venerdì 20 giugno 2014

Una risposta per Motta Visconti

Ti devo una risposta che non riesco a immaginare

riflessioni sulla strage familiare di Motta Visconti

I bambini ci guardano e pensano, assorbono i nostri comportamenti e ci ragionano sopra: poi ci spiazzano con domande semplici, nella formulazione, ma dalla logica tagliente come un rasoio.
Siamo impreparati, nella maggior parte dei casi, così come lo siamo di fronte ad orribili fatti di cronaca: quale quello di un padre che stermina la famiglia a colpi di coltello e tua figlia che ti chiede se un'uomo, quando ammazza, vuole davvero uccidere.
É possibile che egli possa decidere di terminare la vita di coloro che diceva di amare?
Cosa posso risponderti? Non lo so: ti devo una risposta che non riesco nemmeno a immaginare.
Potrei cominciare col dirti che l'essere umano è una bestia molto complicata: ne incontrerai di sperticatamente buoni e generosi fino ad essere degli ingenui sprovveduti, così come ne troverai di spregiudicatamente meschini e cattivi e maligni al punto da sembrare tizzoni venefici vomitati dal peggiore degli inferni in cui il dio dell'amore e del bene, qualunque sia il nome che gli venga attribuito, avrebbe precipitato persino gli angeli ribelli che si sono sostituiti a lui.
Potei davvero cominciare così, ma finirei per raccontarti una favoletta consolatoria senza avere il coraggio di superare lo sgomento e l'orrore dei fatti.
Invece, la realtà di questo mondo è che l'uomo uccide perchè vuole farlo e non per proseguire il cerchio della vita, non per la necessità di sopravvivere: poi si affanna a cercare colpevoli e moventi oppure a dimenticare tutto il più in fretta possibile.
Ma in quel momento, Dio, che ha un nome diverso in ogni angolo del mondo eppure è sempre lui, scompare dall'orizzonte dell'anima e della mente dell'essere umano: l'egoismo pietrifica e ghiaccia il cuore, la superbia soffoca la ragione e scatena il delirio di onnipotenza mentre il cielo, in apparenza muto e vuoto, accoglie altre anime innocenti e il Male se la ride indisturbato.
Alcuni piangeranno rabbia e vergogna: fra loro troverai chi, come me, si rassegna al destino imperscrutabile e ineluttabile.
Altri invocheranno giustizia e castighi esemplari: attenta a chi grida più forte di tutti perchè, se cambia il vento, è sempre pronto a fare buoni affari per sistemarsi.
Molti, invece, staranno zitti con gli occhi asciutti e dei lumini accesi, pronti ad attendere la sentenza, eterna e inappellabile, che il disegnatore delle linee del destino di tutto e di tutti eseguirà a tempo debito.
Tuttavia, tutti quanti saranno pronti a dimenticare perchè è peggio per chi se ne va, tanto chi resta si arrangia comunque: l'essere umano può diventare un'animale assai furbo, cattivo, egoista e ingordo nel momento in cui smette di ascoltare quel che dicono testa e cuore.
È più facile soddisfare gli istinti personali piuttosto che interrogare la coscienza riguardo al confine tra il bene e il male: perciò, ti esorto a non smettere mai di cercare risposte e ad avere sempre il coraggio e l'orgoglio di chieder conto e ragione del mondo che ti circonda.
Questo è il solo modo per far sì che quel confine, quello tra il Bene e il Male, sia sempre meno immaginario e la sua sentinella principale, la coscienza tua e della gente che popola questo pianeta, sia sempre più vigile e solerte.
Mi auguro e ti auguro, altresì, che la tua generazione possa vedere l'alba e vivere il giorno dell'epifania di un mondo migliore, se non altro come dovuto risarcimento al fatto che abbiate dovuto calpestare le macerie di quello attuale.    

Foto: Orazio Nullo (c) 2013


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