lunedì 11 luglio 2016

Letti & piaciuti - UNA PISTOLA COME LA TUA di Enrico Pandiani, Rizzoli (2016)

LES ITALIENS: IL GRADITO RITORNO DI UN FUORICLASSE
di Claudio Montini


Enrico Pandiani
UNA PISTOLA COME LA TUA
Ed. Rizzoli 2016


Le logiche che regolano la vita di una grande casa editrice, o presunta tale, sono spesso inconoscibili e contraddittorie: la gente comune, il popolino, gli utenti, i fruitori,i consumatori (come veniamo definiti con un grado variabile di benevolenza, dagli addetti ai lavori, noi che ne finanziamo e giustifichiamo l'esistenza) pensa che esse siano dettate da una miscela di coraggio, intelligenza estetica e acume commerciale perchè non si tratta solo di produrre e vendere cultura ma anche di formare, orientare, creare una moda o uno stile o una opinione collettiva. Quando, però, si ha a che fare con un fuoriclasse, un talento superiore alla media, un fenomeno capace di congegnare storie che funzionano anche in un'altra lingua diversa dall'italiano (per esempio il francese e un'editore transalpino le pubblica e poi accade che si metta in moto la macchina che ne trarrà una serie televisiva in una coproduzione internazionale) allora metti da parte l'allergia italica alla serialità (affatto intesa nel senso della pedissequa ripetizione, sebbene il rischio sia sempre in agguato) e spedisci in campo, o nella mischia se preferite, il gioiellino talentuoso con la sola missione di fare ciò che gli riesce meglio nel modo che ritiene più opportuno.
Rizzoli, editore, ed Enrico Pandiani, autore, in UNA PISTOLA COME LA TUA (2016) si comportano esattamente così, consciamente o inconsciamente: Enrico indossa la sua divisa migliore o quella a lui più congeniale, quella che lo mette a proprio agio e stimola la vibrazione delle corde migliori dell'artista e del professionista consentendogli, l'editore, di giocare la partita come più gli piace e come a pochi riesce, ovvero divertendosi e divertendo, vale dire componendo un concerto grosso per orchestra ritmica moderna in cui ogni sezione della stessa trova il suo posto, la sua valorizzazione, la sua ragion d'essere indispensabile e utile a tutte le altre.
Un regolamento di conti tra banda rivali con salutare scambio di artiglieria leggera, caduti sul campo e inseguimento (vano) dei sicari, consente al commissario Pierre Mordenti della Brigade Criminelle della Police Nationale di scoprire un efferato omicidio perpetrato ai danno di una potente e ricca imprenditrice edile, cognata di un aspirante inquilino dell'Eliseo, a sua volta titolare della più importante compagnia produttrice di armi di Francia per giunta imparentato con il losco titolare di una impresa di servizi ecologici, dedita allo smaltimento lecito o illecito di ogni genere di rifiuti, poichè quest'ultimo ne ha sposato la figlia che ha fatto perdere le sue tracce (portandosi appresso il figlioletto) poco prima della data presunta dell'omicidio della zia. Dunque, ritrovare la giovane donna con annesso pargoletto dovrebbe essere la missione e la mossa che metterebbe nella giusta luce le tessere del rompicapo, dando loro una collocazione esatta fino a comporre il quadro d'insieme; oppure, complici le implicazioni politiche che turbano le alte sfere, servire a rimettere coperchio e sigilli al bidone colmo di sostanze tossiche e nocive in cui sono inciampati Mordenti, Les Italiens e il loro capo Patrick Le Normand: infatti il blocco di granito in forma umana, ha uno scheletro nell'armadio che è latitante con il proprio pargolo, protetti da un misterioso ambiguo personaggio che si rivelerà essere colpo di scena e chiave di volta, al tempo stesso, del buon esito di questa avventura dei flics transalpini.
Infatti, il compito di Mordenti, Santoni, Coccioni e Servandoni sarà quello di riportare a Parigi, sani e salvi, madre e figlio tra le braccia del patron Le Normand che si rivelerà essere più umano del solito e anche sfera (o ingranaggio, se preferite) inferiore sottoposto al movimento e all'influenza di sfere ben più alte e importanti: ovvero un pragmatico tecnocrate, stratega quanto basta ma dotato di cuore e onore ben celati sotto la cotta di granito. Il commissario parigino compirà in pieno la sua missione portando con sè il lettore in un viaggio nei suoi pensieri, nelle sue riflessioni, nelle sue ansie, nei suoi batticuore mostrandosi per ciò che è: ovvero un uomo che fa un mestiere che ama, in cui bisogna avere fortuna e intelligenza e sensibilità ed esperienza per riuscire; un mestiere che comporta rischi come tanti altri, in cui ci sono altie bassi, in cui a volte ci si azzecca e altre si pigliano cantonate come tutti i santi o dannati giorni che Dio, o chi per lui ammesso che il cielo non sia pieno solo di nuvole, manda in terra.
