SICILIA TERRA BRUCIATA
Fratelli Frilli
Editori (2016)
SFUMATURE DI TINTA FOSCA
di Claudio Montini
I titoli dei libri, a volte, sono fuorvianti sebbene sia noto
all'orbe terracqueo che essi siano il biglietto da visita degli
stessi. Ne possono addirittura determinare la fortuna: del resto,
insieme all'immagine di copertina, sono la cosa che rimane impressa
in modo indelebile nella memoria del pubblico, sia che si tratti di
osservatori distratti che di lettori appassionati, accaniti e acuti. Come con le arance e le arancine o gli arancini, il vero spettacolo,
il tesoro, il miracolo buono e gustoso sta sotto la scorza, sotto la
superficie esterna e coinvolge tutti i cinque sensi, o meglio,
l'anima intera o lo spirito o l'indole o la psiche del consumatore:
così è anche SICILIA TERRA BRUCIATA di Vincenzo
Maimone pubblicato da Fratelli Frilli Editore nel
2016!
Già
il titolo va letto senza pausa e senza virgola, come se fosse una
sfumatura di colore o una tinta particolare e peculiare di un'opera
pittorica: ma la “polpa” che si addenta sin dalle prime righe
(che rimandano la mente all'esordio di METAMORFOSI
di
Franz Kafka) annuncia che non andremo incontro all'ennesimo,
malinconico e rassegnato atto d'accusa circa i mali dell'isola più
grande del Mediterraneo bensì alla constatazione del degrado
dell'Italia intera e odierna, andato in scena negli ultimi
quarant'anni con le medesime modalità da Courmayeur a Lampedusa o da
Gorizia a Cagliari.
Vincenzo Maimone, filosofo laureato a Messina e professore associato
in Filosofia Politica presso l'Università di Catania, descrive una
parte che conosce bene, Acireale (CT) poiché lì sono le sue radici,
per tracciare un quadro di tutto lo Stivale Italico e
dell'atteggiamento mentale degli abitanti del medesimo adoperando
quella tinta così ben evidenziata dal titolo del romanzo.
Come se fosse un medico legale dello spirito e del pensiero,
attraverso i suoi personaggi, incide e seziona la realtà aprendo gli
occhi al lettore meno distratto e rivelando agli altri quale sia la
motivazione del persistere di una cattiva opinione in coloro che
osservano l'Italia da fuori, da lontano, dall'estero. Nell'esordio
del tredicesimo capitolo (troppo lungo da citare il passo, vi invito
a fare vostro il libro e leggerlo: c'est plus facìle!), c'è la
prova di quanto vado affermando, ovvero, c'è la chiave sociologica
con cui aprire una delle porte possibili per accedere al giardino
magico e gustare lo splendore della lingua italiana, la profondità
della riflessione e della speculazione, il grande senso della misura
nel descrivere l'animo umano tanto nelle sue vette quanto nei suoi
abissi.
SICILIA TERRA
BRUCIATA non
è soltanto la rappresentazione dell'atavica lotta tra bene e male o
tra giustizia e prepotenza o vita e morte che muove dal precedente LA
VARIABILE COSTANTE (2014,
Fratelli Frilli Editori);
non è soltanto la caccia all'omicida seriale che giustifica la sua
brutalità col pretesto di una vendetta contro coloro che ritiene
colpevoli della propria inettitudine e del proprio fallimento come
persona; non è soltanto un romanzo giallo in cui la paura, il
dolore, la cattiveria striano la storia di ombre inquietanti e graffi
neri col solo scopo di assicurare evasione a buon mercato ai lettori
dai relativi travagli quotidiani.
Esso rappresenta, a mio modesto parere, un salto di qualità verso
l'alto della letteratura gialla o poliziesca o noir che dir si
voglia: un salto fuori dagli steccati del passatempo intelligente fin
che si vuole, ma di scarso valore, tipico dell'ossessione
classificatrice ed etichettatrice dei nostri tempi.
SICILIA TERRA
BRUCIATA di
Vincenzo Maimone è vita vissuta da galleria di tipi umani in una
cittadina che si chiama Acireale, ma potrebbe essere Vigàta di
Camilleri o Racalmuto di Sciascia; è vita vissuta che si fa romanzo
per meglio operare una critica schietta alla nostra intera società
(alla moda più di Voltaire, penso a CANDIDE,
che di Kant prediletto dal professore catanese) dove l'incapacità,
tanto abusivamente chiamata in causa da troppe bocche per non destar
sospetto, non regge più come alibi alla prova del tempo e alla
persistenza del danno. Infatti, la strategia della provocazione di
disastri collettivi per incrementare il profitto individuale,
sfruttando i labirinti della burocrazia, ha portato al progressivo
crollo dei valori di civile convivenza: vale l'apparenza e non la
sostanza, meno che mai competenza ed esperienza, il nome o il titolo
altisonante, le illazioni e gli slogan come quello per cui la colpa
dei nostri guai è imputabile ad altri fuorché a noi.
Così si alimenta la cattiveria dei pavidi, degli invidiosi e degli
inetti che, purtroppo, viene pagata da vittime innocenti, casuali,
comunque estranee alle vicende che portano alla scellerata
deflagrazione della serenità e del futuro.
Per
questo motivo, c'è bisogno più che mai di romanzi che non si
limitino a fare leva su desideri e ansie represse, portandoci in
mondi lontanissimi dalla realtà di tutti i giorni, soffocandoci di
parole che mostrano soltanto l'edonismo e l'egoismo culturale dei
loro autori; abbiamo bisogno di narratori come Vincenzo Maimone e di
romanzi come SICILIA TERRA BRUCIATA
e di editori coraggiosi e caparbi come i fratelli Frilli da Genova:
perchè leggere è un piacere sottile e leggero che non addolcisce la
realtà ma aiuta a viverla meglio, aiuta a tenere il cervello sempre
ben inserito e attivo, aiuta ad essere persone e cittadini e uomini e
donne più consapevoli dei nostri mezzi.
©2020 testo e immagine di Claudio Montini