domenica 12 aprile 2015

Se stasera sono qui...è perchè vi voglio bene!

Chi ci aiuterà a capire qualcosa della vita e dell'amore?


di Claudio Montini







Tutti parlano e parlano o, peggio, scrivono e scrivono: la cultura popolare e la biblioteca comunale.... 
Così scriveva e cantava Ivano Fossati, facendolo cantare anche ad Adriano Celentano, nel suo brano intitolato Io sono un uomo libero contenuto nell'album Lampo Viaggiatore; anche io parlo e scrivo sperando che qualcuno mi legga e mi ascolti: eppure mi rendo conto che siamo diventati un popolo di sbruffoni, chiacchieroni, maleducati e sordi...altro che santi, poeti e navigatori.
A partire dalla televisione fino a scendere al pianerottolo, o al salotto di casa, si è persa la buona creanza di ascoltare e poi parlare, attendere che l'interlocutore chiarisca la propria idea per esporre le proprie argomentazioni: facciamo a chi grida più forte o a chi è più bravo e rapido a ripetere a pappagallo la propria tesi, sovrastando con garrulo frastuono l'ottuso avversario esattamente come si faceva all'asilo infantile finchè la suora, trasformata in un mulino a vento, riportava la pace e la ragione dirimendo le questioni a sganassoni e punizioni varie ed eventuali.
Si sa che i religiosi, quanto a penitenze sono largamente e lungamente esperti: vuoi per lo stile di vita che si sono scelti in virtù di una chiamata soprannaturale, vuoi per gli studi approfonditi del vecchio testamento dove l'immagine di Dio è presentata come quella di un tipo dal carattere mica tanto facile, accade sempre che trovino l'idea giusta e le parole per farti sentire in colpa per qualcosa e addio libero arbitrio.
Allora chi ci aiuterà a capire qualcosa della vita e dell'amore?
In altre parole: in questa società contemporanea apparentemente evoluta, apparentemente soggetta a inarrestabili moti browniani, insani e instancabili rimescolamenti di concetti ed elementi, apparentemente aperta alle novità, chi ci foraggerà di idee e di suggerimenti così come di indicazioni e chiavi di lettura, che scorderemo o confonderemo con adolescenziale noncuranza?
A chi spetterà il compito di restituirci almeno una ragione per non smettere di credere che domani è un'altro giorno, un giorno in più in cui possiamo migliorare, risalire la china fino a respirare di nuovo aria fresca e ammirare l'orizzonte sgombro da nubi?
Toccherà, quest'arduo e delicato compito, agli intellettuali e in particolare agli scrittori di romanzi e manuali, di poesie e testi per canzonette, di racconti e novelle proprio come me (l'anno scorso una scrittrice di racconti ha vinto il Nobel per la letteratura, la canadese Alice Munro, per esempio); non certo ai televisivi o ai radiofonici o ai cineasti, ma a noi che mettiamo idee e sentimenti sulla carta (anche se elettronica e, dunque, di per sè virtuale) omaggiando e corroborando l'eterna verità del detto latino "Verba volant, scripta manent" (le parole volano, le cose scritte restano): quelli, infatti, sono produttori e spacciatori privilegiati, laici e senza scrupoli, di oppiacei per popoli la cui fede è ormai ridotta a mera abitudine.
Costringendovi a leggere cosa c'è scritto nei messaggi che infiliamo nelle bottiglie e affidiamo al mare virtuale, catturiamo totalmente la vostra attenzione e seminiamo le nostre parole nell'anima lasciando sedimentare lì la nostra fantasia e dandovi, così, il tempo e il modo di assimilare altre idee e magari metterle in pratica e ripartire alla ricerca della felicità.
Chi ascolta la radio può fare qualsiasi altra cosa, anche stare con gli occhi chiusi a lasciarsi riempire le orecchie di suoni e scivolare nel mondo dei sogni; chi è davanti al televisore o è al cinema, si trova fisicamente lì ma potrebbe avere la mente in fuga altrove mentre le immagini scorrono; chi legge è concentrato sulle parole che cattura con gli occhi e ricostruisce nella sua mente, nella sua fantasia, con immagini e modalità che nessuno, tranne Dio (o in qualunque altro modo lo si voglia chiamare), può vedere o sindacare.
Questa è la mia missione qui e questo avrete da me: io scrivo racconti, sto preparando un romanzo (anzi, due: un giallo e uno di fantascienza) e scrivo poesie per il piacere e il vizio di pensare sempre con la mia testa e digitare ciò che penso. 


Testo:  (c) 2015   Claudio Montini
Foto:  from  acomearte.blogspot.com  post on facebook 2013 

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