP

Una pagina del diario di un combattente del 2048, qualche anno (o qualche mese, chi o sa?) dopo lo scoppio della III guerra mondiale e l'avvento dell'olocausto nucleare tanto temuto durante la seconda parte del secolo breve, il XX cioè quello della guerra fredda.


disponibile su amazon.com anche in prestito e lettura



ASSENTARSI PER UNA MANCIATA DI MINUTI
di Claudio Montini
ed. youcanprint   libro cartaceo  racconti (2012)

Ad alcuni la testa serve solo per portare il cappello: nella mia fanno il nido, provenienti da chissà dove, idee e memorie, frasi e profumi, posti e persone che mi sono piaciuti oltre alle menate della vita di tutti i giorni. Per sfuggire a queste ultime, fosse anche solo per una manciata di minuti, impasto tutte le altre col lievito madre della mia congenita fantasia impegnandomi a rispettare, in linea di massima, le regole della logica e della grammatica italiana


 BRICIOLE DI SOGNI NELLO SGUARDO
di Claudio Montini
ed. youcanprint   libro cartaceo / e-book     racconti (2013)
 Se le dici, volano;  se le scrivi restano.
Se le pensi tutte insieme, dipingono e svelano
Le mille e mille facce d'ogni cantuccio d'universo,
Dove un aggettivo e un accento diverso
Cantano sia il brutto che il cattivo tempo.
Eppure le parole lasciano, senza scampo,
Briciole di sogni nello sguardo     
Altre quindici storie per volare via dai problemi quotidiani.




CAMERE AMMOBILIATE PER VIAGGIATORI IMMAGINARI
di Claudio Montini
ed. youcanprint  libro cartaceo   racconti (2015)


Lasciatevi guidare dalle parole, abbandonatevi con fiducia al loro fluire e, se non chiederete loro più dell'innocente evasione che possono procurare, allora esse, con queste altre quindici storie, vi restituiranno luccicanti briciole di sogni nello sguardo buone per assentarvi una manciata di minuti.




SAIRANEI IN TAL MOND (SAIRANESI NEL MONDO)
Sinfonia Paesana
di Claudio Montini 2015  KoboWritingLife e-book  racconti

Sei racconti ambientati a Sairano, il paese dove è cresciuto l'autore, per rendere omaggio a gente che altrimenti non farebbe notizia, ma sa il fatto suo e sa distinguersi nel mondo. Perchè, in Italia, c'è del buono anche se non si vede.

disponibile sul circuito kobo.com e mondadori store




 GLI AMICI DEL CLUB DELLA FRASCA
di Claudio Montini
e-book   amazonKDP  per kindle

La storia di un'amicizia che valica i confini della vita e del destino, ripresa nell'ultimo tratto della traversata della nostra valle di lacrime. Un gruppo di uomini che, nel loro club, si riconoscono solo con soprannomi si trovano a provare, sulla propria pelle, il peso dell'antico aforisma di Cicerone riguardo agli amici.
SALITE UNO ALLA VOLTA!
Bilancia in rivolta, Gemelli a dieta, Pesci...in barile!
 
di Claudio Montini con la consulenza di Maria Chiara Villa
e-book   kindle  amazonKDP

Come recita il sottotitolo, questa è la cronaca semiseria di una dieta annunciata e riuscita grazie ai preziosi consigli della dottoressa nutrizionista Maria Chiara Villa.


venerdì 11 dicembre 2015

Andy Warhol e Moira Orfei avevano già capito tutto...

Nessun velo in corsia: chi vuol esser curato, scoperto sia!

 

