venerdì 8 giugno 2018

Dalla cambusa di Zio Propano: viva l'agricola!


VIVA L'AGRICOLA! TORTINA SALATA O FINTA FRITTATA?

di Zio Propano
Il tritacarne a manovella ha sempre esercitato su di me un fascino inspiegabile, secondo solo alla macchina per tirare la sfoglia con anche le calandre per le tagliatelle e i capelli d'angelo, a casa mia conosciuta come "l'Imperia" (dal nome della fabbrica produttrice) ma che in televisione è stata ribattezzata "nonna papera". Sarà perchè l'Imperia nonna e mamma la cavavano fuori dalla credenza solo in certi periodo dell'anno, sarà perchè "..guai a toccare la fontana con la farina e le uova!", sarà perchè entrava in azione quasi al termine della procedura e bastava un operatore per le manovre e un altro sarebbe stato solo d'impaccio, quando scendeva in campo (pardon...in tavola, perchè andava fissato con una ganascia a vite al piano del tavolo) quel connubio contro natura di solidi geometrici con accessori al seguito era il preludio a un evento magico, sin dal momento del montaggio di ghiere, filtri rigidi, lame rotanti, vite senza fine e manovella: la materia edibile, vegetale o animale, entrava dalla piramide rovesciata della tramoggia in uno stato o in una forma e usciva dal cilindro scanalato, con cui era fusa e che a sua volta si fondeva con la piramide di base, in tutt'altra forma e condizione. Addirittura già miscelata e disposta in cilindri lunghi e sinuosi e fragili che comunque sarebbero stati frantumati e impastati, nuovamente, con uovo di gallina e pane, o formaggio grattugiato o entrambi, per diventare polpette o ripieno di ravioli, tortelli o anche di una gallina eviscerata da far bollire intera per ottenere il brodo con cui cuocere questi ultimi. Il rapporto paritetico e simbiotico tra macchina e uomo neutralizzava il timore di incidenti e distrazioni perniciose per la salute, a differenza dei contemporanei robot da cucina, affettatrici e impastatrici: se non interrompi l'approvvigionamento di energia elettrica, questi ultimi non si fermano e ti possono rovinare la giornata e l'esistenza, con quelli bastava smettere di girare... Comunque sia, non sono un nostalgico retrogrado, talvolta per ottenere risultati di un certo tipo o per fare in fretta mi avvalgo anche io della tecnologia: e meno male che c'è! Questa volta sono ricorso al tritacarne classico (mica tanto: è in pura plastica made in China...!), perchè volevo un impasto dalla granulometria importante e non polverizzato; pertanto passiamo alla lista della spesa:
  • 2 uova di gallina (i gusci non servono e si possono buttare, una volta rotti)
  • 1 peperone corno dolce ( vanno bene anche gli altri tipi di peperoni; questo in particolare è coltivato in Sicilia e l'hanno chiamato Cornelio: info@valfruttafresco.it)
  • 1 patata pasta gialla
  • 1/2 cipolla dorata
  • 1 carota
  • 2 bistecche di pollo
  • 6/8 cucchiai da tavola di pane grattugiato
  • 10/12 olive verdi denocciolate (in salamoia) (se le avete in casa solo col nocciolo, asportate da questo la polpa e sarete ricondotti al caso precedente, come dicono i matematici...)
  • Olio di oliva extravergine quanto basta
Aprite il peperone e privatelo dei semi e delle parti bianche, quindi tagliatelo a falde o a pezzi grossolani; pelate la patata e la carota riducendole in altrettanti bocconi grossolani; fate lo stesso con la cipolla e le bistecche di pollo per non fare eccessiva fatica a caricare la tramoggia: ora potete cominciare a tritare inserendo i prodotti anche a caso e avendo cura di versare un cucchiaio di pane grattugiato di tanto in tanto (fino a quattro o al massimo cinque) per evitare un eccessivo sbrodolamento nella ciotola che raccoglie il triturato, ma anche per migliorare la presa delle lame e la resa del "macchinario". In un'altra ciotola sbattete le uova intere (i gusci no...che ve lo dico a fare? Ma quanto sono spiritoso...) con un pizzico di sale e uno di pepe ( per i più golosi, anche un cucchiaio da tavola di formaggio grana grattugiato) per qualche minuto fino ad ottenere un fluido omogeneo, quindi unitelo agli altri ingredienti triturati amalgamando per bene il tutto. Anche l'occhio vuole la sua parte e, allora, quando il composto vi sembrerà avere assunto una bella faccia, lo verserete in una teglia o in un contenitore da cottura in microonde dai bordi alti, meglio se a base quadrata, che avrete unto con l'olio extravergine e poi cosparso con quel che resta del pane grattugiato. A questo punto, si cuoce in microonde con coperchio, appena appoggiato e non chiuso, per 7 minuti a potenza standard (secondo le peculiarità del vostro elettrodomestico); lasciate riposare la tortina nel forno per un minuto dopo la cottura e poi servite in tavola, coi miei auguri di buon appetito!

© 2018 Ricetta e testo di Claudio Montini
© 2016 Immagine di Orazio Nullo

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