Joan Miro Centennaire pour l'impremiere Mourlot 1953 |
di Claudio Montini
Un libro è come un giardino magico da portare in tasca: io sono il giardiniere che vi condurrà alla scoperta di alcuni di questi e ve li farà vedere sotto molteplici luci e altrettanti punti di vista. Alla fine sarete voi a scegliere se ospitarli nelle vostre tasche, tenerli tra le mani, e lasciarli dimorare nei vostri animi: perchè un libro non lascia indifferente nemmeno i muri sui quali è rimbalzato il suono delle parole che contiene o solamente il suo titolo e il nome del suo autore. Un libro pretende attenzione, concentrazione, forza e desiderio come un'amante o come un figlio piccolo o come un'amico che chiede o può dare aiuto; ma restituisce occhi e orecchi nuovi che vedono e sentono cose prima trascurate o, peggio, ignorate e migliorano la proprietà di linguaggio in modo tale per cui riusciamo ad esprimerci meglio, a comprendere e ad assaporare i messaggi del mondo che ci circonda, a interpretare i segni dei tempi e quel che succede per essere pronti e vincenti: perchè chi ci vuole sopraffare, opprimere, imbavagliare conta di vincere grazie alla nostra ignoranza che spesso scambiamo per libertà di coscienza o di costume. Un libro non può dare tutte le risposte (non ci riuscì l'Encyclopedie di Diderot e D'Alambert, nè due secoli dopo il Manuale Delle Giovani Marmotte) ma leggendolo ci costringe a pensare, a immaginare, a riflettere e persino a interrogarci e a spingerci a girare quegli interrogativi a chi di dovere; allora, ecco cosa fa davvero paura a chi ci comanda, a chi reprime, a chi domina e vuole uniformare la massa: il fatto stesso di essere inevitabilmente stimolati a ragionare e a indagare per dare volto e corpo all'ignoto invece di accontentarci di evadere sulle ali della fantasia grazie alle alchimie di trame, figure retoriche, sceneggiature avvincenti, belle parole e profili umani immaginari eppure tanto naturali e cristallini, disinvolti e reali da desiderare d'incontrarli incarnati almeno su uno schermo, piccolo o grande poco importa.
Non ci sono libri di prima o di seconda categoria, maggiori o minori, utili o inutili, grandi o piccoli; ci sono piuttosto libri dimenticati, da dimenticare, da evitare o da leggere alla giusta età, da consigliare, da esaltare o da stroncare: ma tutti, dico e ripeto e sottolineo, tutti sono da leggere! Oppure da ascoltare, come si ascolta la radio che ci istruisce e ci informa e ci intrattiene lasciandoci modo di fare contemporaneamente altro: infatti, la tecnologia odierna, facendoci fare passi da gigante, ci consente di farne uno indietro con buona pace dell'inarrestabile processo evolutivo che ci dovrebbe distinguere dal resto dei sudditi del regno animale. La trasmissione orale del sapere e dell'intrattenimento intelligente nasce prima ancora che fosse stata inventata la scrittura: quindi gli audio-libri non hanno inventato nulla di nuovo, semmai hanno risolto un problema di fruizione allargando la potenziale platea di utenti, e non determineranno la fine di alcuna cosa proprio come gli e-book non uccideranno il libro stampato: il giardino magico tascabile e portatile ha soltanto cambiato il supporto sul quale viene impiantato e col quale si diffonde, sopratutto se è dotato di contenuti genuini, originali e universali.
(c) 2016 Testo di Claudio Montini
(c) 2015 Foto Google Images Database
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