Inventato, cucinato, mangiato e nemmeno fotografato!
di Zio Propano
Mia nonna Rosa e mia nonna Maria, all'insaputa l'una dell'altra, erano
artiste nell'accompagnare le verdure con la carne abbondando con le
prime per non far vedere che la seconda era poca cosa. Del resto
erano cresciute attraversando due guerre mondiali, quelle che hanno
devastato la prima parte del secolo breve, il Ventesimo o Novecento
che dir si voglia: il pingue benessere che oggi diamo per scontato
sarebbe arrivato solo nella seconda parte, facendo diventare la carne
un alimento comune da lusso dei giorni di festa che era stato, grazie
anche agli americani vincitori poco avvezzi ai piaceri dell'orto. Le
brutte abitudini, noi italiani, le impariamo in fretta e altrettanto
in fretta dimentichiamo il buon senso che ci ha portato in salvo da
tante pessime annate, quando il pane casereccio non mancava mai e
bastava un cucchiaio di succulento companatico a sporcarlo per farci
sazi.
Lo spezzatino con verdure che ho inventato mentre mettevo a posto la
spesa, è da corsa nel senso che è fatto con le cose che avevo a
portata di mano in cambusa, seguendo una intuizione più che la
logica e facendo anche in fretta prima che la Jena Sabauda, pur con
tutti i limiti che l'ictus le ha lasciato, venisse a ficcare il naso
nei miei pasticci.
Siccome temo di avervi annoiati anche troppo con le mie chiacchiere,
vi passo la lista della spesa e andiamo a spadellare! (Ah,
dimenticavo: le dosi sono per due persone più il cane Leone, ma si
può anche arrivare a quattro...se il cane non ce l'avete).
- 2 pomodori tondi maturi (ma anche tre oblunghi vanno bene)
- 3 patate a pasta gialla medio-grandi
- 1 cipolla bionda
- 1 carota
- 150 grammi di burro
- mezzo bicchiere di vino bianco
- 2 spicchi di aglio
- olio extra vergine di oliva
- sale fino
- un cucchiaio da tavola di sale grosso
- 15 olive verdi denocciolate in salamoia (o anche venti...non starete mica lì a contarle?)
- 1 petto di pollo
- 1 salsiccia a salamella
- 1 fetta di lonza di maiale
- un cucchiaio da tavola di pane grattugiato
- 1 limone
Coprite con un velo d'olio d'oliva il fondo di una padella di acciaio
(va bene anche anche una al cromo-vanadio, al teflon carbonato
multistrato, alla kryptonite vulcaniana...basta che abbia il suo
relativo coperchio), deponetevi al centro il burro (non state a
trafficare con riga e squadra: anche se è un po' a destra o a
sinistra o sopra o sotto...la pietanza si cuoce ugualmente) e
dimenticatevi di loro per un'attimo; tritate la cipolla e affettate
l'aglio versandoli sopra il burro; riducete in pezzi grossolani i
pomodori, affettate la carota, spaccate in quattro le olive
ricordandovi che se i pezzi sono piccoli cuociono più rapidamente.
Un pizzico di sale fino sui pomodori, in modo che emettano una
piccola parte d'acqua che contengono, e dedicatevi alle patate che
vanno sbucciate e messe a bagno in acqua salata con il sale grosso;
ora potete andare con la padella sul fuoco e fare soffriggere o
imbiondire (se preferite) la cipolla e l'aglio, a fuoco medio con
coperchio; dopo qualche minuto, unite i pomodori e tutta la loro
acqua (semini compresi: tempo di guerra non si butta via niente), le
carote a fette e le olive a pezzi: seguitate a cuocere a fuoco medio
e con coperchio, rimestando da brave massaie ogni qualvolta la
curiosità prende il sopravvento o la paura che si possa bruciare.
Per placare codesta ansia da prestazione, vi consiglio di ripescare
le patate e ridurle a pezzi grossolani e irregolari riponendo questi
ultimi là dove avevate tolto i tuberi interi, cioè nel medesimo
contenitore con la soluzione salina (che, nel frattempo, niente di
male, si sarà lievemente intorbidita a causa dell'amido rilasciato
dalle patate nude). Rimescolate il materiale già in padella con un
cucchiaio di legno e vi accorgerete che si sarà formato un delizioso
e simpatico brodino di cottura: unite le patate togliendole
dall'acqua con le mani e distribuendole uniformemente, metteteci
anche un mestolo di soluzione in cui hanno soggiornato e mescolate di
nuovo per incorporarle al nuovo ambiente; previo assaggio, aggiustate
di sale o di pepe a piacere e mettete il coperchio abbassando leggermente il
fuoco come se si trattasse di uno stufato. Fine primo tempo.
Secondo tempo: è il momento delle carni! Tagliate a pezzettoni (ma
non troppo) tanto il petto di pollo quanto la fetta di lonza di
maiale, poi spellate la salsiccia e fate altrettanto ponendo tutti i
pezzi in una ciotola dove li innaffierete con il succo di un limone e
li cospargerete di pangrattato: una bella mescolata con le mani,
prima per fare assorbire il succo di limone e poi per fare aderire il
pane grattugiato. Buttate la miscellanea di carni nella padella,
avendo cura di ripulire la ciotola con mezzo bicchiere di vino bianco
(secco, da tavola anche da corsa, nel senso che mia madre dava al
termine, ovvero economico, buono per cucinare): sarà passato un
quarto d'ora tra il primo e il secondo tempo? Se sì, andate avanti a
cuocere per un'altro quarto d'ora avendo cura di mescolare ad ogni
alzata di coperchio, mantenendo il fuoco medio e magari abbassandolo
negli ultimi cinque minuti: oramai è fatta e la cottura va avanti
anche senza grosso apporto di energia.
I pomodori si sfaldano e si disperdono nel sugo come le olive che
danno sapidità, le patate donano consistenza e le carote aroma e il
colore delle cose buone di una volta, ma le carni non stanno mica a
guardare: si lasciano allegramente mangiare invitando a nozze il pane
che toglierà parecchio lavoro alla lavastoviglie!
Buon appetito da zio Propano.
©
2017 Testo e ricetta di Claudio Montini
©
2016 Foto di Orazio Nullo
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