Radio Patela Magazine - Letti & Piaciuti
Caccia al tesoro fantasma
Gabriele Prinelli
IL MISTERO DI MARIGNANO
Gemini Grafica Editrice
2014
Testo: Claudio Montini
foto: Orazio Nullo
Nelle pieghe della Storia, quella con
l'iniziale maiuscola, quella che con battaglie e condottieri e
pittori e architetti arditi riempie le pagine dei libri, vivono le
storie della gente per la gioia di tutti gli scrittori creativi.
L'amore per la propria borgata,
quartiere o paese che sia, colma le lacune della ricerca storica e
scientifica prendendo a prestito da quest'ultima quanto basta a
corroborare di verosimiglianza trame e personaggi: così accade ne IL
MISTERO DI MARIGNANO di
Gabriele Prinelli edito da GEMINI GRAFICA dove il fascino della prosa
e il trasporto felice che invoglia il lettore a scorrere una riga
dopo l'altra, godendo di una serena ed elegante evasione dalle cure
quotidiane, risiede nelle scelte linguistiche consone al periodo
storico scelto e alla struttura narrativa solidamente armonizzata tra
giallo e commedia degli equivoci, un po' Feydeau e un po' Goldoni.
Gabriele
Prinelli confeziona non già un mero seguito de LA
MANO DELL'ORGANISTA (F.LLI
FRILLI, 2009), ma un romanzo nuovo, autonomo, vivo e vegeto con gli
stessi protagonisti del precedente e nuovi comprimari calati in uno
scenario connotato da un'atmosfera tipica delle storie di fantasmi
scozzesi o di certi lavori di sir Walter Scott, Arthur Conan Doyle e
Oscar Wilde, alleggerendo l'atmosfera gotica e drammatica con la
rappresentazione, magistrale e divertita della grande umanità dei
personaggi, unici ciascuno a modo proprio ma tutti simpaticissimi.
La tensione per i misteriosi eventi si stempera con le
baruffe coniugali, ma sono poi i dettagli e i ricordi a portare tutti
i personaggi alla verità dei fatti.
Agli
esordi del XIX secolo l'organaro Gaspare, forestiero di Treviglio,
fresco sposo della più bella ragazza di Marignano (l'odierna
Melegnano) e costruttore d'organi da chiesa oltre che musicista,
viene invitato a suonare per un matrimonio di nobili in una villa
poco fuori il paese; il palazzo che dovrebbe essere teatro degli
sponsali, pare sia infestato da un inquieto fantasma oltre ad essere
dimora di una graziosa e avvenente nubenda, nipote del signore
locale.
Questa cosa scatena la gelosia della moglie
dell'organaro, Cecilia, che minaccia la separazione per le reiterate
assenze del consorte che, finita la modesta messa a punto dello
strumento (già in ottimo stato), viene investito del compito di dare
la caccia al fantasma affinchè abbiano luogo, una volta per tutte,
le nozze da lunga pezza programmate; ma nella sonata complessiva ci
sono troppe note stonate: e l'orecchio interiore di Gaspare se ne
accorge subito.
La morte improvvisa e misteriosa di uno stalliere
complica la situazione e da la stura a una serie di reazioni e di
equivoci che, però, condurranno l'acuto artigiano suonatore a
scovare e sbrogliare il bandolo della matassa che si rivelerà essere
di natura molto terrena: dalla notte dei tempi, l'oro tenta e travia
gli uomini più di quanto Eva e la mela non avessero tentato Adamo
nel paradiso biblico.
Il lettore più smaliziato, a questo punto, rammenterà
quanto sostenuto da Agatha Christie, secondo cui il delitto è
semplice mentre complesse e tortuose sono le strade che portano alla
soluzione dell'enigma e alla comprensione delle motivazioni che
l'hanno causato: io, nel mio piccolo ruolo di lettore oculato ed
esigente, ritengo che sia altrettanto complicato trovare il registro
linguistico e narrativo adatto a rendere piacevole e accattivante
ogni storia, romanzo o novella che sia, votata a rendere evidente
detta semplicità.
Gabriele Prinelli, ancora una volta, accetta la sfida di
Mrs. Christie e la vince declinando i temi del disciplinare di
produzione secondo un lieve stile ottocentesco italiano, nel senso
migliore e più benevolo del termine, purtroppo perduto nella
produzione letteraria contemporanea.
Secondo la definizione che Philippe Daverio dà nella
sua più recente opera dedicata alla pittura del XIX secolo, il lungo
secolo della modernità comincia con la Rivoluzione Francese e
termina l'attentato mortale di Sarajevo all'arciduca
d'Austria-Ungheria: eppure, se pensiamo a qualcosa di bello,
elegante, prestigioso e durevole oltre le mode effimere ci troviamo a
considerare quanto è stato prodotto allora.
Questa è la carta vincente de IL MISTERO DI
MARIGNANO che il suo autore gioca con gusto: egli adotta,
come registro linguistico, un italiano elegante e popolare, musicale
e immaginifico senza eccedere nel lirismo, essenziale ma fragrante e
ruspante come solo certi prodotti artigianali sanno essere, cioè
curati nei dettagli e rispettosi dell'intelligenza dell'utente tanto
da conquistarne la stima fin dalla copertina.
Essa, “Il pranzo di nozze” di Hans Peter Brugel, è
un richiamo a LA MANO DELL'ORGANISTA volto a
sottolineare la felice scelta di ispirarsi alla letteratura italiana
popolare del secolo moderno, inteso come ho detto poc'anzi.
In nessun punto della narrazione si ha la fastidiosa
sensazione di imbattersi in passaggi ridondanti che un'attenta
rilettura avrebbe certamente tagliato, così come neppure la
personale rielaborazione dello stile linguistico in voga nei romanzi
popolari del secolo moderno ( più o meno a cavallo tra XIX e XX
secolo ) ha sentore di polverosa supponenza, da topo di biblioteca.
E' talmente scorrevole e fresca che invoglia a
proseguire la lettura, a dispetto degli impegni del resto della vita,
perchè è come trovarsi a una riunione di amici, accomodati intorno
al fuoco o a un tavolo con le forchette a centro piatto, mentre
un'altro amico, con sapienza oratoria e attoriale, racconta una bella
storia che nessuno ha mai sentito.
Insomma, una piccola gemma ottimamente lavorata che
merita di spandere la propria luce anche su scala nazionale, oltre a
dar lustro al coraggio di una piccola casa editrice che ambisce a
rivalutare e riproporre gli autori legati al territorio di Melegnano
(Marignano è il nome originario della cittadina alle porte di
Milano) per nascita e ambientazione delle opere, inserendoli in una
collana che si chiama AD AEMILIUM NOVUM.
Gabriele Prinelli,
musicologo laureato e diplomato al Conservatorio in flauto, è nativo
del posto e pertanto l'opera è inserita in detta collana, ma lavora a San Giuliano Milanese (MI) come bibliotecario e vive
a Lomello (PV) perchè lì ha trovato la Gemma che ha riverberato
luce viva nel suo cuore.