venerdì 17 aprile 2015

Anniversario della Liberazione: 25 aprile

Bella ciao, mamma addio: viva il re, viva l'Italia


 

 

 

 


di Claudio Montini







Sono nato vent'anni dopo il referendum che ha sancito la fine della monarchia in Italia e ha dato il via ai lavori dell'Assemblea Costituente della Repubblica Italiana, che ho servito come graduato di truppa nell'esercito quarant'anni dopo la sua costituzione.
Fin da ragazzino, ho sempre pensato di essere stato fortunato a non aver conosciuto la guerra, la fame, la paura che hanno vissuto sulla loro pelle tutti quelli che hanno fatto parte della generazione dei miei genitori e dei miei nonni: loro non ne hanno mai parlato volentieri e ciò che sapevo e che so, ora come allora, lo debbo ai libri di storia e ai maestri che la scuola mi ha messo davanti.
Ho imparato che la Storia la fanno gli uomini e le donne che ci mettono il sangue e la carne e le lacrime e le risate, i sospiri come i lamenti e il coraggio come l'angoscia: però, alla fine, la Storia la scrivono i vincitori e ai vinti rimane una sola salvezza, come già scriveva Publio Virgilio Marone in Eneide, vale a dire l'oblio inteso come assenza di salvezza e di memoria del proprio dolore.
Anche il Venticinque Aprile, l'anniversario della fine della guerra di Liberazione dall'oppressione nazifascista, la fine della Resistenza armata all'invasore germanico, l'ultimo atto di una folle tragedia fratricida è passato attraverso il filtro della maturazione e della conoscenza storica ma è rimasto, in me, fermo come momento di festa: la fine di una guerra, una guerra civile, è un momento di sollievo dalle fatiche del vivere e dalle paure del morire.
La fotografia che ho scelto per accompagnare questo testo rappresenta il monumento alle madri dei caduti di quella guerra intestina e fratricida; si trova a Pavia in una piazzetta tra il Naviglio e Porta Milano, quasi defilata e nascosta.
E' un monumento alle madri dei morti di ambo le parti in conflitto perchè, quando si viene uccisi a causa di una guerra, non ci sono più vincitori nè vinti ma vite perdute e strappate all'amore di coloro che le hanno generate.
Non ci sono eroi o infami, ma cadaveri e lacrime e silenzio di tomba: la vita e la speranza sono fuggite altrove.
Allora è nostro dovere, dico di noi che non abbiamo provato, ricordare e darci da fare perchè non ci siano MAI più vedove o genitori oppure orfani da consolare nè trincee da superare o da conquistare, perchè la ragione non lasci MAI PIU' alle armi l'ultima parola. 


Testo: (c) 2015  Claudio Montini
Foto: (c) 2014  Orazio Nullo

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