sabato 14 marzo 2015

Una serata alla quale anche a Carlo sarebbe piaciuto esserci - Radio Patela Magazine





Musica, colori e parole per un amico partito troppo presto da Lomello.... 

 

...ricordando Carlo Campari...

di Claudio Montini  

Foto di Orazio Nullo e Daniele Massola

 

 
C'era tanta bella gente in San Rocco sconsacrato, venerdì 6 marzo alle nove di sera passate: a Lomello (PV) si ricordava un grande amico del paese tanto da esserne stato sindaco e appassionato quanto puntiglioso storico.
Silvia Ruggia, Mario e Luigina Galli con Beppe Pasciutti
Infatti, dalle suggestioni scaturite da un suo libro, IL GIUDICE DEL MALEFICIO, raccolta di atti giudiziari del XVII e XVIII secolo relativi a fatti di cronaca "nera" (per usare un modernismo) accaduti in Lomello, Beppe Pasciutti e Nando De Luca con Silvia Ruggia (sindaco in carica con delega all'assessorato alla cultura, che però ha ceduto letture e leggìo a Luigina e Piermario Galli) hanno allestito uno spettacolo semplice, essenziale ma assolutamente magico, unico e leggero come tulle e raffinato come seta, affatto agiografico o nostalgico, senza fronzoli o eccessi ma anche senza cadute di ritmo o di stile.
Una chiesa, seppure sconsacrata o radiata dall'esercizio del culto, esercita sempre il medesimo fascino e incute il timore reverenziale dovuto ad ogni luogo sacro, civile o religioso che sia: anche nell'ex chiesa oratorio di San Rocco la gente è affluita lentamente e in silenzio riempiendo il centinaio di posti a sedere ( una sessantina di sedie imbottite e sei file di panche a ridosso dell'ingresso), disposti in due settori separati da un corridoio centrale di fronte all'altare maggiore (di tipica fattura barocca piemontese a marmi policromi con prevalenza di nero e rosso) addossato a una parete completa fino alla volta che divide l'unica navata da una parte retrostante a soffitto più basso e volta a crociera (quasi fosse un'abside a pianta quadrata), recante sulla parete di fondo l'affresco di una crocefissione con Madonna e San Giovanni dolenti e adoranti.
A questa parte si accederebbe attraverso due aperture rettangolari, sormontate da finestre monofore, poste ai lati dell'altare che, a sua volta in cima al tabernacolo, reca un'apertura ovale inferriata; ma per l'occasione esse sono chiuse da tende: allora è chiaro che lo spettacolo avrà come palcoscenico l'intera area dell'altar maggiore delimitata da balaustre preconciliari in marmo policromo come l'altare stesso.

