ERA DI MAGGIO
2015 Sellerio editore
di Claudio Montini
Antonio Manzini
conosce molto bene il suo mestiere e lo dimostra in questo ERA
DI MAGGIO,
edito nel 2015 da Sellerio editore in Palermo: ma è anche talmente
bravo da arricchire di poesia, senza scadere nel melodrammatico o
nello stereotipo del più truce luogo comune, tanto la trama quanto i
personaggi cui da spessore umano e fa muovere in teatri diversi e
raramente contingenti.
Non ci sono personaggi maggiori o minori: in ogni passo dello
sviluppo della trama essi mostrano se stessi in piena luce, con pregi
e difetti così come con le loro meschinità e i propri scatti di
dignitoso orgoglio.
Allo stesso tempo, non è soltanto un romanzo che racconta le
vicissitudini di un commissario della polizia di stato (lui, Rocco
Schiavone, preferisce, anzi, pretende di essere qualificato secondo
la nuova definizione del ruolo, vale a dire vice questore), romano di
nascita e di midollo dotato di grande senso della giustizia e di
senso pratico, non esattamente adamantino nelle frequentazioni e
nelle abitudini, spedito in servizio ad Aosta per punizione e giunto,
suo malgrado, a un bivio della propria esistenza.
Due
persone a lui care hanno pagato con la vita, al posto suo, per le
azioni che il suo ruolo e il suo mestiere lo avevano portato a
compiere; gli amici romani e i colleghi aostani lo riportano alla
vita e al lavoro di tutti i giorni per dipanare i nodi lasciati
irresoluti dal precedente NON
E' STAGIONE,
(2015 Sellerio) ma il ritorno a Roma e la nuova indagine e anche il
nuovo appartamento aostano lo costringono ad accettare il fatto che
la vita va avanti, bisogna seppellire i morti e lasciarli riposare in
pace, ci si deve spogliare dell'uomo vecchio (magari buttando nella
Dora una vecchia pistola) e provare a indossare i panni dell'uomo
nuovo che chiama ricordi e tormenti con il loro nome ma ha smesso di
inseguire le ombre.
Qualche invidioso ha scritto che Antonio Manzini diventa piacevole
nel momento in cui smette di imitare Camilleri: è un'autentica
castroneria gratuita, frutto di becera superficialità.
A parte il fatto che pubblichino per la medesima casa editrice, che
abbiano avuto a che fare professionalmente con il mondo del teatro e
del cinema , che tanto Salvo Montalbano che Rocco Schiavone siano
funzionari di pubblica sicurezza in forza alla Polizia di Stato,
avendoli letti e amati entrambi, posso tranquillamente affermare che
le corrispondenze finiscono lì e sono evidenti addirittura a partire
dalle scelte nell'ambito del registro linguistico, sia per la
narrazione che per il bagaglio verbale dei singoli personaggi, poichè
esse sono palesemente opposte.
Camilleri ha inventato una metalingua con innesti di italiano e
burocratese per aumentare l'effetto ironico e satirico; Manzini
adotta un buon italiano, il più scorrevole e semplice possibile, con
rare coloriture dialettali volte solo alla caratterizzazione dei
personaggi, per allargare al massimo la base dei fruitori e dei
lettori perchè il suo scopo è quello di dirigere una serie di
personaggi immaginari in teatri reali, col distacco e il
compiacimento del cronista di vita vissuta.
Sono due autori diversi ma simili, poichè portano a compimento la
missione che nell'antica Grecia era affidata al teatro: l'imitazione
delle dinamiche della vita umana a scopo pedagogico, cioè a
insegnare quanto fosse nobile tendere all'ideale e adoperarsi per
raggiungerlo, incorrendo nella punizione divina del fato per ogni
meschinità nei confronti del benessere universale.
La
lettura di NON
E' STAGIONE
e ERA DI
MAGGIO,
entrambi usciti dalle dita e dalla fantasia di Antonio Manzini e dati
alle stampe da Sellerio editore in Palermo nel 2015,
è
una buona, anzi, ottima soluzione per concedersi una pausa
intelligente che porti a uno stato di benessere ideale, sebbene
effimero come una favola moderna ma senza controindicazioni.
(c)2015 testo di Claudio Montini
(c)2015 foto Orazio Nullo