venerdì 24 luglio 2015

Letti&Piaciuti: Enrico Pandiani PIU' SPORCO DELLA NEVE - Rizzoli


 BENTORNATO, ENRICO!

 

 

di Claudio Montini



La neve, stupore e incanto di bimbi ma impaccio e timore d'adulti, può sporcarsi scendendo dal cielo imperterrita e imperturbabile a ricoprire le trame oscure, i maneggi subdoli e perversi e cinici, l'avidità e l'ingordigia, la disperazione e la solitudine impotente di fronte alle storture della così detta civiltà occidentale.
Tutto quello che ammanta col suo candido sudario, impossibile da sciogliere per il sole invernale e per il sale della sete di verità, la contaminano ma contemporaneamente la rendono, anzi, la elevano a quinta, fondale e teatro ideale e protagonista muta della seconda avventura di Zara Bosdaves, investigatrice privata ideata da Enrico Pandiani già artefice della saga de Les Italiens (che, già edita da Instar e Rizzoli, sta facendo fortuna anche in terra di Francia grazie alla traduzione curata dall'autore stesso per le Editions Telèmàque): in PIU' SPORCO DELLA NEVE (Rizzoli, 2015) l'autore torinese prosegue nella metamorfosi stilistica intravista ne LA DONNA DI TROPPO (Rizzoli, 2013).
C'è chi cerca, nei libri che legge o scrive, stabilità e serenità o riscatto oppure conforto e svago; invece, c'è anche chi non si accontenta di tutto ciò ma cerca anche il volto dell'autore, la scansione della sua anima, l'evoluzione della sua sensibilità: in altre parole, alcuni come me cercano le tracce e gli indizi della sua maturazione artistica, linguistica e drammaturgica, non essendo quest'ultima affatto disgiunta da quella squisitamente umana.
Questa maturazione coinvolge anche i personaggi che ruotano intorno a Zara e si muovono in una Torino invernale che rivela molte più criticità e malaffare di quanto la neve possa nascondere o farne rimandare la soluzione; il risultato è il tentativo, riuscitissimo, di dare vita a uno sceneggiato televisivo ma riprodotto su carta, quindi letterario e immaginario, in cui realtà e finzione e critica sociale e tensione drammatica tipica del noir si amalgamino, si fondano e si mescolino senza rinunciare alla poesia della parola, al periodare elegiaco quanto basta, all'elegante semplicità per cui immagini e concetti si stagliano netti nella mente del lettore: siamo di fronte a un romanzo nel senso più ampio e primigenio del termine, vale a dire quel senso che la letteratura europea del Novecento ha saputo esprimere.
PIU' SPORCO DELLA NEVE parla di immigrati e di clandestinità e di emarginazione; delle indagini per ritrovare un'antiquario scomparso nel nulla; dell'inchiesta di due giustizieri irregolari delle banlieu parigine (di cui uno ora in Italia e rispettabile proprietario di un locale alla moda e compagno di vita dell'investigatrice) sulla morte di una paladina degli immigrati e di un giro di permessi di soggiorno falsi pronti a inondare il mercato dei clandestini e a ingrassare coloro che prosperano con la loro disperata necessità, oltre a relegarli in quelle parti dismesse della città così come si fa con la polvere sotto il tappeto (e la mente corre subito a Mafia Capitale con annessi e connessi); si parla di usura, truffa, traffico di opere d'antiquariato ed evasione fiscale scoprendo Bosdaves, nel corso delle sue ricerche, una piccola banda di criminali che non esita ad usare l'esplosivo per eliminare ostacoli, ficcanaso e anelli deboli della propria catena operativa pur di avere meno soci con cui dividere.
C'è un doppio binario, una doppia elica che, come nel DNA degli esseri viventi, genera contatti e contaminazioni tra le due sequenze di eventi che provocano silenzi, reticenze, smottamenti nelle certezze della vita privata dei due protagonisti umani: una crisi, forse, salutare perchè si intuisce che porterà a una maggiore consapevolezza, a una maturazione, a una crescita e una evoluzione del rapporto tra Zara e François verso qualcosa di meno evanescente dell'attrazione fisica.
Però, PIU' SPORCO DELLA NEVE è lontano dalle vette stilistiche drammaturgiche raggiunte da PESSIME SCUSE PER UN MASSACRO (Rizzoli, 2012) ma è comunque un'ottimo prodotto, elegante, affascinante, dotato di buon ritmo, in cui anche la parola ritrova la sua essenza musicale e poetica rivelando una ricerca di raffinatezza e una gradevole cura nella composizione del testo e della trama: forse sarà dovuto all'esperienza come traduttore in francese delle opere dei suoi esordi, tuttavia quest'ultima è decisamente migliore de LA DONNA DI TROPPO, che aveva spiazzato più d'un estimatore de Les Italiens, anche sotto l'aspetto della costruzione di tutti i personaggi a cui Enrico Pandiani, alla terza "fatica" per i tipi di Rizzoli, dona una netta definizione con uno spessore umano e letterario, persino una peculiare dignità, che rimane a lungo nella memoria di chi legge.
Questa è la forza del romanzo e la bravura dell'autore che, come un'ottimo e abile regista, regola le inquadrature e dirige i propri personaggi con grande perizia e attenzione rigorosa nel far emergere la loro terza dimensione: quella morale, spirituale, umana con tutte le implicazioni e le domande che essa comporta e suscita.
Bentornato Enrico Pandiani, per la cura con cui hai confezionato questa storia, a partire dalla copertina (le tue per la Instar Libri non le batte nessuno, nemmeno i francesi....); per la scelta di un registro linguistico sofisticato ed elegante e, al tempo stesso, diretto e poetico sempre più scevro da invenzioni, guasconerie e tecnicismi ma tanto più efficace; infine, bentornato per aver accettato la sfida di evolvere da intrattenitore letterario a osservatore letterato e pensante: cioè narratore che osserva e giudica la realtà che lo circonda, la porta nelle storie che inventa non solo come scenografia ma anche come invito alla riflessione critica del lettore.
Fate attenzione, però, signore e signori lettori: PIU' SPORCO DELLA NEVE di Enrico Pandiani (Rizzoli, 2015) non è un romanzo militante su temi d'attualità e mali della società contemporanea!
E' un buon poliziesco, o noir che dir si voglia, senza troppi poliziotti e pochissimi proiettili ma con tanta umanità in tutte le sue declinazioni e coniugazioni; non annoia perchè si legge così bene che finisce subito ( e poi tocca aspettare un'altro anno...) e fa meno male di scatola di iniezioni ricostituenti....e scusate se è poco!!

(c)  2015 testo di Claudio Montini    Foto: Google Images Database/Orazio Nullo

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