Pandiani con UNA PISTOLA COME LA TUA non ci regala il ritratto di un pistolero francese, in cui il romanzo termina quando i caricatori sono vuoti, nè l'omaggio o l'affresco, stilizzato fin che si vuole, della nazione la cui capitale egli considera come la sua seconda casa e neppure spinge più avanti i limiti del romanzo noir, come improvvidamente scritto nel risvolto della sovracopertina: lui fa della buona letteratura perchè il romanzo, come forma di espressione artisitica e narrativa, non ha avuto e non ha e non avrà mai limiti che possano imprigionarlo. Esso è la rappresentazione dei sentimenti, delle reazioni, delle idee che provano e sviluppano tutti gli esseri umani se posti di fronte ai molteplici accidenti del gioco misterioso e senza istruzioni che è la vita quotidiana e il suo divenire. Lo scrittore dalle due anime, torinese e parigina, con una eleganza e una sapienza ormai magistrali, mescola azione e ironia con enfasi e sintesi pittorica esprimendosi in un italiano schietto e semplice e diretto, mai involuto o compiaciuto, capace di sostenere senza sforzo tanto le parti ritmiche quanto quelle melodiche della partitura che distribuisce con sagacia per la sua orchestra: il lettore, anche quello prevenuto e imbevuto di categorie imposte dall'industria editoriale (per agevolare il lavoro dei librai o l'ottusità degli intellettuali autoreferenziali), dopo poche righe viene rapito dalla bellezza del periodare, dal brio della trama, dal lessico essenziale che riverbera comunque i colori necessari a vedere la scena sorgere dalle pagine, tanto che rincorre i capoversi per giungere al termine di ogni capitolo, tirare il fiato ed essere pronto in un amen a ricominciare.
E' evidente che l'esperienza come traduttore di sè stesso (i primi episodi della saga de Les Italiens sono stati pubblicati, in lingua transalpina, presso le Editons Télémaque) abbia giovato allo stile letterario di Enrico Pandiani, ancora di più migliorandolo e maturandolo e dotandolo di nerbo e corpo che lo fanno stagliare nettamente dai "padri nobili" del genere investigativo poliziesco, quali Georges Simenon o Raymond Chandler piuttosto che sir Arthur Conan Doyle, Rex Stout o mrs. Agatha Christie, senza dimenticare Carlo Fruttero e Renato Olivieri.
A partire da LES ITALIENS (Instar Libri 2009), TROPPO PIOMBO (Instar Libri 2010), LEZIONI DI TENEBRA (Instar Libri 2011), PESSIME SCUSE PER UN MASSACRO (Rizzoli 2012), LA DONNA DI TROPPO (Rizzoli 2013, il primo senza Les Italiens ma con una protagonista femminile, Zara Bosdaves, ambientato in Italia), PIU' SPORCO DELLA NEVE (Rizzoli 2015, secondo episodio "italiano" con Zara Bosdaves) arrivando a questo gradito ritorno di una squadra di fuoriclasse, come autore e protagonisti di UNA PISTOLA COME LA TUA (Rizzoli 2016), si deve prendere atto di una affermazione di uno "Stile Pandiani" in senso squisitamente letterario, filologico e semantico che altro non è che la spia della vivacità della letteratura italiana. Chi non conoscesse l'opera di Enrico Pandiani, è caldamente invitato a colmare questa lacuna leggendo con passione e trasporto UNA PISTOLA COME LA TUA e poi andare proustianamente a ritroso affrontando PESSIME SCUSE PER UN MASSACRO e LES ITALIENS, lasciando i due titoli che hanno per protagonista Zara Bosdaves, investigatrice privata in Torino, poichè sono prime tappe di un esperimento che, pur meritando di essere sviluppato, necessita ancora di una ulteriore maturazione: non è così semplice e nemmeno facile per l'uomo entrare in una donna, dopo esserne uscito alla nascita, sebbene ci provi sovente ma mai dalla parte della testa...
Comunque sia, dall'adolescenza in poi, UNA PISTOLA COME LA TUA di Enrico Pandiani edito da Rizzoli, è un libro adatto a tutti poichè i temi trattati sono di comune e stretta attualità, scene di sesso esplicite non ve ne sono (la sapienza dello scrittore si esplicita anche nello stimolare l'aggiunta dei particolari ad opera della fantasia del lettore), quelle di combattimento o di violenza o di morte sono ridotte all'essenziale senza indulgenza alla truculenza gratuita, valendo anche in questo caso la maestria dell'autore riguardo alla rappresentazione della sessualità.
Emerge nel finale, ma al lettore meno superficiale non sfuggirà affatto la presenza sottotraccia, un messaggio pedagogico o, meglio, un'auspicio sociologico affinchè si ritorni a cercare figure autorevoli di riferimento e quelle istituzionalmente deputate a farlo non si tirino indietro per paura di una constestazione, perchè il tempo è un galantuomo e sa fare il suo mestiere assai più di quanto pensino gli uomini: vale a dire che i padri devono tornare ad essere tali e far sentire la propria presenza, non solo come effimeri fornitori di materiale biologico per la perpetuazione della specie o padroni ottusi del bastimento che, se mal governato, cola picco con tutto il carico e senza scampo per ciurma e comandante.
Se la letteratura riesce a compiere questa missione intrattenendo e divertendo, allora se ne può infischiare allegramente di etichette astratte e fantasiose strategie di marketing editoriale perchè, comunque vada, sarà un successo.


© 2016 Testo di Claudio Montini – foto di Google Images/rizzoli.eu




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