Parigi val bene qualche tonnellata di anidride carbonica in meno....
di Claudio Montini
Però pare che la gente comune, quella che tutti i rivoluzionari sognano di attrarre a sè, ha fatto cordone sanitario (stando alle immmagini trasmesse da mamma Rai) al sacrario che è divenuta Place de la Repùblique: il resto lo hanno fatto, meno male ed era ora, i flìck transalpini desiderosi di riscattarsi dalla figuraccia (diciamolo, una buona volta, nonostante l'abnegazione dei singoli e in particolare del sacrificio di Diesel) del Batàclan e dintorni, menando le mani di santa ragione e con grande soddisfazione.
In verità, mi fanno pena più quelli che credono ancora che, andando in piazza con bandiere e cartelli inneggianti all'ecologia in genere, senza smettere di buttare rifiuti dove capita, di godere della plastica e dei colori sintetici, di scorrazzare con automobili e tremare per ogni aumento del prezzo del petrolio, solo gridando slogan o battendo tamburi (rigorosamente di plastica come trombette e fischietti) i grandi capi a congresso nella Ville lumière si degnino di prestare orecchio alle loro rimostranze: nella stanze ovattate, nei saloni arredati e infestati da formale affettazione, nelle tonnellate di documenti ufficiali e comunicati stampa loro confezioneranno le bugie prossime venture per il popolo bue e si spartiranno quel che resta della torta dei profitti possibili, sempre che la Natura o il destino o Dio stesso in persona non ci presenti il conto dello scempio dell'era industriale post atomica.
(c) 2015 Testo di Claudio Montini
(c) 2015 Immagine di Orazio Nullo "Climate summit advice" 2015
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