Barack Obama e la scoperta dell'acqua calda
di Claudio Montini
Vent'anni dopo l'accordo sul clima siglato a Kyoto, in Giappone, gli Stati Uniti scoprono che il pianeta, di cui credono di essere gli sceriffi e i migliori inquilini, ha la febbre e pare incamminato verso lo sviluppo di una malattia cronica esiziale per gli esseri umani.
Non avendo più nulla da conquistare, da dimostrare o da imporre, la comunità degli esseri senzienti per eccellenza, poichè tale è la loro convinzione, nello sforzo di essere ricordati anche per qualcosa di positivo e di utile al bene planetario scoprono l'esistenza di un problema vecchio quanto il mondo; ma, badate bene, il mondo in questione non è quello dove poggiano i piedi da qualche milione di anni le scimmie evolute, bensì quello che è venuto a imporsi sulla superficie di questo sasso lanciato nell'universo, dotato di atmosfera respirabile e campo magnetico, dopo quella che a scuola ancora definiscono e insegnano essere la rivoluzione industriale del XVII secolo dell'era cristiana e, ancor di più e peggio, quella seconda rivoluzione andata in scena durante il secolo breve ultimo scorso.
Non ci sono più nuovi mercati da conquistare, così come nuovi modelli culturali da imporre; non c'è più una ideologia da combattere o una superpotenza avversaria da contrastare: si possono solo consolidare le posizioni e cercare di vivere di rendita, comodamente adagiati sui risultati raggiunti e cercare di lasciare cadere altre briciole dal tavolo così che a nessuno venga in mente di rovesciarlo per mangiarsi tutta la torta che fino ad ora in pochi si sono spartiti.
Già: se non ci sono i poveri, i ricchi come fanno a sfoggiare le vestigia del loro prestigio? I poveri hanno capito che gli ideali non riempiono la pancia nè le tasche e hanno imparato a fare da sè, come dimostrano i Paesi dall'economia emergente e rampante: hanno imparato a gestire da soli le proprie risorse facendole diventare armi di persuasione di massa e armi di ricatto verso l'ingordigia e la cupidigia.
Così l'America di Mr. Obama ha scoperto una nuova frontiera: difendere il pianeta dall'inquinamento di chi produce a basso costo quello che piace al sofisticato occidente può essere non già un intralcio all'economia, al profitto, al successo degli affari ma diventare esso stesso un'affare, una fonte di profitto, una nuova faccia buona di yankee salvatore del mondo.
Il messaggio è chiaro: se l'America, con le sue conoscenze, capacità imprenditoriali e tecnologiche, con la sua giovanile esuberanza riuscirà (e io sono certo che accadrà) a produrre sistemi e mezzi e attrezzature che possano ridurre o sconfiggere la crescita dello smog nelle grandi città, depurare e riciclare tutte le acque del globo, trasformare rifiuti e scorie di ogni genere in energia, materie prime e occupazione lavorativa riducendo disagi e malattie e annessi e connessi (come spese per l'assistenza di malati, anziani e disoccupati, per esempio), essa tornerà ad essere una grande potenza economica virutosa e ammirabile come lo è stata nei miei sogni di bambino che voleva fare l'astronauta e andare a vivere sulla Luna.
E' un terreno inesplorato, è un progetto ambizioso, è un sogno utopistico e folle: ma dentro di me ho la sensazione forte che si realizzerà perchè farà guadagnare tutti e più di quanto si possa immaginare, senza differenze di ideologia o razza o religione.
La Royal Air Force di Sua Maestà Britannica ha per motto il detto latino "Per Aspera Ad Astra"; dovrebbero farlo proprio anche gli eredi delle tredici colonie e di George Washington, Abraham Lincoln, Franklyn Delano Roosevelt, John Fitzgerald Kennedy, Ronald Reagan e Barack Obama: allora non avremo più paura di alcun fanantico invasato che nasconde le proprie bramosie di potere e ricchezza dietro dogmi, preghiere e rituali.
Karl Marx affermò che la religione è l'oppio dei popoli: la pecunia, il denaro, il soldo lo è diventato molto di più e non da assuefazione.
Centosessantanni dopo Das Kapital , abbiamo scoperto l'acqua calda.
(c) 2015 testo di Claudio Montini
(c) 2015 foto di Orazio Nullo "La disciplina della natura"
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