di Claudio Montini
Coscritti e coscritte: un concetto quasi impossibile da spiegare persino ai ragazzi italiani...figuriamoci a quelli del resto del mondo.
Una festa che le ragazze offrivano ai ragazzi, loro coetanei, che erano stati sottoposti alla visita di leva per il servizio militare obbligatorio, in vigore dall'Unità d'Italia fino a qualche anno fa: i maschi validi, entro un'anno dalla visita sarebbe stati incorporati e addestrati per servire la Patria con il moschetto tra le mani e le stellette sulla giacca. Così l'aveva spiegata e descritta il padre di una mia coetanea.Un paio di generazioni fa segnava il passaggio definitivo dall'adolescenza al mondo adulto, l'occasione di stare insieme e fare bisboccia come i grandi senza subirne i rigido controllo o le aspre reprimende; per la mia generazione (quella venuta su dopo il '68, il maggio francese e gli anni di piombo) fare i "coscritti" era l'occasione per fare festa per tre giorni, sfoggiando cappellini e fazzoletti e bandiere tricolori con ben in vista l'anno di nascita, scorrazzare pigiati nelle utilitarie che ci era stato concesso di guidare con le nostre patenti fresche di stampa, mangiare e bere e ballare in compagnia usando il resto della notte e l'asfalto delle pubbliche vie per goliardiche vendette a base di scritte satiriche fatte con la pittura murale. Certo, questo accadeva solo nei paesi, nei villaggi rurali : in città al più c'era una serata danzante o forse due...Ma c'era comunque il piacere di ritrovarsi tutti insieme a fare che ai nostri figli, se mai fossero arrivati, forse non avremmo permesso; ora, a più di trent'anni di distanza, c'è ancora la voglia di rivederci, di fare squadra, di fare compagnia: non col sentimento dei reduci dalla vita, no, col piacere di stupirci per quanto siamo cambiati e quello di dirci che, nonostante limiti e sfortuna, ce l'abbiamo fatta e la vita non ci ha rubato niente, non ci ha piegati. Per questo ho scritto la poesia che vedete nella foto: perchè domani rivedrò alcuni amici, di allora, insieme ad altri con cui condivido il piede posato sulla soglia della mezza età.
(c) 2016 Testo di Claudio Montini
(c) 2016 Foto e grafica Orazio Nullo
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