sabato 18 aprile 2015

Matrimonio, ieri e oggi: una piccola riflessione

Oggi si avvera il sogno 

e siamo sposi...

 

di Claudio Montini




Nella parte centrale del secolo breve, il ventesimo ultimo scorso, quando il mondo non si era ancora scoperto diviso in due blocchi e l'Italia non aveva ancora capito che era un comodo cuscinetto strategico tra i due, la radio proponeva la voce di Giorgio Consolini o di Oscar Carboni che invitava le nuove generazioni di allora all'unione matrimoniale.
Io ricordo solo il ritornello di quel brano che devo sicuramente aver ascoltato in qualche programma di storia o di revival radiotelevisivo; ma rimango stupefatto dalla curiosa coincidenza che mi è capitato di vivere: oggi si sposava una mia amica e i genitori di un'altra festeggiavano parecchi anniversari di matrimonio, forse nozze d'argento addirittura, con la stessa luce negli occhi che mostravano nelle foto di quel giorno.
Questo lo so perchè quest'ultima mia amica ha pubblicato un album fotografico, sul suo profilo facebook, con immagini del pranzo odierno di festeggiamento e immagini del tempo che fu ( da fidanzati, in cerimonia e da sposati sull'auto nuziale); poco più di una decina di scatti, di cui alcuni in uno scintillante bianco e nero, corredati da una poesia appositamente composta dalla figlia che rende omaggio a tanto miracolo d'amore e sottolinea quella luce entusiasta, di sogno che si avvera, che anche un'osservatore distratto non fatica a cogliere nello sguardo di una donna e un'uomo che hanno detto "Sì" a un sogno tanti decenni fa e non hanno mai smesso di curarlo, crescerlo, trasmetterlo e goderselo.
Li ammiro e li invidio, ma nel senso buono del termine, e auguro loro ogni bene.
Alla mia amica che inizia oggi il suo percorso di vita condivisa, invece, auguro sì ogni bene, tanta salute e tanta serenità ma anche di non perdere mai di vista se stessa, nè l'entusiasmo che l'ha portata davanti a un altare a chiedere a Dio e agli uomini la benedizione alla stesura di questo nuovo capitolo della sua vita.
Da fidanzati ci sono spazi e carte che si possono anche celare, riservare a sè e omettere; da sposati bisogna giocare a carte scoperte e rispettare fino in fondo i propri aspetti caratteriali, sforzandosi di adattarli e metterli al servizio del bene comune: senza reticenze, senza imposizioni, senza remore e con tanto, anzi, parecchio buon senso.
Anche se, come cantava Fabrizio De Andrè in Bocca di Rosa, sa dare buoni consigli chi (come il sottoscritto) non sa più dare il cattivo esempio.

Testo: (c) 2015   Claudio Montini
Foto : (c) 2013   Sara Lugani  taken from collection on facebook

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