di Claudio Montini
Il mago Pompelmo mima espressioni
strane,
però si vede che è buono come il
pane.
Lo si capisce subito dalla faccia
soffice e fragrante come una focaccia
che anche quando parla straniero,
muovendosi guardingo e severo,
non è un'ombra insana che terrorizza
ma un abbraccio gustoso come una pizza!
Osserva attento le figure e la gente,
registra e ascolta facendo finta di
niente,
canta per sè e per la via sorride e
saluta
regalando agli sconosciuti una battuta,
un motto divertente o un cenno di
conforto
a chi si è svegliato col lunario
storto.
Il malumore, per lui, è come un
temporale:
sciolte le nuvole a terra, in cielo
torna il sole;
in alto mare cala il vento e si placa
la burrasca
si spalancano usci e finestre all'aria
pulita e fresca.
Sempre che non si comprima nella testa
ma passi dai polmoni al cervello più
che lesta:
polemiche e imprecazioni non incollano
i cocci,
nemmeno spazzan via polvere e
calcinacci,
anche se lamentarsi o trarsi da sè
d'impaccio
costano ugual fatica, son lo stesso
lavoraccio!
Ci vuole ossigeno fresco per le
meningi,
pace per chi è caduto, ma chi resta si
arrangi:
soffiate via la nebbia del rancore e
della paura,
ricominciare da capo è sempre più
dura
però sarà più lieve la vita tra un
sorriso e una risata.
Fuorchè d'una, ogni disgrazia può
esser aggiustata
con magia da tutti conosciuta:
cuor contento il ciel l'aiuta.
Tanto questo è il sortilegio e
l'incanto
di cui, in rima, mago Pompelmo mena
vanto.
©
2017 testo Claudio Montini
© 2016 foto di Orazio Nullo
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