Infatti, chi è entrato ha visto alla sua sinistra un pianoforte orizzontale a coda corta classico per concerti da camera, col coperchio del piano armonicoaperto e inclinato con l'apposita stampella; al centro, campeggia una tela bianca da pittore da centocinquanta per centonovanta centimetri (a occhio e croce), sistemata su un'apposito cavalletto di legno alla cui base c'è una scatola di colori e pennelli; a destra, invece, il leggìo e le sedie dove prenderanno posto Luigina e Piermario Galli, dopo la breve introduzione di Silvia Ruggia ch ha ricordato come l'evento sia stato ideato dalla nipote di Carlo Campari con il maestro pittore e scultore astrattista Beppe Pasciutti da Sartirana.
Insieme hanno ricordato l'eclettismo degli interessi dell'uomo e la vivacità intellettuale dell'amico, oltre all'amore per la sua terra e per il suo paese di cui è stato, storico e anche sindaco; a tal proposito, l'artista sartiranese ha rivelato la profondità del suo legame con Lomello e con Campari rammentando che la sua prima esibizione di opere pittoriche, la sua prima mostra ufficiale, la partenza della sua carriera, avvenne nel 1979 in questo paese con Carlo sindaco in carica.
Dunque il modo migliore per ricordarlo non poteva essere altro che quello di realizzare uno show che comprendesse e mostrasse la più ampia varietà di aspetti artistici e culturali.
Le mani del maestro Nando De Luca si sono, quindi, posate sulla tastiera del
pianoforte per riempire il religioso silenzio del centinaio di spettatori con una suite per pianoforte solista in cui ha trascrittoe amalgamato, con sorpresa di molti e del cronista in particolare, cinquant'anni di musica pop nel senso più anglosassone del termine: gli arpeggi e i fraseggi tra melodia e accordi, ora in crescendo ora in calando, hanno sottolineato e preparato l'ascoltatore al tema o al movimento successivo della carrellata di successi aperti da una struggente Vedrai vedrai di Luigi Tenco, passando per Estate di Bruno Martino, Besame mucho, Non ti scordar di me, Una carezza in un pugno di Adriano Celentano (di cui De Luca è autore della musica e degli arrangiamenti) fino all'overture di Rapsody in blue di George e Ira Gershwin....soltanto per citarne alcuni, perchè le emozioni piacevoli e il trasporto sono cresciuti fino a sfociare in un lungo e caloroso applauso che ha conquistato il pianista milanese, così come lui ha fatto con quella platea sconosciuta ma attenta.
Nel corso della serata, ci sono stati altri due interventi musicali nei quali Nando De Luca (che vanta collaborazioni con Tenco, Celentano, Jannacci oltre alla composizione di colonne sonore per il cinema e all'attività attuale, col proprio trio, nell'ambito del panorama jazz italiano) ha proposto ed eseguito due brani di sua composizione sempre con il tocco del concertista classico esperto, fine e delicato ma potente e chiaro nel fraseggio, perfettamente intellegibile da chiunque, lucido e teso ma elegante e brillante come un'ottimo strumentista jazz: in poche parole, Enrico Intra e Arturo Benedetti Michelangeli in una persona sola.
La sensazione che l'evento assuma una sua tridimensionalità, nella quale i connubi tra parola e disegno e colori e musica si fanno concreti, si intersecano e si scambiano energia, si ha mentre scorrono le letture di brani tratti dal libro di Carlo Campari IL GIUDICE DEL MALEFICIO: Beppe Pasciutti traccia sulla grande tela bianca le linee guida dell'opera pittorica astratta e informale che resterà a testimonianza dell'evento, sfatando il falso mito secondo cui l'arte moderna viva e si nutra di sola ispirazione scevra da regole o programmazione senza dover ricorrere a discorsi sui massimi sistemi, stucchevoli quanto vacui.
Luigina e Piermario si alternano, acquisendo via via maggiore sicurezza, nel dare voce e corpo a quei verbali di fatti di cronaca, resi alle autorità costituite del sei-settecento, in un italiano che non è ancora gonfio di burocratica retorica ma è ancora quello pratico e diretto (quasi verista o neorealista oserei dire) che si adoperava (e talvolta si adopera ancora dalle nostre parti) per intendersi con chi non è avezzo ai sensi e ai suoni del dialetto locale.
Beppe Pasciutti
Contemporaneamente, sulla tela cominciano a posarsi, a colare, a spalmarsi anche i colori con suggestivo tempismo rispetto alle parole dei lettori, così che i colori danno plasticità alle parole come le note del secondo intervento musicale pare ispirino i gesti del pittore, che seguono il movimento della melodia e il fraseggio fino all'ultima nota, come se stesse suonando tela e colori.
Altro grande applauso per tutti e si entra nella terza ed ultima parte della serata in cui Beppe Pasciutti racconta un episodio della Sartirana che fu, partendo dalla spiegazione di un quadro di Renoir La colazione dei canottieri custodito in un museo degli Stati Uniti.
Tanto il quadro impressionista che l'episodio piacevano anche a Carlo Campari e sono stati il motore dell'ispirazione che ha portato all'ideazione dello spettacolo: la naturale tendenza dell'essere umano a stare in compagnia dei suoi simili è nota ad ogni latitudine e in ogni tempo e, lo stare a tavola in grande compagnia, ne è l'espressione migliore.
Accadeva anche a Sartirana, nel cortile dove Pasciutti abitava, che la domenica tutte le famiglie si trovassero a pranzare sotto la pergola e poi spendessero il pomeriggio in infuocate partite di briscola in cinque; accadde che una discussione intorno a una vittoria troppo facile (complice, pare, una lucidissima calvizie, quasi uno specchio) degenerasse in rissa con amputazione di un dito di uno dei contendenti, a causa di una pudarlina (piccola roncola tascabile) comparsa tra le mani di uno dei belligeranti e volata insieme al moncone nella letamaia al limitare del cortile stesso.
Ora, la letamaia fungeva anche da latrina pubblica, per le famiglie residenti, oltre che da discarica domestica e zootecnica; tra gli spettatori della concitata scena, il gatto in attesa che i topolini da granaio tentassero una sortita dai loro nascondigli: essendo quelli latitanti e poco avezzo al baccano che andavano facendo i bipedi, decise di recuperare e restituire loro il dito staccato prima che affondasse del tutto in cosa è facile da immaginare.
Fortunatamente si rintracciò un medico che riusci persino a riattaccare l'arto, senza porre troppo tempo in mezzo: però, questo causò la crescita di una piccola colonia vegetale che il malcapitato infortunato, di professione falegname, non rimosse e anzi dotò di apposita fioriera di legno curando anche di innaffiare, di tanto in tanto, la vegetazione.
Per dirla con De Andrè, dal letame può nascere un fiore e dai diamanti non nasce nulla....
Sole freddo di Beppe Pasciutti 2015
Con il giusto tributo di applausi alle doti di affabulatore del maestro Pasciutti e la terza parentesi musicale che dovrebbe essere la sigla finale su cui scorrono i titoli di coda, saremmo giunti all'inito al buffet e alla bicchierata che augura la buonanotte a tutto il pubblico e ai protagonisti: ma il condizionale è d'obbligo perchè Nando De Luca concede due bis fuori programma eseguendo un medley di successi di Celentano e Jannacci (coi quali ha lungamente collaborato) e I sogni son desideri da Cenerentola, mentre Pietro Pastorini, ex allenatore federale FIDAL per la marcia e già commissario tecnico anche di altre nazionali, che conobbe Campari come assessore nel 1972 quando Lomello ospitò una gara internazionale di marcia apprezzandolo, chiede e ottiene dal pubblico presente una standing ovation per ricordare e ringraziare (perchè no?) Carlo Campari per aver incrociato le nostre vite, per l'impegno e l'amore che ha riversato nel suo lavoro, che ha mostrato verso il suo paese e verso ogni cosa che fosse strana ma bella.
Proprio come questa serata a cui gli sarebbe piaciuto partecipare, per vedere l'effetto che fa.

(c) 2015 Claudio Montini


 

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