sabato 23 gennaio 2016

L'Italia è ancora un bel posto in cui nascere?

 A ciascuno il suo: riflessioni sul Family Day

di Claudio Montini

 

Oggi, in Italia si è celebrato il Family Day, a detta di molti organi d'informazione di massa.
Che tristezza! Sì, lasciatemelo dire: che tristezza vedere svilito, sturmentalizzato e frainteso un istituto fondamentale per la civile convivenza il quale funziona ed esiste ad ogni latitudine da millenni, pur essendosi evoluto e trasformato al pari dell'animale umano.
Andare in una piazza qualsiasi a gridare slogan vuoti come uova di cioccolata e senza sorpresa, sapendo che quando tornerai a casa ritroverai gli stessi problemi e le stesse carenze contro cui protesti e che nessuno ha intenzioni o idee serie per risolverli, nemmeno coloro i quali ti hanno spronato a muoverti, non vi suona come una presa per i fondelli di proporzioni colossali? 
Non vi rendete conto che ancora una volta hanno usato la vostra frustrazione, mettendovi davanti spauracchi sfocati o un nemico da dileggiare, per farsi belli davanti ai vostri occhi con altre vuote promesse e distrarvi dal domandare conto dei soldi che vi cavano dalle tasche e di quelli che non vi restituiscono?
Perchè il vero problema della famiglia, di ogni genere e tipo di famiglia, sono proprio i soldi e le opportunità di benessere e di vita dignitosa che questi consentono a chi ne dispone: molto dopo, in una ipotetica classifica vengono l'affetto, l'amore, il calore, la solidarietà, i valori...senza denaro non c'è sopravvivenza, non c'è vincolo affettivo che tenga, non c'è morale o religione che resista: si ritorna a homo homini lupus, senza porsi problemi di eterosessualità od omosessualità.
Se tutti quelli che sono andati in piazza oggi e negli anni scorsi e negli anni a venire, tutti i soloni e i sapientoni che intasano colonne di giornali, teleschermi (i tubi catodici sono desueti da tempo), microfoni e pixels si fossero domandati quanti soldi hanno generato le notizie delle manifestazioni, quanto sono costati striscioni e palloncini, quanto è costato il trasporto delle persone e le ore di straordinario delle forze dell'ordine, quanto è costato dare da mangiare e da bere ai manifestanti, quanto è costato rimettere tutto a posto e fare pulizia...se davvero se lo fossero domandato, sarebbero stati costretti a immaginare quanto bene quella montagna di denaro avrebbe potuto fare a tutte le famiglie che non hanno mezzi per sopravvivere, quanti lavori di manutenzione si sarebbero potuti fare ad asili e scuole e parchi e strade e palestre, quanti insegnanti di sostegno e specialisti della riabilitazione si sarebbero potuti impiegare, quanti pannolini e biberon e omogeneizzati e pappe e latte e medicinali si sarebbero potuti elargire indipendentemente dal sesso di mamma e papà, perchè i piccoli nuovi italiani non perdessero il sorriso e potessero conservare la fiammella della speranza che l'Italia è ancora un bel posto in cui nascere.
Forse avrebbero intuito che è tempo di chiedere politiche concrete a favore e in aiuto delle famiglie, qualunque esse siano, perchè il tempo speso a discutere di definizioni e di categorie è sintomo evidente quant'altri mai di distanza patologica dal mondo reale: allora le energie spese oggi avrebbero dovuto essere pungolo agli inerti statisti e a coloro i quali, per scelta vocazionale, una famiglia non ce l'hanno e non sanno nemmeno cosa voglia dire gestirla.


(c) 2016 testo di Claudio Montini    
(c) 2015 foto Google Images Database:  "L'albero della vita" di Gustav Klimt

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