lunedì 23 luglio 2018

Arrivederci, dottor Marchionne: il resto è aria fritta.

Una cartolina per Sergio Marchionne
di Claudio Montini

Succedono cose strane in questo strano paese: si costruiscono case cominciando dal tetto! Si pontifica riguardo tutto lo scibile umano, senza aver mai nemmeno visto col binocolo a rovescio l'ombra dell'oggetto della discussione. Sono tutti ingegneri, professori, commissari tecnici e commissari di polizia, amministratori delegati infallibili e geniali, provetti e provati capitani d'industria...a parole e nascosti dietro una tastiera e un nomignolo di fantasia cui non corrisponde nemmeno la fotografia della prima comunione raccattata chissà dove. Si spera sempre nella buona sorte e si tirano mattoni o martelli contro i profeti di sventura e i pochi saggi che ancora hanno a cuore questa landa occupata da barbari senza testa, calati in un giardino delle meraviglie come elefanti strafatti di cocaina in una cristalleria, preoccupati di raggirare il prossimo e riempirsi la pancia e le tasche e le vene come se non ci fosse un domani. Dicevo che si comincia a costruire dal tetto, facendo la faccia dura e gonfiando il petto quando i castigamatti e i veri padroni del bastimento sono lontani, almeno là sulla linea dell'orizzonte, per avere il tempo di cambiare idea e addossare la colpa a qualcun'altro: non basta impedire che le aziende licenzino, bisogna metterle in condizioni di lavorare senza che abbiano bastoni tra le ruote ad ogni piè sospinto, che le materie prime arrivino e i prodotti finiti partano senza la paura di non avere una strada degna di questo nome per compiere il loro tragitto, che possano godere di sicurezza e credito e non di avere a che fare con sanguisughe vestite a festa da banchieri o loschi figuri, ugualmente eleganti, che pretendono soldi senza far niente altrimenti sono danni e dispetti a non finire. Per forza, poi, chi può emigra perchè possiede solo il suo cervello e la forza delle sue braccia, apprezzatissime altrove per lo spirito di adattamento intrinseco, ma neglette in patria perchè c'è sempre qualcuno, amico degli amici, che è più meritevole anche se non sa fare "o" col bicchiere; per forza, poi, c'è chi si porta dietro anche la propria fabbrichetta perché, alla fine, tutto il mondo è paese e gente che ha fame di lavoro se ne trova quanta si vuole: capace pure che ti fanno eroe nazionale...Qui no, l'ho già detto e lo ripeto, qui dove si comincia dal tetto e non dalle fondamenta, dove si vede e si sente solo ciò che si vuole ignorando i dati di fatto, non vale la bravura, la perizia, l'ingegno e un pizzico di fortuna: quelle cose lì generano solo invidia, acredine, astio, rancore e non già ammirazione, rispetto, spirito di emulazione; qui si gode di più a mordere la mano che potrebbe darti un'aiuto ad uscire dal guano che ad afferrarla per sforzarsi ad uscire dai guai e ringraziare; se io sto male farò di tutto perchè anche tu abbia a patire qualcosa, senza minimamente provare a migliorare la mia condizione, e sarò contento solo quando cadrai: anche se sarò ancora più a terra di prima. Arrivederci, dottor Marchionne, la dove le strade non hanno nome e dove approderemo tutti a tempo debito: per quel che mi riguarda, lei ha fatto tutto quello che poteva e tutto quello che doveva al massimo delle sue potenzialità; in parole povere, come me, lei ha fatto il suo lavoro e il suo dovere dando il meglio di sè: il resto è aria fritta.
© 2018 Testo di Claudio Montini
© 2016 Immagine di Orazio Nullo "Twenty -second century engine"-Atelier des pixels collection

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