mercoledì 13 maggio 2015

Una bella idea per un giorno di festa, ma meritava più pubblicità

Nel giorno della festa di Lomello c'era una bella mostra: io ci sono stato.





di Claudio Montini


Lucia Faggion sullo sfondo e Nadia Buroni
Domenica dieci maggio, oltre ad essere la festa della mamma, era anche il giorno della festa di Lomello secondo una traduzione pedissequa dal dialetto locale; ho visitato, al mattino e da solo, una bella mostra pittorica allestita nella sala polivalente presso la ex Chiesa dedicata a San Rocco che si affaccia su di uno scorcio di piazza Repubblica.
Questa chiesa sconsacrata è il primo monumento del paese che vedrebbe chi arriva da Pavia, cioè da est, e l'ultimo che si lascerebbe alla spalle chi, da ovest o da nord, ovvero da Mede o Semiana o Valle Lomellina si dirigesse incontro al sorgere del sole e verso Pavia o Milano o, addirittura, Venezia.
Due opere di Nadia Buroni
Il giorno della festa di un paese o di un villaggio, lo dico a beneficio dei lettori stranieri, è una particolare domenica in cui si celebra il santo patrono della località impetrando la grazia di un cospicuo raccolto o, al più, la fine delle tribolazioni; è anche un modo di stare insieme tra amici e parenti, intorno a un tavolo imbandito possibilmente, per festeggiare il ritorno della bella stagione, della vita cherinasce dopo i rigori invernali.
In paese arrivano le attrazioni da luna park, che da sempre chiamiamo giostre ma niente hanno a che vedere con i tornei di abilità medievali che, per altro, ancora in certe località italiane si svolgono orgogliosamente e regolarmente.
Fortunatamente, da alcuni decenni, è invalso l'uso di arricchire il momento di struscio, di aggregazione di massa (perchè si proprio tutto il paese che fa il giro in piazza per salutare, vedere e farsi vedere) di convegno gioioso e spensierato (sempre meglio di un funerale, o no?) con iniziative di carattere culturale, musicale, storico.
A Lomello, quest'anno si è scelto di organizzare due mostre contemporaneamente, accomunate dall'essere basate sull'immagine: una era un'amarcord di genti lomellesi (diluvio di fotografie e ritagli di giornale e documenti di fatti, cose e persone che hanno dato lustro al paese), l'altra era una rassegna di pittrici pavesi e milanesi che avevano accolto l'invito dell'associazione AGENDA ROSA di Garlasco (PV) e che anche non mancano di sostenere l'azione di quest'ultima di aiuto e sostegno alle donne in difficoltà.
Rita Mangano
Quando ci sono tornato con Orazio Nullo, che ha curato le fotografie che vedete (non tutte: San Rocco me l'ha data Daniele Massola), mi ha domandato come mai non avesse visto nulla sui social networks, per lo meno su quelli che frequentiamo; non avevo una risposta come non ce l'ho ora.
Eppure Lucia Faggion, Nadia Buroni; Mariangela Schiappelli e Rita Mangano hanno portato a Lomello, dal 9 al 12 maggio, dei lavori bellissimi e altamente significativi della loro cifra pittorica ricchi, cioè, di colori e di luce e di suggestioni e di impressioni piacevoli e profonde tanto da costringere chiunque ad andare oltre il semplice bello o mi piace o, peggio, mi piace ma non l'ho capito (cosa c'è da capire? C'è da guardare con gli occhi e con l'anima e sperare che ci sia sempre chi riesca, con un tratto di matita o una traccia di colore, a rapire la tua attenzione dalle telenovele dei giorni sempre uguali!).
Sono quattro artiste diversissime ma che ci hanno entusiasmato molto di più delle fotografie in bianco e nero di persone e avvenimenti lontani, per me e Orazio, nel tempo e nell'accezione dei retroscena; forse con una maggiore cura nei particolari, una didascalia magari, l'avremmo apprezzato meglio; l'idea di mettere lì le cose e lasciare che ognuno cerchi e trovi cosa vuole o cosa più gli piace, escludendo a priori l'eventualità che un forestiero possa interessarsene, è un autogol o un'infortunio metodologico che fa il paio con la scarsa risonanza e pubblicità data all'evento: i manifestini appesi al portale di San Rocco e qualche manifesto per il paese, più la segnalazione a la Provincia pavese perchè ne scriva il venerdì nel paginone degli appuntamenti del tempo libero è poco rispetto alla potenzialità offerta dalla rete internet, leggi facebook, di cui sembra che oggi non si possa fare a meno.
Non dico che bisognava tappezzare la provincia intera di manifesti, nè comprare spazi pubblicitari sul quotidiano che non sono affatto a buon mercato: tra tutti quelli che hanno un profilo facebook, di Lomello, scommetto che sono in molti ad avere amici sparsi per ogni angolo della Lombardia, del Piemonte o della Liguria che nemmeno sospettano che qui abbiamo un giacimento culturale con cui altrove farebbero cose grandiose.
Dico che non sappiamo venderci, non sappiamo promuoverci, che non sappiamo cavalcare l'onda dei tempi: non basta più che vengano quelli del paese o i limitrofi perchè se è una cosa bella e nuova, o venduta come tale, la gente si muove volentieri e torna anche se non c'è niente di nuovo: lo fa perchè vede e sente l'amore e l'entusiasmo per il posto in cui si vive e vuole far vedere agli amici che c'è ancora un posto dove la gente è genuina.
Rita Mangano
A Zavattarello e Fortunago non c'è niente se non un vecchio castello e strade strette per arrivarci: se avessero un battistero del X secolo, una basilica del XII o una chiesa del XVI secolo, non solo sarebbero tra i borghi più belli d'Italia ma potrebbero dar fastidio persino a Las Vegas.



 Se voleste saperne di più....

Mariangela Schiappelli     mariangelaschiappelli.webnode.it
Rita Mangano                 www.ritamangano.it 
Nadia Buroni                  facebook.com/nadia buroni
Lucia Faggion                feo2003@virgilio.it



(c) 2015 Claudio Montini per il testo
(c) 2015 Orazio Nullo e Daniele Massola per le fotografie
   

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