di Claudio Montini


Pare che sia ufficiale, nella regione Lombardia, il divieto di andare in ospedale con il burqua o qualsiasi altro indumento o strumento atto a celare l'identità del paziente o del suo parente o di chi per esso; la cosa sarebbe già stata sancita da apposita legge nazionale, ma a me sembra di ricordare che il divieto di travisamento delle sembianze o delle generalità esistesse da tempo immemore nel codice civile, repubblicano e fascista e napoleonico: per di più, nei codici era specificato che il divieto fosse indistinto per tutti i luoghi pubblici, fuorchè quelli destinati al pubblico divertimento o a manifestazioni all'uopo predisposte. Però, è passato parecchio tempo dai giorni in cui ero uno studente di belle speranze...può darsi che rammenti male.
Tuttavia, l'ineffabile quanto inutile governatore (ora si devono chiamare così) della Regione Lombardia ha convocato un'apposita conferenza stampa per proclamare questo importante risultato, volto a favorire i sonni tranquilli dei suoi amministrati, sottolineando che si è trattato solo di un adempimento burocratico poichè la regione ha recepito una legge dello Stato per poterla applicare compiutamente.
Non contento, o forse non consapevole che dalla barzelletta stava scivolando nella farsa e nella comica, ha tenuto a precisare che l'atto non andava letto come un contrasto con il segretario del suo partito o un favore o, peggio, un atto di obbedienza allo stesso, ribadendo che col medesimo filava tutto liscio come l'olio (di ricino) e andavano d'amore e d'accordo.
Francamente, la Lombardia in particolare, aveva e continua ad avere problemi di gran lunga più urgenti e importanti di cui occuparsi e dare una rapida soluzione: per esempio strade e ponti e frane da mettere in sicurezza, la cui manutenzione e controllo darebbe lavoro a un sacco di persone, secondo alcune stime ad almeno il 30% dei disoccupati lombardi; poi l'aumento degli organici di forze di polizia, oltre alle quattro istituzionali (polizia di stato, carabinieri, guardia di finanza e polizia penitenziaria) gia ridotte all'osso e dalle casse asfittiche; per non dire di scuole e ospedali e servizi paramedici di assistenza: biasimavano e biasimavo (nel mio piccolo) tanto Formigoni, ma anche Maroni che indice una conferenza stampa per fare il bullo con i malati (musulmani o cristiani o indù o geoviti o ebrei sempre malati sono e sono da curare), scusatemi se lo ripeto, la trovo una cosa semplicemente ridicola considerando che il divieto di travisamento o di travestimento, lo dico un'altra volta, esisteva già nel cosiddetto Codice Rocco ai tempi del Mascellone littorio che per avere visibilità si accontentava di un balcone a piazza Venezia.
Aveva ragione Andy Warhol, la televisione darà a tutti un quarto d'ora di celebrità: ma non conosceva il giornalismo italiano, nè la classe politica e dirigente italiana, nè internet era ancora stato inventato, si preoccupava solo della potenziale fine dell'arte come espressione di un ristretto gruppo di persone geniali.
Avevano ragione anche Moira e Nando Orfei, secondo i quali il circo non morirà mai: come dargli torto?

(c) 2015 testo di Claudio Montini   immagine da Google Images Database

martedì 8 dicembre 2015

Terza puntata dei suggerimenti natalizi: si va in tavola!

LIBRERIA TICINUM EDITORE presenta


Da domenica 8 dicembre
presso la Libreria Ticinum, Via G.Bidone 20 Voghera
Tel. 0383.212285 è disponibile alla vendita:

Elisabetta Balduzzi e Guido Conti
IL RICETTARIO TRADIZIONALE
DELLA LOMELLINA E DEL PAVESE
LIBRERIA TICINUM Editore

141 ricette
55 cantine dell’Oltrepò
Con gli abbinamenti vinicoli di Mario Maffi
Con una prefazione di Alberto Salarelli
Le poesie di Renato Murelli, Lorella Tabolotti, Paolo Zanocco
Le fotografie di Carlo Ballerini

Per una volta sono lieto di cedere il posto e lo spazio ad una persona ed imprenditrice che stimo e che, come tante altre donne che lavorano nello stesso ambito (Laura Fedigatti e Lia Maffi di Le Mille e una pagina in Mortara (PV) cui debbo l'onore di avere tenuto una presentazione di miei volumi presso la loro libreria ed essermi sentito, per un giorno, uno scrittore vero), credono fermamente in ciò che fanno.
Dunque, Elisabetta Balduzzi scrive, a corredo della fotografia postata su facebook: 
 Questo libro è il completamento di un progetto editoriale: quello sulla tradizione gastronomica di tutta la provincia di Pavia, iniziato con il Ricettario di Voghera e dell’Oltrepò Pavese pubblicato nel maggio del 2014. Mario Maffi ha collaborato di nuovo per l’abbinamento vini-ricette, con una filosofia: il vino non “accompagna” ma “completa” il piatto. Abbiamo cercato le ricette che raccontano la storia e la tradizione di un territorio e abbiamo unito il Pavese alla Lomellina perché ci sono molte similitudini e un’unità di fondo che rende il territorio unico.È una cucina popolare, di marca contadina, povera e ricca al tempo stesso, dove non si è mai buttato via niente e dove ogni stagione ha sempre offerto il meglio per una cucina dai sapori intensi. Un ricettario per tutti coloro che credono nell’importanza delle tradizioni che uniscono il passato con una prospettiva verso il futuro.
 (c) 2015 Testi di Claudio Montini e Elisabetta Balduzzi (dal profilo facebook)
(c) 2015 Foto di Elisabetta Balduzzi (dal profilo facebook)
 

Preghiera di un laico credente per l'otto dicembre...

