Effetti
dello spuntino di mezzanotte
Tratto da
CAMERE AMMOBILIATE
PER VIAGGIATORI IMMAGINARI
di Claudio Montini
2015 Youcanprint
Il
coccodrillo se ne stava acquattato nella melma tra le canne buone per
le stuoie e le capanne dei bipedi umani, sul limitare tra la palude e
le acque veloci e ansiose di invadere il delta e la laguna.
Osservava
l'airone e l'ibis che, presi da fili trasparenti e da essi sospesi
tra il sole e l'acqua e la terra dell'altra riva, ora cavalcavano
lasciandosi portare ora contrastavano gran fremito d'ali scivolando,
sconfitti ma non domi, il vento che saliva dal mare a modellare le
dune sabbiose e a baciare, scolpendole con la delicatezza di un
paziente cesellatore, le misteriose montagne con cui avrebbe generato
gonfie e pesanti nubi per celare la sorgente del grande fiume e
rinvigorirne la forza.
Questo
vento era buon segno per i bipedi umani che dovevano la fortuna della
loro sopravvivenza a quella forza che copriva i loro campi e le loro
case, a volte cancellandoli ma più spesso nutrendo la terra così
bene da ricompensare dei danni subiti e accumulare beni anche per le
generazioni successive.
Per
il coccodrillo tutto ciò non rappresentava nè un miracolo ne un
gesto di generosità di un padre misterioso e soprannaturale per i
suoi figli adoranti, convinti di essere anche i suoi prediletti; lui
sapeva bene che non era altro che il cerchio della vita che,
imperterrito e immutabile, compiva il suo percorso come il buio della
notte lascia posto alla luce del giorno: si nasce da chi sta per
morire, si cresce e si mangia o si viene mangiati e, se accade la
prima delle cose, si generano altri individui prima di morire per
fare posto a quelli nuovi che faranno altrettanto.
A
meno che non piombi un sasso dal cielo, alzi un gran polverone e
cambi le carte in tavola, come era capitato ai suoi antenati che
erano morti quasi tutti e, così facendo, avevano lasciato il dominio
della terra ai bipedi ( a detta loro ) pensanti , scesi dagli alberi perchè stanchi di mangiar banane....
Ebbene,
a pensare come complicarsi la vita e ammazzarsi di fatica, sono
bravissimi: poco più in là da lui, in mezzo al grande Nilo,
solcava i flutti e i gorghi opposti alla sua rotta vincendoli grazie
ai muscoli dei vogatori e al vento che tendeva timidamente la vela,
il vascello del giovane faraone e della sua bella sposa, scortato da
navigli più piccoli ma carichi di arcieri agguerriti.
Tutti
remavano con vigore, come se avessero i loro dei degli inferi alle
calcagna, sudando come fontane e dandosi cambi regolari: remavano e
sudavano senza ritegno, ma anche cantavano con gioia come se
andassero a fondare una nuova città.
Ne
avrebbe fatto volentieri a meno d'ascoltarli, perchè si sa che il
coccodrillo è un tipo riservato, non proprio abbottonato ma che da
poca confidenza ai bipedi umani: basta un salamelecco qualunque per
farti la pelle e in un amen ritrovarti borsetta o scarpa o cintura se
non su magliette e mutande sportive.
Però,
poveretto, cos'altro poteva fare se doveva ancora digerire l'ennesimo
impiccione che s'era incaponito a scoprire “ il coccodrillo come fa
se non c'è nessuno che lo sa?”
Si
dice non usi mai il cappotto: bella forza, vive in Africa, sulle rive
di un fiume stretto tra due deserti e un mare salato che più salato
non si può, il Mar Morto appunto...
Si
dice mangi troppo...eh no! A questo punto avrebbe voluto dare ai
rematori canterini notizie di prima mano, nel senso che prima avrebbe
assaggiato una loro mano e, se di suo gusto, con calma si sarebbe
sgranocchiato il resto impanandolo con le sabbie del letto del fiume:
ma ai remi sono tutti etiopi e nubiani e il veterinario ha detto che
alla sua età doveva prediligere le carni bianche.
