di Zio
Propano
Anche ai
filosofi e ai pensatori viene fame: il passaggio dalla ragion pura a
quella pratica implica l'approdo ai fornelli e la applicazione della
capacità intuitiva alle esigenze e ai piaceri della gola. Essendo
sempre alla ricerca di ciò che non sia la solita minestra, un
giovedì mi sono ricordato di una filastrocca che adoperò Totò in
uno dei suoi tanti lungometraggi: "...giovedì gnocchi, sabato
trippa, domenica pizza" (forse l'ultimo elemento è stato
inserito, fraudolentemente, in tempi più recenti); onestamente non
ricordo se fosse "Signori si nasce" o "La banda degli
onesti". Insomma, a
me non restava altro che preparare un sugo per condire la busta da
500 grammi di gnocchi di patate che dal supermercato si era
trasferita a riposare nel mio frigorifero. Ma pomodoro o ragù, al
limite formaggi vari o solo gorgonzola son capaci tutti e, per di
più, mi avrebbero depresso tanto quanto accompagnarli a burro e
salvia (che non ho, perchè l'ennesimo trapianto in giardino è
abortito qualche mese prima che Maria Angela, la Jena Sabauda, fosse
colpita dall'ictus cerebrale). Così mi
sono lasciato ispirare da quel che c'era in cambusa ed eccovi la
lista della spesa:
- Una melanzana non grande
- Mezza cipolla dorata
- Uno spicchio d'aglio
- Tre carote piccole (se avete solo grandi, ne basta una... che ve lo dico a fare?)
- Un gambo di sedano
- Due pomodori maturi (oblunghi, tondi, alla garibaldina o alla bersagliera: purché siano ben maturi)
- 100 grammi di pancetta a cubetti (lo zio ha adoperato quella non affumicata: aveva solo quella in frigorifero...)
- Un limone (ci serve solo il succo)
- 10 filetti di alici sottolio (alice più, alice meno...se avete le acciughe, meglio ancora; ma è meglio metterne qualcuna di meno: sono assai più decise e incisive)
- un cucchiaio da the di doppio concentrato di pomodoro
- 100 grammi di burro
- Due cucchiai da tavola di olio extravergine di oliva
- 1 bicchiere di vino bianco secco (ideale sarebbe il Marsala secco, nel caso in cui adoperaste le acciughe: per calmierare l'eventuale eccesso di sale di queste e per vostro conforto durante la preparazione della pietanza, se non lo adoperate tutto...)
- Un rametto di rosmarino (oppure un paio di prese di insaporitore universale casalingo di cui vi ho già parlato)
Prendete un
padellino, sì proprio quello col coperchio, nè piccolo nè grosso,
una bella misura dai bordi alti, l'ideale per farci il sugo o una
monodose di pastina in brodo quando si è malati o si è esagerato
con le gozzoviglie festaiole: versatevi i due cucchiai d'olio e la
fetta di burro; poi, sminuzzate (col tritatutto elettrico o con la
mezzaluna o col coltello...come siete più comodi e come più vi
garba) la cipolla, le carote, il sedano e l'aglio tutti insieme al
rosmarino. Spremete il limone e tenete la spremuta a portata di mano.
Mettete il padellino sul fuoco piccolo della cucina a fiamma medio
bassa (il burro comunque si scioglie e altrettanto si scalda l'olio),
versatevi tutto il triturato e lasciate che rosoli con sopra il
coperchio, per conservare l'umidità che emetteranno gli ingredienti
e che impedirà improvvide bruciature; riducete a cubetti la
melanzana (le due estremità le buttate) e fate altrettanto coi
pomodori avendo cura di raccogliere, il più possibile, anche l'acqua
che produrranno (perciò metteteli in un piatto fondo da soli, anche
se non sono in castigo: ma che ve lo dico a fare...??). Se, a
orecchio, vi sembra che il soffritto sia impaziente e sfrigoli troppo
vivacemente, sfumatelo con un goccio di succo di limone e unitevi la
pancetta e le alici e lasciate andare mescolando con dolcezza (ma
non troppo a lungo: mica stiamo facendo una polenta!); la pancetta
cambierà colore e le alici si sfalderanno: sarà il momento di fare
scendere in pentola le melanzane e i pomodori e bagnare col restante
succo di limone, rimettendo il coperchio e lasciando cuocere per
almeno un'altra mezz'ora senza toccare la manopola del gas ma
rimestando di tanto in tanto. Le verdure si dovrebbero ammorbidire e
disfare a poco a poco, come in uno stufato, dando luogo a un sugo via
via più omogeneo: potete anche agevolare il processo schiacciandole
con una forchetta (se avete proprio niente da fare...); casomai vi
sembrasse che si asciughi eccessivamente o che al palato trasmetta
note troppo decise (la curiosità non ha sesso: alzi la mano chi non
ha mai lucidato il cucchiaio con cui ha dato una mescolata...),
potete allungarlo con del vino bianco o con l'acqua di cottura degli
gnocchi (prima di buttarli, perchè in pochi minuti quelli vengono a
galla e sono pronti e voi dovete essere già pronti a sposarli al
condimento); se la busta degli gnocchi è rimasta al supermercato e
avete scelto la pasta come compagna di questo sugo fuori Norma (so da
me che la pasta alla Norma è tutta un altra cosa...), un mestolo di
acqua salata con quel poco di amido che essa avrà già rilasciato
sarà un tocco di classe in più che non guasta. Buon
appetito da Zio Propano che vi ricorda che le sue razioni sono
calcolate per sè, per la Jena Sabauda e il cane Leone: dunque, anche
se non dovrei dirvelo (ma ve lo dico lo stesso), dovete adattarle
alle vostre abitudini, al numero dei commensali che ospitate e a ciò
che la vostra cambusa è in grado di offrirvi. Alla fantasia non c'è
limite; alla fame, sì: con un pizzico di sale in zucca!
©
2018 testo e ricetta di Claudio Montini
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2018 Immagine di Orazio Nullo