mercoledì 24 giugno 2015

Letti&Piaciuti - NON E' STAGIONE di Antonio Manzini ed. Sellerio

Antonio Manzini

NON E' STAGIONE

2015  SELLERIO

 

Letti & piaciuti 

Radio Patela Magazine      

 

 

di Claudio Montini


Quando termini la lettura di un romanzo come NON E' STAGIONE di Antonio Manzini, edito da Sellerio, e resti piacevolmente stupito, sorpreso dall'ottima fattura e soddisfatto dalla brillantezza della prosa tanto quanto della trama agilissima, la banalità del commento è sempre in agguato ad ogni capoverso di frase e di pagina.
Infatti, al di là dei complimenti alla perizia dell'autore, la beatitudine che regala un'opera d'ingegno ottimamente confezionata è difficile da illustrare a coloro i quali si vorrebbe caldamente consigliare di seguire le vicende di Rocco Schiavone e compagni, vicequestore aggiunto della Polizia di Stato, romano de' Roma, spedito in servizio punitivo ad Aosta.
NON E' STAGIONE, edito da Sellerio, è il terzo episodio della saga ideata da Antonio Manzini, già attore e sceneggiatore diplomato all'Accademia d'Arte Drammatica, e viene dopo LA COSTOLA DI ADAMO e PISTA NERA.
Ad Aosta è primavera ma il cielo è in vena di scherzi, poiché un giorno accende i colori della natura e quello successivo li spegne piovendo o sciorinando una nevicata fuori tempo massimo.
L'andamento dell'umore e dei tormenti di Rocco Schiavone ne risentono e ci consegnano un uomo fragile e confuso, ma saldo nei suoi principi: su tutti l'istinto dell'investigatore di razza, la compassione per l'umanità dolente e la pervicacia nel perseguire i propri interessi, economici e sentimentali e professionali.
Ma la provincia più grande d'Italia,tra le pieghe delle montagne, non è l'insula felix che si sarebbe portati a immaginare: malaffare e malavita, con il corollario di usura e ricatti e riciclaggio di denaro sporco, hanno attecchito e prosperano come altrove coinvolgendo vittime innocenti.
Scompare una giovane liceale figlia di imprenditori edili che, dall'oggi al domani, ritrovano liquidità con cui escono da un periodo di crisi sull'orlo del fallimento.
Le indagini sveleranno quanto il rapimento della giovane altro non sia che un ricatto per ripagare il pegno dell'aiuto finanziario, ricevuto da canali non ortodossi; altresì riveleranno quanta meschinità e quanta ipocrisia condisca i rapporti umani in apparenza cortesi e civili: sarà una corsa contro il tempo che però darà buoni frutti, mentre il destino prepara un tiro mancino a Rocco Schiavone evocando un malvagio fantasma del passato che lo colpirà negli affetti più cari, quelli rappresentati dagli amici di Roma, che per sono più di una famiglia.
Si nota una consapevole maturazione dello stile narrativo di Antonio Manzini il quale, attingendo a piene mani dal mestiere imparato nel corso degli studi, costruisce e modella un racconto mai scabroso, mai melodrammatico o truculento ma innervato da una quota ottimale di tensione coniugata a un ritmo vivace, condito con gustose macchiette e profondo rispetto anche per i personaggi minori cui non manca mai di dare spessore umano e tratti indimenticabili; lo stesso rispetto lo riserva anche alla lingua, un italiano fluente ma non pedante colorito, solo dove è necessario, da accenti e inflessioni regionali evitando l'imitazione di Camilleri.
Entra un nuovo personaggio e la voce della coscienza e del ricordo doloroso chiede il permesso di andarsene, di essere lasciata libera di scivolare nell'oblio perchè “<<....i ricordi se ne vanno, amore mio. Giorno per giorno, tu magari non te ne accorgi ma se ne vanno. Quelli belli e quelli terribili. Se li ingoia la notte e si vanno a mischiare coi ricordi degli altri. Non li ritrovi più, neanche se ti impegni. Fino a quando anche tu diventerai un ricordo. E allora sarà tutto più facile.>>... Lupa vuole scendere. Si sgrulla, si fa una corsetta... Abbaia con voce tenera e acuta. Torna da me. Scodinzola e storce la testa... Lupa vuole la pappa.”
E' Marina che parla: la moglie morta al posto suo come Adele, la compagna dell'amico Sebastiano, da lui ospitata ad Aosta affinchè l'amico la venisse a cercare e rimettesse sui binari giusti la loro lunga storia d'amore: entrambe si sono trovate nel posto sbagliato al momento sbagliato e Schiavone non se lo è perdonato e non se lo perdona perdendo ogni gusto per la vittoria dei buoni sui cattivi.
Però arriva Lupa, la cagnolina meticcia trovata dall'ispettrice Rispoli nel corso delle ricerche della ragazza rapita, la quale, come solo i cani sanno fare, elegge (nel senso più latino del verbo) Rocco a suo padrone e capo branco; lui, a sua volta, ricambia immediatamente tanto affetto e la battezza da romano verace qual'è perchè “<< Quando un cane ti trova, lo devi tenere. Non è mai per caso se nella vita ne incroci uno. Te lo manda qualcuno.>> come dice Schiavone al questore Andrea Costa.
Sarà lei a interrompere la deriva nichilista e depressiva del vicequestore vedovo inconsolabile che prende la vita a morsi, accontentandosi degli avanzi che trova sulla tavola della vita per non chiudere il bilancio col passato e passare oltre, aspettando invece un colpo di malasorte che chiuda il suo fascicolo definitivamente?
Lo saprò e lo sapremo col prossimo episodio della saga di Rocco Schiavone, vicequestore romano in esilio alla questura di Aosta: per ora godetevi, così come me lo sono goduto io, NON E' STAGIONE di Antonio Manzini edito da Sellerio editore in Palermo.


Testo: (c)  2015    Claudio Montini 

Nessun commento:

Posta un commento