Omaggio a un eroe asceso troppo giovane all'Olimpo del pedale
di Claudio Montini
Regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra, Francia: lì per gli appassionati di ciclismo c'è un tempio:
il Mont Ventoux con il monumento a Tom Simpson campione britannico
degli anni '50 e '60 del secolo XX, campione del mondo su strada nel 1965 e
vincitore di una Milano Sanremo nel 1964, creato baronetto dalla regina Elisabetta proprio in virtù della vittoria nella classicissima ligure di primavera.
Una salita durissima, un banco di prova hors de categòrie per chi voglia vincere il Tour de France, una sfida nella sfida della Grand Boucle che, a volte, si prende un tributo umano, la vita di un ciclista.
Una salita durissima, un banco di prova hors de categòrie per chi voglia vincere il Tour de France, una sfida nella sfida della Grand Boucle che, a volte, si prende un tributo umano, la vita di un ciclista.
Così accadde a Tom Simpson: era il 13 luglio 1967, andò in crisi durante la salita, si fermò quasi intenzionato al ritiro ma riprese per non deludere il focoso incitamento degli spettatori che affollavano i fianchi della montagna, come accade tutt'ora, anche nelle tappe alpine del Giro d'Italia che partirà a maggio; fatte poche centinaia di metri, stamazzò definitivamente al suolo: le manovre rianimatorie furono inutili.
L'autopsia rivelò che l'arresto cardiaco venne determinato dal caldo, dallo sforzo prolungato, ma anche dalle anfetamine che, pare, il corridore avesse assunto per superare quella tappa alpina; anche Jacques Anquetil, pochi anni dopo, pare abbia corso lo stesso rischio per sostanze mai ben identificate.
I contenitori che vedete ai
piedi del monumento non sono segno di incivile barbarie ma l'omaggio,
commosso e sincero, dei ciclisti che hanno inforcato la bicicletta e
morso l'asfalto fino alla vetta del Ventoux, 1920 metri sul livello del mare, violentando con coraggio e
passione i propri muscoli e i polmoni e il cuore, per terminare la prova
che si prese la vita di Simpson durante il Tour de France del 1967.
E' l'offerta a un eroe, asceso all'Olimpo troppo giovane, affinchè vegli e protegga da lassù i suoi emuli concedendo loro di coronare gli sforzi senza sforzare, irrimediabilmente, le coronarie.
E' l'offerta a un eroe, asceso all'Olimpo troppo giovane, affinchè vegli e protegga da lassù i suoi emuli concedendo loro di coronare gli sforzi senza sforzare, irrimediabilmente, le coronarie.
Testo: (c) 2015 Claudio Montini
Foto: shared with Enrico Robbiati's facebook photo collection
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