La legislatura è finita, andate in pace...
di Claudio Montini
Dopo tanto tempo, una legislatura giunge alla sua naturale scadenza: questa dovrebbe essere già una grossa notizia, anzi, uno strillo di stampa da fare urlare al miracolo in questa Italia diroccata, presuntuosa, sbruffona e ignorante persino il più recente passato. Ho passato il mezzo secolo di età e posso dire di ricordare vagamente un'era craxiana, forse la prima, in cui accadde una cosa simile subito smentita dalla successiva legislatura, quella per cui si vagheggiò una lunga era di stabilità e di benessere poiché circolarono voci di una staffetta Craxi -De Mita che, di fatto, non ebbe mai luogo per ragioni che tuttora sfuggono alla mia limitata capacità di comprensione delle oscure trame della politica; quella stagione della storia nazionale, vista con gli occhi di oggi era la degustazione delle dissennate manfrine, veroniche, minuetti e sombreri cui avremmo assistito, noi cittadini impotenti e anche distratti ma pure rassegnati come servi della gleba, non già sui campi di gioco o in sale da ballo, ma nelle auguste aule parlamentari e nei salotti catodici e radiofonici. Finalmente il 4 marzo smetteremo di celebrare il compleanno di Lucio Dalla e proveremo a disegnare l'Italia del futuro con l'unico sistema valido in ogni democrazia degna di questo nome: una matita copiativa con cui tracciare una croce su un foglio di carta colorato, su cui avranno già stampato dei disegni e dei nomi o delle righe per concederci, bontà loro (di quelli che comandano sui seggioloni romani: e chi sennò??), la facoltà di scegliere quale pupazzo spedire a scaldare gli scranni di Montecitorio. Tutto il resto è noia, è già stato deciso, già previsto e predisposto: è inutile protestare a favore della libertà quando si soffoca la verità nella culla e si chiudono giornali e biblioteche ed edicole perchè non si trova o non si è capaci di trovare chi sia in grado di gestirle oppure, peggio ancora, chi sarebbe in grado di gestirle pretende di farlo in piena autonomia forte della propria esperienza, sensibilità e cultura. Piaccia o non piaccia, Paolo Gentiloni ha dimostrato come si possa ancora fare il politico di professione senza fare fare il buffone, lo smargiasso, il trapanante (come si usa dire in questa fetta di nord-ovest italiano stremato dalla recessione) o l'incantatore di serpenti (come si direbbe nel resto dello Stivale); di aria fritta ne abbiamo trangugiata abbastanza e sarebbe ora di affollare i seggi elettorali piuttosto che gli outlet o i centri commerciali, se non vogliamo che tutto cambi affinché tutto rimanga uguale. Altrimenti, tutto il resto sarà noia: non ho detto gioia, ma noia come quella che portò i nostri nonni sotto un balcone o davanti una radio a sentire sbraitare in italiano limpido un maestro elementare che dalla bandiera rossa era passato alla camicia nera.
©2017 Testo di Claudio Montini©2016 Immagine di Orazio Nullo "Plastic Lies" -Atelier des Pixels collection