di Claudio Montini
Demetrio Volcic, giornalista Rai degli anni fino agli anni novanta del XX secolo e anche direttore per una stagione del TG1, corrispondente estero da Germania e Paesi dell'ex blocco sovietico oltre che da Mosca, ai tempi del presunto golpe contro Gorbaciov, riferì, in un detto famoso che circolava tra tutti i corrispondenti esteri, la tesi secondo cui le rivoluzioni avvengono tutte nel periodo delle ferie o delle vacanze in genere: molte hanno successo proprio per quel fatto lì. In realtà il concetto che è sottinteso è molto più sottile e grave di quel che appaia: dal momento che anche i giornalisti vanno in ferie e in vacanza, certe rivoluzioni si trovano a mancare di occhi e orecchie e bocche e dita obbiettive che possano raccontare la realtà, costringendo il mondo e gli utenti ad accontentarsi delle "veline" propalate e propagandate dai rivoltosi o dai loro avversari.
Quando c'è un colpo di stato, la prassi è quella di tagliare le comunicazioni, isolare, tacere e far tacere oltre ad occupare i centri di comando e di assicurarsi l'appoggio di forze armate e il controllo di depositi di armi e munizioni, disseminare posti di blocco e sparare qualche colpo tanto per far capire che si fa sul serio.
Da questo punto di vista, il mai chiarito golpe Borghese del 1970 è stata una pagliacciata finita a tarallucci e vino, come da italica consuetudine; la purga di stato turca, invece, è una tragedia comica solo per noi che la guardiamo da fuori perchè possiamo vedere, comodamente seduti in poltrona o sdraiati sul sofà, quanto molli e deboli siano i governi occidentali (l'Europa non esiste e non esisterà in questo secolo) e quanto sia tronfio e maleducato e pericoloso il nuovo satrapo che ha in pugno l'Asia Minore: tiene per le palle il vecchio continente, la Russia e l'America per motivi diversi tra loro ed otterrà sicuramente qualcosa.
Forse è stato messo in atto troppo presto, forse erano state riposte troppe aspettative di riconoscenza per il lavoro di filtro dei terroristi islamici e dei profughi, forse sperava in maggior dabbenaggine europea poichè a capo della sua politica estera c'è una donna e per giunta italiana....chissà? Fatto sta che le carceri si sono riempite in un battibaleno di militari, religiosi, giornalisti, professori universitari, studenti, sindacalisti e intellettuali vari; testate giornalistiche e case editrici sono state chiuse e confiscate le attrezzature per la trasmissione via web. Quindi siamo rientrati nei canoni e nei parametri di un normale colpo di stato, artigianale fin che si vuole, ma ora è tutto normale e si può tranquillamente parlare d'altro e indignarci per altre e più urgenti frivolezze: come ad esempio, le Olimpiadi di Rio de Janeiro in cui non c'è pronto quasi nulla e pure il maltempo ha distrutto quel poco che erano riusciti a fare, oppure dell'indecenza di Roma soffocata dalla sua stessa spazzatura e dall'inettitudine della classe dirigente del'ultimo quinquennio, oppure della girandola di sostituzioni clamorose alle direzioni dei telegiornali Rai che puzzano di vendette politiche lontano un chilometro (come la monnezza capitolina: uguale uguale!). Intanto, ci è passata sotto il naso una scandalosa approvazione di un provvedimento che trasforma lo Stato da imprenditore, vietatissimo dalle norme europeo-teutoniche, a Stato spacciatore: avremo la cannabis e alcaloidi connessi con tanto di sigillo del monopolio...come i liquori e le sigarette! Inoltre, poichè era troppo zelante nel fare il proprio dovere e troppo competente, è stata abolito il Corpo Forestale dello Stato facendolo confluire, armi e bagagli, nella Quarta Forza Armata ovvero l'Arma dei Carabinieri come se non avesse abbastanza già da fare di suo e non fosse cronicamente (come Polizia e Guardia di Finanza) a corto di risorse e materiali. Dulcis in fundo, il canone Rai, o meglio, la tassa di possesso di un'apparecchio radiotelevisivo infilata nella bolletta elettrica con pagamento dell'Iva anche sulla suddetta tassa! A questo punto, se state ancora leggendo e non mi avete mandato a quel paese, potreste dirmi che faccio troppa confusione, che mescolo argomenti diversi tra loro e che sono andato fuori tema; può darsi, non lo metto in dubbio e nemmeno mi sforzo di metterlo in discussione: ma provate a sollevare gli occhi dallo smartphone e lasciate perdere il virtuale pupazzetto che lampeggia solo sullo schermo che inquadra la strada o la piazza in cui vi trovate, cozzando contro la gente o gli autobus o pali dei semafori. Non c'è punteggio, non ci sono armi da conquistare o vite di scorta, neppure bottini di monete virtuali con cui eventualmente procurarvele: se vuoi mangiare, devi lavorare o devi rubare; se ti ammali o ti fanno male devi sperare di non capitare in mani sbagliate e ignoranti; se non stai attento ti rubano anche le mutande e chiedono il riscatto o ti ci fanno pagare le tasse o la multa per atti osceni in luogo pubblico...e per pagare hai solo due strade: lavorare o rubare. Perchè il jobs act funziona solo quando il governo è in difficoltà e nè il terrorismo islamico nè i profughi nel canale di Sicilia riescono più a commuovere gli italiani o a distrarre gli italiani, che ancora non hanno capito di essere a un passo dal fare la fine della Grecia. Vi sembra ancora davvero poco per non pensare ad una rivoluzione, non a una riforma costituzionale buffonata come quella oggetto di referendum, ma una bella sessione di presa a calci nel sedere di tutto l'arco costituzionale, lobbisti e blogghisti compresi (tranne il sottoscritto, ovviamente...)?
(c) 2016 testo di Claudio Montini
(c) 2015 Foto di Orazio Nullo "Dangerous Hypocrites" from Atelier des pixels collection
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