Madre santa, ascolta se puoi...


Ragazza nazarena, con quante belle parole misteriose
quel forestiero comparso d'incanto sul tuo cammino
ha messo in subbuglio il tuo giovane cuore,
riempiendolo di complimenti fragorosi e solenni,
gloriose promesse e missioni sovraumane?
A lui è toccato il compito di rubarti la giovinezza
lasciando sulle tue spalle e nel grembo tuo
quello inconcepibile agli omuncoli superbi e ciechi:
essere madre di Dio e paradigma d'amore universale,
generosa sottomissione al bene e alla felicità altrui,
così come ai disegni dell'universo invisibile
che regola e governa e consola le nostre miserie.
Per le sette spade con cui trafissero il tuo cuore
fosti ricompensata dall'ascesa intatta al cielo,
fino alla fonte dei miracoli che chiedo ogni giorno
per non precipitare nel buio della disperazione.
Sono quello in fondo alla chiesa, dietro alla colonna,
per non farsi vedere con la colpa in faccia:
madre santa, mettici una parola buona col tuo Figliolo! 




(c) 2015 Testo di Claudio Montini
(c) 2015 Fotografie di Orazio Nullo presso chiesa della Beata Vergine Maria Assunta in Cielo - Parrocchia di  Sairano nel comune di Zinasco (PV) - Italy    

lunedì 7 dicembre 2015

Suggerimenti per i regali natalizi...Seconda Puntata

Per fare come gli altri si è sempre in tempo

Seconda puntata

di Claudio Montini
C'è un'azienda agricola che ha preso alla lettera il titolo di questo articolo: è l'Azienda Agricola  Fattoria La Robinia di Mornico Losana (PV).
In una vallata minore dell'Oltrepò Pavese tappezzata di prati da fienagione e ancor più egemonizzata dalla vite, dove bosco ceduo e campi di cereali sono sempre più un lontano ricordo, l'azienda guidata da Cesare Malerba produce zafferano e ortaggi rigorosamente stagionali e li vende a tutti coloro che hanno piacere di andarlo a trovare, magari dopo aver incontrato su facebook il gruppo pubblico a lei dedicato.
E' un gruppo particolare, nel senso che è del tipo acquisti-scambi-vendita, ma lì si legge anche quali siano i prodotti di punta dell'azienda:
Coltivazione e vendita zafferano puro in pistilli essiccato naturalmente, vendita bulbi, vendita petali di zafferano freschi ed essiccati, poncirus trifogliato, asimina triloba, spinaci rossi "Montpellier", topinambur bianco e viola, aglio rosso "dolce" di montagna, aglio bianco, cipolle, patate, zucche, miele prodotto in Oltrepò.
Mornico Losana (PV), Frazione Losana 21
mail: cesare.malerba@alice.it

In occasione delle feste natalizie, potete trovare lo stand della Fattoria La Robinia in numerosi mercatini (domani è a Bagnaria (PV), media Valle Staffora e a Morimondo (MI), dove c'è un'antichissima abbazia cistercense) ma presso la sede, e non solo, troverete anche idee regalo originali e dai prezzi accessibili a tutte le tasche.
Avvicinarsi, curiosare, domandare e magari comprare, anche una piccola cosa, presso gli stand di questi produttori indipendenti di alimenti naturali è la migliore azione da fare per Natale, ma anche per il resto dell'anno: fate del bene a voi perchè vi portate a casa un pizzico di benessere genuino, fate del bene a loro, all'agricoltura, all'economia italiana in genere perchè infondete fiducia e speranza nel superamento della crisi, al di là delle balle che i politici sparano a tutte le ore e le televisioni ripetono come pappagalli ammaestrati.

(c) 2015 testo di Claudio Montini
(c) 2015 foto di Ilaria De Filippi dal profilo del gruppo facebook Az. Agr. Fattoria La Robinia