Obbligati a sperare in un mondo migliore: undici settembre...
di Claudio Montini
Hanno ripetuto i vostri nomi davanti a una buca che non c'era, prima di quel giorno che doveva essere un normale mercoledì di lavoro, di scuola, di malattia e di guarigione, di caffè e dolci a colazione, di vita comune uguale a tanti altri che Dio aveva mandato in terra senza distrarsi.
Già: doveva essere così, o meglio, avrebbe dovuto essere tutto quello e anche di più, celebrandolo e vivendolo e spendendolo ciascuno a modo suo perchè il mondo è un posto tanto grande, c'è posto per tutti, da queste parti i nostri vecchi dicevano c'è più tempo che vita e ognuno se la mena come vuole, la mia libertà finisce dove comincia la tua e mi batterò affinchè tu possa esprimere le tue idee, costruire i tuoi sogni, pregare il tuo Dio.
Evidentemente, Dio in quel periodo era distratto da altre questioni: non si è accorto che qualcuno aveva frainteso il suo messaggio e si era sostituito a Lui decidendo che, quanti più infedeli avrebbe ucciso, quanto più terrore e orrore avrebbe sparso, quanta più distruzione avrebbe portato nel mondo tanto più rapidamente sarebbe asceso al paradiso celeste, avrebbe glorificato il Suo Nome e avrebbe accresciuto la Sua Potenza.
Ma cosa se ne fà Colui che ha creato l'universo e le creature e le forze, visibili e invisibili, che lo animano e lo fanno vivere e crescere e moltiplicarsi di altra forza e altra gloria, quando Lui è già onnipotente e onniscente e unico??
Ma cosa se ne fà di un cimitero cadente e lacero che ha il sapore della morte e della polvere, proprio Lui che è il Signore della Vita, delle voci, dei colori, dei suoni, dei battiti del cuore e che li ha generati insieme al tempo, alla luce e allo spazio e ce li ha regalati perchè ne facessimo buon uso e li condividessimo senza egoismi di sorta perchè Lui, onnipotente, ha creato l'abbondanza affinchè nessuno rimanesse a mani vuote?
Ma cosa se ne fà del vostro laido commercio di paura, terrore e prevaricazione Colui che ci ha creati liberi di amare, di amarci e di amarlo anche quando, in apparenza, ce ne dimentichiamo?
Queste cose mi chiedo e mi rispondo così: ASSOLUTAMENTE NULLA!!
Perchè quando andiamo a cercarlo, Lui è là ad aspettarci; quando stiamo precipitando, arriva a sorreggerci; quando siamo disperati è Lui la forza che ci spinge a sollevare il capo e gli occhi al cielo: infatti Lui non si dimentica di noi, che si abbia fede o non se ne abbia, che si preghi oppure no, che ci si copra o si giri nudi.
Lui, grande e onnipotente essere superiore, guarda e ha guardato e guarderà al cuore delle creature indipendentemente dai loro gesti e dalle loro parole e dai fanatici che arringano le folle: e ricorderà, uno ad uno, pesando e giudicando, ogni momento in cui il cuore si è indurito e siamo stati ciechi e sordi; si ricorderà, altresì, anche di tutti coloro che hanno versato il sangue per colpa di chi disprezza ciò che non vuol capire.
Dicono che il mondo, da quell'undici settembre, non sia più lo stesso: è vero solo perchè voi, che siete morti allora e coloro che sono morti dopo quella data, non siete più fisicamente qui; in realtà, esso è rimasto uguale ed è anche peggiorato, è diventato più cattivo e feroce, forse perchè quel Dio dai tanti nomi ha smesso di bussare al cuore di ghiaccio degli uomini, di toccare e sbriciolare timpani di pietra con una sola parola, di spalmare di fango ristorando la luce delle loro pupille.
Ma noi che ci ostiniamo a non dimenticare, siamo certi che possa tornare e non smetteremo neanche di sperare.
(c) 2015 Testo di Claudio Montini
(c) 2015 Foto da Google Images/ acomearte.blogspot.com
Vassilij Kandinskij Movement I° 1935 olio su tela
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