domenica 5 agosto 2018

Cavalcando il Ferragosto prossimo venturo...

...buone vacanze a chi può ancora permettersele!
di Claudio Montini

E' finalmente arrivato anche il primo fine settimana di agosto, quello che precede i quindici giorni più strani e formidabili dell'anno: ovvero quelle due settimane in cui tutta l'Italia, secondo la comune opinione, abbassa le saracinesche, chiude casa e scappa altrove a spendere la maggior parte del tempo a oziare, mangiare, bere e dormire. Sono le settimane a cavallo di Ferragosto. Sono quel periodo in cui persino la televisione, campo giochi preferito da governanti e aspiranti tali, nani, giocolieri, saltimbanchi e tuttologi vari, sembra voler smettere di rimbambirci con materassi massaggianti, padelle antiaderenti e autopulenti, apparecchi acustici che nemmeno 007 al servizio di Sua Maestà Britannica possono permettersi per sgominare il cattivo di turno, pantaloni snellenti e calze elastiche vecchiaia repellenti; anzi, addirittura si dimentica di aggiornarci il contatore degli omicidi di donne, profughi, guidatori ubriachi o morti di sonno, stupri e rapine; nemmeno l'inquinamento dei mari e delle prove nei processi di ordine e grado, il debito pubblico, i rincari dei servizi essenziali e il malfunzionamento di ospedali e pronto soccorso riesce a scuotere le coscienze desiderose di vacanza. Proliferano reportage sui luoghi di villeggiatura e sulle prelibatezze da scoprire ad ogni piè sospinto lungo lo stivale italico (in fondo, meglio che qui da noi dove altro mai si mangia così bene e altrettanto genuino? Vade retro sushi, cavallette fritte e radici bollite con la marmellata di non si sa cosa...!!). Pure i ragazzini cavati fuori dalla grotta thailandese, la prima cosa che avrebbero voluto (altro che flebo e omogeneizzati!) era sbranare del pollo fritto e del maiale in agrodolce con tanto riso, una volta in salvo. E' vero, la televisione ci ha portato quella tragedia in casa e ci siamo tutti sentiti angustiati da un lieto fine che tardava ad arrivare: ci siamo sentiti vicini a quei genitori che hanno fatto la sola cosa che potevano fare: pregare affinchè tutto andasse per il meglio e anche i più miscredenti tra di noi l'hanno fatto; magari di nascosto, ma l'hanno fatto più volentieri che se si fosse trattato di un boat people proveniente dal nordafrica o per una onlus che, spiace dirlo ma diventa ogni giorno sempre più evidente, si incarica di fare da mediatore di carne umana tra la mafia mondiale (che di fatto gestisce il traffico) e le macerie della civiltà occidentale a corto di cavie umane, di schiavi e di organi di ricambio per attempati agiati, ingordi, lussuriosi, spregiudicati affatto decisi a sollevare il tallone con cui schiacciano il loro prossimo in una valle di lacrime per far valere la propria eccellenza. D'altra parte, se non ci fossero i poveri e disperati, come diamine farebbero a distinguersi i ricchi? Dovrebbero mettersi a lottare contro chi vuole raggiungerli assai più di quanto non facciano ora. Dovrebbero insegnare alla televisione come convincerci che siamo tutti uguali, tutto va bene e che c'è abbastanza di tutto per tutti, che la crisi è finita, che la guerra è finita (qualunque essa sia), che la mafia non esiste e che la droga non fa male: anzi aiuta a sognare un mondo migliore e persino a vederlo, molto più di quanto abbiano fatto le parole e i (presunti) miracoli di un falegname nato in uno sperduto villaggio della Palestina e morto appeso a una croce di legno, che forse aveva scalpellato lui stesso; dicono i bene informati che sia stato addirittura rianimato e fatto fuggire dalla sua tomba, riapparendo qua e là rincuorando i suoi seguaci. Sì credo proprio che i superstiti opulenti della cosiddetta civiltà occidentale cerchio un'altro fenomeno del genere per assicurarsi almeno altri venti secoli di dominio assoluto: alla faccia della presunta democrazia liberale. Intanto vogliate gradire musica da ballo, gelati e cocco freschi con il mio augurio di buone vacanze a chi potrà permettersele: io non posso fare altro, non sono nel novero di codesti fortunati.
© 2018 Testo di Claudio Montini
© 2016 Immagine di Orazio Nullo "Italian solitary beach" - Atelier des pixels collection

Nessun commento:

Posta un commento