Racconto per tre fermate
ed. youcanprint (2015)
di Claudio Montini
Se fosse ancora vivo De Sica padre... anzi, se fossero ancora vivi tutti coloro i quali hanno fatto in modo che la settima arte fosse poesia e non solo una diavoleria per intrattenimento a buon mercato, li trovereste seduti a un tavolino di un caffè o in una stanza a scrivere e discutere di sceneggiatura brandendo ciascuno una copia di questo RACCONTO PER TRE FERMATE con Pierantonio Ghiglione in un angolo a godersi la scena, incredulo di tanta grazia e tanta fortuna.
Vittorio De Sica, pago del ruolo di protagonista, avrebbe certamente chiamato Cesare Zavattini per stendere la sceneggiatura e con Roberto Rossellini o Luchino Visconti avrebbe provato a dare corpo a questo soggetto, no, meglio sarebbe chiamarlo cortometraggio in bianco e nero dai ritmi precisi nei movimenti di macchina, la fotografia lucida e netta, i dialoghi serrati e densi di umanità e mai banali, vivi e semplici e tanto verosimili.
Avrebbero dovuto soltanto trovare la pellicola e trovare una faccia giusta per il co-protagonista: Sanremo e i suoi abitanti sarebbero state ottime comparse, il resto è già tutto lì in quell'angolo di Riviera Dei Fiori che dovremmo andare a conoscere dimenticandoci del Festival della Canzone italiana.
Chi sa sognare ancora ad occhi aperti non faticherebbe a vedere Vittorio De Sica che chiacchiera con un dignitoso, ma rassegnato, clochard che non chiede alla vita più di quel che da a chi ha perso la strada per i suoi traguardi: così come non si fatica affatto a leggere e rileggere le sedici pagine di RACCONTO PER TRE FERMATE di Pierantonio Ghiglione, edito da youcanprint, scoprendone la cura e la pulizia del suo scintillante italiano insieme alla profondità della lezione e del messaggio che che esso reca nella sua apparente semplicità.
(c) 2016 testo di Claudio Montini
(c) 2016 foto di Orazio Nullo
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