Homo homini lupus
di Davide Zardo
Il cane che osserva la pioggia
pensando all’onnivora voglia
di bisce guizzanti, di topi,
di rane saltanti nell’erba
già spoglia,
di gatti fuggenti
nell’aria fendendo,
le zampe volanti,
veloci, imprendibili
il vento.
Le orecchie abbassate,
le notti acquattate
di piccoli cani uggiolanti
i guanti di pelo
un velo leggero,
gli artigli già pronti,
latenti, i denti scoperti
in un cupo sorriso,
ricordano un lupo.
Un viso allo specchio,
negli occhi di ghiaccio
un vecchio soprabito liso.
pensando all’onnivora voglia
di bisce guizzanti, di topi,
di rane saltanti nell’erba
già spoglia,
di gatti fuggenti
nell’aria fendendo,
le zampe volanti,
veloci, imprendibili
il vento.
Le orecchie abbassate,
le notti acquattate
di piccoli cani uggiolanti
i guanti di pelo
un velo leggero,
gli artigli già pronti,
latenti, i denti scoperti
in un cupo sorriso,
ricordano un lupo.
Un viso allo specchio,
negli occhi di ghiaccio
un vecchio soprabito liso.
(c) 2015 Testo di Davide Zardo posted on facebook
Il
lato oscuro, terribile, spietato appare e scompare come un'ombra
furtiva in fondo allo sguardo anche di un buono, di un mite, di un
riservato.
E' il terreno che non vorresti mai esplorare, la stanza in
cui non dovresti mai entrare, il muro che non dovrebbe assolutamente
fermare le tue spalle perchè, se crolla e si apre, libera il lupo
famelico disperato e frustrato dagli scherzi del destino.
Allora non c'è
preghiera che scampi nè Dio in ascolto.
Claudio Montini
(c) 2015 Claudio Montini per il testo della nota a margine
(c) 2014 foto scelte da Orazio Nullo dalla rete
(installazione per Nebbie e Altri Miracoli di Davide Zardo ed. Giallomania, presentazione in Valle Lomellina (PV) - Italy; monumento alle madri di tutti i caduti di tutte le guerre, piazzale Santo Stefano, Pavia - Italy )
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