Tra
i musici che davano il ritmo e accompagnavano i cori, c'era
qualche viso pallido, smorto da far paura come le bende che avvolsero
il padre del faraone attuale: ma non erano sufficienti nemmeno per
l'aperitivo, troppo secchi e bassotti; tuttavia avevano insegnato dei
bei motivetti alle ciurme, con dei ritmi allegri e sincopati che
facevano battere la zampa anche a lui e agli altri colleghi che si
erano radunati ad ammirare la festosa parata, dopo essersi divertiti
a provare le dentiere nuove con i vari esploratori da salotto con
telecamera a spalla.
I
bipedi canottieri e i bipedi suonatori remavano, sudavano e
soffiavano nelle loro trombe con un entusiasmo contagioso: persino
Tutankhamon e Nefertiti battevano le mani a tempo e seguivano la
musica con la testa.
Un
airone che seguiva il corteo riferì che aveva udito il faraone
esprimere il proposito di cambiare nome in Akenhaton delle Piramidi,
per fare come Mal dei Primitives; il moretto coi baffi e i dentoni e
il biondino spennacchiato gli avevano promesso un provino, nella loro
isola molto più a nord di lì: lassù Iside e Osiride non erano
granché popolari, ma se era raccomandato da Freddy Mercury e Phil
Collins avrebbe sfondato sicuramente, sebbene il primo fosse sembrato
più attratto dall'approfondire la conoscenza di ogni singolo membro
dell'equipaggio e il secondo adorasse la faraona, con o senza
patate...
Il
coccodrillo sembrava perplesso, ma quando i fiati degli Earth, Wind &
Fire punteggiarono e contrappuntarono i cori di Al Cairo, al
Cairo, Suez on my mind, Sitting on the dock on the Red
Sea, dopo aver eseguito Papyruslate e We are the
Aegyptians, gli scese ben più d'una lacrimuccia: la digestione
era quasi alla fine.
Infatti,
quando partì il coro di Etiopia, Etiopia mia, ebbe un sussulto
di dignità e ritornò presente a se stesso: cavò dalla corazza
dorsale il cellulare e alla signorina della PyramidFone dettò un
numero che, per malasorte delle doghe in faggio della rete, fece
sobbalzare dal sonno alla veglia l'elefante il quale, invece di
essere solo il marchio del materasso, ci russava beatamente sopra
come una motosega con l'acceleratore inceppato.
- Guagliò...ma che vi siete bevuto, mangiato, fatto stasera, prima
d'annavve a curcà, per mescolare l'antico Egitto, io coccodrillo e
'o faraone con Freddy Mercury, Phil Collins e gli Earth Wind &
Fire che si cambiano pure le parole di Romagna Mia ...che poi
Casadei s'infusca e lo chiammeno “'o ventilatore” tanto che si
rivolta nella tomba??? - **
- Boja faus d'un boja faus...!! Devo smettere di farmi la bagna cauda e
la peperonata in umido come spuntino di mezzanotte e poi fare i
gargarismi col dolcetto. - **
Rispose
l'elefante senza proboscide, tutto sudato e seduto sul letto;
ciabattò, al buio per non svegliare la jena sabauda che gli dormiva
accanto, fino al frigorifero per ingollarsi una generosa razione di
americanata liquida dalla ricetta segreta che, giunta a destinazione,
scatenò l'urlo della valvola pilorica e l'apertura di quella
duodenale: il cane abbaiò come se avesse sentito il tuono del
diluvio universale.
Ma
non piovve e fu, per il resto, una nottata tranquilla.
Traduzione delle parti in vernacolo:
** Ragazzo...cosa vi siete bevuto, mangiato o fatto stasera prima di andarvi a coricare per mescolare l'Antico Egitto, io coccodrillo e il faraone con Freddy Mercury, Phil Collins e gli EW&F che cambiano le parole di "Romagna Mia" tanto che poi Casadei si arrabbia e lo chiamano il ventilatore dal rigirarsi nella tomba??
**Boia falso d'un boia falso (espressione tipica piemontese) Devo smettere di fare lo spuntino di mezzanotte con la peperonata e la bagna cauda (piatti tipici piemontesi a base di peperoni in umido e acciughe, aglio, burro e,opzionale, panna cotte lentamente e amntenute calde anche in consumazione) e poi fare i gargarismi con il dolcetto (vino tipico piemontese da tavola corposo, forte e ad alta gradazione)
(c) 2014 testo di Claudio Montini
(c)2015 Ed. in self-publishing per Youcanprint
(c) 2015 Foto di Orazio Nullo e Augusta Belloni