MATRONA ROMANA
di Roberta Preda
Prostrata su un povero scanno,
del mento la mano a sostegno,
statua di sale di legno,
le spalle nude del panno
caduto molle sui piedi.
Nel sole che cuoce la pelle
raccolta in attesa tu siedi.
Il tramonto riporta le stelle
tra i cieli. Trema il tuo seno
se senti acuto lo stridio di un freno.
il tuo viso, il cuore di sasso,
sulla grigia strada ormai avvezza
al tuo corpo venduto. Io passo
tra i tuoi occhi, matrona romana.
Non voglio negarti, non posso
come gli altri chiamarti puttana.
(c) 2015 testo di Roberta Preda tratto da "La coscienza delle terre" Youcanprint Selfpublishing
(c) 2015 foto da Google Images database
Vassilij Kandinskij " Movement I " - 1935
Vassilij Kandinskij " Movement I " - 1935
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