lunedì 27 giugno 2016

Ho visto uno sconosciuto nello specchio

UNO SCONOSCIUTO NELLO SPECCHIO 

di Claudio Montini


Ho cinquant'anni e tanti sogni ancora nel cassetto, le tasche piene di rimorsi e di biglietti scaduti, sono lentamente scivolato nel guano ma, grazie a Dio o chi per esso, riesco a galleggiare seguendo la corrente e tenendo il mento due dita sopra la superficie. Sono in una cloaca? Che ne so...qui è buio pesto o, al più, penombra crepuscolare e in ogni caso la fine di questo tunnel ancora non da segni di sè. Mi faccio coraggio da solo: che altro potrei fare? Non smetto di pensare e di costruire ponti per il futuro: in fondo, non è la stessa cosa che fanno quelli che non si arrendono al cancro che li divora e si fa beffe dei medici e delle loro contromisure? Non smetto di farmi domande e di cercare risposte, di desiderare e di immaginare perchè nella mia testa, nel mio cuore, nella mia anima nessun essere umano può ficcare il naso: è lo spazio infinito, l'universo se preferite considerare le quattro dimensioni fisiche del tangibile, racchiuso in un piccolo e finito e fragile contenitore in moto perpetuo di sfida ai suoi limiti. 
Considerate, adesso, un poeta che non conosce la metrica ma è affascinato dal suono delle parole, dalle immagini colorate che costruisce con esse, dal ritmo incalzante delle rime baciate o alternate e dalle circonvoluzioni che la lingua e il pensiero devono compiere per non spezzare l'incantesimo, il respiro o un batticuore; poi, fate lo stesso con un pittore che non sa disegnare ma gioca coi colori e le forme geometriche che come fotografo non sa o non riesce a catturare perchè ha soltanto un telefono cellulare, un solo computer e due mani e due occhi per combinare pasticci che, un domani, qualcuno scambierà per arte provando persino a darne qualche interpretazione; infine, dovete per forza incontrare il più solo e il più matto di tutti: uno scrittore che non si sente degno di tale titolo perchè cerca, immagina e scrive soltanto le storie che gli sarebbe piaciuto ascoltare, leggere, vivere lasciandosi però trascinare dai propri personaggi altrove rispetto agli scenari e alle destinazioni che aveva pensato per loro.
Tipi bislacchi fatti a codesto modo, li avrete senz'altro incontrati qua e là nella teoria dei giorni che hanno segnato le vostre tempie e caricato pesi sulle spalle; però, sono altrettanto sicuro che raramente vi possa essere accaduto di scorgerli riuniti e compressi nella stessa persona, così come sono sicuro che ben pochi di loro scrivano su un blog pensando di esorcizzare la paura di aver visto uno sconosciuto riflesso nello specchio del bagno, dell'armadio o di una vetrina.

(c) 2016 Testo di Claudio Montini  (c) 2014 Foto di Orazio Nullo "Shadow sunset" 

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