LA
TORTA DI CAMPAGNA CON IL PANE GRATTUGIATO
di
Jena Sabauda
Ci sono giorni di festa legati a fatti storici in cui
potrebbe venirvi voglia, come è successo a me, di celebrarli con
qualcosa di dolce, gustoso ma nemmeno troppo sofisticato perchè
nelle tasche e nelle dispense si rischia di sentire l'eco.
Perciò eccovi una ricetta per una torta che in tempi
recenti, quando ci illudevamo di essere tutti ricchi senza far troppa
fatica, avremmo definito "povera" che io, invece, mi ostino
a chiamare ruspante e campagnola come una torta del latte alla moda
della Jena Sabauda.
Duma c'anduma (andiamo a cominciare, in piemontese...)! Ecco la lista della spesa:
- 1 litro di latte intero di mucca (se quest'ultima è di montagna, il latte ci guadagna!)
- 100 grammi di burro sciolto (nel microonde, a bagnomaria, come vi riesce meglio)
- 200grammi di zucchero (a piacere va bene anche quello di canna)
- 200 grammi di pane grattugiato
- 100 grammi di mandorle tritate grossolanamente
- 200 grammi di amaretti secchi sbriciolati
- 3 uova di gallina intere (i gusci buttateli pure...)
- 1 bustina di lievito per dolci (sono circa 16 grammi di lievito in polvere)
- 100 grammi di cacao dolce in polvere
- 50 grammi di gocce di cioccolato fondente
- la buccia grattugiata di un limone
- un pizzico di sale
- uno o due cucchiai da tavola di marsala secco o rum (facoltativo)
Sbriciolate con le mani gli amaretti secchi e bagnateli
con il marsala secco o il rum; tritate con l'aiuto del mixer le
mandorle (ah, io ho adoperato quelle non pelate: voi fate come
volete) ma non riducetele in polvere, lasciatele grossolane; in una
ciotola ampia rompete le uova, versate il latte, il burro sciolto, lo
zucchero, il pane grattugiato e il cacao: ora potete anche cominciare
a mescolare e ad amalgamare con un cucchiaio, meglio se di legno;
quando il fluido ha preso un bell'aspetto uniforme, incorporate ad
esso gli amaretti sbriciolati e bagnati (non annegati nel rum o nel
marsala, mi raccomando!), il lievito per dolci, un pizzico di sale e
le gocce di cioccolato e seguitate a rimestare: per riposarvi
grattugiateci dentro la buccia del limone e riprendete a mescolare
fino a farla sparire (è questione di manciata di minuti, lo vedrete
anche da voi...). Accendete il forno e, mentre si porta a 180° C,
imburrate la teglia che avete scelto (meglio se a cerniera: così la
torta è facile da togliere e da presentare ai famelici
commensali...) e spolveratela con altro pane grattugiato; quello in
eccesso incorporatelo all'amalgama che verserete nella teglia e
metterete in forno per 30, o al massimo, 35 minuti: valgono tanto la
prova stecchino che l'occhio del cuoco, poiché le caratteristiche
del vostro forno le conoscete solo voi. Lasciatela raffreddare prima di servirla e, anche se si formano crepe sulla
superficie, non fa nulla: è il suo bello!
Buon appetito dalla vostra Jena Sabauda!
©
2016 La Jena Sabauda testo e ricetta
© 2016 Orazio Nullo per la fotografia della torta
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