domenica 23 aprile 2017

Speculazioni improprie


La paga del sabato

di Claudio Montini

Da una settimana non ho idee da condividere con voi in questo spazio in cui provo a fare l'intellettuale, il poeta, il narratore e (vil razza dannata, per dirla col padre putativo della nostra bella lingua italiana) il giornalista. Non è dovuto al fatto che quello che pubblico qui sia del tutto gratuito, anche e sopratutto per le mie asfittiche tasche; succede, ogni tanto, che la vita e i suoi accidenti prendano il sopravvento e reclamino più attenzioni del solito: pertanto, accade che le ambizioni e le velleità artistiche, evanescenti per definizione, vengano accantonate in attesa di tempi migliori...Nemmeno quando Boito o Illica composero le parole per Traviata o La Bohème ("...vissi d'arte, vissi d'amor..." per esempio), si campava di quello e si penava solo per quello. E' la stanchezza che subentra all'esercizio continuo della speranza di un miglioramento, di una guarigione (troppo spesso miracolosa e perciò improbabile), della visione di un panorama rassicurante alla fine di una galleria angusta e perigliosa e tortuosa, è tutto questo che riesce a mettere in fuga la voglia di rifugiarsi nell'arte e nella fantasia del comporre a piacimento parole e pensieri. Le regole di un blog, quelle non scritte, sono dettate dalla compulsione a produrre scritti come se fosse indispensabile una visione distorta, aberrante, alienante del fordismo liberale che ha fatto del XX secolo ciò che è stato: devi continuamente pubblicare, anche sciocchezze o contraddizioni rispetto a ciò che hai sostenuto, pur di continuare a tenere desta l'attenzione su questo infinitesimale posto al sole virtuale che hai conquistato, magari non gridando più degli altri bensì gridando in modo differente le medesime stupidaggini.
La memoria corta o cortissima o addirittura inesistente del popolo bue, degli starnazzatori istituzionali o dei pappagalli cui i colori e lustrini non bastano più per mettersi in mostra faranno il resto del lavoro sporco, diffonderanno il virus della sciatteria da tastiera, regalando pubblicità e prestigio a chi non se lo merita o non sa che farsene. La paga, alla fine, saranno le briciole della torta che si sono già spartiti i manovratori indisturbati nella stanza dei bottoni, foraggiati dalle nostre tasche piene delle loro promesse vane.

(c) 2017 Testo di Claudio Montini
(c) 2012 Foto di Orazio Nullo ritoccata da Federico Bacheca

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