Marco Buticchi
STIRPE DI NAVIGATORI
Longanesi 2019
UN POZZO
INESAURIBILE
di Claudio Montini
La storia dell'umanità è un pozzo inesauribile da cui si possono
attingere fluidi e lieviti con cui impastare sogni, suggestioni,
sensazioni, ipotesi e congetture. Spesso, senza volerlo, si finisce
per azzeccare la sequenza esatta dei fatti e delle motivazioni che li
hanno causati. Di più: autori e lettori riescono addirittura ad
aprire reciprocamente gli occhi su realtà e periodi storici
apparentemente distanti da loro, eppure convergenti e speculari e
sintonizzati perfettamente con gli avvenimenti mondiali odierni. Questo accade puntualmente con ogni opera prodotta da Marco Buticchi
che in STIRPE DI NAVIGATORI (Longanesi, 2019)
conferma e convalida e consolida (se mai ce ne fosse ancora bisogno)
la sua maestria nel tratteggiare le sfaccettature e gli spigoli
dell'animo e della natura umana, tanto quelli positivi quanto quelli
negativi, combinando piani narrativi e scenari storici eterogenei a
una prima vista superficiale ma saldamente concatenati nella linea
logica del tempo, inteso come dimensione fondamentale della
narrazione stessa. Attraverso un solido palinsesto drammaturgico, la grande cura nel
delineare tanto i personaggi quanto gli ambienti in cui essi si
muovono, l'attenzione spasmodica al ritmo e alla scorrevolezza della
lingua italiana scevra da ammiccamenti regionali o tecnicismi, così
corretta sul piano grammaticale e sintattico e semantico, Buticchi
prende per mano il lettore sin dalla prima pagina e lo fa accomodare
a bordo del suo vascello magico per condurlo in una crociera lungo il
tempo e lo spazio e tutti gli accidenti che una simile navigazione
nei destini degli esseri umani, reali o inventati che siano,
comporta. Riga dopo riga, pagina dopo pagina la STIRPE DI NAVIGATORI
affronterà la tratta degli schiavi razziati dalla madre
Africa per lo sfruttamento del Nuovo Mondo mentre in quello Vecchio
si enucleavano i primi geni dell'Illuminismo; si perderà nel pantano
della guerra del Vietnam e nel saccheggio post coloniale del
continente nero durante tutto il XX secolo, non senza gettare uno
sguardo sulle macerie di Lisbona sconvolta da un sisma di notevole
intensità e dalla successiva mareggiata che spazzò la costa nella
metà del secolo XVIII, annientando ciò che il movimento tellurico
aveva risparmiato. Il lettore, avvinto dalla scrittura elegante e mai banale e sempre
agevolmente fruibile, assisterà, protetto dal vascello di Marco
Buticchi, alle vicissitudini di uomini e donne che hanno saputo
restare umani e giusti e veri quando tutto intorno a loro crollava,
si deteriorava, si ispirava e si uniformava ai peggiori istinti
criminali e predatori. STIRPE DI
NAVIGATORI
(ed. Longanesi,
2019)
scritto da Marco Buticchi non è l'ennesimo capitolo della saga sulle
avventure di Oswald Breil e della moglie Sara Terracini, intenti e
tesi a salvare il mondo dal male e dalla malavita (in questo caso,
cinese) con l'equipaggio della loro residenza galleggiante, la nave
Williamsburg. Certo non mancano i due personaggi che tanta fortuna
hanno dato allo scrittore spezzino, ma i veri protagonisti sono
l'amore che lega due fratelli figli del cuore dell'Africa e il
continente nero stesso, oggetto per secoli di brame e interessi che
hanno considerato gli esseri umani che lo popolano alla stregua di
una fastidiosa necessità. Dunque,
la lettura di quest'opera che, più d'ogni altra, merita
l'appellativo di romanzo, è doverosa e salutare per le specularità
e i parallelismi e gli echi che emergono dalla superficie della trama
avvincente: sicuramente essi sproneranno ogni lettore, già
intrattenuto con elegante e sagace intelligenza, a migliorare la
padronanza della lingua italiana e a gettare uno sguardo più attento
e disincantato alle radici dei mali correnti ai giorni nostri. Alla
fine, lasciatemelo dire: leggere STIRPE DI
NAVIGATORI
di Marco Buticchi fa bene al cuore, all'anima, alla testa e anche
alla lingua nazionale.
©
2020 Testo e fotografia di Claudio Montini