domenica 10 gennaio 2016

Il selciato dei giganti porta al mare

Giant's causeway
 Il selciato dei giganti


 di Claudio Montini

Si ricomincia, si riparte, si cambia vita: l'Epifania tutte le feste se le è portate via e, fino a Pasqua, non ci restano che le domeniche...ma da qui a là, c'è di mezzo il mare come quello che, secondo una leggenda irlandese, separava due giganti che rivaleggiavano tra loro per stabilire chi dovesse avere il predominio sulle terre d'Irlanda e di Scozia, dirimpettaie tra loro. 
L'irlandese costruì un sentiero fatto di pali rocciosi fino a raggiungere la prima isola scozzese, dimora del rivale, ma fu un lavoraccio talmente gravoso che quando terminò cadde in un sonno profondo; quello di Scozia, incuriosito dal sentiero cheattraversava il mare, ci si avventurò sopra e si ritrovò in Irlanda ma non riconobbe il rivale addormentato: pensò che fosse uno dei figli di quest'ultimo! Valutatane la stazza e la possanza, anche forse per il possente russare, ragionò che se quello era il figlio chissà quanto grande doveva essere il padre e decise di battere in ritirata, prima che questi si destasse e richiamasse l'attenzione del padre; pur essendo atterrito dall'eventuale batosta in cui sarebbe incorso sfidandoli, nella fuga si diede da fare a svellere la maggior parte dei pali di pietra e a distruggere il sentiero affinchè il mare ripigliasse il suo posto e il suo ruolo di naturale bastione difensivo.
Il posto esiste ancora ai giorni nostri ed è stato dichiarato patrimonio mondiale dell'umanità dall'UNESCO nel 1986; è una riserva naturale dal 1987 nel nord-est dell'Irlanda, contea di Antrim nell'Ulster, ovvero quella parte d'Irlanda che fa parte del Regno Unito di Inghilterra e Scozia
Questa non è la sola versione della leggenda, ma è quella che viene citata più spesso; è anche quella che, temo, fotografa meglio la situazione dei tempi che stiamo vivendo: perciò, mi auguro e vi auguro che tutte le promesse e gli auspici che abbiamo formulato a capodanno non facciano la stessa fine.

(c) 2016 testo Claudio Montini
(c) 2012 foto Google Images Database

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