Ti devo una risposta che non riesco a immaginare
riflessioni sulla strage familiare di Motta Visconti
I
bambini ci guardano e pensano, assorbono i nostri comportamenti e ci
ragionano sopra: poi ci spiazzano con domande semplici, nella
formulazione, ma dalla logica tagliente come un rasoio.
Siamo
impreparati, nella maggior parte dei casi, così come lo siamo di
fronte ad orribili fatti di cronaca: quale quello di un padre che
stermina la famiglia a colpi di coltello e tua figlia che ti chiede
se un'uomo, quando ammazza, vuole davvero uccidere.
É
possibile che egli possa decidere di terminare la vita di coloro che
diceva di amare?
Cosa
posso risponderti? Non lo so: ti devo una risposta che non riesco
nemmeno a immaginare.
Potrei
cominciare col dirti che l'essere umano è una bestia molto
complicata: ne incontrerai di sperticatamente buoni e generosi fino
ad essere degli ingenui sprovveduti, così come ne troverai di
spregiudicatamente meschini e cattivi e maligni al punto da sembrare
tizzoni venefici vomitati dal peggiore degli inferni in cui il dio
dell'amore e del bene, qualunque sia il nome che gli venga
attribuito, avrebbe precipitato persino gli angeli ribelli che si
sono sostituiti a lui.
Potei
davvero cominciare così, ma finirei per raccontarti una favoletta
consolatoria senza avere il coraggio di superare lo sgomento e
l'orrore dei fatti.
Invece,
la realtà di questo mondo è che l'uomo uccide perchè vuole farlo e
non per proseguire il cerchio della vita, non per la necessità di
sopravvivere: poi si affanna a cercare colpevoli e moventi oppure a
dimenticare tutto il più in fretta possibile.
Ma
in quel momento, Dio, che ha un nome diverso in ogni angolo del mondo
eppure è sempre lui, scompare dall'orizzonte dell'anima e della
mente dell'essere umano: l'egoismo pietrifica e ghiaccia il cuore, la
superbia soffoca la ragione e scatena il delirio di onnipotenza
mentre il cielo, in apparenza muto e vuoto, accoglie altre anime
innocenti e il Male se la ride indisturbato.
Alcuni
piangeranno rabbia e vergogna: fra loro troverai chi, come me, si
rassegna al destino imperscrutabile e ineluttabile.
Altri
invocheranno giustizia e castighi esemplari: attenta a chi grida più
forte di tutti perchè, se cambia il vento, è sempre pronto a fare
buoni affari per sistemarsi.
Molti,
invece, staranno zitti con gli occhi asciutti e dei lumini accesi,
pronti ad attendere la sentenza, eterna e inappellabile, che il
disegnatore delle linee del destino di tutto e di tutti eseguirà a
tempo debito.
Tuttavia,
tutti quanti saranno pronti a dimenticare perchè è peggio per chi
se ne va, tanto chi resta si arrangia comunque: l'essere umano può
diventare un'animale assai furbo, cattivo, egoista e ingordo nel
momento in cui smette di ascoltare quel che dicono testa e cuore.
È
più facile soddisfare gli istinti personali piuttosto che
interrogare la coscienza riguardo al confine tra il bene e il male:
perciò, ti esorto a non smettere mai di cercare risposte e ad avere
sempre il coraggio e l'orgoglio di chieder conto e ragione del mondo
che ti circonda.
Questo
è il solo modo per far sì che quel confine, quello tra il Bene e il
Male, sia sempre meno immaginario e la sua sentinella principale, la
coscienza tua e della gente che popola questo pianeta, sia sempre più
vigile e solerte.
Mi
auguro e ti auguro, altresì, che la tua generazione possa vedere
l'alba e vivere il giorno dell'epifania di un mondo migliore, se non
altro come dovuto risarcimento al fatto che abbiate dovuto calpestare
le macerie di quello attuale.
Foto: Orazio Nullo (c) 2013
Foto: Orazio Nullo (c) 2013
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