Lo conosco da una vita
di Orazio Nullo
Lo conosco da una vita, ma riesce
sempre a stupirmi tanto per le vette che il suo entusiasmo è capace
di conquistare, quanto per gli oscuri abissi in cui precipita la sua
anima offesa da un torto, da un'errore madornale, da un'assenza di
fortuna.
Anche quella ci vuole, in questo ballo
verticale che si impara un passo al giorno, dove non c'è rimedio ad
ogni passo sbagliato ma un biglietto senza ritorno: come quelli che
abbiamo dato alle persone sbagliate rimpiangendo, poi, le ore e i
giorni in cui non le abbiamo generosamente amate pur avendole vicine
così tanto da poterle sfiorare con le labbra, con le dita, coi
pensieri.
Lui ha avuto la sua parte di fortuna,
giusta appena per cadere in piedi e potere raccontare di persona come
è andata, ma non ha mai venduto la dignità per un posto al sole e
un nome che si fa ricordare.
E' convinto, ultimo di una stirpe
infelice, che ciascuno nasca con capacità specifiche e speciali.
E' certo che, volenti o nolenti,
positive o negative che siano, il destino riesca a cavarle fuori
facendole fruttare, costingendoti a goderne tutte le conseguenze.
" Affiora sempre la crema nel
latte; ci vuole pazienza, ma affiora e con quella ci si fa il burro:
il siero che resta è buono solo per il pastone dei maiali. "
Così l'ammonì la vecchia bidella
delle medie, dopo l'esame di licenza, mentre aspettava che gli altri
compagni finissero la loro prova orale, per tornare in bicicletta
tutti insieme al paese.
Al principio, pensò che fosse un
pensiero a voce alta sfuggito di bocca a quell'attempata signora, cui
la fine dell'estate avrebbe portato la pensione e a lui una lunga
carriera di studi in città; poi, quasi subito a dire il vero, intuì
la portata di quelle parole e lasciò che prendessero posto in un
cantuccio della memoria.
La stessa cosa fece coi rari consigli,
asciutti come un proverbio e inesorabili come una sentenza consegnata
agli annali della Storia, che suo padre gli lasciò quando il suo
cuore si arrese alla malattia.
E' capitato e capiterà ancora che
vecchi auspici e secolari proverbi aderiscano alla realtà del tempo
che scorre imperterrito.
Tuttavia, talvolta gli è parso di
dare la caccia a farfalle immaginarie, sprecandolo nello sforzo
lasciare una buona opinione di sè al prossimo suo.
Ma, nel lampo d'uno scongiuro che
mette in fuga un pensiero fosco, in una battuta ironica che lo fa
ridere da solo, in uno schizzo di fantasia sulle pareti dell'anima
che disegna altre quinte e altri fondali per altre storie da
raccontare, lui trova canestri colmi di parole per darsi il
coraggio, la pazienza e la speranza che non ha.
Lo conosco bene, da una vita: e lui lo
sa.
Sono lo specchio alla sua faccia.
Sono l'ombra nascosta nello sguardo.
Sono il sogno frustrato e abortito.
Sono una via di fuga che scarterà,
perchè lo conosco da una vita: e lui
lo sa!
(c) 2013 Testo e fotografia di Orazio Nullo
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